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32 frasi ipotetiche del secondo tipo in italiano

32 second-type hypothetical sentences in Italian

(English follows)

Alcuni pensano che il congiuntivo abbia i giorni contati. Tuttavia, lo studio del congiuntivo e del condizionale aiuta a formulare in italiano delle frasi e dei concetti i più complessi.
Per esempio:
“Se studiassi il congiuntivo imperfetto, farei delle frasi ipotetiche del secondo tipo.”
Questa è una frase ipotetica del secondo tipo che si costruisce con il congiuntivo imperfetto e con il condizionale presente. Ci sono tre tipi di frasi ipotetiche oltre a quelle miste. Siccome ricordare quali verbi usare in ciascun caso rischia di diventare un gioco mnemonico poco pratico, la strategia migliore è di ricordarne il suono e la modulazione con la ripetizione orale.
Nel video potrai ascotare e ripetere 32 frasi ipotetiche del secondo tipo.
Più le ripeti, più diventerà naturale formularle senza pensarci, in quanto svilupperai una memoria orale. Ti consiglio di ripeterle spesso e di esercitarti a scriverne altre nei commenti.


Scarica il PDF della lezione / Download the PDF of the lesson:


Some people think that the subjunctive has its days numbered. However, studying the subjunctive and the conditional helps to formulate more complex sentences and concepts in Italian.
For example:
“Se studiassi il congiuntivo imperfetto, farei delle frasi ipotetiche del secondo tipo.”
(“If I studied the imperfect subjunctive, I would make second-type hypothetical sentences.”)
This is a second-type hypothetical sentence that is constructed with the imperfect subjunctive and the present conditional. There are three types of hypothetical sentences in addition to mixed ones. Since remembering which verbs to use in each case risks becoming an impractical mnemonic game, the best strategy is to remember the sound and modulation with oral repetition.
In the video you will be able to listen to and repeat 32 second-type hypothetical sentences.
The more you repeat them, the more natural it will become to formulate them without thinking, as you will develop an oral memory. I recommend that you repeat them often and practice writing some in the comments.

25 verbi riflessivi in italiano

25 reflexive verbs in Italian

25 verbi riflessivi comuni al passato prossimo per non dimenticare quale ausiliare usare….sempre lo stesso: ESSERE!
Latini dicevano che, “repetita iuvant”, ripetere le cose giova, fa bene. Infatti a scuola i professori ce lo ripetevano spesso. Quando si studia non bisogna fermarsi a capire e poi passare subito al prossimo argomento. Per quanto riguarda lo studio delle lingue, ripetere giova soprattutto oralmente.

25 reflexive verbs in passato prossimo to not forget which auxiliary ti use…always the same one: ESSERE! The Latins used to say that, “repetita iuvant”, repeating things is
beneficial, it does good. In fact, at school, teachers often repeated it
to us. When studying, you should not stop to understand
and then immediately move on to the next topic. As far as studying
languages ​​is concerned, repetition is especially beneficial orally.


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Un racconto di Natale: Il Tesoro dei Poveri di Gabriele D’Annunzio

A Christmas Tale: The Treasure of the Poor by Gabriele D’Annunzio

(English follows)

Ascolta la storia:

Racconta un poeta:
C’era una volta non so più in quale terra una coppia di poverelli.
Ed erano, questi due poverelli, così miseri che non possedevano nulla, ma proprio nulla di nulla.
Non avevano pane da metter nella madia, né madia da mettervi pane.
Non avevano casa per mettervi una madia, né campo per fabbricarvi casa.
Se avesser posseduto un campo, anche grande quanto un fazzoletto, avrebbero potuto guadagnare tanto da fabbricarvi casa.
Se avessero avuto casa, avrebbero potuto mettervi la madia.
E se avessero avuto la madia, è certo che in un modo o in un altro, in un angolo o in una fenditura, avrebber potuto trovare un pezzo di pane o almeno una briciola.
Ma, non avendo né campo, né casa, né madia, né pane, erano in verità assai tapini.
Ma non tanto del pane lamentavano la mancanza quanto della casa.
Del pane ne avevano a bastanza per elemosina, e qualche volta avevan anche un po’ di companatico e qualche volta anche un sorso di vino.
Ma i poveretti avrebber preferito rimaner sempre a digiuno e possedere una casa dove accendere qualche ramo secco o ragionar placidamente d’innanzi alla brace.
Quel che v’ha di meglio al mondo, in verità, a preferenza anche del mangiare, è posseder quattro mura per ricoverarsi. Senza le sue quattro mura l’uomo è come una bestia errante.
E i due poverelli si sentirono più miseri che mai, in una sera triste della vigilia di Natale, triste soltanto per loro, perché tutti li altri in quella sera hanno il fuoco nel camino e le scarpe quasi affondate nella cenere.
Come si lamentavano e tremavano su la via maestra, nella notte buja, s’imbatterono in un gatto che faceva un miagolìo roco e dolce.
Era in verità un gatto misero assai, misero quanto loro, poiché non aveva che la pelle su le ossa e pochissimi peli su la pelle.
S’egli avesse avuto molti peli su la pelle, certo la sua pelle sarebbe stata in miglior condizione.
Se la sua pelle fosse stata in condizion migliore, certo non avrebbe aderito così strettamente alle ossa.
E s’egli non avesse avuta la pelle aderente alle ossa, certo sarebbe stato egli forte abbastanza per pigliar topi e per non rimaner così magro.
Ma, non avendo peli ed avendo in vece la pelle su l’ossa, egli era in verità un gatto assai meschinello.
I poverelli son buoni e s’aiutan fra loro.
I due nostri dunque raccolsero il gatto e né pure pensarono a mangiarselo; ché anzi gli diedero un po’ di lardo che avevano avuto per elemosina.
Il gatto, com’ebbe mangiato, si mise a camminare d’innanzi a loro e li condusse in una vecchia capanna abbandonata.
C’eran là due sgabelli e un focolare, che un raggio di luna illuminò un istante e poi sparve.
Ed anche il gatto sparve col raggio di luna, cosicché i due poverelli si trovaron seduti nelle tenebre, d’innanzi al nero focolare che l’assenza del fuoco rendeva ancor più nero.
– Ah! – dissero – se avessimo a pena un tizzone! Fa tanto freddo! E sarebbe tanto dolce scaldarsi un poco e raccontare favole!
Ma, ohimè, non c’era fuoco nel focolare poiché essi erano miseri, in verità miseri assai.
D’un tratto due carboni si accesero in fondo al camino, due bei carboni gialli come l’oro.
E il vecchio si fregò le mani, in segno di gioia, dicendo alla sua donna:
– Senti che buon caldo?
– Sento, sento – rispose la vecchia.
E distese le palme aperte innanzi al fuoco.
– Soffiaci sopra – ella soggiunse. La brace farà la fiamma.
– No – disse l’uomo – si consumerebbe troppo presto.
E si misero a ragionare del tempo passato, senza tristezza, poiché si sentivano tutti ringagliarditi dalla vista dei due tizzoni lucenti.
I poverelli si contentan di poco e son più felici. I nostri due si rallegrarono, fin nell’intimo cuore, del bel dono di Gesù Bambino, e resero fervide grazie al Bambino Gesù.
Tutta la notte continuarono a favoleggiare scaldandosi, sicuri omai d’essere protetti dal Bambino Gesù, poiché i due carboni brillavan sempre come due monete nuove e non si consumavano mai.
E, quando venne l’alba, i due poverelli che avevano avuto caldo ed agio tutta la notte, videro in fondo al camino il povero gatto che li guardava da’ suoi grandi occhi d’oro.
Ed essi non ad altro fuoco s’erano scaldati che al baglior di quelli occhi.
E il gatto disse:
– Il tesoro dei poveri è l’illusione.


Prima pubblicazione in «La Tribuna», 22 dicembre 1887, rubrica Favole di Natale, testo siglato dal
Duca Minimo.
Trascrizione da Gabriele D’Annunzio, Il tesoro dei poveri, in Gabriele D’Annunzio, Tutte le
novelle, a cura di Annamaria Andreoli e Marina De Marco, Milano, Mondadori, 1992, pp. 702-704.


English version “The Treasure of the Poor”

A poet says:
Once upon a time, I don’t know which land anymore, there lived a poor couple.
And these two poor people were so miserable that they owned nothing, absolutely nothing at all.
They had no bread to put in the cupboard, nor a cupboard to put bread in.
They had no house to put a cupboard in, nor field to build a house.
If they had owned a field, even the size of a handkerchief, they could have made money enough to build a house there.
If they had a house, they could have put the cupboard there.
And if they had had the cupboard, it is certain that in one way or another, in a corner or in a crack, they could have found a piece of bread or at least a crumb.
But, having neither field, nor house, nor cupboard, nor bread, they were in truth very miserable.
But they didn’t complain about the lack of bread so much as of the house.
They had enough bread for alms, and sometimes they even had a bit of bread
and sometimes even a sip of wine.
But these poor people would have preferred to always remain without food and have a house to light up a few dry branches or calmly talk in front of the embers.
What is best in the world, in truth, even better than eating, is to have four
walls for shelter. Without his four walls man is like a wandering beast.
And these two poor people felt more miserable than ever, on a sad evening on Christmas Eve, sad only for them, because all the others that evening have a fire in the fireplace and shoes almost sinking in the ash.
While they were moaning and trembling on the main road, in the dark night, they came across a cat that made a hoarse and sweet meow.
It was in truth a very miserable cat, as miserable as them, since it had only the skin on its bones and very few hairs on the skin.
If it had had a lot of hair on its skin, its skin would certainly have been in better condition.
If its skin had been in better condition, it certainly wouldn’t have clung so tightly to the bone.
And if it hadn’t had skin adhering to its bones, it certainly would have been strong enough to catching mice and so as not to remain so thin.
But, having no hair and instead having skin on its bones, it was in truth very much a petty cat.
Poor people are good and help each other.
So our the picked up the cat and didn’t even think about eating it; because in fact they gave it a some lard that they had received for alms.
The cat, as soon as it had eaten, began to walk in front of them and led them to an old abandoned hut.
There were two stools there and a hearth, which a ray of moonlight illuminated for an instant and then disappeared.
And even the cat disappeared with the moonbeam, so that the two poor people found themselves sitting in the darkness, in front of the black hearth which the absence of fire made even blacker.
– Ah! – they said – if only we had a piece of coal! It’s very cold! And it would be so sweet to warm up a little and tell fairy tales!
But, alas, there was no fire in the hearth because they were miserable, very miserable indeed.
Suddenly two coals lit up at the bottom of the fireplace, two beautiful coals as yellow as gold.
And the old man rubbed his hands, as a sign of joy, saying to the woman:
– Do you feel that good heat?
– I feel it, I feel it – replied the old woman.
And she spread her open palms before the fire.
“Blow on it,” she added. Its embers will make the flame.
– No – said the man – it would wear out too soon.
And they began to talk about the past time, without sadness, because they all felt refreshed from the sight of the two shining embers.
The poor are content with little and are happier. Our two rejoiced, even to their hearts, of the beautiful gift of Baby Jesus, and gave fervent thanks to Baby Jesus.
All night they continued to tell stories while warming themselves, now sure of being protected by the Child Jesus, because the two coals always shone like two new coins and were never consumed.
And, when dawn came, the two poor people who had been warm and comfortable all night, saw at the bottom of the fireplace the poor cat who looked at them with his big golden eyes.
And they had warmed themselves with no other fire than the gleam of those eyes.
And the cat said:
– The treasure of the poor is illusion.

First publication in «La Tribuna», 22 December 1887, Christmas Fairy Tales column, text signed by Duke Minimus.
Transcription from Gabriele D’Annunzio, The treasure of the poor, in Gabriele D’Annunzio, Tutti le novelle, edited by Annamaria Andreoli and Marina De Marco, Milan, Mondadori, 1992, pp. 702-704.


Perfeziona i verbi e la pronuncia italiana nell’Accademia dei Verbi.
Troverai tanti esercizi pratici che ti aiuteranno a coniugare tutti i tempi verbali e a pronunciarli bene:


3 ways to pronounce the s in Italian

3 modi di pronunciare la s in italiano

A volte basta una sola lettera pronunciata in modo errato per cambiare il significato di una parola. Prendiamo come esempio le due parole “rosa” e “rossa”. Con la prima indichiamo il fiore e, trovandosi tra due vocali, la “s” ha un suono sibilante come una “z” dolce. Mentre la seconda è un aggettivo di colore in cui la doppia “s” ha un suono forte. Quindi quando sentiamo “rosa rossa” notiamo la differenza nel suono della “s” il che ci permette di capire che parliamo di un fiore di colore rosso.

La lettera “s” ha 3 suoni particolari:

  • la doppia “ss
  • la “s” che sembra “z”
  • la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante

Ecco una lista di parole per esercitari.

Sometimes all it takes is one mispronounced letter to change the meaning of a word. Let’s take as an example, the two words “rosa” and “rossa”. With the first we indicate the flower and, being between two vowels, the “s” has a sibilant sound like a soft “z”. While the second is an adjective of color and the double “s” has a strong sound. So when we hear “rosa rossa” we notice the difference in the sound of the “s” which allows us to understand that we are talking about a red flower.

The letter “s” has 3 particular sounds:

  • la doppia “ss“/ the double “ss”
  • la “s” che sembra “z” / the “s” that sounds like “z”
  • la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante / words starting with “s” or “s” is next to a consonant

Here’s a list of words to practice:

Parole con la doppia “ss

Words with double “ss

Ascolta e ripeti:

spesso, rilassarsi, assaporare, assoluta, eccesso,  assaggiare, passata, grosso, assurdità, stessi, smesso, interesse, assieme, bussare, impressione, rossissimi, benissimo, sussisstere,  successo, necessario, fissata

Parole con la “s” che sembra “z” (la “s” è tra due vocali)

Words with an “s” that sounds like “z”

Ascolta e ripeti:

paradiso, cose, religioso, sorriso, rosa, così, episodio, accesa, causato, famoso, muso, preso, bisogno, quasi, paese, desiderare, scusa, sposata, faticoso, presuntuoso, prezioso, vaso, qualcosa, mesi, sorpresa

Parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante

Words that start with an “s” or the “s” is next to a consonant

Ascolta e ripeti:

spaghetti, posta, sole, losco, senza, soluzione,  rospo, sogno, simile, svegliarsi, composto, Spagna, stella, arso, spiaggia, sedia, soggiorno, sereno, storia, crosta

Adesso prova a ripetere / Now try to repeat:

Assaggio una deliziosa crostata di mele saporita!

Esercitati regolarmente con queste liste per pronunciare perfettamente il suono della “s”.

Practice these lists regularly to pronounce the sound of the “s” perfectly.


Racconto di Natale -I regali nello sgabuzzino| Italian pronunciation

(English text follows)

Ascolta qui / listen here:

Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati.
«Avanti», disse una voce dall’interno.
Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d’ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c’era un vecchio.
«Guardi che stupendo paccone di Natale!» disse allegramente il postino.
«Grazie. Lo metta pure per terra», disse il vecchio con la voce più triste che mai.
Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Intuiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l’aria di spassarsela bene. Allora, perché era così triste?
«Ma, signore, non dovrebbe fare un po’ di festa a questo magnifico regalo?».
«Non posso… Non posso proprio», disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: «Da tua figlia Luisa e marito». Mai un augurio personale, una visita, un invito: «Vieni a passare il Natale con noi».
«Venga a vedere», aggiunse il vecchio e si alzò stancamente.
Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta.
«Ma…» fece il postino.
Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti.
«Ma non li ha neanche aperti!» esclamò il postino allibito.
«No», disse mestamente il vecchio. «Non c’è amore dentro».

– autore: anomino


(English version)

The postman rang twice. It was five days until Christmas. In his arms he had a large parcel wrapped in preciously designed paper and tied with golden ribbons.
“Come in,” said a voice from within.
The postman entered. It was a shabby house: he found himself in a room full of shadows and dust. Sitting in an armchair was an old man.
“Look at that gorgeous Christmas bag!” the postman said cheerfully.
“Thank you. Put it on the floor,” said the old man in a sadder voice than ever.
The postman was stunned with the big package in his hand. He understood very well that the package was full of good things and that old man certainly didn’t look like he was having a good time. So why was he so sad?
‘But, sir, shouldn’t you make a little celebration of this magnificent present?’
“I can’t… I just can’t,” said the old man with tears in his eyes. And he told the postman the story of her daughter who had married in the next town and had become rich. Every year she sent him a package for Christmas with a note: “From your daughter Luisa and husband.” Never a personal greeting, a visit, an invitation: «Come and spend Christmas with us».
“Come and see,” the old man added, and got up wearily.
The postman followed him to a closet. The old man opened the door.
“But…” said the postman.
The closet was overflowing with Christmas presents. They were all the ones from previous Christmases. Intact, with their precious paper and shiny ribbons.
“But he didn’t even open them!” exclaimed the shocked postman.
“No,” said the old man ruefully. “There is no love inside.”

– author: anonymous

12 Italian phrases to live better | Italian pronunciation

12 frasi per vivere meglio

Ascolta qui / listen here:

Ho l’abitudine di fare liste di frasi e aforismi che mi aiutano a trovare ispirazione e motivazione. In questo podcast ti leggo alcune frasi che mi sostengono durante le dure prove della vita. L’imperatore romano e filosofo stoico Marco Aurelio diceva che bisogna abituarsi a sentirsi a disagio. Se non siamo allenati alla durezza della vita, allora non saremo pronti ad affrontarla quando si presenterà. A chi dice che non devo complicarmi la vita, dico che mi alleno. Essere riuscita a risolvere le questioni che si sono presentate mi ha dato molte soddisfazioni. Scegliere il modo più semplice e conveniente non fa per me. Considero la vita una scuola fondamentalmente e mi dà pace sapere che ho tutto ciò che serve moralmente per affrontare qualsiasi cosa.

Queste sono alcune delle frasi. Non le seguo sempre diligentemente, anzi spesso con grande difficoltà! Ma la migliore delle tecniche per avere successo è la ripetizione, vero?

  1. È il nostro atteggiamento all’inizio di un compito che più di ogni altra cosa influenzerà il suo esito positivo.
  2. Pensa, agisci, parla, cammina e comportati in tutti i tuoi affari come farebbe la persona che desideri diventare.
  3. Siamo interdipendenti; è impossibile avere successo senza gli altri. Ed è il nostro atteggiamento verso gli altri che determinerà il loro atteggiamento verso di noi.
  4. È il nostro atteggiamento verso la vita che determinerà l’atteggiamento della vita verso di noi.
  5. Abbi compassione ed empatia per il più piccolo degli animali. E’ una delle virtù più nobili che si possa avere.
  6. La tua mente può contenere solo un pensiero alla volta. E poiché non c’è niente da guadagnare essendo negativi, sii positivo.
  7. Il desiderio più profondo degli esseri umani è di essere necessari, di sentirsi importanti, di essere apprezzati. Offrilo agli altri e te lo restituiranno.
  8. Cerca il meglio nelle nuove idee. Come qualcuno ha detto,”non ho mai incontrato una persona da cui non potessi imparare qualcosa”.
  9. Non perdere tempo prezioso a parlare di problemi personali; probabilmente non ti aiuterà e non può aiutare gli altri.
  10. Abbandonati nel silenzio per poter ascoltare e imparare.
  11. Irradia l’atteggiamento di benessere, di fiducia, di una persona che sa dove sta andando. Questo ispirerà coloro che ti circondano e scoprirai che le cose belle cominceranno a succederti.
  12. Tratta tutti quelli con cui entri in contatto come la persona più importante sulla terra.

Hai delle frasi che t’ispirano a dare il tuo meglio quotidianamenete oppure nei momenti difficili? Condividile nei commenti!


(English version)

I have a habit of making lists of phrases and aphorisms that help me find inspiration and motivation. In this podcast I’ll read some sentences that support me during the hard trials of life. The Roman emperor and Stoic philosopher Marcus Aurelius said that one must get used to feeling uncomfortable. If we aren’t trained in the harshness of life, then we won’t be ready to deal with it when it comes. To those who say I don’t have to complicate my life, I say that I’m training. Being able to resolve the issues that have arise has given me a lot of satisfaction. Choosing the easiest and most convenient way is not for me. I consider life basically a school and it gives me peace to know that I have what it takes morally to face anything.

These are some of the phrases. I don’t always follow them diligently, indeed often with great difficulty! But the best way to be successful is repetition, right?

1. It is our attitude at the beginning of a task that more than anything else will influence its successful outcome.

2. Think, act, talk, walk and behave in all your affairs as the person you wish to become.

3. We are interdependent; it is impossible to be successful without others. And it is our attitude towards others that will determine their attitude towards us.

4. It is our attitude towards life that will determine the attitude of life towards us.

5. Have compassion and empathy for the smallest of animals. It is one of the noblest virtues that one can have.

6. Your mind can only hold one thought at a time. And since there is nothing to be gained by being negative, be positive.

7. The deepest desire of human beings is to be needed, to feel important, to be appreciated. Offer it to others and they will return it to you.

8. Look for the best in new ideas. As someone said, “I’ve never met a person I couldn’t learn something from”.

9. Don’t waste precious time talking about personal problems; it probably won’t help you and can’t help others.

10. Abandon yourself in silence so that you can listen and learn.

11. Radiate the attitude of well-being, of trust, of a person who knows where they are going. This will inspire those around you and you will find that good things will begin to happen to you.

10. Treat everyone you come in contact with as the most important person on earth.

Do you have phrases that inspire you to give your best every day or in difficult moments? Share them in the comments!

How to roll the r in Italian | pronunciation practice

Come pronunciare la r in italiano – esercizi di pronuncia

Parliamo della famosa erre (R). È una delle lettere più difficili da pronunciare non solo per studenti stranieri, ma anche per i madrelingua. Infatti non tutti vibrano la “R” allo stesso modo. 

I diversi modi di pronunciare la “R” dipendono da fattori interni, la “r moscia”, o anche esterni, per esempio i dialetti regionali e il sistema fonetico di altre lingue che richiedono l’uso di un’altra parte della bocca o della lingua. In inglese britannico per esempio è un suono approssimativo, mentre in italiano è un trillo come anche in americano. Infatti nelle parole butter, better (la R e’ un trillo).

La R moscia, nota anche come “erre francese”, è un modo di articolare la “R”, che invece di essere vibrata nella parte anteriore della bocca si fa vibrare nella parte posteriore.

Proviamo per esempio a dire “Rosa” prima vibrando la parte posteriore, R moscia, e poi la parte anteriore, trillo.

In italiano la lettera “R” è definita una vibrante alveolare, il che significa che per produrre il suono corretto la punta della lingua deve vibrare. La lingua si muove con la erre trillata e non è nella gola come la “R” francese. 

Inoltre, in base alla posizione della “R” nella parola otteniamo suoni diversi:

  • la “erre leggera” – come nella parola “TRE” dove il suono non è forte perché si trova tra una vocale e una consonante; oppure quando si trova tra due vocali per esempio nella parola “AMORE”.
  • il “trillo lungo” – come nella parola “CARRO” poiché abbiamo una doppia erre; oppure all’inizio della parola come in “riso”. In questi due casi si tende a enfatizzare la “R”, producendo così un suono vibrante.

Comunque alcune persone pronunciano la “R” trillata in entrambi i casi e quindi “tre” e “riso” sono pronunciati con la “R” trillata.

ESERCIZI

Se si vuole cambiare la pronuncia della “R” basta fare degli esercizi regolarmente. Vediamone alcuni.

  1. Un primo esercizio utilizza la lettera “L” un suono lungo con la lingua dietro i denti. Ripetiamo velocemente “TLA” mettendo la lingua tra i denti anteriori:

TLA TLA  TLA  TLA  TLA  TLA  TLA TLA 

Più velocemente si ripete più si sente una “R” vibrante.

Facciamo lo stesso con tutte le vocali.

TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE

TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI 

TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO

TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU

2. Facciamo un altro esercizio con la lettera “D”. La punta della lingua è dietro ai denti e bisogna molto velocemente ripetere la D insieme alle vocali.…

DaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDa

Viene molto bene con la “e”

DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe

DiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDi

DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo

DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu

Adesso ripetiamo “DRE” molto velocemente…..e magicamente diventa “TRE” con un bel trillo della “R”.

DRE DRE DRE DRE DRE DRE DRE

3. E poi ci sono gli scioglilingua, un altro ottimo esercizio per migliorare il suono della “R”

Ripetiamo i seguenti 3 scioglilingua molto conosciuti per pronunciare la R.

  1. “Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
  2. “Tre tigri contro tre tigri”.
  3. “Un ramarro sul muro marrone”.

Prova a ripetere ciascuno molte volte aumentando la velocità, ma mantenendo una buona forma di pronuncia.  

Quando si pronunciano con regolarità gli scioglilingua e gli altri esercizi la coordinazione della lingua diventa un gesto naturale.

—————————————————-

(English version)

Let’s talk about the famous  Italian R sound. It is one of the most difficult letters to pronounce not only for foreign students, but also for native speakers. In fact, not everyone vibrates the “R” in the same way.

The different ways of pronouncing the “R” depend on internal factors, the “r moscia” (dull R) or even external, regional dialects, but also the phonetic system of other languages ​​that requires the use of another part of the mouth or tongue. In British English, for example, it is an approximate sound, while in Italian it is a trill as well as in American. In fact, in the words butter, better (the R is a trill)

The R moscia, also known as “French R”, is a way of articulating the “R”, which instead of being vibrated in the front part of the mouth is vibrated in the back.

For example, let’s try to say “Rosa” by vibrating the back first, R moscia, and then the front part, trill.

In Italian the letter “R” is defined as a vibrating alveolar, which means that to produce the correct sound the tip of the tongue must vibrate. The tongue moves with the trilled r, it is not in the throat like the French “R”.

Also based on the position of the “R” in the word you get different sounds:

Light R – as in the word “TRE” where the sound is not strong because the “R” is located between a vowel and a consonant; or when it is found between two vowels, for example in the word “AMORE”.

Long trill – as in the word “CARRO” because there’s a double “R”; or at the beginning of the word as in “RISO”. In these two cases we tend to emphasize the “R”, thus producing a vibrant sound.

However, some people pronounce the trilled “R” in both cases and therefore “TRE” and “RISO” are pronounced with the trilled “R”.

If you want to change the pronunciation of the “R” just do some exercises regularly. Let’s see some of them.

A first exercise uses the letter “L” a long sound with the tongue behind the teeth. We’ll quickly repeat “TLA” putting the tongue between the front teeth:

TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA

The faster you repeat the more a vibrant “R” is.

We do the same with all vowels.

TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE

TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI

TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO

TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU

Let’s do another exercise with the letter “D”. The tip of the tongue is behind the teeth and you have to repeat it very quickly together with the vowels. …

DaDaDaDaDaDaDaDaDaDa

It works very well with the “e”

DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe

DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo

DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu

Now let’s repeat “DRE” very quickly… ..and magically it becomes “TRE” with a nice roll of the “R”.

And also the tongue twisters are another great exercise to improve the sound of the “R”

Let’s repeat the following 3 well-known tongue twisters for pronouncing the “R”.

  1. “Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
  2. “Tre tigri contro tre tigri”.
  3. “Un ramarro sul muro marrone”.

Try repeating each several times while increasing the speed, but maintaining a good form of pronunciation.

When tongue twisters and the other exercises are pronounced regularly, tongue coordination becomes a natural gesture.

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