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History of the Italy: The Etruscans | La Storia della Cultura Italiana: Gli Etruschi

Written by Janine C. Funk / Scritto da Janine C. Funk 

Article edited by Mirella. For simplicity we used passato prossimo instead of passato remoto

The History of Italian Culture / La Storia della Cultura Italiana

Part 1: The Etruscans / Capitolo I: Gli Etruschi

When you think of Italy, you probably think of Rome, the ancient heart of the Classical world and the center of one of history’s most esteemed empires. With 7.3 million international visitors in 2017, the city remains a top tourist destination and cultural landmark. But before the Colosseum and the Forum, before the Pantheon and the Arch of Constantine, when Rome was just a small collection of pastoral settlements whose names have been long lost to history, Italy belonged to the Etruscans.

Quando pensi all’Italia, pensi probabilmente a Roma, il cuore antico del mondo Classico ed il centro di uno degli imperi più stimati della storia. Con 7,3 milioni di turisti internazionali nel 2017, la città rimane una destinazione superlativa e una pietra miliare della cultura. Però, prima del Colosseo e del Foro, prima del Pantheon e del Arco di Constantino, quando Roma era solo un piccolo gruppo di cittadine pastorali i cui nomi si perdono nella storia, l’Italia ha appartenuto agli Etruschi.

la Chimera d’Arezzo, ca. 375-350 a.C., Firenze, Museo dell’Archaeologia

The Etruscans were a group of indigenous peoples that inhabited the area of central Italy between the Arno river, which passes through Florence and Pisa, and the Tiber river, which flows through Rome, from at least the eleventh to the first century B.C.E. . Their political and cultural influence, however, reached far beyond the borders of Etruria – today, accounting for parts of Tuscany, Lazio and Umbria – across both space and time. Due to their significant impact on the development of modern Italian culture, including the adoption and adaptation of the Greek alphabet, mythology and art, the Etruscans are considered to be “… the most important of the indigenous peoples of pre-Roman Italy…”

Gli etruschi erano un gruppo di persone indigene che abitavano l’area dell’Italia centrale tra il fiume Arno, che attraversa Firenze e Pisa, e il fiume Tevere, che attraversa Roma, almeno dall’undicesimo secolo al primo secolo a.C. Però, l’influenza politica e culturale degli Etruschi si estendeva lontana oltre i confini di Etruria – oggi, include parte della Toscana, del Lazio e dell’Umbria – attraversando spazio e tempo. A causa del loro significativo impatto sull’evoluzione della cultura Italiana moderna, compresa l’adozione e la modificazione dell’alfabeto, della mitologia e dell’arte dei greci, gli etruschi sono considerati “…la più importante popolazione indigena dell’Italia prima dei romani…”

The Etruscans are particularly famous for their artistic achievements. Beginning in the late eighth century B.C.E., Etruscan art was heavily influenced by their Aegean and Levantine trading partners, which introduced new materials, techniques, and iconography such as “…the human figure, real and fantastic beasts (especially the lion), and vegetal and geometric motifs…” It is during this era, referred to as the Orientalizing period (late 8th – early 6th centuries B.C.E.), that the art forms for which the Etruscans are most celebrated – bronze work, pottery, sculpture, and wall paintings – emerged.

In particolare, gli etruschi sono famosi per le loro realizzazioni artistiche. Iniziando nell’ottavo secolo a.C., l’arte etrusca è stata molto influenzata dai loro compagni di commercio Egei e Levantini, che hanno introdotto nuovi materiali, nuove tecniche, e nuove iconografie come “…la figura umana, le bestie reali e fantastiche (specialmente il leone), e motivi vegetali e geometrici…”. Durante quest’epoca, che si chiama il periodo dell’Orientalizzazione (dalla fine dell’ottavo secolo fino all’inizio del sesto secolo a.C.), sono nate le forme di arte per cui gli Etruschi sono più celebri: la bronzistica, la ceramica, la scultura, e l’imbiancatura.

Thanks to rich local metal deposits, and contact with traders from Greece and the eastern Mediterranean, Etruscan production of bronze goods flourished. Even in antiquity, northern Etruscan cities were well known for their abilities to shape bronze into beautifully engraved hand-held mirrors, which were often decorated with scenes from Greek mythology, and votive statuettes, which were presented as offerings at sanctuaries and other sacred sites. However, it was not until the Classical period (c. 480-300 B.C.E.) that large-scale hollow-cast masterpieces – including perhaps the most famous Etruscan bronze, the Chimera of Arezzo (c. 375-350 B.C.E., Florence, Museum of Archaeology) – appeared. The curious elongated bronze figures of Volterra, including the Evening Shadow (c. 2nd century B.C.E., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci), also began appearing during this era; these abstract votives would later inspire the early Italian tradition of board-like statuettes.

Grazie a depositi ricchi di metallo e il contatto con i mercanti della Grecia e del Mediterraneo orientale, la produzione delle merci di bronzo prosperava. In antichità, le città etrusche del nord erano famose per le loro abilità di plasmare bellissimi specchi incisi che ornavano spesso con scene della mitologia greca, e le statuine votive che offrivano ai santuari e ad altri luoghi sacri. Comunque, capolavori più grandi – come il bronzo etrusco più famoso, la Chimera d’Arezzo (c. 375-350 a.C., Firenze, Museo dell’Archaeologia) – non sono apparsi prima del periodo Classico (c. 480-300 a.C.). Durante quest’era, le curiose statuette allungate di Volterra, come l’Ombra della Sera (c. 200 a.C., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci), hanno iniziato anche ad apparire; queste votive astratte hanno in seguito ispirato una tradizione italiana delle statuette schiacciate.

L’Ombra della Sera, ca. 200 a.C., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci

Bucchero, or “grey ware”, was developed in Ceveteri, as early as 675 B.C.E., and exported as far as Iberia and the Levant. This pottery was esteemed for its glossy dark grey to black finish, caused by the oxidation of the clay’s reddish ferric oxide while in the kiln. The forms that bucchero took are believed to have been inspired by both Greek pottery styles and contemporary metalwork, especially bronze. In addition to commonplace items like bowls, cups and jugs, bucchero was also shaped into cleverly designed vessels resembling animals, such as the cockerel of Viterbo. Most bucchero vessels were not decorated, but those that were embellished were incised or embossed with simple lines, geometeric patterns, motifs, and scenes from Greek mythology; some bucchero, in imitation of metalwork, were covered with gold or silver leaf, or with a thin layer of tin.

Bucchero si è sviluppato a Ceveteri circa 675 a.C., ed esportato fuori dell’Italia, alla penisola Iberica, al levante, e altre aree dell’Europa. Questa ceramica era pregiata per la sua lucida finitura nera, causata dell’ossidazione del rosso ossido ferrico nell’argilla. Le forme del bucchero s’ispiravano alle ceramice greche e ai metalli contemporanei, specialmente i bronzi. In aggiunta agli articoli usuali come le ciotole, le calici e le caraffe, bucchero veniva plasmato in recipienti ingegnosi che assomigliavano ad animali, come il galletto di Viterbo. La maggior parte del bucchero non è decorato, ma alcuni recipienti sono decorati con solchi semplici, disegni geometrichi, motivi, e scene di mitologia greca. Altri recipienti sono coperti con fogliame d’oro, di argento, o di latta per imitare i metalli.

Bucchero, Ceveteri, ca. 675 a.C

The Etruscans used sculpture primarily for funerary or religious purposes, including sarcophagi, ash urns and votive offerings made from terracotta, local stone such as alabaster, limestone, sandstone and tufa, and bronze. Beginning in the seventh century B.C.E., large stone and terracotta figures began appearing in tombs as either representations of tomb guardians, like those in the Tomb of Five Chairs in Cerveteri (c. 625-600 B.C.E.), or replacements for the bodies of the deceased, as seen in terracotta and bronze urns in Chiusi. Some painted terracottas, such as the Sarcophagus of the Spouses (c. 525-500 B.C.E., Rome, Villa Giulia Museum), offer some insight into the nature of everyday Etruscan life, as well as funerary rituals. The Sarcophagus of Spouses, which depicts a married couple reclining on a banqueting couch, once brightly coloured, suggests that Etruscan women were regarded with more significance than their Greek counterparts. In addition, the wineskin cushions upon which the couple lounges may be a reference to the sharing of wine, an important aspect of Etruscan funerary ritual; the woman also appears to be pouring something, perhaps perfume, into her husband’s palm, alluding to the offering of perfume, another essential element of the Etruscan funeral.

Gli etruschi usavano principalmente le sculture per scopi funerari o religiosi come i sarcofaghi, le urne e le offerte votive di terracotta, di pietra locale come alabastro, calcare, arenaria e tufo, e bronzo. Dal 700 a.C., grandi figure di pietra e terracotta cominiciavano ad apparire nelle tombe in veste di rappresentazioni dei guardiani delle tombe, come quelle nella Tomba di Cinque Sedie a Cerveteri (c. 625-600 a.C.), o come sostituzioni dei corpi dei defunti, come le urne di terracotta e bronzo a Chiusi. Qualche terracotta dipinta, come il Sarcofago degli Sposi (c. 525-500 a.C., Roma, Museo Villa Giulia), offre alcuni scorci della natura della vita ordinaria degli etruschi, e anche dei riti funerari. Il Sarcofago degli Sposi raffigura una coppia sposata su un divano banchetto, che suggerisce che le donne etrusche avevano maggiore importanza delle donne greche. Inoltre i cuscini [WINESKIN] sono probabilmente un riferimento alla condivisione di vino, che era un aspetto importante dei riti funerare. La donna sembra versare qualcosa, forse profumo, sul palmo della mano del marito; quest’azione allude all’offerta dei profumi, che era un’altra parte essenziale dei funerali etruschi.

Sarcofago degli Sposi, ca. 525-500 a.C., Roma, Museo Villa Giulia

Many of the best examples of Etruscan painting were discovered in cemeteries, or necropoli, such as Monterozzi, near Tarquinia in Lazio, where huge works, depicting scenes of aristocratic life in Etruria, cover the interior walls of rock-cut chamber-tombs. One such tableau, found in the Tomb of the Lionesses in Monterozzi (c. 560 B.C.E.), illustrates a banquet, with dancers and musicians, and finely dressed nobles attended by naked servants. A second Monterozzi tomb painting, found in the Tomb of Hunting and Fishing (c. 510 B.C.E.), depicts a man hunting birds with what appears to be a slingshot, and a boat of fishermen casting a net. The murals of Monterozzi, along with a few other major centers, account for the largest surviving collection of wall paintings in the ancient world, outside of Egypt, Pompeii and Herculaneum.

Molti buoni esempi delle imbiancature etrusche sono state scoperte a necropoli, come Monterozzi vicino a Tarquinia nel Lazi, dove grandi imbiancature coprono le pareti delle tombe e mostrano scene della vita aristocratica in Etruria. Per esempio, un’imbiancatura nella Tomba delle Leonesse a Monterozzi (c. 560 a.C.) raffigura un banchetto con i ballerini, i musicisti, e i servi nudi che assistano gli aristocratichi. Una seconda imbiancatura a Monterozzi, nella Tomba della Caccia e della Pesca (c. 510 a.C.), raffigura un uomo che caccia gli uccelli con una fionda, e una barca con pescatori che gettano una rete. I murali di Monterozzi insieme a pochi altri centri importanti, sono considerati la  più grande collezione di delle imbiancature del mondo antico fuori dall’Egitto, di Pompeii, e di Erculano.

Tomba delle Leonesse a Monterozzi, ca. 560 a.C.

When the Romans conquered the Etruscans in the late third century B.C.E., much of their culture disappeared as Etruscan nobles discarded their traditions for those of the dominant Greco-Roman society. However, the Etruscans also had a significant impact on Roman culture, as seen in the Roman adoption of Etruscan art, dress, music, and language. Today, the Etruscans survive in more than just museum collections; they survive in the artistic and cultural developments of their successors, and in the modern language that we know as Italian.

Quando i romani hanno conquistato gli etruschi nell’terzo secolo a.C., la maggior parte della loro cultura è morta,  perché gli etruschi aristocratichi  hanno abbandonato le loro tradizioni in favore di quelle della società greco-romana. Però, gli etruschi hanno avuto un’impatto significativo sulla cultura dei romani, che hanno adottato l’arte, i costumi, la musica e la lingua degli etruschi. Oggi, gli etruschi sono sopravvissuti non solo nelle collezioni dei musei; ma sono sopravvissuti negli sviluppi artistichi e culturali dei loro successori, e nella lingua moderna che conosciamo come la lingua italiana.


About the author:

Janine studies anthropology and history at university. She has a passion for the culture and the history of Italy, and she likes to share what she learns. He has been studying Italian with Mirella for several years. Some day she hopes to become a curator in a big museum in Europe, perhaps in beautiful Italy.

Janine studia antropologia e storia all’universita’. Ha una passione per la cultura e la storia d’Italia, e le piace condividere quello che impara. Studia l’Italiano con Mirella da parecchi anni. Qualche giorno spera diventare una curatrice in un museo grande in Europa, forse nella bella Italia.


 

How do you translate “if” in Italian?

I diversi usi di “SE” /  The different uses of “if” in Italian

IngleseItaliano
  
if conj (in case that)se cong
If what he said is true, then we will have to accept the conclusion.Se quello che ha detto è vero dovremo accettarne la conclusione.
  
if conj (on condition that)se cong
I’ll only buy the car if they fix the brakes first.Comprerò la macchina solo se prima sistemeranno i freni.
  
if conj (supposing that)se cong
If you’re such a chef, why do you always burn the pizza?Se cucini così bene perché bruci sempre la pizza?
  
if conj (whether)se cong
Do you know if she’s at home?Sai se è in casa?
  

e altre traduzioni / and more translations:

IngleseItaliano
  
if conj (although)sebbene, benché, seppur cong
Although bad weather was expected, the storm was a surprise.Sebbene ci aspettassimo del brutto tempo, il temporale è stata una sorpresa.
  
if conj (exclamatory starter)se cong
If only I’d known!Se solo avessi saputo!
  
if n (supposition) (forse)se nm
Mario’s decision to run for election is still a big if.La decisione di Mario di candidarsi alle elezioni è un grosso se.
  
if n (stipulation, requirement)se nm
No ifs or buts allowed!Non sono ammessi se o ma!

How do you compare things in Italian?

I 3 comparativi in italiano

Being able to compare things (comparare, fare paragoni) is essential especially if you are among  Italians: “This coffee is stronger than that one” … “That train is slower than the other” …

In these videos I explain how to use the comparative in Italian in 3 different cases. 


 

Special Comparatives and Superlatives

adjective

comparative

relative comparative

absolute superlative

buono – good

cattivo (brutto) – bad

grande – big

small – piccolo

alto – high

basso – low

migliore – better

peggiore – worse

maggiore – bigger

minore – smaller

superiore – higher

inferiore – lower

il migliore – the best

il peggiore – the worst

il maggiore – the biggest

il minore – the smallest

il superiore – the highest

l’inferiore – the lowest

ottimo – excellent

pessimo – terrible

massimo – maximum

minimo – minimum

supremo – supreme

infimo – worthless

Examples:

1) He is the worst politician in the Italian history.
– Lui è il peggiore candidato nella storia italiana.

2) This wine is terrible.
– Questo vino è pessimo.

3) In the winter Canadian weather is worse than Italian weather.
In inverno il clima canadese è peggiore di quello italiano.

Let me know in the comments which comparativo è più bello!

A presto,
Mirella

 


What’s the difference between “asciutto” and “secco”?

Mirella Colalillo, 15 febbraio 2016

(English follows)

Entrambi gli  aggettivi italiani “asciutto” e “secco”  si usano per indicare che qualcosa è priva d’acqua o di umidità. In inglese, invece, esiste una sola parola, “dry”, e da qui nascono tanti dubbi. Quando usare l’uno o l’altro aggettivo?

Nel video illustro in maniera semplificata una regola valida in generale. Tuttavia, come sempre ci sono dei casi particolari in cui vengono utilizzati e un buon dizionario sarà di grande aiuto per scegliere l’aggettivo giusto anche per i vari usi figurativi.

Per esempio: “Un fisico asciutto” – a lean body; oppure “Lui è secco” – he’s skinny.

Sei rimasta a bocca asciutta? Are you speechless? Allora guarda il video e ti sarà chiaro! Se hai delle domande, fammi sapere nei commenti.

Alla prossima!
Mirella

 

Both Italian adjectives “asciutto and “secco are used to indicate that something is devoid of water or moisture. In English, however, there is only one word, dry”, and many doubts arise from here. When to use one or the other adjective?

In the video I explain in a simplified form a rule that is valid in general. However, as always there are some special cases in which they are used and a good dictionary will be of great help to choose the right word for the various figurative uses.

For example: Un fisico asciutto” a lean body; or “Lui è secco” he’s skinny.

Sei rimasta a bocca asciutta? Are you speechless? Then watch the video and it will be clear! If you have any questions, let me know in the comments.

Until next time!
Mirella


Improve your speaking and grammar while learning some Italian jokes!

Laughing and learning italian ebook

Q&A Monday: What’s the difference between “sposare” and “sposarsi”?

Mirella Colalillo, 8 febbraio 2016

(English Follows)

La domanda di questa settimana cade a fagiolo visto che si sta avvicinando la festa degli innamorati, per quelli che festeggiano, ovviamente!

Mi sono accinta a spiegare la differenza tra “sposare” e “sposarsi”, una domanda frequente per i verbi che hanno sia una forma attiva che una forma riflessiva come in questo caso.

Ricordiamo che si distinguono una forma attiva o riflessiva a seconda del rapporto tra il verbo e il soggetto della frase.

  • La forma attiva – sposare – si ha quando il soggetto svolge l’azione espressa nel verbo. Si può avere con verbi sia transitivi, sia intransitivi (transitivo = l’azione richiede un oggetto diretto; intransitivo = l’azione non richiede un oggetto diretto)
  • La forma riflessiva –sposarsi – si ha quando il soggetto coincide con l’oggetto. Si può avere solo con verbi intransitivi.

Sembra una spiegazione un po’ ostica ad inizio settimana quindi bando alle ciance! Guardiamoci il video che tutto apparirà chiaro e semplice.

Mi raccomando, dopo il video esercitati a scrivere delle frasi nei commenti!

A presto,
Mirella

The question of this week is just on time for the celebration of love, for those who celebrate, of course!

I’ve set out to explain the difference between “sposare” and “sposarsi” (to marry/get married), a frequent question for verbs that have both an active form and a reflexive form as in this case.

Let’s remember that we can distinguish an active form from a reflexive form depending on the relationship between the verb and the subject of the sentence.

  •  The active form – sposare– is when the subject performs the action expressed by the verb. You can have it with both transitive and intransitive verbs (transitive = action requires a direct object; intransitive = action does not require a direct object)
  •  The reflexive form – sposarsi – is when the subject coincides with the object. You can only have it with intransitive verbs.

This explanation seems a bit tricky at the beginning of the week so ’nuff said! Let’s watch the video and everything will be clear and simple.

After the video, practice writing some sentences in the comments!

A presto,
Mirella

 

Il passato prossimo – un quiz

(English Follows)

Buon giovedì,

Diciamoci la verità, ricordarsi la coniugazione dei verbi nel passato prossimo non è proprio una passeggiata e sapere quando devi invece usare l’imperfetto sicuramente causa un giramento di scatole!

Risulta meno complicato se i verbi sono regolari, cioè la radice non cambia quando vengono coniugati, come nel caso di: mangiare = ho mangiato, dormire = ho dormito.

Nel caso dei verbi irregolari la radice cambia, per esempio: prendere = ho preso, fare = ho fatto. Solo tanta pratica ci aiuta a ricordarli. Il modo migliore è di impararli un po’ alla volta con una lista di 4 alla settimana incorporandoli il più possibile nella pratica scrivendo delle frasi e parlando.

In questo video ho scelto 4 verbi. Vediamo se riesci a fare il passato prossimo scrivendo delle frasi nei commenti. Magari prova anche ad usare l’imperfetto!

Buona pratica!

Mirella

Guarda anche il prossimo video : Il Quizino #9 – the Italian grammar quiz | L’imperfetto

 

Happy Thursday,

Let’s face it, remembering the conjugation of verbs in the passato prossimo is not exactly a walk in the park and knowing when you should use the imperfetto instead definitely can be irritating!

It’s less complicated if the verbs are regular, that is the root does not change when they are conjugated, such as: mangiare = ho mangiato, dormire = ho dormito.

In the case of irregular verbs, the root changes, for example: prendere = ho preso, fare = ho fatto. Only a lot of practice can help to remember them. The best way is to learn them a few at a time with a list of 4 per week incorporating them as much as possible in your practice of writing sentences and speaking.

In this video I chose four verbs. See if you can make the passato prossimo by writing some sentences in the comments. Maybe even try to use the imperfetto!

Happy practice!
Mirella

Watch the next video : Il Quizino #9 – the Italian grammar quiz | L’imperfetto

 

 

il Giornalino Natalizio, a Christmas Journal!

Mirella Colalillo, 22 dicembre 2015

 

È Natale!

Tempo di torroni, lucine allegre e riposo ben meritato.

Magicamente eccovi anche il Giornalino Natalizio, un arricchimento divertente della lingua e cultura italiana anche durante le feste.

Ci troverai racconti, quiz, indovinelli, proverbi e altro, da gustare un po’ alla volta o tutto d’un fiato.

Puoi sfogliarne le pagine in compagnia o in solitudine, sorseggiando una cioccolata calda o un vin brulé.

Dopo un anno di impegni e di corse frenetiche è bello sedersi e respirare con in mano il Giornalino Natalizio e non pensare a nulla!

Scarica la tua copia qui

Buone Feste ♥ 

Mirella   giornalino   It’s Christmas!  

Time for nougats, merry lights, and much deserved rest.

Magically here is also il Giornalino Natalizio (the Little Christmas Journal), a fun enrichment of the Italian language and culture even during the holidays.

In it you will find stories, quizzes, riddles, proverbs and more to enjoy a bit at a time or all in one breath.

You can browse the pages in company or alone, sipping a hot chocolate or mulled wine.

After a year of commitments and frenetic races, it’s nice to sit and breathe holding il Giornalino Natalizio and not think about anything!

Download your copy here

Happy Holidays ♥

Mirella

 

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