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Top Italian articles of the year | Gli articoli migliori dell’anno

Nel 2021 abbiamo esplorato la lingua italiana, ma anche dei gioielli culturali.
In 2021 we explored the Italian language, but also some cultural jewels.

“Domus volusi fausti”, una scritta davanti a una casa tra le rovine di Pompei –
“I wanted a happy home”, a sign in front of a house in the ruins of Pompeii.

Rintracciamo il percorso fatto insieme quest’anno attraverso la bellissima lingua italiana, la magica cultura, l’infinito vocabolario e, dulcis in fundo, i viaggi nella magnifica terra italiana.

Quale ti è piaciuto di piu?

Let’s trace the journey made together this year through the beautiful Italian language, the magical culture, the infinite vocabulary and, last but not least, traveling to the magnificent Italian land.
Which one did you like the most?

Viaggiare in Italia

Un viaggio virtuale in Campania
– A virtual trip in Campania
Un viaggio virtuale in Trentino-Alto Adige
A virtual trip in Trentino-Alto Adige
Soggiorno gratis a Macchiagodena, Molise, in cambio di un libro
– Free stay in exchange for a book in Macchiagodena, in Molise
10 Castelli Italiani – Storia e fascino
– 10 Italian Castles – History and charm
Villaggi intelligenti
– Smart Villages
Alitalia, l’ultimo volo – economia e storia
– Alitalia, the last flight – Economics and history

Lingua italiana

Scioglilingua basati su una simmetria della frase
– Italian tongue twisters based on sentence symmetry
5 attività per l’ascolto e la pronuncia
– 5 Italian activities for listening and pronunciation
10 Canzoni per praticare l’italiano
– 10 songs to practice Italian
Come usare il futuro anteriore
– How to use futuro anteriore / the future perfect
Come usare ce l’ho – How to use ce l’ho
Come usare l’imperetto prospettivo
– How to use the imperfetto prospettivo
Come usare CI e NE con il verbo PENSARE
– How to use CI and NE with the verb PENSARE

Vocabolario italiano

Come usare le interiezioni in italiano
– How to use interjections in italian
Non fare questi 8 errori di vocabolario italiano
– Don’t make these 8 Italian word mistakes
Impara il vocabolario dei mobili, prima parte
– Learn Italian furniture words: vocabulary list part #1
Impara il vocabolario dei mobili, seconda parte
– Learn Italian furniture words: vocabulary list part #2
La frutta secca
– Dried fruits and nuts

Cultura italiana

Celebriamo il sommo poeta- 2021 l’anno di Dante
– Celebrating the great poet – 2021 the year of Dante
Quiz su Dante e la Divina Commedia
– Quiz on Dante and the Divine Comedy
Maria Messina, la scrittrice siciliana dimenticata
– Maria Messina, the forgotten Sicilian writer
Roma e le altre quattro capitali d’Italia
– Rome and the other four capitals of Italy
Schiacciata con l’uva ricetta
– Grape pizza recipe

How to use futuro anteriore | The future perfect – Italian verbs

(English follows)

Eccoci alle prese con uno dei verbi meno studiati dagli studenti di lingua italiana e meno usati nella lingua parlata: Il futuro anteriore (o futuro composto). Allora perche studiarlo mi chiederai? Tecnicamente il futuro anteriore è un tempo verbale che esprime fatti proiettati nel futuro ma avvenuti prima di altri. In poche parole illustra il rapporto temporale tra due eventi futuri. Non viene comunemente insegnato agli stranieri per la sua apparente complessità. Comunque esiste anche in inglese e concide con il future perfect.

Ma come vedremo negli esempi che seguono, il futuro anteriore ha un ruolo importante. Ha una funzione tanto importante da essere fondamentale nei testi giuridici.

Il futuro anteriore è molto simile nella sua costruzione al passato prossimo, con l’unica differenza che il verbo ausiliare (essere o avere) usa il futuro semplice.

Tabella del futuro anteriore di verbi regolari in:
-are, -ere, -ire

Parl-are Ricev-ere Part-ire
IoAvrò parl-atoAvrò ricev-uto Sarò part-ito/a
TuAvrai parl-atoAvrai ricev-uto Sarai part-ito/a
Lui/LeiAvrà parl-atoAvrà ricev-uto Sarà part-ito/a
NoiAvremo parl-atoAvremo ricev-uto Saremo part-iti/e
VoiAvrai parl-atoAvrete ricev-uto Sarete part-iti/e
LoroAvranno parl-atoAvranno ricev-uto Saranno part-iti/e

Quando si usa l’ausiliare “essere” ricordati di concordare il futuro anteriore con il soggetto:
Maschile singolare: Fra un mese, sarò partito per l’Italia.
Femminile singolare: Fra un mese, sarò partita per l’Italia.
Maschile plurale: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.
Femminile plurale: Fra un mese, saremo partite per l’Italia.
Misto maschile/femminile plurale: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.

Quando si usa il futuro anteriore?

Si usa per parlare di un’azione futura che si è gia conclusa prima di un’altra azione futura:
Domani a mezzogiorno saremo già arrivati al mare.
Tomorrow at noon we will already have arrived by the seaside.

Si usa nei casi in cui si esprime ipotesi o dubbio sul passato:
Non è venuta al lavoro ieri, sarà stata malata.
She didn’t come to work yesterday, she must have been sick.

Nella lingua parlata il futuro anteriore viene spesso sostituito con il futuro semplice e il passato prossimo:

(1) Quando arriveranno gli ospiti, inizieremo a pranzare.
Invece di:
Quando saranno arrivati gli ospiti, inizieremo a pranzare.
– When the guests will have arrived, we’ll start eating lunch.

(2) Quando avete finito di usare il passapomodoro, ce lo prestate?
Invece di:
Quando avrete finito di usare il passapomodoro, ce lo presterete?
– When you will have finished using the tomato press, will you lend it to us?

Due alternative al futuro anteriore usate nel linguaggio parlato:

1. dopo + participio passato

Dopo che avrò studiato guarderò un film. = Dopo aver studiato guarderò un film.
– After having studied, I’ll watch a film

2. forse + passato prossimo

Maria non mi ha chiamato, si sarà dimenticata. = Maria non mi ha chiamato, forse si è dimenticata.
Maria didn’t call me, maybe she forgot.


Tocca a te! Prova a scrivere delle frasi nei commenti usando il futuro anteriore!



English version:

Here we are tackling one of the verbs less studied by students of the Italian language and less used in the spoken language: Il futuro anteriore (o futuro composto). So why study it you might ask me? Technically, the il futuro anteriore is a verbal tense that expresses facts projected into the future but that occurred before others. In a nutshell, it illustrates the temporal relationship between two future events. It’s not commonly taught to foreigners due to its apparent complexity. However, it also exists in English and coincides with the future perfect.

But as we will see in the examples that follow, the futuro anteriore plays an important role. It has such an important function that it’s fundamental in legal texts.

The futuro anteriore is very similar in its construction to the passaro prossimo/present perfect, with the only difference that the auxiliary verb (essere/to be or avere/to have) uses the simple future.

Futuro anteriore, chart of regular verbs in:
-are, -ere, -ire

Parl-are Ricev-ere Part-ire
IoAvrò parl-atoAvrò ricev-uto Sarò part-ito/a
TuAvrai parl-atoAvrai ricev-uto Sarai part-ito/a
Lui/LeiAvrà parl-atoAvrà ricev-uto Sarà part-ito/a
NoiAvremo parl-atoAvremo ricev-uto Saremo part-iti/e
VoiAvrai parl-atoAvrete ricev-uto Sarete part-iti/e
LoroAvranno parl-atoAvranno ricev-uto Saranno part-iti/e

When using the auxiliary “essere/to be” remember that il futuro anteriore agrees with the subject:
Masculine singular: Fra un mese, sarò partito per l’Italia.
Feminine singular : Fra un mese, sarò partita per l’Italia.
Masculine plural: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.
Feminine plural: Fra un mese, saremo partite per l’Italia.
Mixed masculine/feminine plural: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.

When is il futuro anteriore used?

It is used to talk about a future action that has already ended before another future action:
Domani a mezzogiorno saremo già arrivati al mare.
– Tomorrow at noon we wil already have arrived by the seaside.

It is used in cases where hypotheses or doubts about the past are expressed:
Non è venuta al lavoro ieri, sarà stata malata.
– She didn’t come to work yesterday, she must have been sick.

In spoken language, il futuro anteriore is often replaced with the futuro semplice/simple future and the passato prossimo:

(1) Quando arriveranno gli ospiti, inizieremo a pranzare.
Instead of:
Quando saranno arrivati gli ospiti, inizieremo a pranzare.
– When the guests will have arrived, we’ll start eating lunch.

(2) Quando avete finito di usare il passapomodoro, ce lo prestate?
Invece di:
Quando avrete finito di usare il passapomodoro, ce lo presterete?
– When you will have finished using the tomato press, will you lend it to us?

Two alternatives to il futuro anteriore used in spoken language:

1. dopo + participio passato

Dopo che avrò studiato guarderò un film. = Dopo aver studiato guarderò un film.
– After having studied, I’ll watch a film

2. forse + passato prossimo

Maria non mi ha chiamato, si sarà dimenticata. = Maria non mi ha chiamato, forse si è dimenticata.
Maria didn’t call me, maybe she forgot.

It’s your turn! Try writing sentences in the comments using il futuro anteriore!

How to use Ce l’ho in Italian | learning Italian

(English follows)

A volte scegliere la forma corretta tra ce l’ho, ce lo e c’è lo è un dilemma sia per gli studenti stranieri sia per gli italiani stessi. Il modo migliore per imparare ad usare queste forme correttamente è di capire la loro funzione nella frase.

Prima di tutto rivediamo l’uso del pronome “ci”.

Le diverse funzioni di “ci”

Come pronome diretto corrispondente a noi e a noi:

  • Ci hanno regalato una caffettiera;
  • Dalla stazione ci hanno accompagnato a casa;

Come pronome riflessivo:

  • Ci siamo alzati tardi;

Con valore impersonale, frequente in Toscana, ma in rapida diffusione in tutto il territorio nazionale:

  • Ci si sente più tardi.

Può anche assumere il significato di qui, in questo luogo; , in quel luogo:

  • Mi piace il mare ecco perché ci vorrei vivere;

Esempi concreti di: ce l’ho, ce lo o c’è lo

1. Quando si scrive ce l’ho?

Quando l’espressione indica possesso e si riferisce a qualcosa già nominato in precedenza per evitare la ripetizione. La forma non contratta è “ce lo ho”. In questo caso “ce” è una trasformazione della particella “ci” per esigenze fonetiche di fronte a lo, la, li, le. Quindi “ce” può svolgere la funzione di avverbio di luogo, particella pronominale, complemento oppure far parte di espressioni peculiari del parlato.

  • ESEMPIO: Hai una penna? Sì, ce l’ho.
  • ESEMPIO: Ce l’ho fatta!

2. Quando si scrive ce lo? (pronome doppio “a noi lo”)

Anche qui, la particella “ce” deriva da “ci” e svolge la funzione di pronome personale per la prima persona plurale femminile e maschile. Viene seguita da un pronome per evitare la ripetizione.

  • ESEMPIO: Avete comprato il pane? No, ce lo siamo dimenticato.
  • ESEMPIO: È pronto il dolce? Sì, ce lo mangiamo dopo cena.

3. Quando si scrive c’è lo

I due elementi “c’è” e “lo” si scrivono così quando appartengono a due periodi diversi, spesso separati anche dalla punteggiatura. “C’è” è il risultato della contrazione della particella “ci” seguita dal verbo “essere”, mentre “lo” è un pronome diretto.

  • ESEMPIO: Se il pane non c’è lo comprerò domani.
  • ESEMPIO: A casa il pane non c’è, lo compro io quando torno.

Altri usi di ci:

L’uso del “ci” in eccesso

Nella lingua parlata si può usare “ci” anche “in eccesso” in frasi del tipo:

  • In questo ristorante ci si mangia bene

Ci e si in questo caso esprimono la stessa cosa, ma nel parlato la ridondanza è ammessa.

Gli esempi diventano un po’ più complessi quando “ci” assume valore dimostrativo:

  • a ciò: Non ci credo!
  • su ciò: Su di lui ci puoi contare.
  • in ciò: Non ci capisco nulla.

Oppure con il significato di con lui, con lei, con loro: “Con lui/lei/loro è tanto tempo che non ci parlo più”.

L’uso del ci attualizzante

Un uso sempre più diffuso nella lingua scritta e nel parlato è il cosiddetto ci attualizzante: “Non c’ho sonno”, “Non c’ho voglia”, “C’ho fame”. Abbondantemente usato nella lingua spontanea, ma che porta i puristi della lingua a interrogarsi sulla correttezza della grafia “c’ho”.

In alcune costruzioni, l’uso di “ci” è obbligatorio: “Ce l’hai la penna? Ce l’ho”. La variante: “Hai la penna?” è completamente accettata, ma di certo non potremmo dire “Sì, ho”.


ENGLISH VERSION:

Sometimes choosing the correct form between ce l’ho, ce lo and c’è lo is a dilemma both for foreign students and for Italians themselves.
The best way to learn how to use these forms correctly is to understand their function in the sentence.

First of all, let’s review the use of the pronoun “ci”.

The different functions of “ci”

As a direct pronoun corrisponding to noi and a noi:

  • Ci hanno regalato una caffettiera;
  • Dalla stazione ci hanno accompagnato a casa;

As a reflexive pronoun:

  • Ci siamo alzati tardi;

With an impersonal value, common in Tuscany, but rapidly spreading throughout the national territory:

  • Ci si sente più tardi.

It can also take on the meaning of here, in this place; there, in that place:

  • Mi piace il mare ecco perché ci vorrei vivere;

Concrete examples of the 3 forms:
ce l’ho, ce lo or c’è lo

1. When do you write ce l’ho?

When the expression indicates possession and refers to something previously mentioned to avoid repetition. The uncontracted form is “ce lo ho” . In this case “ce” is a transformation of the particle “ci” for phonetic needs before lo, la, li, le. Therefore “ce” can perform the function of adverb of place, pronominal particle, complement or be part of peculiar expressions of the spoken word.

  • EXAMPLE: Hai una penna? Sì, ce l’ho.
  • EXAMPLE: Ce l’ho fatta!

2. When do you write ce lo? (double pronoun “a noi lo”)

Here too, the particle “ce” derives from “ci” and acts as a direct pronoun for the first person plural feminine and masculine. It is followed by a pronoun to avoid repetition.

  • EXAMPLE: Avete comprato il pane? No, ce lo siamo dimenticato.
  • EXAMPLE: È pronto il dolce? Sì, ce lo mangiamo dopo cena.

3. When do you write c’è lo

The two elements “c’è” and “lo” are written this way when they belong to two different periods, often also separated by punctuation. “C’è” is the result of the contraction of the particle “ci” followed by the verb “to be”, while “lo” is a direct pronoun.

  • EXAMPLE: Se il pane non c’è lo comprerò domani.
  • EXAMPLE: A casa il pane non c’è, lo compro io quando torno.

Other uses of “ci”:

The use of “ci” in excess

In the spoken language you can use “ci” also “in excess” in sentences such as:

  • In questo ristorante ci si mangia bene

Ci and si in this case express the same thing, but in speech redundancy is allowed.

The examples become a little more complex when “ci” takes on a demonstrative value:

  • a ciò: Non ci credo!
  • su ciò: Su di lui ci puoi contare.
  • in ciò: Non ci capisco nulla.

Or with the meaning of con lui, con lei, con loro: “Con lui/lei/loro è tanto tempo che non ci parlo più”.

The use of actualizing “ci

An increasingly widespread use in written and spoken language is the so-called actualizing ci: “Non c’ho sonno”, “Non c’ho voglia”, “C’ho fame”. Used extensively in the spontaneous language, but which leads purists of the language to question the correctness of the spelling “c’ho”.

In some sentence structures, the use of “ci” is mandatory: “Ce l’hai la penna? Ce l’ho”. The variant: “Hai la penna?” is completely accepted, but we certainly couldn’t say “Sì, ho” .

Adesso prova a mettere in pratica facendo degli esercizi!
Now try practicing by doing some exercises!

How to use the past tense imperfetto prospettivo in Italian – Italian grammar

Come usare l’imperfetto prospettivo in italiano

Ti è mai capitato di voler esprimere un tempo futuro nel passato? Per esempio la frase, “Maria ha detto che faceva i cannelloni il giorno dopo”, indica un’azione futura nel passato di Maria.
Questo tipo di imperfetto in italiano (ce ne sono diversi!) si chiama imperfetto prospettivo e, come il condizionale passato, descrive un’azione futura in un contesto di eventi passati.

Have you ever wanted to express a future time in the past? For example, the phrase, “Maria ha detto che faceva i cannelloni il giorno dopo” (“Maria said she was making cannelloni the next day,”) indicates a future action in Maria’s past.
This type of imperfect in Italian (there are several!) is called imperfetto prospettivo (perspective imperfect) and, like the past conditional, describes a future action in a context of past events.

E’ molto comune anche per indicare un’intenzione futura che non avverrà, per esempio, “Dopodomani doveva uscire con gli amici, ma è malata.” L’equivalente in inglese è “supposed to” e in francese “J’étais supposé”. La grammatica italiana non annoia mai, vero?

It is also very common to indicate a future intention that will not happen, for example, “Dopodomani doveva uscire con gli amici, ma è malata.” (“The day after tomorrow she was supposed to go out with friends, but she is sick.”) The equivalent in English is “supposed to” and in French “J’étais supposé.” Italian grammar is never boring, right?


Per capire meglio vediamone altri esempi / To understand better, let’s see other examples:

  1. Sonia ci disse che partiva tra un mese.
    – Sonia told us we was leaving in a month.
  2. Ha scritto nel messaggio che veniva tra due giorni.
    – He wrote in the message that he was coming in two days.
  3. La prossima settimana riposavo se non dovevo lavorare.
    – Next week I was going on vacation, if I didn’t have to work.
  4. Mi dissero che andavano in campagna il prossimo fine settimana.
    – They told me they were going to the country-side next weekend

    Tutto chiaro?
    Adesso tocca a te, prova tu a fare delle frasi! / Now it’s your turn, try making some sentences!

How to use interjections in italian | Italian language

Le interiezioni in italiano

(English follows)

Oggi parliamo di interiezioni, di cui l’italiano è ricco. Credo che potrebbero bastare per fare discorsi interi… eh, ahimè, be’ , povero me…mah!

L’interiezione si usa per esprimere emozioni, stati d’animo e reazioni istintive condensate in una sola espressione, senza legami sintattici con il resto della frase.

Molte interiezioni hanno origine vernacolare e vengono utilizzate con frequenza maggiore o minore a seconda della provenienza geografica dell’interlocutore, ma ormai quasi tutte sono entrate a diritto nell’uso della lingua italiana.

Comunque per essere compresa bisogna conoscerne il contesto. Per questo motivo l’interiezione si può definire deittica, cioè legata a un qui e ora ben determinato.

In base all’intonazione, l’interiezione è in grado di assumere il significato di un’intera frase.

Come le espressioni del viso le interiezioni esprimono un messaggio chiaro all’interlocutore senza il bisogno di aggiungere altro.

Invece quando ci troviamo di fronte a un testo scritto è necessario integrare l’interiezione con qualche parola che ne specifichi il senso, siccome non possiamo basarci sul tono con cui viene pronunciata.

Le interiezioni sono divise in due differenti gruppi:

  1. Interiezioni che generalmente contengono la lettera h, sono brevi e assumono unicamente valore interiettivo come oh, ahimè, ahi
  2. Interiezioni che prendono a prestito parti del discorso anche molto diverse tra loro (avverbi, aggettivi, sostantivi, intere proposizioni…) e le utilizzano con valore esclamativo o interrogativo (bene!, evviva!, attenzione!).

Poi all’interno del secondo gruppo si trovano interiezioni improprie e locuzioni interiettive formate da proposizioni e modi di dire (povero me!, santa pazienza!).

All’interno della prima categoria: è facile individuare interiezioni semplici, composte e onomatopeiche:

Semplici – si compongono di uno o due suoni vocalici e possono esprimere dolore (ahi!, ohi!), esitazione o impaccio (ehm, uhm), repulsione (ih!), dubbio (mah, boh), sorpresa (uh!) e molti altri sentimenti e impulsi.

Composte – sono formate generalmente da un’interiezione semplice in combinazione con un pronome personale oppure da due parole (ahimè, orsù, suvvia). Anche queste voci possiedono diverse sfumature di significato in base al contesto.

Onomatopeiche – come dice il nome stesso, derivano da suoni riconoscibili e provengono per la maggior parte dal mondo del fumetto (puah, splash, clap, toc, wow).

Sicuramente tutte le interiezioni hanno un valore onomatopeico perché si basano sull’intonazione e il suono, e quindi più che prestare attenzione alle denominazioni dovremmo avere ben chiare le distinzioni e la provenienza etimologica di queste piccole istintive parti del discorso.

È importante poi la giusta grafia delle interiezioni! Spesso troviamo errori molto gravi come ho! al posto di oh!. L’h va messa sempre alla fine (eh, beh, mah, toh) tranne nel caso in cui ci siano due vocali come per esempio in ehi!, ahi! e i loro composti come ahinoi! e nel caso di ehm e uhm, dove si posiziona in mezzo.

Infine è possibile trovare O senza h quando si tratta di un vocativo (O cari fratelli!, O amica mia!). L’imperativo alla seconda persona singolare troncata di alcuni verbi funge talvolta da interiezione come nel caso di te’ per “tieni”, va’ per “guarda (ant. varda)”. Oppure ancora dall’apocope di alcune parole come be’ per “bene”.

Lista:

ahimè, oh,

povero me!, santa pazienza!

esprimere dolore ahi!, ohi!,

esitazione o impaccio ehm, uhm

repulsione (ih!), dubbio (mah, boh), sorpresa (uh!)

ahimè, orsù, suvvia

puah, splash, clap, toc, wow

eh, beh, mah, toh…)

ehi!, ahi! ahinoi!

O cari fratelli!, O amica mia!

te’ per “tieni”, va’ per “guarda (ant. Varda)

be’ per “bene”.


English version

Today we’re talking about interjections, of which Italian is rich. I think they might be enough to make whole speeches … eh, ahimè, be’ , povero me…mah!

The interjection is used to express emotions, moods and instinctive reactions condensed into a single expression, without syntactic links with the rest of the sentence.

Many interjections have a vernacular origin and are used with greater or lesser frequency depending on the geographical origin of the interlocutor, but now almost all of them have rightfully entered the use of the Italian language.

However, in order to be understood, it is necessary to know the context. For this reason, the interjection can be defined as deictic, that is, linked to a well-determined here and now.

Based on the intonation, the interjection is able to take on the meaning of an entire sentence. Like facial expressions, the interjections express a clear message to the interlocutor without the need to add anything else.

Instead, when we are faced with a written text it is necessary to integrate the interjection with some words that specify its meaning, since we cannot rely on the tone in which it is pronounced.

The interjections are divided into two different groups:

  1. Interjections that generally contain the letter h, are short and assume only interjective value such as oh, ahimè, ahi
  2. Interjections that borrow parts of speech that are also very different from each other (adverbs, adjectives, nouns, whole sentences…) and use them with exclamation or interrogative value (bene!, evviva!, attenzione!).
    Then within the second group there are improper interjections and interjective phrases formed by propositions and idioms (povero me!, santa pazienza!).

Within the first category: it is easy to identify simple, compound and onomatopoeic interjections:

Simple – consist of one or two vowel sounds and can express pain (ahi!, ohi!) , hesitation or embarrassment (ehm, uhm) , repulsion (ih!), doubt (mah, boh), surprise (uh!) and many other feelings and impulses.

Compounds – are generally formed by a simple interjection in combination with a personal pronoun or by two words (ahimè, orsù, suvvia) . These interjections also have different shades of meaning depending on the context.

Onomatopoeic – as the name implies, they derive from recognizable sounds and come for the most part from the world of comics (puah, splash, clap, toc, wow).

Surely all the interjections have an onomatopoeic value because they are based on intonation and sound, and therefore, rather than paying attention to the denominations, we should be very clear about the distinctions and the etymological origin of these small instinctive parts of the speech.

The correct spelling of the interjections is also important! We often find very serious mistakes like ho! instead of oh!. . The h must always be placed at the end (eh, beh, mah, toh) except in the case in which there are two vowels such as in ehi!, ahi! and their compounds like ahinoi and in the case of ehm and uhm, where it sits in the middle.

Finally, it is possible to find O without h when it’s a vocative (O cari fratelli!, O amica mia!) . The imperative in the truncated second person singular of some verbs sometimes acts as an interjection as in the case of te’ for “here/take” , va’ for “guarda (ant. varda)” . Or again from the apocope of some words such as be’ for “bene” .

Italian tongue twisters based on sentence symmetry | Scioglilingua basati su una simmetria della frase

Tongue twisters based on sentence symmetry

(English follows)

Dopo la prima lista di scioglilingua basati sui numeri, la categoria di oggi include 7 divertenti scioglilingua basati sulla simmetria della frase.

Cerca di ripetere ogni scioglilingua almeno 4 volte. Buon divertimento!

After the first list of number-based tongue twisters, today’s category includes 7 fun tongue twisters based on sentence symmetry. Try to repeat each tongue twister at least 4 times. Have fun!

1. Tre tigri contro tre tigri.

2. Andavo a Lione cogliendo cotone, tornavo correndo cotone cogliendo.

3. Figlia, sfoglia la foglia sfoglia la foglia, figlia.

4. Il Papa pesa e pesta il pepe a Pisa, Pisa pesa e pesta il pepe al Papa.

5. Al solstizio il Sol sta, sol stando; sol stando il Sol sta al solstizio!

6. Scopo la casa, la scopa si sciupa; ma, se non scopo sciupando la scopa, la mia casetta con cosa la scopo?

7. Porte aperte per chi porta; chi non porta parta, pur che non importa aprir la porta.


Scioglilingua basati sui numeri

Tongue twisters based on numbers

(English follows)

9 divertenti scioglilingua per allenare la lingua e la pronuncia italiana.

Infatti, gli scioglilingua, detti anche scioglilingue, sono delle frasi che mettono in difficoltà intenzionalmente la nostra capacità di pronunciarle. Con la pratica migliorano la dizione e le abilità oratorie.

Il bello degli scioglilingua è sfidare sè stessi a pronunciarli il più velocemente possibile senza fare errori… ma il divertimento sta proprio quando si inciampa e ci si aggroviglia tra le parole.

Questa prima lista comprende gli scioglilingua basati sui numeri, ma ne seguiranno altre categorie nelle prossime settimane per occupare la lingua e  non solo mangiare. 🙂

Dai, prova anche tu da solo o insieme ai tuoi amici via zoom…

9 fun tongue twisters to train the Italian language and pronunciation.

In fact, tongue twisters, are phrases that intentionally challenge our ability to pronounce them. With practice they improve diction and speaking skills.

The beauty of tongue twisters is to challenge yourself to pronounce them as quickly as possible without making mistakes … but the fun is when you stumble and get tangled in words.

This first list includes number-based tongue twisters, but other categories will follow in the coming weeks to occupy the tongue and not just eat. 🙂

Come on, try it yourself or with your friends via zoom …

1. Due tazze strette in due strette tazze

2. Tre stecchi secchi in tre strette tasche stanno.

3. Tre fiaschi stretti stan dentro tre stretti fiaschi, ed ogni fiasco stretto sta dentro lo stretto fiasco.

4. Tré tozzi di pan secco in tré strette tasche stanno in tré strette tasche stan tré tozzi di pan secco

5. Sopra quattro rossi sassi quattro grossi gatti rossi.

6. Sette zucche secche e storte stanno strette dentro al sacco

7. Stanno stretti sotto i letti sette spettri a denti stretti.

8. Nove navi nuove navigavano.

9. Nell’anfratto della grotta trentatré gretti gatti si grattano

Clicca sui seguenti link per esercitarti con alcuni degli scioglilingua italiani più famosi / Click on the following links to practice some of the most popular Italian tongue twisters:


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