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LangFest, il festival delle lingue

L’edizione del 2019 del LangFest, il festival delle lingue, è ricco di programmi per tutti i gusti. Ne ho parlato con Sabrina Corriveau-Maheu, del team del LangFest.

The 2019 edition of the LangFest, the language festival, is full of programs for all tastes. I talked about it with Sabrina Corriveau-Maheu, of the LangFest team.

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1) Com’è nata l’idea del LangFest e quali sono i punti salienti dell’edizione di quest’anno?

Tetsu Yung e Joey Perugino (due dei 3 principali organizzatori del LangFest) si sono incontrati alla Polyglot Conference a New York nel 2015 e volevano organizzare un evento linguistico simile a Montréal! Così hanno creato il North American Polyglot Symposium (NAPS) con Nicolas Viau (terzo organizzatore principale), che ora si chiama LangFest! Questo sarà il nostro quarto anno!

Per quanto riguarda i punti salienti, avremo la notte delle “lingue costruite” venerdì con le nostri presentatori chiave: Marc Okrand e David J. Peterson, che hanno rispettivamente creato Klingon per lo Star Trek Franchise e Dothraki e High Valyrian per Game of Thrones!

Abbiamo anche tonnellate di presentazioni diverse con argomenti che vanno da:

  • Gli ultimi strumenti e tecniche di apprendimento delle lingue, compresi quelli applicati dai poliglotti;
  • Laboratori linguistici per principianti e intermedi;
  • Crescere bambini multilingue;
  • Far crescere la tua rete di apprendimento delle lingue;
  • Relazioni interculturali e multiculturalismo;
  • Approcci e risultati accademici sull’acquisizione del linguaggio e sulla demografia;
  • Lingue minoritarie o in via di estinzione;
  • Imprenditorialità nel settore dell’apprendimento delle lingue;
  • Giochi, picnic, cene e altre attività sociali;
  • E molti altri temi istruttivi e stimolanti.

1) How was the idea of the LangFest conceived and what are the highlights of this year’s edition?

Tetsu Yung and Joey Perugino (two of the 3 main organizers of LangFest) met at the Polyglot Conference in NY in 2015, and they wanted to have some similar language event in Montréal! So they created the North American Polyglot Symposium(NAPS) with Nicolas Viau (3rd main organizer), which is now called LangFest! This will be our forth year! 

As for the highlights, we will have the “constructed languages” night on Friday with our 2 Keynotes: Marc Okrand and David J. Peterson, who respectively created Klingon for the Star Trek Franchise, and Dothraki and High Valyrian for Game of Thrones! 

We also have tons of different presentations with topics ranging from : 

  • The latest language learning tools and techniques, including those applied by polyglots;
  • Language workshops for beginners and intermediates;
  • Raising multilingual children;
  • Growing your language learning network;
  • Cross-cultural relationships and multiculturalism;
  • Academic approaches and findings on language acquisition and demographics;
  • Minority or endangered languages;
  • Entrepreneurship in the language learning industry;
  • Games, picnics, dinners and other social activities;
  • And many more informative and inspiring themes.

2. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato un crescente interesse per l’apprendimento delle lingue con la creazione online di molte piattaforme e app linguistiche gratuite. Pensi che questa tendenza continuerà a crescere?

Penso di sì, perché offre molta flessibilità agli studenti! Esistono molti “tipi di studiosi” e molte ragioni per cui qualcuno impara una lingua, quindi tutti devono trovare ciò che funziona per loro, e con il numero di piattaforme e applicazioni esistenti, c’è sicuramente qualcosa.

Devi sapere cosa esiste per trovare qualcosa che si adatta alle tue esigenze per ogni lingua! Potresti voler imparare lo spagnolo per un motivo diverso da quello per cui vuoi imparare lo swahili o l’arabo, quindi per avere più possibilità di successo, mantenere alta la tua motivazione e imparare più velocemente, è importante avere uno (o molti!) metodi adatti ai tuoi bisogni! (Ad esempio, ho imparato il tedesco e lo spagnolo per motivi diversi rispetto da quelli per cui sto attualmente imparando il finlandese o l’esperanto, quindi adeguo i miei metodi di apprendimento per soddisfare gli obiettivi che voglio avere per ciascuno (finlandese: più lettura e comprensione, ed esperanto: conversazione!)

Inoltre incoraggio vivamente a provare a utilizzare vari metodi di apprendimento (App / piattaforme linguistiche / libri di lingue / TV / cinema / incontri di persona (insegnante o tandem) / lettura / scrittura!)

2. In the past few years we’ve seen a growing interest in language learning with the creation of many free online language platforms and apps. Do you think this trend will continue to grow?

I think so, because it offers a lot of flexibility for the learners! There are many “types of learners”, and many reasons why someone would learn a language, so everyone has to find what works for them, and with the number of applications or language platforms that exist, there is certainly something.

You need to know what exists to find something that fits your needs for each language! You might want to learn Spanish for a different reason than you want to learn Swahili or Arabic, so to have more chances of success, to keep your motivation high and to learn faster, it is important to have one (or many!) methods that suit your needs! (As an example, I learned German and Spanish for different reasons than I am now studying Finnish or Esperanto, so I adapt my learning methods to suit the goals I want to have for each (Finnish: more reading & understanding, and Esperanto: conversational!) 

I also highly encourage to try and use various methods of learning (Apps / language platforms / language books / TV / cinema / in person meeting (teacher or tandem) / reading / writing! 

3. In che modo il Langfest giova alla comunità dell’apprendimento delle lingue e inoltre esiste una tipologia di pubblico che frequenta il Langfest o è accessibile sia ai principianti che ai poliglotti?

LangFest è un evento in cui CHIUNQUE interessato alle lingue (o ad uno qualsiasi dei temi sopra menzionati) può venire ad imparare, condividere, incontrare persone meravigliose con interessi simili! Ci sono monolinguisti che sperano di imparare una seconda lingua e persone che hanno studiato più di 20 lingue, ci sono insegnanti di lingue, imprenditori delle lingue, persone che lavorano in ogni campo, studenti, ecc.! Tutti sono i benvenuti e sicuramente impareranno molto su tutto ciò che riguarda la lingua e incontreranno persone interessanti con le quali diventeranno grandi amici!

3. How does the Langfest benefit the language learning community and is there a typology of audience that attends the Langfest or is it accessible to beginners and polyglots alike?

LangFest is an event where ANYONE interested in languages (or any of the themes mentioned above!) can come to learn, share, meet wonderful like-minded people! There are monolinguals who are hoping to learn a second language as well as people who studied more than 20 languages, there are language teachers, language entrepreneurs, people working in every field, students, etc! Everyone is welcome and will certainly learn a lot about everything related to languages, and will meet interesting people with whom they will become great friends! 

4. Dicono che l’apprendimento di una nuova lingua possa migliorare la salute del cervello e farci sentire più felici. Come poliglotta, che consiglio vorresti condividere con qualcuno che è indecisa/o se iniziare una nuova lingua?

FALLO! Assolutamente! Non è sempre facile imparare nuove lingue, ma è molto gratificante! Ponetevi degli obiettivi realistici e provate il più possibile a pianificare in anticipo nel calemdario il tempo per studiare quella lingua e cercare aiuto quando ne avete bisogno! Esistono comunità (ad esempio meetup.com o comunità online) che possono aiutarti a trovare risorse appropriate (e motivazione!).

E, soprattutto, trova il modo di goderti il ​​processo, perché è questo che manterrà viva la tua motivazione! Per esperienza, ho visto una differenza nel contatto che hai con le persone quando parli la loro prima lingua e quando non la conosci (anche se non la parli bene o stai iniziando a impararla!). Il fatto che stai imparando la loro lingua (specialmente se non sei OBBLIGATA/O) è spesso un segno del tuo interesse per la loro cultura ed è ben accolto. Spesso creiamo un legam molto più forte e la significativa conversazione che ne segue è una grande parte di ciò che mi tiene motivata! Trova qual è la tua motivazione, sia che tu sia in grado di leggere libri o guardare delle serie in lingua originale, viaggiare o vivere all’estero, o qualsiasi altra ragione, e fai piccoli passi verso di essa!

Inoltre, vieni al LangFest! 😀

4. They say that learning a new language can improve brain health and make us feel happier. As a polyglot yourself, what advice would you like to share with someone who is on the fence about starting a new language?

DO IT! Absolutely! It is not always easy to learn new languages, but it is very rewarding! Set yourself some realistic goals, and try as much as possible to plan time for studying that language in advance in your schedule and find help when you need it! There are communities (i.e. meetup.com or online communities) that can help you finding appropriate resources (and motivation!).

And most importantly, find ways to enjoy the process, because that is what will keep your motivation up! From experience, I have seen a difference in the contact you have with people when you speak their first language and when you don’t (even if you don’t speak it well or you are just starting to learn it!). The fact that you are learning their language (especially if you are not OBLIGATED to) is often a sign of your interest in their culture, and it is well perceived. We often create a much stronger connection and the meaningful conversation that follows are a big part of what keep me motivated! Find what is your motivation, whether it is to be able to read books or to watch series in the original language, to travel or to live abroad, or any other reason, and take tiny steps toward it! 

Also, come to LangFest! 😀 


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Canzoni italiane per l’estate

Who doesn’t like music! One of the best ways to learn or improve a language is with songs. I’ve compiled a small selection for all tastes of ”i tormentoni dell’estate” (summer hits) from the present and the past.

Italian songs for the summer

A chi non piace la musica!

Uno dei modi migliori per imparare o per migliorare una lingua è con le canzoni. Ho complilato una piccola selezione di canzoni italiane per l’estate per tutti i gusti con ”i tormentoni dell’estate” (summer hits) del presente e del passato.

Who doesn’t like music!

One of the best ways to learn or improve a language is with songs. I’ve compiled a small selection of Italian summer songs for all tastes of ”i tormentoni dell’estate” (summer hits) from the present and the past.

Takagi & Ketra, OMI, Giusy Ferreri – ”Jambo” (2019)

La canzone dell’estate 2019 ovviamente al primo posto. Jambo è un saluto in swahili simile a ”ciao”. Anche se questa canzone non è il mio genere preferito, appoggio il progetto Children of Destiny, che lavora per sostenere i bambini svantaggiati dell’Africa, grazie all’impegno della giovane coreografa Sherrie Silver. Puoi seguire il progetto sulla loro pagina Instagram: https://www.instagram.com/childrenofdestinyss/

The song of summer 2019 obviously comes first. Jambo is a salutation è in swahili similar to ”ciao”. Although this song is not my favourite genre, I support the Children of Destiny project, which works to help disadvantaged children in Africa, thanks to the engagement of the young choreographer Sherrie Silver. You can follow the project on their Instagram page: https://www.instagram.com/childrenofdestinyss/

Giuni Russo – “Un’estate al mare” (1981)

Alcune canzoni non tramontano mai come questa di Giuni Russo che a distanza di quasi 30 anni ancora ci ”tormenta”… in senso positivo.

Some songs never fade like this one by Giuni Russo which after almost 30 years still “torments” us… in a positive way.

Piero Focaccia – ”Stessa spiaggia, stesso mare” (1963)

Questa canzone insieme alle prossime due fanno parte dell’onda della rinascita economica italiana negli anni sessanta. Era un periodo in cui gli italiani cominciavano a ritrovare la gioia di vivere e a godersi delle vacanze al mare.

This song together with the next two are part of the wave of the Italian economic revival in the sixties. It was a period in which Italians began to rediscover the joy of living and to enjoy beach holidays.

Gino Paoli – ”Sapore di sale” (1963)

Edoardo Vianello – ”Abbronzatissima” (1963)

Righeira – ”L’estate sta finendo” (1985)

Negli anni 80 il duo dei Righeira era sinonimo di estate. Ero bambina quando uscì questa canzone nell’estate del 1985 e ancora oggi non riesco a togliermi dalla testa il ritornello!

In the 80’s the Righeira duo was synonymous with summer. I was a child when this song came out in the summer of 1985 and I still can’t get the chorus out of my head today!

Testo della canzone:

L’estate sta finendo e un anno se ne va
Sto diventando grande lo sai che non mi va
In spaggia di ombrelloni non ce ne sono più
È il solito rituale, ma ora manchi tu.

La, languidi bri, brividi
Come il ghiaccio bruciano quando sto con te
Ba, ba, ba, baciami siamo due satelliti in orbita sul mar.

È tempo che i gabbiani arrivino in città
L’estate sta finendo, lo sai che non mi va
Io sono ancora solo, non è una novità
Tu hai già chi ti consola, a me chi penserà.

La, languidi bri, brividi
Come il ghiaccio bruciano quando sto con te
Ba, ba, ba, baciami siamo due satelliti in orbita sul mar.

L’estate sta finendo e un anno se ne va
Sto diventando grande, lo sai che non mi va
Una fotografia è tutto quel che ho
Ma stanne pur sicura, io non ti scorderò.

L’estate sta finendo e un anno se ne va
Sto diventando grande, anche se non mi va.

L’estate sta finendo
L’estate sta finendo 
L’estate sta finendo

Francesca Michielin – ”Vulcano” (2017)

Una bella canzone orecchiabile che non c’entra niente con ”i tormentoni dell’estate”, ma mi piace molto e poi il vulcano è caldo come l’estate italiana!

A nice catchy song, ”canzone orecchiabile”, that has nothing to do with ” the summer hits, ”i tormentoni dell’estate”, but I really like it and plus the ”vulcano” is as hot as the Italian summers!

Testo della canzone:



V come vulcano 
E mille altre cose 
Come la volontà di camminare vicino al fuoco 
E capire se è vero questo cuore che pulsa 
Se senti sul serio oppure è vanità

V come vulcano 
E mille altre cose 
Come il volume che 
Si alza e contiene il mare 
E capire se vale scottarsi davvero 
O non fare sul serio 
Fare sul serio

Corro di notte 
I lampioni, le stelle 
C’è il bar dell’indiano 
Profuma di te 
Rido più forte 
Mi perdo nell’alba 
Sei in tutte le cose 
E in tutte le cose 
EsplodeLa vertigine che ho di te 
La vertigine che ho di te

V come vulcano 
E mille altre cose 
La paura di 
Vagare per troppo tempo a vuoto 
E capire se è vivo questo cuore che vibra 
Vuoi viaggiare davvero 
Viaggiare davvero

Corro di notte 
I lampioni, le stelle 
C’è il bar dell’indiano 
Profuma…

Fred De Palma ft. Ana Mena – ”D’Estate non vale” (2018)

Come sono cambiate le canzoni dagli anni 60! O forse no…

”E scrollo sull’iPhone mentre aspetto tue notizie 
E guardo lo schermo mentre il cervello mi frigge 
Tu metti il cuore solo su Instagram e Twitter 
E spezzi il mio cuore e va in mille pixel”

Since the 60s songs have really changed! Or maybe not…

”And I scroll on my iPhone while I wait for your news
And I look at the screen as my brain is frying
You only put your heart on Instagram and Twitter
And break my heart and it goes into a thousand pixels ”

Federica Abbate ft. Lorenzo Fragola – ”Camera con vista” (2019)

Una canzone allegra che parla di imparare ad accettare se stessi e l’un l’altro ed essere autentici. ”Chissà se poi prenoterai una camera con vista sui miei guai.”

A cheerful song that talks about learning to accept ourselves and one another and be authentic. “I wonder if you will book a room with a view of my troubles.”

…Spiegazione della canzone ”Camera con vista”

Testo della canzone:

Cerco una scusa
buona per non essere me stessa
a disagio con il bicchiere in mano persa ad una festa
ed io che vedo vestite meglio di me tutte le altre
in questo posto non vedi che sono finte anche le piante

E fissavo il vuoto fuori da quella finestra
in cerca di qualcosa che davvero mi interessa
fammi fare un giro che ho bisogno di aria aperta

Come sarebbe stare in una vita un po’ diversa
a volte vorrei vivere su un’isola deserta
ma poi alla fine mi annoierei

Chissà se poi prenoterai
una camera con vista sui miei guai
e portami in alto davvero almeno tu, almeno tu
così tanto che non vedo giù
chissà se mi ci porterai
o se tutti i tuoi “ma” diventano mai

E stavamo nella macchina
a fare piccole le ore
immobili a pensare che le cose si sistemano da sole
e quando stringi una mano intanto
hai già scordato il nome
però se mi stringi tu
me lo ricordo eccome

Non ti ho più risposto ma non ti ho dimenticato
come andare in bici quando l’asfalto è bagnato
resto in equilibrio e se ti penso a volte cado

Chissà se poi prenoterai
una camera con vista sui miei guai
e portami in alto davvero almeno tu, almeno tu
così tanto che non vedo giù
chissà se mi ci porterai
o se tutti i tuoi ma diventano mai

Anche se non so stare vicina
e nemmeno lontana da te
ci gridiamo contro le peggio cose
ma poi ci vediamo da me

Chissà poi prenoterai
una camera con vista sui miei guai
e portami in alto davvero almeno tu, almeno tu
così in alto che non vedo giù
chissà se mi ci porterai
o se tutti i tuoi ma diventano mai

Francesco Gabbani – ”Tra le granite e le granate” (2017)

Concludiamo questa lista di canzoni italiane per l’estate con questo carino gioco di parole in questa canzone con il participio passato plurale di stare, ”state” e il sostantivo ”estate” .

”Li dove siete
Com’è che state?
Ci state bene?
E state”

We conclude this list of Italian songs for the summer with this cute word-play in this song with the plural of the past participle of ”stare” / to be, and the noun ”estate” / summer.

”There where you are
How are you doing?
Are you okay there?
Then stay / summer”

Testo della canzone:

Oggi il paradiso costa la metà
Lo dice il venditore di felicità
In fuga dall’inferno, finalmente in viaggio
La tua vacanza in un pacchetto omaggio

Foto di gruppo sotto il monumento
Turisti al campo di concentramento
E sulle spiagge arroventate
Lasciate ogni speranza voi ch’entrate

E state

Li dove siete
Com’è che state?
Ci state bene?
E state

Macellerie sudate in coda nei musei
Hotel di lusso nei villaggi dei pigmei
Mente sana e corpo fatiscente
Antologia della vacanza intelligente

La tua vita al largo da una vita intera
Fischia il vento ed urla la bufera
Fra le granite e le granate
Lasciate ogni speranza voi ch’entrate

E state

Li dove siete
Com’è che state?
Ci state bene?
E state

Li dove siete
Com’è che state?
Ci state bene?
E state

Eppure non partiamo mai
Ci allontaniamo solo un po’
Diamo alla vita un’ora
Perché al ritorno sembri nuova

Davvero non andiamo mai
Oltre le nostre suole
Muovi il passo, tieni il tempo
Gira come gira il vento

Li dove siete
Com’è che state?
Ci state bene?
E state

Eppure non partiamo mai
Ci allontaniamo solo un po’
Diamo alla vita un’ora
Perché al ritorno sembri nuova

Davvero non andiamo mai
Oltre le nostre suole
Muovi il passo, tieni il tempo
Gira come gira il vento

Dietro le spalle
Un morso di felicità
Davanti il tuo ritorno alla normalità
Lavoro e feste comandate
Lasciate ogni speranza voi ch’entrate

Li dove siete
Com’è che state?
Ci state bene?
E state

Li dove siete
Com’è che state?
Ci state bene?
E state

Giolì & Assia #DiesisLive @Isola Delle Femmine, Palermo [Handpan Set] (2019)

Una canzone bonus per la bellissima scenografia accompagnata da una musica altrettanto bella. Il talento di queste due giovani siciliane ribelli è apprezzato a livello mondiale!

A bonus song for the beautiful scenery accompanied by equally beautiful music. The talent of these two young Sicilian rebels is appreciated worldwide!


Quali sono le tue preferite canzoni italiane per l’estate?

What are your favourite Italian summer songs?



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Colors in Italian | 10 aforismi letterari sui colori (audio)

With spring only two weeks away and the landscape preparing to burst into brilliant colors, let’s embrace the colors through the words of Italian writers.
I selected the ones that inspired me to write this post.

Con la primavera in arrivo e il paesaggio che si prepara ad esplodere con colori brillanti, abbracciamo i colori attraverso le parole degli scrittori italiani.

Ho selezionato quelli che mi hanno ispirato a scrivere questo post.

Pronti a lasciare che i colori della lingua ti mettano di umore primaverile?

Ascolta prima e leggi dopo, o viceversa! Puoi scaricare i file audio per ascoltarli quando e quante volte desideri.

With spring arriving and the landscape preparing to burst into brilliant colors, let’s embrace the colors through the words of Italian writers.

I selected the ones that inspired me to write this post.

Pronti? Ready to let the colors of language put you in a Spring mood?

Listen first and read later, or the other way around! You can download the audio files to listen to them when and as many times you wish.

Buon ascolto, Mirella

Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori.
(Cesare Pavese)

Every new morning, I will go out into the streets looking for colors.
(Cesare Pavese)

A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni.
(Alessandro Baricco)

Sometimes words are not enough.
So then colors are needed.
And forms.
And notes.
And emotions.

(Alessandro Baricco)

Era una donna meravigliosa, con gli occhi verdi, i capelli rossi, l’abito azzurro e le scarpe gialle. Volete sapere come è andata a finire? In bianco. (Totò)

She was a wonderful woman, with green eyes, red hair, blue dress and yellow shoes. Do you want to know how it ended? I failed to score.
(Totò)

Ai colori si chiede conforto, al linguaggio colore.
(Marcella Tarozzi Goldsmith)

Colors are asked for comfort, language is asked for color.
(Marcella Tarozzi Goldsmith)

La sensibilità è una condanna, ma ti consente di cogliere migliaia di colori in un viaggio in bianco e nero.
(Michelangelo Da Pisa)

Sensitivity is a condemnation, but it allows you to capture thousands of colors on a black and white journey.
(Michelangelo Da Pisa)

Pelle Bianca come la cera
Pelle Nera come la sera
Pelle Arancione come il sole
Pelle Gialla come il limone
tanti colori come i fiori.
Di nessuno puoi farne a meno
per disegnare l’arcobaleno.
Chi un sol colore amerà
un cuore grigio sempre avrà.
(Gianni Rodari)

White skin like wax.
Black skin like the evening
Orange skin like the sun
Yellow skin like lemon
many colors like flowers.
Nobody can do without them
to draw the rainbow.
Those who one color will love
a gray heart will always have.

(Gianni Rodari)

Il mio colore preferito è il cioccolato.
(Anonimo)

My favorite color is chocolate.
(unknown)

La scrittura può descrivere i colori, ma ogni descrizione è un’ombra.
(Marco Ercolani)

Writing can describe colors, but every description is a shadow.
(Marco Ercolani)

Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. Passare una notte in bianco, andare in bianco, alzare bandiera bianca, lasciare il foglio bianco, avere un capello bianco… Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Un niente senza parole e senza musica. In silenzio: in bianco.”
(Alessandro D’Avenia)

Everything is a color. Every emotion is a color. Silence is white. In fact, white is a color that I cannot stand: it has no boundaries. (Passare una notte in bianco) Spend a sleepless night, (andare in bianco) fail to score,
(alzare bandiera bianca) raise the white flag, (lasciare il foglio bianco ) leave the page blank, (avere un capello bianco) have a white hair… Indeed, white is not even a color. It is nothing, like silence. A nothing without words and without music. In silence: in white. ”
(Alessandro D’Avenia)

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e hanno la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.
(Gianni Rodari)

I know the colors of the trades:
The bakers are white,
they rise before the birds
and they have flour in their hair;
the chimney sweepers are black,
the painters are of seven colors;
The car repair workers
have a nice blue suit,
their hands are dirty with grease:
the tramps go wandering,
they never get a finger dirty,
but their trade is not clean.

(Gianni Rodari)

Salice Terme – Pavia, foto di Roberto Robaudi

Impariamo il vocabolario: ”attività e passatempi”

Mentre compilavo questa lista mi sono resa conto dell’enorme quantità di ”attività e passatempi” (hobbies) che esistono e che pratico o che vorrei praticare, tempo permettendo! Sono pochi quelli in questa lista di 24 ”attività e passatempi” a cui non mi dedico per il momento, per esempio fare il giocoliere, andare in deltaplano, giocare a golf,  o fare skate.

Poi ci sono quelle che pratico ogni giorno, tipo giocare con il gatto! Siccome lavoro da casa, riesco a gestire il mio tempo per coltivare molti interessi, tra cui leggere, dipingere. cucinare, fare yoga, ecc.

Sono particolarmente portata per le attività creative per cui credo di dover fare prossimamente una lista dedicata ad esse. Che ne dici?

A quali di queste o altre attività e passatempi ti dedichi? Fammi sapere nei commenti.


While I was compiling this list I realized the enormous amount of ”attività e passatempi ‘‘ (activities/hobbies) that exist and that I practice or would like to practice, time permitting! There are few in this list of 24 activities/hobbies that I’m not dedicated to for the moment, for example juggling, hang-gliding, playing golf, or skateboarding.

Then there are those that I practice every day, like playing with the cat! Since I work from home I can manage my time to cultivate many interests, including reading, painting. cooking, doing yoga, etc.

I’m particularly interested in creative activities so I think I need to do a list about them soon. What do you say?

Which of these or other activities and hobbies do you dedicate time to? Let me know in the comments.


How to use the double negative and ”mica” in Italian

La doppia negazione si usa quando non è seguito dal verbo + niente/ più/ mai
Esempi :

Non voglio più tornare in quel ristorante.
Non ho comprato niente in al negozio.
Non mangiamo più la pasta.
Non vengono mai a trovarvi?

The double negative is used when non is followed by the verb + niente/
più/ mai

Examples:

Non voglio più tornare in quel ristornate. / I don’t want to go back to that restaurant anymore.
Non ho comprato niente al negozio. / I didn’t buy anything at the store.
Non mangiamo più la pasta. /We don’t eat pasta anymore.
Non vengono mai a trovarvi? / Don’t they ever come to see you?

Se sono messi dopo il verbo, anche gli avverbi NEANCHE, NEMMENO, NEPPURE, hanno bisogno della negazione NON. Se invece sono posti prima del verbo la doppia negazione non si usa.
Esempi:

Nemmeno Maria è venuta al cinema = Non è venuta al cinema nemmeno Maria.
Neppure ieri ho lavorato = Non ho lavorato neppure ieri.
Neppure i nostri amici sono stati in Italia = Non sono stati in Italia neppure i nostri amici
Neanche lei verrà con noi = Non verrà con noi neanche lei.
Neanche la libreria vendeva quel libro = La libreria non vendeva neanche quel libro.

If they are placed after the verb, the adverbs NEANCHE, NEMMENO, NEPPURE, also require NOT. If instead they are placed before the verb the double negation is not used.
Examples:

Nemmeno Maria è venuta al cinema = Non è venuta al cinema nemmeno Maria. / Not even Maria came to the cinema.
Neppure ieri ho lavorato = Non ho lavorato neppure ieri. / I didn’t work yesterday either.
Neppure i nostri amici sono stati in Italia = Non sono stati in Italia neppure i nostri amici. / Not even our friends have been to Italy.
Neanche lei verrà con noi = Non verrà con noi neanche lei. / Not even she will come with us.
Neanche la libreria vendeva quel libro = La libreria non vendeva neanche quel libro. / Not even the bookstore sold that book.

Nell’italiano parlato l’avverbio di negazione “non” può essere sostituito o rafforzato dall’avverbio MICA, nel significato di “per nulla, affatto”. Usato in funzione rafforzativa, “mica” va sempre dopo il verbo.
Esempi:
Questo è riso biologico, mica di bassa qualità.
Non ho mica letto il tuo messaggio!

In spoken Italian the adverb of negation “not/non” can be replaced or strengthened by the adverb MICA, meaning “not at all/not even”. Used as a strengthening function, “mica” is always placed after the verb. In English it may sound redundant.
Examples:

Questo è riso biologico, mica di bassa qualità.  /This is organic rice, not at all of low quality.
Non ho mica letto il tuo messaggio!  I have not at all read your message!

Per esercitarti, prova a fare delle frasi nei commenti e fai il quiz. / To practice try making some sentences in the comments and do the quiz.

How to use the double negative and mica

Inizia il quiz!

Alla prossima!
Mirella


Why do Italians say “vuoi favorire” at the dinner table?

As everyone knows food is sacrosanto in Italy! Sharing and enjoying meals in company of family and friends is central to Italian culture. In fact, we even have a popular proverb that says: “chi mangia da solo si strozza” (if you eat alone, you’ll choke).

– “Buon appetito!”
– “Grazie, vuoi favorire?”

As everyone knows food is sacrosanto in Italy! Sharing and enjoying meals in the company of family and friends is central to Italian culture. In fact, we even have a popular proverb that says: “chi mangia da solo si strozza” (if you eat alone, you’ll choke).

The verb favorire, v. tr. [der. di favore] (io favorisco, tu favorisci, ecc.). to favor/to accommodate/to encourage, has many uses in the Italian language.

When it’s used at the dinner table, “Vuoi favorire?”, “ Vuole favorire?” (formal), “Volete favorire?”, it’s an invitation while eating or about to start eating, to accept your food, and to eat together.

The answer that follows is “, grazie, tanto per favorire. (o tanto per gradire).” The translation may sound something like “Yes, thank you, I favor your kind offer.”

In English you would say, “Would you like to join me?”, although it’s not quite the same thing. Favorire demonstrates one’s favor to a person, granting her/him help and protection. It could originate from a recent past of famine and poverty in which Italians supported each other with food, and shelter.

The generosity implicit of this word has not become obsolete. I think it’s ingrained in our DNA.

A student of mine pointed out the other day that it would be funny in North America, if everybody at a food court in a mall went around with their food asking “Vuoi favorire?”

Yes, maybe she’s right! Nevertheless, my aunt always asks “Volete favorire?” laying a tablecloth on the deck during long ferry rides to Sardinia.

Alla prossima,
Mirella


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History of the Italy: The Etruscans | La Storia della Cultura Italiana: Gli Etruschi

Written by Janine C. Funk / Scritto da Janine C. Funk 

Article edited by Mirella. For simplicity we used passato prossimo instead of passato remoto

The History of Italian Culture / La Storia della Cultura Italiana

Part 1: The Etruscans / Capitolo I: Gli Etruschi

When you think of Italy, you probably think of Rome, the ancient heart of the Classical world and the center of one of history’s most esteemed empires. With 7.3 million international visitors in 2017, the city remains a top tourist destination and cultural landmark. But before the Colosseum and the Forum, before the Pantheon and the Arch of Constantine, when Rome was just a small collection of pastoral settlements whose names have been long lost to history, Italy belonged to the Etruscans.

Quando pensi all’Italia, pensi probabilmente a Roma, il cuore antico del mondo Classico ed il centro di uno degli imperi più stimati della storia. Con 7,3 milioni di turisti internazionali nel 2017, la città rimane una destinazione superlativa e una pietra miliare della cultura. Però, prima del Colosseo e del Foro, prima del Pantheon e del Arco di Constantino, quando Roma era solo un piccolo gruppo di cittadine pastorali i cui nomi si perdono nella storia, l’Italia ha appartenuto agli Etruschi.

la Chimera d’Arezzo, ca. 375-350 a.C., Firenze, Museo dell’Archaeologia

The Etruscans were a group of indigenous peoples that inhabited the area of central Italy between the Arno river, which passes through Florence and Pisa, and the Tiber river, which flows through Rome, from at least the eleventh to the first century B.C.E. . Their political and cultural influence, however, reached far beyond the borders of Etruria – today, accounting for parts of Tuscany, Lazio and Umbria – across both space and time. Due to their significant impact on the development of modern Italian culture, including the adoption and adaptation of the Greek alphabet, mythology and art, the Etruscans are considered to be “… the most important of the indigenous peoples of pre-Roman Italy…”

Gli etruschi erano un gruppo di persone indigene che abitavano l’area dell’Italia centrale tra il fiume Arno, che attraversa Firenze e Pisa, e il fiume Tevere, che attraversa Roma, almeno dall’undicesimo secolo al primo secolo a.C. Però, l’influenza politica e culturale degli Etruschi si estendeva lontana oltre i confini di Etruria – oggi, include parte della Toscana, del Lazio e dell’Umbria – attraversando spazio e tempo. A causa del loro significativo impatto sull’evoluzione della cultura Italiana moderna, compresa l’adozione e la modificazione dell’alfabeto, della mitologia e dell’arte dei greci, gli etruschi sono considerati “…la più importante popolazione indigena dell’Italia prima dei romani…”

The Etruscans are particularly famous for their artistic achievements. Beginning in the late eighth century B.C.E., Etruscan art was heavily influenced by their Aegean and Levantine trading partners, which introduced new materials, techniques, and iconography such as “…the human figure, real and fantastic beasts (especially the lion), and vegetal and geometric motifs…” It is during this era, referred to as the Orientalizing period (late 8th – early 6th centuries B.C.E.), that the art forms for which the Etruscans are most celebrated – bronze work, pottery, sculpture, and wall paintings – emerged.

In particolare, gli etruschi sono famosi per le loro realizzazioni artistiche. Iniziando nell’ottavo secolo a.C., l’arte etrusca è stata molto influenzata dai loro compagni di commercio Egei e Levantini, che hanno introdotto nuovi materiali, nuove tecniche, e nuove iconografie come “…la figura umana, le bestie reali e fantastiche (specialmente il leone), e motivi vegetali e geometrici…”. Durante quest’epoca, che si chiama il periodo dell’Orientalizzazione (dalla fine dell’ottavo secolo fino all’inizio del sesto secolo a.C.), sono nate le forme di arte per cui gli Etruschi sono più celebri: la bronzistica, la ceramica, la scultura, e l’imbiancatura.

Thanks to rich local metal deposits, and contact with traders from Greece and the eastern Mediterranean, Etruscan production of bronze goods flourished. Even in antiquity, northern Etruscan cities were well known for their abilities to shape bronze into beautifully engraved hand-held mirrors, which were often decorated with scenes from Greek mythology, and votive statuettes, which were presented as offerings at sanctuaries and other sacred sites. However, it was not until the Classical period (c. 480-300 B.C.E.) that large-scale hollow-cast masterpieces – including perhaps the most famous Etruscan bronze, the Chimera of Arezzo (c. 375-350 B.C.E., Florence, Museum of Archaeology) – appeared. The curious elongated bronze figures of Volterra, including the Evening Shadow (c. 2nd century B.C.E., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci), also began appearing during this era; these abstract votives would later inspire the early Italian tradition of board-like statuettes.

Grazie a depositi ricchi di metallo e il contatto con i mercanti della Grecia e del Mediterraneo orientale, la produzione delle merci di bronzo prosperava. In antichità, le città etrusche del nord erano famose per le loro abilità di plasmare bellissimi specchi incisi che ornavano spesso con scene della mitologia greca, e le statuine votive che offrivano ai santuari e ad altri luoghi sacri. Comunque, capolavori più grandi – come il bronzo etrusco più famoso, la Chimera d’Arezzo (c. 375-350 a.C., Firenze, Museo dell’Archaeologia) – non sono apparsi prima del periodo Classico (c. 480-300 a.C.). Durante quest’era, le curiose statuette allungate di Volterra, come l’Ombra della Sera (c. 200 a.C., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci), hanno iniziato anche ad apparire; queste votive astratte hanno in seguito ispirato una tradizione italiana delle statuette schiacciate.

L’Ombra della Sera, ca. 200 a.C., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci

Bucchero, or “grey ware”, was developed in Ceveteri, as early as 675 B.C.E., and exported as far as Iberia and the Levant. This pottery was esteemed for its glossy dark grey to black finish, caused by the oxidation of the clay’s reddish ferric oxide while in the kiln. The forms that bucchero took are believed to have been inspired by both Greek pottery styles and contemporary metalwork, especially bronze. In addition to commonplace items like bowls, cups and jugs, bucchero was also shaped into cleverly designed vessels resembling animals, such as the cockerel of Viterbo. Most bucchero vessels were not decorated, but those that were embellished were incised or embossed with simple lines, geometeric patterns, motifs, and scenes from Greek mythology; some bucchero, in imitation of metalwork, were covered with gold or silver leaf, or with a thin layer of tin.

Bucchero si è sviluppato a Ceveteri circa 675 a.C., ed esportato fuori dell’Italia, alla penisola Iberica, al levante, e altre aree dell’Europa. Questa ceramica era pregiata per la sua lucida finitura nera, causata dell’ossidazione del rosso ossido ferrico nell’argilla. Le forme del bucchero s’ispiravano alle ceramice greche e ai metalli contemporanei, specialmente i bronzi. In aggiunta agli articoli usuali come le ciotole, le calici e le caraffe, bucchero veniva plasmato in recipienti ingegnosi che assomigliavano ad animali, come il galletto di Viterbo. La maggior parte del bucchero non è decorato, ma alcuni recipienti sono decorati con solchi semplici, disegni geometrichi, motivi, e scene di mitologia greca. Altri recipienti sono coperti con fogliame d’oro, di argento, o di latta per imitare i metalli.

Bucchero, Ceveteri, ca. 675 a.C

The Etruscans used sculpture primarily for funerary or religious purposes, including sarcophagi, ash urns and votive offerings made from terracotta, local stone such as alabaster, limestone, sandstone and tufa, and bronze. Beginning in the seventh century B.C.E., large stone and terracotta figures began appearing in tombs as either representations of tomb guardians, like those in the Tomb of Five Chairs in Cerveteri (c. 625-600 B.C.E.), or replacements for the bodies of the deceased, as seen in terracotta and bronze urns in Chiusi. Some painted terracottas, such as the Sarcophagus of the Spouses (c. 525-500 B.C.E., Rome, Villa Giulia Museum), offer some insight into the nature of everyday Etruscan life, as well as funerary rituals. The Sarcophagus of Spouses, which depicts a married couple reclining on a banqueting couch, once brightly coloured, suggests that Etruscan women were regarded with more significance than their Greek counterparts. In addition, the wineskin cushions upon which the couple lounges may be a reference to the sharing of wine, an important aspect of Etruscan funerary ritual; the woman also appears to be pouring something, perhaps perfume, into her husband’s palm, alluding to the offering of perfume, another essential element of the Etruscan funeral.

Gli etruschi usavano principalmente le sculture per scopi funerari o religiosi come i sarcofaghi, le urne e le offerte votive di terracotta, di pietra locale come alabastro, calcare, arenaria e tufo, e bronzo. Dal 700 a.C., grandi figure di pietra e terracotta cominiciavano ad apparire nelle tombe in veste di rappresentazioni dei guardiani delle tombe, come quelle nella Tomba di Cinque Sedie a Cerveteri (c. 625-600 a.C.), o come sostituzioni dei corpi dei defunti, come le urne di terracotta e bronzo a Chiusi. Qualche terracotta dipinta, come il Sarcofago degli Sposi (c. 525-500 a.C., Roma, Museo Villa Giulia), offre alcuni scorci della natura della vita ordinaria degli etruschi, e anche dei riti funerari. Il Sarcofago degli Sposi raffigura una coppia sposata su un divano banchetto, che suggerisce che le donne etrusche avevano maggiore importanza delle donne greche. Inoltre i cuscini [WINESKIN] sono probabilmente un riferimento alla condivisione di vino, che era un aspetto importante dei riti funerare. La donna sembra versare qualcosa, forse profumo, sul palmo della mano del marito; quest’azione allude all’offerta dei profumi, che era un’altra parte essenziale dei funerali etruschi.

Sarcofago degli Sposi, ca. 525-500 a.C., Roma, Museo Villa Giulia

Many of the best examples of Etruscan painting were discovered in cemeteries, or necropoli, such as Monterozzi, near Tarquinia in Lazio, where huge works, depicting scenes of aristocratic life in Etruria, cover the interior walls of rock-cut chamber-tombs. One such tableau, found in the Tomb of the Lionesses in Monterozzi (c. 560 B.C.E.), illustrates a banquet, with dancers and musicians, and finely dressed nobles attended by naked servants. A second Monterozzi tomb painting, found in the Tomb of Hunting and Fishing (c. 510 B.C.E.), depicts a man hunting birds with what appears to be a slingshot, and a boat of fishermen casting a net. The murals of Monterozzi, along with a few other major centers, account for the largest surviving collection of wall paintings in the ancient world, outside of Egypt, Pompeii and Herculaneum.

Molti buoni esempi delle imbiancature etrusche sono state scoperte a necropoli, come Monterozzi vicino a Tarquinia nel Lazi, dove grandi imbiancature coprono le pareti delle tombe e mostrano scene della vita aristocratica in Etruria. Per esempio, un’imbiancatura nella Tomba delle Leonesse a Monterozzi (c. 560 a.C.) raffigura un banchetto con i ballerini, i musicisti, e i servi nudi che assistano gli aristocratichi. Una seconda imbiancatura a Monterozzi, nella Tomba della Caccia e della Pesca (c. 510 a.C.), raffigura un uomo che caccia gli uccelli con una fionda, e una barca con pescatori che gettano una rete. I murali di Monterozzi insieme a pochi altri centri importanti, sono considerati la  più grande collezione di delle imbiancature del mondo antico fuori dall’Egitto, di Pompeii, e di Erculano.

Tomba delle Leonesse a Monterozzi, ca. 560 a.C.

When the Romans conquered the Etruscans in the late third century B.C.E., much of their culture disappeared as Etruscan nobles discarded their traditions for those of the dominant Greco-Roman society. However, the Etruscans also had a significant impact on Roman culture, as seen in the Roman adoption of Etruscan art, dress, music, and language. Today, the Etruscans survive in more than just museum collections; they survive in the artistic and cultural developments of their successors, and in the modern language that we know as Italian.

Quando i romani hanno conquistato gli etruschi nell’terzo secolo a.C., la maggior parte della loro cultura è morta,  perché gli etruschi aristocratichi  hanno abbandonato le loro tradizioni in favore di quelle della società greco-romana. Però, gli etruschi hanno avuto un’impatto significativo sulla cultura dei romani, che hanno adottato l’arte, i costumi, la musica e la lingua degli etruschi. Oggi, gli etruschi sono sopravvissuti non solo nelle collezioni dei musei; ma sono sopravvissuti negli sviluppi artistichi e culturali dei loro successori, e nella lingua moderna che conosciamo come la lingua italiana.


About the author:

Janine studies anthropology and history at university. She has a passion for the culture and the history of Italy, and she likes to share what she learns. He has been studying Italian with Mirella for several years. Some day she hopes to become a curator in a big museum in Europe, perhaps in beautiful Italy.

Janine studia antropologia e storia all’universita’. Ha una passione per la cultura e la storia d’Italia, e le piace condividere quello che impara. Studia l’Italiano con Mirella da parecchi anni. Qualche giorno spera diventare una curatrice in un museo grande in Europa, forse nella bella Italia.


 

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