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Il Blog

Villaggi intelligenti – Smart Villages | Italian Home

Il fenomeno della deurbanizzazione dalle città intelligenti ai villaggi intelligenti

(English follows)

Da Città intelligenti a Villaggi intelligenti

In Europa si discuteva già nel 2015 di una ridistribuzione della popolazione presso le zone rurali. Il fenomeno della deurbanizzazione dei borghi accomuna tutto il Vecchio Continente. La tematica però ha assunto maggiore rilievo nel 2020 con l’incremento dello slow tourism, il turismo lento, e del turismo locale. Durante il lockdown si è parlato molto di città intelligenti, smart city, soprattutto quando si attendeva il ritorno alla vita sociale e cittadina. Il dibattito si sposta adesso in periferia. Vediamo che dopo le città, anche borghi e paesini diventano “smart” e prendono il nome di smart village, villaggi intelligenti, ossia borghi e paesini in cui sostenibilità e riqualificazione si incontrano e creano benefici su diversi livelli.

Da un lato secondo gli esperti bisogna iniziare a rendere più autonomi i paesi, dall’altro progettare una decrescita della città. Rivitalizzare le aree rurali e le comunità invece di costruire ex novo, riqualificando ciò che già è presente nel luogo.

Gruppo tematico sui Villaggi intelligenti

Un gruppo tematico (WG) ha analizzato questo argomento dei “Villaggi intelligenti” da settembre 2017 a luglio 2020. Ha esplorato idee e iniziative per rilanciare i servizi rurali attraverso l’innovazione digitale e sociale. Ha esaminato soluzioni per potenziare e rendere più sostenibili i servizi rurali, quali ad esempio la sanità, i servizi sociali, l’istruzione, l’energia, i trasporti o il commercio al dettaglio, grazie all’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e a progetti e azioni locali di tipo partecipativo.

Si è concentrato anche sulla produzione e distribuzione locale di energia alternativa, diminuzione dell’impatto ambientale nel settore alimentare (attraverso la valorizzazione della produzione locale del cibo), e mediante la diminuzione del consumo di suolo.

Ha definito una guida pratica sull’utilizzo di tutti gli strumenti strategici atti a favorire la nascita e lo sviluppo di villaggi intelligenti. Inoltre ha creato un collegamento tra le varie iniziative in corso, che dimostrano il crescente interesse che questo tema suscita a tutti i livelli.

Il primo esempio di Villaggio intelligente

Il primo villaggio intelligente nasce in un borgo toscano che conta poco più di 2500 residenti. Il borgo di Santa Fiora sul Monte Amiata, in provincia di Grosseto ha messo a punto nel 2021 un progetto per trasformarsi nel primo villaggio Intelligente d’Italia. Non solo c’e’ la banda ultralarga per una connessione efficiente e veloce, ma persino un servizio di bici elettrica. Inoltre non mancano l’idraulico e il muratore a domicilio e la possibilità per le famiglie, di assumere una delle baby sitter messa a disposizione da una cooperativa locale. Da un loft si gode della vista dell’affascinante peschiera, voluta dagli Aldobrandeschi per convogliare l’acqua del monte Amiata.

“L’esperienza del Covid-19 – spiega il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi – ci ha costretto a rivedere l’organizzazione del lavoro sperimentando su larga scala lo smart working. Alcune strutture turistiche d’Italia hanno colto questa opportunità con un’offerta su misura per il lavoratore che cerca un ambiente rilassante, al mare o in montagna. Nel caso di Santa Fiora è un intero comune che si propone come smart working village”. “Crediamo, infatti – aggiunge Balocchi – che il lavoro da remoto, non sia solo una soluzione temporanea per affrontare l’emergenza, ma possa rappresentare il futuro, almeno per certe professioni, mettendo in modo intelligente la persona nella condizione di operare al meglio per la propria azienda e al tempo stesso di essere felice, senza dimenticare che stare bene significa anche essere più produttivi. Con il bando vogliamo offrire un incentivo per stimolare questo tipo di scelta, ma ovviamente l’auspicio è che dopo un periodo di prova, per alcuni Santa Fiora diventi una scelta permanente venendo a vivere definitivamente qui con la famiglia”.

Il vantaggio dei paesi è quello di contenere una comunità in grado di cooperare più facilmente. Infatti la differenza tra villaggi intelligenti e città intelligenti va al di là del potenziale sostenibile e digitale.

Ti piacerebbe vivere in un villaggio intelligente?


English version

From Smart Cities to Smart Villages
In Europe there was already discussion in 2015 of a redistribution of the population in rural areas. The phenomenon of the deurbanization of the villages unites the entire Old Continent. The issue, however, took on greater importance in 2020 with the increase in slow tourism, turismo lento, and local tourism. During the lockdown there was much talk of smart cities, città intelligenti , especially when the return to social and city life was expected. The debate now moves to the suburbs. We’ve seen that after the cities, even villages have become “smart” and are called smart villages, villaggi intelligenti, where sustainability and redevelopment meet and create benefits on different levels. On the one hand, according to experts, we need to start making the villages more autonomous, on the other, planning a decrease in the city. Revitalizing rural areas and communities instead of building from scratch, therefore redeveloping what is already present in the place.

Thematic Group on Smart Villages
A thematic group (WG) analyzed this “Smart Villages” topic from September 2017 to July 2020. It explored ideas and initiatives to revive rural services through digital and social innovation. It explored ways to enhance and make rural services more sustainable, such as health, social services, education, energy, transport or retail, through the use of information and technology technologies. communication (ICT) and community-based local projects and actions.
It also focuses on the local production and distribution of alternative energy, reduction of the environmental impact in the food sector (through the enhancement of local food production), and through the reduction of land consumption.
It has defined a practical guide on the use of all the strategic tools aimed at favoring the birth and development of smart villages. It has also created a link between the various ongoing initiatives, which demonstrate the growing interest that this topic arouses at all levels.

The first example of an intelligent village
The first intelligent village was born in a Tuscan village that has just over 2500 residents. The village of Santa Fiora on Monte Amiata, in the province of Grosseto developed a project in 2021 to become the first Intelligent village in Italy. Not only is there ultra-broadband for an efficient and fast connection, but even an e-bike service. There is also no shortage of plumbers and bricklayers and the possibility for families to hire one of the babysitters made available by a local cooperative.
From a loft you can enjoy the view of the fascinating fish pond, commissioned by the Aldobrandeschi to convey the water of Mount Amiata.
“The experience of Covid-19 – explains the mayor of Santa Fiora, Federico Balocchi – forced us to review the organization of work by experimenting with smart working on a large scale. Some tourist facilities in Italy have seized this opportunity with a tailor-made offer for the worker looking for a relaxing environment, by the sea or in the mountains. In the case of Santa Fiora it is an entire municipality that proposes itself as a smart working village “. “We believe, in fact – adds Balocchi – that remote work is not only a temporary solution to deal with the emergency, but can represent the future, at least for certain professions, intelligently putting the person in the condition to work at their best for your company and at the same time being happy, without forgetting that feeling good also means being more productive. With the announcement we want to offer an incentive to stimulate this type of choice, but obviously the hope is that after a trial period, for some Santa Fiora will become a permanent choice by coming to live here permanently with the family “.
The advantage of the villages is that they contain a community that is able to cooperate more easily, in fact the difference between smart village and smart city goes beyond the sustainable and digital potential.

Would you like to live in a smart village?

How to use the past tense imperfetto prospettivo in Italian – Italian grammar

Come usare l’imperfetto prospettivo in italiano

Ti è mai capitato di voler esprimere un tempo futuro nel passato? Per esempio la frase, “Maria ha detto che faceva i cannelloni il giorno dopo”, indica un’azione futura nel passato di Maria.
Questo tipo di imperfetto in italiano (ce ne sono diversi!) si chiama imperfetto prospettivo e, come il condizionale passato, descrive un’azione futura in un contesto di eventi passati.

Have you ever wanted to express a future time in the past? For example, the phrase, “Maria ha detto che faceva i cannelloni il giorno dopo” (“Maria said she was making cannelloni the next day,”) indicates a future action in Maria’s past.
This type of imperfect in Italian (there are several!) is called imperfetto prospettivo (perspective imperfect) and, like the past conditional, describes a future action in a context of past events.

E’ molto comune anche per indicare un’intenzione futura che non avverrà, per esempio, “Dopodomani doveva uscire con gli amici, ma è malata.” L’equivalente in inglese è “supposed to” e in francese “J’étais supposé”. La grammatica italiana non annoia mai, vero?

It is also very common to indicate a future intention that will not happen, for example, “Dopodomani doveva uscire con gli amici, ma è malata.” (“The day after tomorrow she was supposed to go out with friends, but she is sick.”) The equivalent in English is “supposed to” and in French “J’étais supposé.” Italian grammar is never boring, right?


Per capire meglio vediamone altri esempi / To understand better, let’s see other examples:

  1. Sonia ci disse che partiva tra un mese.
    – Sonia told us we was leaving in a month.
  2. Ha scritto nel messaggio che veniva tra due giorni.
    – He wrote in the message that he was coming in two days.
  3. La prossima settimana riposavo se non dovevo lavorare.
    – Next week I was going on vacation, if I didn’t have to work.
  4. Mi dissero che andavano in campagna il prossimo fine settimana.
    – They told me they were going to the country-side next weekend

    Tutto chiaro?
    Adesso tocca a te, prova tu a fare delle frasi! / Now it’s your turn, try making some sentences!

Rome and the other four capitals of Italy – Italian history

Roma e le altre quattro capitali d’Italia – Storia italiana

(English follows)

Sapevi che Roma è stata due volte capitale d’Italia? La cosa potrebbe non sorprendere poiché nel corso della storia italiana è stata al centro di molteplici vicende che hanno interessato la penisola italiana. Primo fra tutti l’Impero Romano quando la città era veramente l’ombelico del mondo. Successivamente all’interno della Città Stato, che per molti secoli ha posto Roma nel cuore della cristianità. Tuttavia, la città eterna è tra altre quattro città italiane a detenere il titolo di capitale d’Italia.

Torino (1861)
La città piemontese Torino fu la prima capitale d’Italia nel 1861 quando fu proclamata l’Unità d’Italia. All’epoca Roma non era nemmeno all’interno dei confini nazionali.
Durante la Seconda Guerra d’Indipendenza e la Spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi, alcune zone della penisola furono consegnate al Regno di Sardegna governato da Vittorio Emanuele II: la Lombardia, una parte dell’Italia centrale, e tutto il Mezzogiorno, sottratto all’ex Regno delle Due Sicilie.
Nel frattempo lo Stato Pontificio era retto da Papa Pio IX che non era disposto a cedere Roma al nuovo Regno d’Italia.
Oltre i confini italiani c’era anche il Veneto, che era ancora una roccaforte degli austriaci.
Pertanto Torino, già capitale del Regno di Sardegna, fu eletta provvisoriamente come città amministrativa del nuovo Stato.

Firenze (1864)
Il Papa aveva un alleato molto potente, l’imperatore francese Napoleone III, nipote di Napoleone Bonaparte, che stipulò con gli italiani il 15 settembre 1864 un accordo, la Convenzione di Settembre per assicurare che il Regno d’Italia non prendesse Roma. Di conseguenza la capitale definitiva fu trasferita da Torino a Firenze.
Poiché la città, conosciuta come la culla dell’arte, doveva rimanere permanentemente la capitale del giovane Regno italiano, subì importanti opere pubbliche per svolgere il suo nuovo ruolo. Infatti gran parte delle antiche mura del XII secolo furono demolite per far posto a grandi strade e uffici amministrativi. Mentre i maestosi palazzi rinascimentali divennero le sedi dei Ministeri e degli uffici di Stato. Nonostante ciò, il capoluogo fiorentino ebbe vita breve.

Roma (1870)
Le promesse fatte a Napoleone III non furono mantenute, infatti l’Italia era desiderosa di impadronirsi di Roma e vi riuscì nel 1870, attraverso la celebre Breccia di Porta Pia.
La terza capitale d’Italia fu da qui in poi Roma, durante il periodo monarchico che terminò nel 1946 e dopo la proclamazione della Repubblica nello stesso anno.

Brindisi (settembre 1943 – febbraio 1944)
Tuttavia vi furono due brevi eccezioni, note anche come le due capitali della guerra, quando l’Italia fu divisa in due durante la seconda guerra mondiale dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il Centro-nord era ancora controllato dai nazifascisti, mentre il Sud era già stato liberato dalle forze alleate, che lottavano per avanzare verso nord. Il 10 settembre il re Vittorio Emanuele III e il governo fuggirono a Brindisi, in Puglia, per continuare a governare il paese facendo di Brindisi la quarta capitale d’Italia.

Salerno (febbraio – luglio 1944)
Questo fu il periodo più drammatico della guerra che causò grande devastazione in Italia, ma che portò le forze tedesche al ritiro a nord del fiume Volturno e alla resa di Napoli. Fu così che nel febbraio del 1944 Salerno divenne il centro principale del governo italiano liberato e dove la resistenza reale e il governo. rimasero per 5 mesi.

Roma (1944 -)
Infine quando le truppe americane entrarono a Roma tra il 4 e il 5 giugno 1944, la Città Eterna fu finalmente liberata e in grado di riconquistare il suo ruolo storico.

Roma, Piazza Venezia – Monumento equestre a Vittorio Emanuele II

Did you know that Rome has been the capital of Italy twice? This might not come as a surprise since it has been at the centre of multiple events throughout history that have concerned the Italian peninsula. First and foremost the Roman Empire, when the city was truly the belly of the world. And afterwards within the Church State (Città Stato), which for many centuries established Rome as the heart of Christianity. However, the Eternal city is among four other Italian cities to hold the title of capital of Italy.

Turin (1861)
The piemontese city Turin was the first capital of Italy in 1861, when the Unification of Italy (l’Unità d’Italia) was proclaimed. At the time, Rome was not even within the national borders.
During the Second War of Independence (Seconda Guerra dell’Indipendenza) and la Spedizione dei Mille, lead by Giuseppe Garibaldi, some areas of the peninsula were handed over to the Reign of Sardinia ruled by Vittorio Emanuele II: Lombardy, a part of central Italy, and all of southern Italy (il Mezzogiorno), which was removed from the former kingdom of the two Sicilies (l’ex Regno delle due Sicilie).
In the meantime the Papal State (lo Stato Pontificio) was ruled by Pope Pio IX who was not willing to give up Rome to the new Italian Reign. Beyond the Italian confines there was also Veneto, which was still a stronghold of the Austrians. Therefore Turin, already the capital of the Reign of Sardinia, was temporarily elected as the administrative city of the new State.

Florence (1864)
The Pope had a very powerful alley, the French emperor Napoleon III, nephew of Napoleon Bonaparte, who stipulated with the Italians on September 15, 1864 an agreement, the Convention of September (la Convenzione di Settembre), to ensure the Reign of Italy would not seize Rome. Consequently the definite capital was transferred from Turin to Florence.
Because the city, known as the cradle of art, was supposed to permanently remain the capital of the young Italian Reign, it underwent major public works to fulfill its new role. In fact most of the old 12th century walls were demolished to make room for large roads and administrative offices. While the majestic Renaissance palaces became the seats of the Ministries and the State offices. Despite this, Florence capital lived a short life.

Rome (1870)
The promises made to Napoleon III were not kept, in fact Italy was eager to seize Rome and it managed to do so in 1870, through the renowned Breccia di Porta Pia.
The third capital of Italy was Rome from here on during the Monarchic period which ended in 1946 and after the proclamation of the Republic in the same year.

Brindisi (September 1943 – February 1944)
However there were two short exceptions, also known as the two capitals of the war, when Italy was split in half during WWII after the armistice on September 8, 1943. The Centre-north was still controlled by the Nazi-fascists, while the South had already been liberated by the Allied Forces, who were struggling to advance to the north. On September 10th King Vittorio Emanuele III and the government escaped to Brindisi, in Puglia in order to continue to govern the country making Brindisi the fourth capital of Italy.

Salerno (February – July 1944)
This was the most dramatic period of the war that caused great devastation in Italy, which resulted in German forces withdrawing north of the Volturno river and surrendering Naples. So it was in February 1944 that Salerno became the main centre of the liberated Italian government and where the Royal resistance and government remained for 5 months.

Rome (1944 -)
Finally when the American troops entered Rome between June 4th and 5th 1944, the Eternal City was finally liberated and able to reconquer its historical role.

Emblema dell Republica Italiana

Dried fruits and nuts | Italian vocabulary

Una lista di frutta secca in italiano

La frutta secca è la regina della tavola d’autunno. Si usa sia in piatti salati che dolci e fa molto bene alla salute essendo ricca di nutrienti. Basta non esagerare!
Facciamo una distinzione tra due tipi di frutta secca: quella a guscio che quella essiccata.
La frutta secca a guscio include noci, mandorle, arachidi e nocciole (che, tecnicamente sono semi). Mentre troviamo nella categoria della frutta secca essiccata tutte le tipologie di frutta che subiscono un processo di essicazione naturale o indotta da speciali macchinari che tolgono del tutto l’acqua dall’alimento.

Dried fruit is the queen of the autumn table. It is used in both savory and sweet dishes and is very good for health as it is rich in nutrients. Just don’t overdo it!
We make a distinction between two types of dried fruit: nuts and dried fruit.
Nuts include walnuts, almonds, peanuts and hazelnuts (which are technically seeds). While in the dried fruit category we find all types of fruit that undergo a natural drying process or induced by special machinery that completely removes the water from the food.

Vediamo la lista completa della frutta secca/ let’s see the complete list of dried fruit:

  • Albicocca secca / dried apricots
  • Anacardio / cashew
  • Ananas secco / dried pineapple
  • Arachidi / peanut
  • Banana secca / dried banana
  • Castagna pelata secca / chestnut dried peeled
  • Ciliegia secca / dried cherry
  • Dattero secco / dried date
  • Fico secco / dried fig
  • Frutti di bosco secche (fragole, more, mirtilli, lamponi e ribes) / dried berries (stawberries, blackberries, blueberries, raspberries and currants)
  • Kiwi secco / dried kiwi
  • Mandorla / almond
  • Mango secco / dried mango
  • Mela secca / dried apple
  • Melone secco / dried melon
  • Mirtillo secco / dried blueberry
  • Nocciola / hazelnut
  • Noce / walnut
  • Noce del Brasile / Brazil nut
  • Noce di cocco / coconut
  • Noce di Macadamia / Macadamia nut
  • Noce pecan / pecan
  • Papaya secca / dried papaya
  • Pera secca / dried pear
  • Pesca secca / dried peach
  • Pinolo / pinenut
  • Pistacchio / pistachio
  • Prugna secca / dried prunes
  • Scorze di agrumi secchi / dried citrus fruit peels
  • Uva passa – uvetta / raisin
  • Zenzero secco / dried ginger

Alcune ricette con la frutta secca da provare/ some recipes with dried fruit to try:

How to use CI and NE with the verb PENSARE | Italian grammar

Come usare CI e NE con il verbo PENSARE – grammatica italiana


(English follows)

Imparare a usare i pronomi “ne” e “ci” è un grande risultato. Tuttavia, diventa ancora più interessante quando questi pronomi sono accompagnati da alcuni verbi, come il verbo pensare. Ad esempio pensarci e pensarne.

Potrebbero sembrare un po’ complicati, e lo sono, non lo nego! Quindi vediamo prima i significati e poi facciamo una semplice tabella per capirli meglio con alcuni esempi.

Pensarci

1. pensare, riflettere, meditare su qualcosa.
2. occuparsi di qualcosa.

Pensare, riflettere, meditare su qualcosa

  • Ci abbiamo pensato a lungo prima di traslocare in un nuovo paese.
    We have thought long about it before moving to another country.
  • I nostri amici ci pensano sempre.
    Our friends always think about us.

Occuparsi di qualcosa

  • Ci hanno pensato i vicini a tagliare l’erba.
    The neighbors took care of cutting the grass.
  • Vuole pensarci lui a preparare la cena.
    He wants to take care of making dinner.

Pensarne

1. trovare idee/soluzioni.
2. comprendere qualcuno o il significato di qualcosa in un modo particolare.
3. esprimere un’opinione.

Trovare idee/soluzioni

  • Ne abbiamo pensate tante prima di scegliere la soluzione adatta.
    We thought many up before choosing the right solution.
  • Non esiste una strategia unica. Bisogna pensarne diverse.
    There’s no one strategy. One must think up different ones.

Comprendere qualcuno o il significato di qualcosa in un modo particolare

  • Sembra strano e non so cosa pensarne.
    It seems strange and I don’t know what to make of it.
  • Era simpatico e non voglio pensarne male.
    He was nice and I don’t want to think badly of him.

Esprimere un’opinione

  • È la sua scelta qualunque cosa se ne pensi.
    It’s her/his choice whatever anyone thinks.
  • Che ne pensi del nuovo film di Sorrentino?
    What do you think about Sorrentino’s new film?

Ora prova a fare alcune frasi per esercitarti. Più applichi le regole, più velocemente impari!


English version:

Learning how to use the pronouns “ne” and “ci” is a great accomplishment.
However, it gets even more interesting when these pronouns are accompanied by some verbs, such as the verb pensare. For example pensarci and pensarne.

They might seem a bit tricky, and they are, I won’t deny it! So let’s let’s tackle the meanings first and then make a simple chart to understand them better with some examples.

Pensarci

1. to think, reflect, ponder about something.
2. to take care of something.

To think, reflect, ponder about something

  • Ci abbiamo pensato a lungo prima di traslocare in un nuovo paese.
    We have thought long about it before moving to another country.
  • I nostri amici ci pensano sempre.
    Our friends always think about us.

To take care of something

  • Ci hanno pensato i vicini a tagliare l’erba.
    The neighbors took care of cutting the grass.
  • Vuole pensarci lui a preparare la cena.
    He wants to take care of making dinner.

Pensarne

1. to think something up.
2. to understand someone or the meaning of something in a particular way.
3. to express an opinion.

To think something up

  • Ne abbiamo pensate tante prima di scegliere la soluzione adatta.
    We thought many up before choosing the right solution.
  • Non esiste una strategia unica. Bisogna pensarne diverse.
    There’s no one strategy.One must think up different ones.

To understand someone or the meaning of something in a particular way

  • Sembra strano e non so cosa pensarne.
    It seems strange and I don’t know what to make of it.
  • Era simpatico e non voglio pensarne male.
    He was nice and I don’t want to think badly of him.

To express an opinion

  • È la sua scelta qualunque cosa se ne pensi.
    It’s her/his choice whatever anyone thinks.
  • Che ne pensi del nuovo film di Sorrentino?
    What do you think about Sorrentino’s new film?

Now try making some sentences to practice. The more you apply the rules, the faster you learn!


Alitalia, the last flight? | Economics and history of the Italian airline

Alitalia, l’ultimo volo? | Economia e storia della compagnia aerea italiana

Hai mai volato in Italia con un aereo Alitalia? Allora ricorderai le assistenti di volo che parlavano fluentemente italiano e vestivano le uniformi Armani, che magari ti servivano un piatto di penne al sugo e un bicchiere di vino rosso seguito da un espresso con tiramisù… Eri sopra le nuvole con delizia in attesa di uno scorcio delle prime macchie colorate della campagna italiana.

Have you ever flown to Italy in an Alitalia aircraft? Then you’ll recall the flight attendants speaking fluently in Italian and dressed in Armani uniforms, who perhaps served you a dish of penne al sugo and a glass of vino rosso followed by an espresso with tiramisu….You were over the clouds with delight awaiting a glimpse of the first colorful patches of the Italian countryside.

Storia dell’Alitalia / The history of Alitalia

Il nome Alitalia è stato creato da un impiegato dell’ufficio postale che ha abbreviato “All’Italia” in “Alitalia” per renderlo più adatto ai telegrammi, creando una sigla che è diventata un elemento altamente riconoscibile del patrimonio nazionale. Tuttavia, per alcuni anni il futuro della compagnia aerea è stato incerto offuscato da anni di problemi impiegatizi, inefficienza e fallimenti seriali. Sembra che Alitalia, purtroppo, sia arrivata al suo ultimo volo.

The name Alitalia was created by a post office employee who shortened “All’Italia” to “Alitalia” make it more suitable for telegrams, creating an acronym that has become a highly recognizable element of the national heritage. However, for quite a few years the future of the airline has been uncertain tarnished by years of labor troubles, inefficiency and serial bankruptcies. It seems like Alitalia, unfortunately, has reached its final flight.

Alitalia è stata protagonista della rinascita del Paese nel secondo dopoguerra con l’apertura di rotte internazionali che avevano anche valenze diplomatiche e geopolitiche. Nel corso della sua storia, la compagnia di bandiera ha accompagnato personaggi istituzionali in viaggi storici, come quello del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi a Mosca nel 1960, primo capo di Stato occidentale a visitare la capitale dell’URSS. Dal 1964 è la compagnia di riferimento dei viaggi apostolici della Santa Sede, con la visita in Terra Santa di Paolo VI, il primo storico volo di un Pontefice. Hanno volato Alitalia anche i principali nomi del giornalismo: Dino Buzzati , Eugenio Montale, Alberto Cavallari, Giorgio Bocca, Paolo Monelli. Alitalia ha accompagnato tutti i protagonisti della cultura, dello spettacolo e dello sport italiani durante tutti i principali eventi del Paese, da Roma 1960 a Expo Milano 2015.

Alitalia was the protagonist of the country’s rebirth after the Second World War as international routes that also had diplomatic and geopolitical significance opened up. Throughout its history, the flag carrier has accompanied institutional figures on historical journeys, such as that of the President of the Republic Giovanni Gronchi in Moscow in 1960, the first Western head of state to visit the capital of the USSR. Since 1964 it’s been the reference company of the apostolic journeys of the Holy See, with the visit to the Holy Land of Paul VI, the first historic flight by a Pontiff. Flying Alitalia also the main names in journalism (Eugenio Montale, Dino Buzzati, Alberto Cavallari, Giorgio Bocca, Paolo Monelli). Alitalia accompanied all the protagonists of Italian culture, entertainment and sport supporting all the major events in the country, from Rome 1960 to Milan Expo 2015.

Sequenza temporale / Timeline di Alitalia:

1947
Decolla il primo volo
– The first flight takes off
Il 5 maggio 1947 Alitalia-Aereolinee Italiane Internazionali effettua il primo volo nazionale Torino – Roma – Catania con un Fiat G-12 E.
Due mesi dopo il primo volo internazionale da Roma a Oslo con un aereo Savoia Marchetti SM95 e 38 passeggeri a bordo.

On May 5, 1947, Alitalia-Aereolinee Italiane Internazionali made the first national flight Turin – Rome – Catania with a Fiat G-12 E.
Two months after the first international flight from Rome to Oslo with a Savoia Marchetti SM95 plane and 38 passengers on board.

1950
Nuovo servizio di bordo
– New on-board service
Volano le prime hostess Alitalia con le divise disegnate dalle Sorelle Fontana.
Entrano in linea i quadrimotori DC4 e si introducono pasti caldi che portano la Compagnia a diventare uno dei vettori preferiti dalla clientela internazionale.

The first Alitalia hostesses fly with the uniforms designed by the Fontana sisters.
The four-engined DC4 entered the line and hot meals were introduced, leading the Company to become one of the preferred carriers for international customers.

1957
Nasce Alitalia L.A.I.
– Alitalia L.A.I. is born
Alitalia si fonde con la LAI e diventa Alitalia – Linee Aeree Italiane con 3.000 dipendenti e una flotta di 37 aerei.
Nella classifica internazionale delle compagnie aeree Alitalia passa dal ventesimo al dodicesimo posto.

Alitalia merges with LAI and becomes Alitalia – Italian Airlines with 3,000 employees and a fleet of 37 aircraft.
In the international ranking of airlines, Alitalia goes from twentieth to twelfth place.

1960
Le Olimpiadi volano Alitalia
– The Olympics fly Alitalia
Alitalia è la compagnia ufficiale delle Olimpiadi di Roma. Entrano in flotta i primi jet e per la prima volta trasporta oltre un milione di passeggeri.
Viene inaugurato l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.

Alitalia is the official airline of the Rome Olympics. The first jets enter the fleet and for the first time it carries over a million passengers.
The Leonardo da Vinci airport in Fiumicino is inaugurated.

1969-70
Il Jumbo e il nuovo logo
– The Jumbo and the new logo
Alitalia presenta un nuovo logo e rinnova la livrea degli aerei: la “Freccia Alata” viene sostituita dalla “A” tricolore. Entra in flotta il Jumbo Boeing 747 e Alitalia diventa la prima compagnia aerea europea a volare con una flotta “all jet”.

Alitalia presents a new logo and renews the livery of the aircraft: the “Freccia Alata” is replaced by the tricolor “A”. The Jumbo Boeing 747 enters the fleet and Alitalia becomes the first European airline to fly with an “all jet” fleet.

1980-82
Nuovi Airbus A300 e MD80
– New Airbuses and MD80
Continua il rinnovamento della flotta con l’arrivo degli Airbus A300, bireattori di grande capacità, e dei nuovi MD80. Per i voli di lungo raggio entrano in flotta i B747 Combi che consentono maggiore flessibilità nel trasporto passeggeri e merci.

The renewal of the fleet continues with the arrival of the Airbus A300, large-capacity twin-jets, and the new MD80s. For long-haul flights, the B747 Combi enters the fleet, allowing greater flexibility in the transport of passengers and goods.

1991-92
Arriva il MilleMiglia
– MilleMiglia arrives
Arrivano i nuovi MD11, trireattori dall’ampia autonomia di volo: oltre 12.000 chilometri.
Giorgio Armani disegna le nuove divise e collabora agli interni dei nuovi aerei.
Nasce il MilleMiglia programma dedicato ai frequent flyers.

The new MD11s arrive, three-jets with a long flight range: over 12,000 kilometers.
Giorgio Armani designs the new uniforms and collaborates on the interiors of the new planes.
The MilleMiglia program dedicated to frequent flyers is born.

2001-02
Ingresso in SkyTeam – Entry into SkyTeam
Alitalia entra a far parte dell’alleanza internazionale SkyTeam insieme con Air France, Delta Air Lines, Korean Air, Aeromexico e CSA Czech Airlines.
Sul lungo raggio il nuovo Boeing 777 sostituisce il glorioso Jumbo B747.

Alitalia joins the SkyTeam international alliance together with Air France, Delta Air Lines, Korean Air, Aeromexico and CSA Czech Airlines.
In the long haul, the new Boeing 777 replaces the glorious Jumbo B747.

2009
Alitalia compagnia privata
– Alitalia – C.A.I. begins service
Il 13 gennaio decolla il primo volo di Alitalia Compagnia Aerea Italiana, società interamente privata, che rileva beni, infrastrutture e personale da Alitalia – Linee Aeree Italiane e assorbe Air One.

On 13 January, Alitalia – Compagnia Aerea Italiana operated its first flight. The company took over the goods, infrastructures and personnel from Alitalia – Linee Aeree Italiane and absorbed Air One, creating a single airline, leader in Italy.

2015
Alleanza con Ethiad Airways
– Alliance with Ethiad Airways
Dal 1 gennaio è operativa la nuova Alitalia, compagnia a maggioranza italiana nel cui capitale entra con 49% Etihad Airways, la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti.

From the first January the new Alitalia has begun its operations, an Italian company with a 49% of capital investment from Etihad Airways the flag carrier of the United Arab Emirates.

Tramonto aereoporto di Fiumicino, Sunset Fiumucino airport
Tramonto all’aereoporto di Fiumicino, Roma / Sunset at Fiumucino airport, Rome

L’economia e la caduta / The economics and the downfall

È stato deciso che Alitalia effettuerà il suo ultimo volo il 15 ottobre 2021, essendo in corso la sua cessione, con la gara per l’acquisizione del marchio, uno degli asset più significativi dell’intera operazione di transizione in corso. ITA, la nuova compagnia aerea di cui quasi nessuno ha sentito parlare, inizierà a volare il 15 ottobre come nuova compagnia di bandiera italiana, sostituendo la fallita Alitalia. Il capo dell’ITA Fabio Lazzerini (ex uomo Alitalia) intende acquistare il marchio in una gara d’appalto annunciata dal governo italiano venerdì 17 settembre.

It’s been decided that Alitalia will take its last flight on October 15, 2021, as the sale of Alitalia is underway, with the tender for the acquisition of the brand, one of the most significant assets of the entire transition operation in progress. ITA, the newly branded airline that hardly anyone has heard of will start flying on October 15 as Italy’s new flag carrier, replacing a bankrupt Alitalia. The head of ITA Fabio Lazzerini (a former Alitalia man) plans to buy the brand in a tender the Italian government announced on Friday, September 17

Il legislatore ha previsto che una compagnia aerea si aggiudichera’ la gara al fine di garantire la presenza del nome “Alitalia” nel panorama del trasporto aereo e mantenere un forte punto di riferimento per i passeggeri. Ma se ITA viene rinominata Alitalia, ciò solleva la questione di quanto sia diversa la nuova compagnia aerea da quella vecchia. Non è questo il modo in cui l’ITA viene girata da Bruxelles e Roma. La Commissione Europea ha stabilito la scorsa settimana che ITA e Alitalia sono entità separate, la cosiddetta discontinuità economica. Di conseguenza, la nuova società non è responsabile per 900 milioni di euro di aiuti statali illegali ricevuti dal suo predecessore, il che consente anche a Roma di iniettare 1,35 miliardi di euro di denaro fresco nella nuova società.

Legislators have predicted that in order to guarantee the presence of the name “Alitalia” in the panorama of air transport and to maintain a strong point of reference for passengers, an airline will be awarded the tender. But if ITA is rebadged as Alitalia, that raises the question of just how different the new airline is from the old one. That’s not the way ITA is being spun by Brussels and Rome. The European Commission determined last week that ITA and Alitalia are separate entities, so-called economic discontinuity. As a result, the new company is not liable for €900 million in illegal state aid received by its predecessor, which also allows Rome to inject €1.35 billion of fresh money into the new company.

L’economista Ugo Arrigo individua il risultato sperato: “I commissari, che in base al diritto delle crisi d’impresa dovrebbero massimizzare i proventi della vendita di attività produttive che operano nell’interesse dei creditori, sono invece obbligati a vendere all’ITA perché il legislatore lo vuole. . Ma l’ITA non doveva essere in totale discontinuità con Alitalia secondo la volontà dell’Unione Europea? E come si concilia questa esigenza con la continuità invece resa obbligatoria dalla legge alla stregua di una staffetta olimpica? Inoltre, se i commissari sono costretti a vendere a un acquirente predeterminato, come possono massimizzare i proventi?”

Economist Ugo Arrigo identifies of the desired result: “The commissioners, who under the law of business crises should maximize the proceeds from the sale of productive activities operating in the interest of creditors, are instead obliged to sell to ITA because the legislator wants this. . But wasn’t ITA supposed to be in total discontinuity with Alitalia according to the will of the European Union? And how is this need reconciled with the continuity instead made obligatory by the law in the same way as an Olympic relay? Also, if commissioners are forced to sell to a predetermined buyer how can they maximize the proceeds?”

Quali sono le differenze tra ITA e Alitalia? /
What are the differences between ITA and Alitalia?

ITA volerà gli aerei della vecchia compagnia aerea, utilizzando molti dei suoi slot a Milano e Roma, e sarà gestita dalla forza lavoro snellita della vecchia comapagnia. Infatti la sua forza lavoro sarà molto più piccola, assumendo solo 2.800 dipendenti quest’anno, con piani per il prossimo anno di aumentarla a 5.750, che è ancora meno della metà degli 11.000 dipendenti di Alitalia. Ad ITA è inoltre vietato rilevare il programma fedeltà della vecchia compagnia aerea, che ha fatto infuriare i sindacati, oltre al fatto che la Commissione ha consentito la creazione di una nuova compagnia aerea non vincolata dai contratti della vecchia compagnia.

ITA will be flying the old airline’s aircraft, using many of its slots in Milan and Rome, and be staffed by the slimmed-down remnants of the old carrier’s workforce. Infact its workforce will be much smaller taking on only 2,800 employees this year, with plans for next year to increase it to 5,750, which is still less than half of Alitalia’s 11,000 employees. ITA is also barred from taking over the old airline’s loyalty scheme, which has enraged unions, in addition to the fact that the Commission has allow the creation of a new airline not bound by the old carrier’s contracts.

“Alitalia è stata tradizionalmente all’avanguardia riguardo alle condizioni di lavoro dignitose e livelli retributivi in linea con le altre compagnie di bandiera europee”, ha scritto in una lettera alla Commissione Livia Spera, segretario generale della Federazione europea dei lavoratori dei trasporti. In una telefonata con Politico ha affermato che “Ciò che l’ITA sta offrendo è una maniera ottocentesca di gestire i lavoratori. In base ai nuovi contratti, ancora in fase di definizione, i dipendenti subiranno un taglio di stipendio del 27 per cento».

“Alitalia has traditionally been leading the way in decent working conditions and levels of pay in line with other European flag carriers,” Livia Spera, secretary general of the European Transport Workers’ Federation, wrote in a letter to the Commission.  In a call to Politico she stated that, “What ITA is offering is an 18th-century way of managing workers. Under the new contracts, which are still being drawn up, employees are set to see a 27 percent salary cut.”

Riccardo Magi, legislatore italiano e capo di More Europe, partito centrista e pro-mercato, ritiene che “nonostante il trucco consistente nel cambiare le entità giuridiche, Alitalia non ha la capacità di essere competitiva”, ha detto, prevedendo che ITA continuerà a beneficiare del sostegno statale in futuro. Dunque il passaggio del testimone pare complicato e, secondo gli esperti, ITA è un fallimento annunciato dove i contribuenti ci rimetteranno due volte.

Riccardo Magi, an Italian lawmaker and head of More Europe, a centrist and pro-market party, believes that, “Despite the trick consisting in changing legal entities, Alitalia doesn’t have the capacity to be competitive,” he said, predicting that ITA will continue benefiting from state support in the future. So the passing of the baton seems complicated and, according to experts, ITA is an announced failure where taxpayers will lose out twice.

Ciao ciao, Alitalia.

Sede Alitalia all'aeroporto di Fiumicino, Roma/ Alitalia head office at Fiumicino Airport, Rome
Sede Alitalia all’aeroporto di Fiumicino, Roma/ Alitalia head office at Fiumicino Airport, Rome

Schiacciata con l’uva ricetta- grape pizza recipe

(English follows)

Sai che con l’uva non si fa solo il vino, ma anche un tipo pizza? Infatti la schiacciata con l’uva è una specialità Toscana. Sono golosa di dolci, quindi penso che ne sfornerò una bella quantità in questa stagione di vendemmia.

Mio padre produceva tanta uva ogni anno intorno alla nostra casa, uva bianca e rossa. Domani 6 settembre sarà il secondo compleanno che non potrò fargli gli auguri. Sono gia passati 18 mesi da quando ci ha lasciati.

La schiacciata con l’uva, dolcissima ricetta della tradizione toscana, si preparava al tempo della vendemmia, quando l’uva era matura ed abbondante e il pane si faceva rigorosamente in casa.
 
Si tratta infatti di un dolce costituito da pasta di pane lievitata, senza sale come vuole la tradizione del centro Italia, uva nera, olio d’oliva e poco zucchero, tutti prodotti legati al territorio. La pasta di pane fa da base e copertura, mentre l’uva viene messa come ripieno e in superficie: il risultato sono quindi due strati di morbida focaccia dolce e due strati di frutta, una vera delizia.

La schiaccia con l’uva è una merenda sana e golosa quanto il Castagnaccio, anch’esso di origine toscana e contadina, anche se meno famosa
 
L’uva è frutta molto preziosa per il nostro organismo: naturalmente ricca di vitamine e sali minerali, contiene anche antiossidanti. Svolge inoltre un’azione diuretica e antinfiammatoria. E poi è buonissima.

La schiaccia con l’uva quindi fa bene al corpo e allo spirito!

INGREDIENTI

  • 400 g di farina 0
  • 7 g di lievito di birra disidratato
  • 6 cucchiai di zucchero semolato
  • 4 cucchiai di olio d’oliva
  • 200 ml di acqua
  • 2 grappoli di uva nera

Come preparare la Schiacciata con l’uva

  1. Per preparare la schiacciata con l’uva fai innanzitutto sciogliere il lievito in metà dell’acqua. Metti la farina nella ciotola della planetaria, unisci il lievito e l’olio; impasta il tanto che serve ad amalgamare e aggiungi, poca alla volta, tutta o parte dell’acqua restante. Regolati in base al composto che non dovrà risultare né troppo morbido né troppo duro. Impastate per circa 15 minuti, fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Trasferiscilo in una ciotola, coprilo con pellicola alimentare e fai lievitare fino al raddoppio (ci vorranno circa 2 ore).
  2. Preleva l’impasto lievitato e rovescialo su una spianatoia infarinata. Prendine i 2/3 circa e stendilo con le mani su una teglia quadrata da 23 x 23 cm, foderata di carta forno e unta d’olio. Dovrairicoprire sia la base che parte dei bordi.
  3. Distribuisci sopra i chicchi sgranati di 1 grappolo d’uva, cospargili con 3 cucchiai di zucchero semolato e termina con un giro d’olio. Stendi con le mani, o con il mattarello, la pasta restante e copri il ripieno di frutta, sigillando bene i bordi con le dita.
  4. Distribuisci sulla superficie della pasta gli acini del grappolo d’uva restante, cospargi con i rimanenti 3 cucchiai di zucchero e un filo d’olio. Passa nel forno già caldo a 190° e fai cuocere per 45-50 minuti o comunque fino a doratura. Sforna la schiacciata con l’uva e falla raffreddare completamente prima di servirla. Buon appetito!

(English version)
Do you know that grapes are not used only to make wine, but also a type of pizza? In fact, la schiacciata con l’uva (grape pizza) is a Tuscan specialty. I have a sweet tooth, so I think I’ll be churning out a fair amount this harvest season.

My father produced a lot of grapes every year around our home, white and red grapes.

Tomorrow, September 6 will be the second birthday that I will not be able to wish him a happy birthday. It’s already been 18 months since he left us.

La schiacciata con l’uva, this sweet recipe of the Tuscan tradition, used to be prepared during harvest, when the grapes were ripe and plentiful and bread was strictly homemade.

It is in fact a dessert consisting of leavened bread dough, without salt as the tradition of central Italy dictates, black grapes, olive oil and a little sugar, all products linked to the territory. The bread dough acts as a base and cover, while the grapes are placed as a filling and on the surface: the result is therefore two layers of soft sweet focaccia and two layers of fruit, a real delight.

The schiaccia con l’uva is a healthy and delicious snack as the Castagnaccio, also of Tuscan and peasant origin, although less famous.

Grapes are a very precious fruit for our body: naturally rich in vitamins and minerals, they also contain antioxidants. They also have a diuretic and anti-inflammatory effect. And of course are very good.

La schiaccia con l’uva is therefore good for the body and spirit!

INGREDIENTS:

400 g of flour O
7 g of dehydrated brewer’s yeast
6 tablespoons of granulated sugar
4 tablespoons of olive oil
200 ml of water
2 bunches of black grapes

How to prepare La schiacciata con l’uva

  1. To prepare la schiacciata con l’uva, first dissolve the yeast in half of the water. Put the flour in the bowl, add the yeast and the oil; knead as much as needed and add, little by little, all or part of the remaining water. Adjusted according to the compound that should not be too soft nor too hard. Knead for about 15 minutes, until the mixture is smooth and elastic. Transfer it to a bowl, cover it with cling film and let it rise until doubled (it will take about 2 hours).
  2. Take the leavened dough and turn it over onto a floured pastry board. Take about 2/3 of it and spread it with your hands on a square pan measuring 23 x 23 cm, lined with parchment paper and greased with oil. You will need to cover both the base and part of the edges.
  3. Spread the grains free of seeds of 1 bunch of grapes over it, sprinkle with 3 tablespoons of granulated sugar and finish with a drizzle of oil. Roll out the remaining dough with your hands or with a rolling pin and cover the fruit filling, sealing the edges well with your fingers.
  4. Spread the remaining grapes on the surface of the dough, sprinkle with the remaining 3 tablespoons of sugar and a drizzle of oil. Put it in the preheated oven at 190 ° and cook for 45-50 minutes or in any case until golden brown. Remove la schiacciata/ flatbread and let it cool completely before serving.

    Buon appetito!

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