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Il Blog

Un racconto di Natale: Il Tesoro dei Poveri di Gabriele D’Annunzio

A Christmas Tale: The Treasure of the Poor by Gabriele D’Annunzio

(English follows)

Ascolta la storia:

Racconta un poeta:
C’era una volta non so più in quale terra una coppia di poverelli.
Ed erano, questi due poverelli, così miseri che non possedevano nulla, ma proprio nulla di nulla.
Non avevano pane da metter nella madia, né madia da mettervi pane.
Non avevano casa per mettervi una madia, né campo per fabbricarvi casa.
Se avesser posseduto un campo, anche grande quanto un fazzoletto, avrebbero potuto guadagnare tanto da fabbricarvi casa.
Se avessero avuto casa, avrebbero potuto mettervi la madia.
E se avessero avuto la madia, è certo che in un modo o in un altro, in un angolo o in una fenditura, avrebber potuto trovare un pezzo di pane o almeno una briciola.
Ma, non avendo né campo, né casa, né madia, né pane, erano in verità assai tapini.
Ma non tanto del pane lamentavano la mancanza quanto della casa.
Del pane ne avevano a bastanza per elemosina, e qualche volta avevan anche un po’ di companatico e qualche volta anche un sorso di vino.
Ma i poveretti avrebber preferito rimaner sempre a digiuno e possedere una casa dove accendere qualche ramo secco o ragionar placidamente d’innanzi alla brace.
Quel che v’ha di meglio al mondo, in verità, a preferenza anche del mangiare, è posseder quattro mura per ricoverarsi. Senza le sue quattro mura l’uomo è come una bestia errante.
E i due poverelli si sentirono più miseri che mai, in una sera triste della vigilia di Natale, triste soltanto per loro, perché tutti li altri in quella sera hanno il fuoco nel camino e le scarpe quasi affondate nella cenere.
Come si lamentavano e tremavano su la via maestra, nella notte buja, s’imbatterono in un gatto che faceva un miagolìo roco e dolce.
Era in verità un gatto misero assai, misero quanto loro, poiché non aveva che la pelle su le ossa e pochissimi peli su la pelle.
S’egli avesse avuto molti peli su la pelle, certo la sua pelle sarebbe stata in miglior condizione.
Se la sua pelle fosse stata in condizion migliore, certo non avrebbe aderito così strettamente alle ossa.
E s’egli non avesse avuta la pelle aderente alle ossa, certo sarebbe stato egli forte abbastanza per pigliar topi e per non rimaner così magro.
Ma, non avendo peli ed avendo in vece la pelle su l’ossa, egli era in verità un gatto assai meschinello.
I poverelli son buoni e s’aiutan fra loro.
I due nostri dunque raccolsero il gatto e né pure pensarono a mangiarselo; ché anzi gli diedero un po’ di lardo che avevano avuto per elemosina.
Il gatto, com’ebbe mangiato, si mise a camminare d’innanzi a loro e li condusse in una vecchia capanna abbandonata.
C’eran là due sgabelli e un focolare, che un raggio di luna illuminò un istante e poi sparve.
Ed anche il gatto sparve col raggio di luna, cosicché i due poverelli si trovaron seduti nelle tenebre, d’innanzi al nero focolare che l’assenza del fuoco rendeva ancor più nero.
– Ah! – dissero – se avessimo a pena un tizzone! Fa tanto freddo! E sarebbe tanto dolce scaldarsi un poco e raccontare favole!
Ma, ohimè, non c’era fuoco nel focolare poiché essi erano miseri, in verità miseri assai.
D’un tratto due carboni si accesero in fondo al camino, due bei carboni gialli come l’oro.
E il vecchio si fregò le mani, in segno di gioia, dicendo alla sua donna:
– Senti che buon caldo?
– Sento, sento – rispose la vecchia.
E distese le palme aperte innanzi al fuoco.
– Soffiaci sopra – ella soggiunse. La brace farà la fiamma.
– No – disse l’uomo – si consumerebbe troppo presto.
E si misero a ragionare del tempo passato, senza tristezza, poiché si sentivano tutti ringagliarditi dalla vista dei due tizzoni lucenti.
I poverelli si contentan di poco e son più felici. I nostri due si rallegrarono, fin nell’intimo cuore, del bel dono di Gesù Bambino, e resero fervide grazie al Bambino Gesù.
Tutta la notte continuarono a favoleggiare scaldandosi, sicuri omai d’essere protetti dal Bambino Gesù, poiché i due carboni brillavan sempre come due monete nuove e non si consumavano mai.
E, quando venne l’alba, i due poverelli che avevano avuto caldo ed agio tutta la notte, videro in fondo al camino il povero gatto che li guardava da’ suoi grandi occhi d’oro.
Ed essi non ad altro fuoco s’erano scaldati che al baglior di quelli occhi.
E il gatto disse:
– Il tesoro dei poveri è l’illusione.


Prima pubblicazione in «La Tribuna», 22 dicembre 1887, rubrica Favole di Natale, testo siglato dal
Duca Minimo.
Trascrizione da Gabriele D’Annunzio, Il tesoro dei poveri, in Gabriele D’Annunzio, Tutte le
novelle, a cura di Annamaria Andreoli e Marina De Marco, Milano, Mondadori, 1992, pp. 702-704.


English version “The Treasure of the Poor”

A poet says:
Once upon a time, I don’t know which land anymore, there lived a poor couple.
And these two poor people were so miserable that they owned nothing, absolutely nothing at all.
They had no bread to put in the cupboard, nor a cupboard to put bread in.
They had no house to put a cupboard in, nor field to build a house.
If they had owned a field, even the size of a handkerchief, they could have made money enough to build a house there.
If they had a house, they could have put the cupboard there.
And if they had had the cupboard, it is certain that in one way or another, in a corner or in a crack, they could have found a piece of bread or at least a crumb.
But, having neither field, nor house, nor cupboard, nor bread, they were in truth very miserable.
But they didn’t complain about the lack of bread so much as of the house.
They had enough bread for alms, and sometimes they even had a bit of bread
and sometimes even a sip of wine.
But these poor people would have preferred to always remain without food and have a house to light up a few dry branches or calmly talk in front of the embers.
What is best in the world, in truth, even better than eating, is to have four
walls for shelter. Without his four walls man is like a wandering beast.
And these two poor people felt more miserable than ever, on a sad evening on Christmas Eve, sad only for them, because all the others that evening have a fire in the fireplace and shoes almost sinking in the ash.
While they were moaning and trembling on the main road, in the dark night, they came across a cat that made a hoarse and sweet meow.
It was in truth a very miserable cat, as miserable as them, since it had only the skin on its bones and very few hairs on the skin.
If it had had a lot of hair on its skin, its skin would certainly have been in better condition.
If its skin had been in better condition, it certainly wouldn’t have clung so tightly to the bone.
And if it hadn’t had skin adhering to its bones, it certainly would have been strong enough to catching mice and so as not to remain so thin.
But, having no hair and instead having skin on its bones, it was in truth very much a petty cat.
Poor people are good and help each other.
So our the picked up the cat and didn’t even think about eating it; because in fact they gave it a some lard that they had received for alms.
The cat, as soon as it had eaten, began to walk in front of them and led them to an old abandoned hut.
There were two stools there and a hearth, which a ray of moonlight illuminated for an instant and then disappeared.
And even the cat disappeared with the moonbeam, so that the two poor people found themselves sitting in the darkness, in front of the black hearth which the absence of fire made even blacker.
– Ah! – they said – if only we had a piece of coal! It’s very cold! And it would be so sweet to warm up a little and tell fairy tales!
But, alas, there was no fire in the hearth because they were miserable, very miserable indeed.
Suddenly two coals lit up at the bottom of the fireplace, two beautiful coals as yellow as gold.
And the old man rubbed his hands, as a sign of joy, saying to the woman:
– Do you feel that good heat?
– I feel it, I feel it – replied the old woman.
And she spread her open palms before the fire.
“Blow on it,” she added. Its embers will make the flame.
– No – said the man – it would wear out too soon.
And they began to talk about the past time, without sadness, because they all felt refreshed from the sight of the two shining embers.
The poor are content with little and are happier. Our two rejoiced, even to their hearts, of the beautiful gift of Baby Jesus, and gave fervent thanks to Baby Jesus.
All night they continued to tell stories while warming themselves, now sure of being protected by the Child Jesus, because the two coals always shone like two new coins and were never consumed.
And, when dawn came, the two poor people who had been warm and comfortable all night, saw at the bottom of the fireplace the poor cat who looked at them with his big golden eyes.
And they had warmed themselves with no other fire than the gleam of those eyes.
And the cat said:
– The treasure of the poor is illusion.

First publication in «La Tribuna», 22 December 1887, Christmas Fairy Tales column, text signed by Duke Minimus.
Transcription from Gabriele D’Annunzio, The treasure of the poor, in Gabriele D’Annunzio, Tutti le novelle, edited by Annamaria Andreoli and Marina De Marco, Milan, Mondadori, 1992, pp. 702-704.


Perfeziona i verbi e la pronuncia italiana nell’Accademia dei Verbi.
Troverai tanti esercizi pratici che ti aiuteranno a coniugare tutti i tempi verbali e a pronunciarli bene:


Estate di San Martino- leggenda e tradizioni

Summer of San Martino (Indian Summer) – legend and traditions

(English follows)

Capita quasi ogni anno, prima che faccia capolino l’inverno, che si verifichi un’intervallo di bel tempo, con giornate luminose e tiepide nel pieno della stagione autunnale, nel periodo di fine ottobre-inizio novembre.

Un rialzo delle temperature mette in pausa pioggia, nebbia e freddo. Questo fenomeno avvolto da tradizioni e leggende di origine cristiana è conosciuto come l’Estate di San Martino.

La leggenda

“L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino” è un popolare detto che accompagna la leggenda dell’Estate di San Martino, una tradizione popolare italiana che celebra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

Si narra che un freddo giorno d’autunno, molto probabilmente proprio l’11 novembre, Martino uscendo a cavallo da una delle porte della città di Amiens, in Francia, si è imbattuto in un uomo molto povero, nudo e infreddolito. San Martino ha avuto pietà dell’uomo e ha deciso di aiutarlo. Così ha tagliato il suo mantello di lana donandogli la metà.

Pare che dopo pochi istanti abbia smesso di piovere, sia spuntato il sole e la temperatura sia diventata più mite. Quella notte Martino ha sognato Gesù rivelando di essere lui il mendicante. Quindi per commemorare quell’11 novembre San Martino mantiene la sua promessa (quasi) ogni anno, regalando un’interruzione dalla morsa del freddo e un periodo piacevole e mite.

La tradizione

L’Estate di San Martino nei Paesi anglosassoni viene chiamata “Indian Summer” (letteralmente Estate Indiana) ed è nota anche nelle culture francofone e iberofone.

Questa festività in alcune parti d’Italia è associata alla vendemmia e alla raccolta delle olive. In effetti questa piccola pausa di piacevole clima è vista come un momento di transizione e cambiamento verso l’inverno che sta per arrivare.

Una spiegazione scientifica

L’Estate di San Martino ha anche una spiegazione scientifica. Secondo molti esperti l’alta pressione, le alte temperature e il bel tempo sono dovuti all’espansione dell’anticiclone dalla Spagna verso tutto il Mediterraneo.

San Martino, da militare a santo

Martino da Tours è nato intorno al 317 da una nobile famiglia. Si è convertito al cristianesimo dopo l’episodio del mantello ed è stato battezzato. Dopo vent’anni di carriera militare è diventato Vescovo di Tours nel 371. Ha fondato il monastero di Ligugé, il più antico d’Europa.

san martino nella letteratura

L’estate di San Martino è celebrata in diverse poesie e presta il nome anche al titolo di un romanzo. Ricordiamo:

  • una famosa poesia di Giosuè Carducci, intitolata appunto San Martino.
  • una poesia di Giovanni Pascoli Novembre è dedicata all’Estate di San Martino
  • anche Cesare Pavese ha dedicato una poesia al periodo intitolata Estate di San Martino.
  • L’Estate di San Martino (Nachsommer, 1857) è uno dei romanzi più celebri di Stifter.

English version

It happens almost every year, before winter sets in, that there is an interval of good weather, with bright and warm days at the height of the autumn season, in the period from the end of October to the beginning of November.

A rise in temperatures puts a pause on rain, fog and cold. This phenomenon surrounded by traditions and legends of Christian origin is known as “L’Estate di San Martino”, Saint Martin’s Summer.

The legend

“Saint Martin’s Summer lasts three days and a little” (“L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochin) is a popular saying that accompanies the legend of Saint Martin’s Summer, an Italian popular tradition that celebrates the end of summer and the beginning of autumn.

It is said that one cold autumn day, most likely on November 11th, Martino, horse riding out of one of the gates of the city of Amiens, in France, came across a very poor, naked and cold man. Saint Martin took pity on the man and decided to help him. So he cut his woolen cloak and gave him half of it.

It seems that after a few moments it stopped raining, the sun came out and the temperature became milder. That night Martin dreamed of Jesus revealing that he was the beggar. So to commemorate that day of November 11th, Saint Martin keeps his promise (almost) every year, granting an interruption from the grip of the cold and a pleasant and mild period.

The Tradition

Saint Martin’s Summer in Anglo-Saxon countries is called “Indian Summer” and is also known in Francophone and Iberophone cultures.

This holiday in some parts of Italy is associated with the grape harvest and olive harvest. In fact, this small break of pleasant climate is seen as a moment of transition and change towards the winter that is about to arrive.

A scientific explanation

St. Martin’s Summer also has a scientific explanation. According to many experts, the high pressure, high temperatures and good weather are due to the expansion of the anticyclone from Spain towards the entire Mediterranean.

Saint Martin, from soldier to saint

Martin of Tours was born around 317 to a noble family. He converted to Christianity after the cloak episode and was baptized. After twenty years of military career he became Bishop of Tours in 371. He founded the monastery of Ligugé, the oldest in Europe.

Saint Martin in literature

The Estate di San Martino is celebrated in several poems and also lends its name to the title of a novel. We remember:

  • a famous poem by Giosuè Carducci, entitled San Martino.
  • a poem by Giovanni Pascoli Novembre is dedicated to the Summer of San Martino
  • Cesare Pavese also dedicated a poem to the period entitled Summer of San Martino. (Estate di San Martino)
  • St. Martin’s Summer (Nachsommer, 1857) is one of Stifter’s most famous novels.

I verbi fraseologici: venire/andare a prendere

The phrasal verbs: venire/andare a prendere

(English follows)

Ascolta la lezione (listen to the lesson):

Studiando l’italiano hai mai incontrato dei verbi seguiti da una preposizione e poi da un altro verbo all’inifinito o al gerundio? Sono dei verbi fraseologici e a volte ti fanno grattare il capo se non sai come usarli! Vediamo in particolare come si usano i verbi fraseologici venire a prendere e  andare a prendere.

I verbi venire a prendere e andare a prendere sono chiamati verbi fraseologici. Sono usati davanti a un altro verbo all’infinito o al gerundio e sono spesso accompagnati da una preposizione.

I verbi fraseologici esprimono una particolare azione, per esempio:
cominciare a +infinito – (inizio dell’azione)
finire di + infinito – (fine dell’azione)
continuare a +infinito – (proseguimento dell’azione)
stare per + gerundio – (progressività dell’azione)

I verbi venire a + prendere e andare a + prendere indicano il movimento di un’azione.

Vediamo alcune frasi:

Venire a prendere – to come get, pick up

1. Vengo a prendere la mia bici domani quando sarà pronta.

2. Stasera i miei amici vengono a prendere dell’uva del mio orto.

3. Sono venuti a prenderci alla fermata dell’autobus.

4. Ti veniamo a prendere all’aeroporto.

Andare a prendere – to go get, pick up

1. Siete andati a prendere un caffè al bar?

2. Ogni giorno va a prendere la figlia all’uscita dalla scuola.

3. Sono andati a prendere le chiavi dell’appartamento.

4. Domani andremo a prendere del vino in cantina.

Consiglio

Quando hai dei dubbi, per non sbagliare, consulta sempre il dizionario!

Continua a esercitarti nell’Accademia dei Verbi.
Troverai tanti esercizi efficaci che ti aiuteranno a coniugare tutti i tempi verbali e a pronunciarli bene:


English version

While studying Italian, have you ever encountered verbs followed by a preposition and then by another verb in the infinitive or gerund? They are phrasal verbs and sometimes they make you scratch your head if you don’t know how to use them! Let’s see in particular how to use the phrasal verbs venire a prendere and andare a prendere.

The verbs venire a prendere and andare a prendere are called phrasal verbs. They are used before another verb in the infinitive or gerund and are often accompanied by a preposition.

Phrasal verbs express a particular action, for example:
cominciare a +infinito – (start of an action)
finire di + infinito – (end of an action)
continuare a +infinito – (continuation of an action)
stare per + gerundio – (progression an action)

The verbs venire a + prendere e andare a + prendere indicate the movement of an action.

Let’s have a look at some sentences:

Venire a prendere – to come get, pick up

1. Vengo a prendere la mia bici domani quando sarà pronta.
I’ll come get my bike tomorrow when it’s ready.

2. Stasera i miei amici vengono a prendere dell’uva del mio orto.
Tonight my friends are coming to get some grapes from my garden.

3. Sono venuti a prenderci alla fermata dell’autobus.
They came to pick us up at the bus stop.

4. Ti veniamo a prendere all’aeroporto.
We will pick you up at the airport.

Andare a prendere – to go get, pick up

1. Siete andati a prendere un caffe al bar?
Have you gone to and get a coffee at the bar?

2. Ogni giorno va a prendere la figlia all’uscita dalla scuola .
Every day he goes to pick up his daughter from school.

3. Sono andati a prendere le chiavi dell’appartamento.
They went to get the keys to the apartment.

4. Domani andremo a prendere del vino in cantina.
Tomorrow we will go to the cellar to get some wine.

Suggestion:

When in doubt, to avoid making mistakes, always consult the dictionary!

Continua a esercitarti (continue to practice) in the Accademia dei Verbi.
You will find many effective exercises that will help you conjugate all the verb tenses and pronounce them well:

Michela Murgia: tenace scrittrice e attivista italiana

Michela Murgia: tenacious Italian writer and activist

(English follows)

Il mondo della cultura è in lutto. Alcuni giorni fa è venuta a mancare Michela Murgia, una scrittrice e attivista italiana nota per i suoi lavori su temi sociali, culturali e politici. È stata coinvolta in varie cause politiche e sociali in Italia contro la discriminazione delle donne, dei precari, della diversità, dei più deboli. Ha scritto molto su questioni relative al femminismo, all’immigrazione e ai diritti umani, tra gli altri. È considerata una delle voci più importanti della letteratura italiana contemporanea e ha vinto numerosi premi per i suoi contributi nel campo.

Nata il 3 ottobre 1972 a Cabras, un piccolo paese della Sardegna, ha pubblicato numerosi libri, saggi e articoli, sia in Italia che all’estero. Una delle sue opere più famose è il romanzo “Accabadora”, pubblicato nel 2009 e vincitore di premi letterari. Il libro racconta la storia di una donna di nome Bonaria Urrai, conosciuta nel suo paese come “Accabadora”, una figura tradizionale della società sarda che assisteva le persone nei loro momenti morenti.

Murgia era anche grande amica e sostenitrice di Roberto Saviano, scrittore e attivista anitmafia, autore di “Gomorra”, che di recente è costretto a difendersi nel processo per diffamazione contro la prima ministra Giorgia Meloni e altri politici di destra.

Sia Murgia che Saviano e altri intellettuali italiani si sono assunti il duro compito di criticare e prendere posizioni difficili contro “il potere”. Insieme hanno affrontato con determinazione e coraggio le infamie dei giornali e dei più forti senza mai tirarsi indietro. Murgia è stata tenace anche nei confronti della malattia scegliendo il sorriso alla disperazione continuando a far sentire la sua voce su questioni politiche e sociali fino all’ultimo.

Anche i suoi funerali, come dice Saviano, sono stati “Un atto politico: non nascondere niente e far stare insieme tutti coloro che hanno creduto nel suo ideale politico.”

La lotta di Michela Murgia continua attraverso i suoi libri e attraverso tutte le persone che ha ispirato con le sue parole e i suoi gesti. Lotteremo sempre e comunque per la libertà di espressione. Ciao, Michela.

Le frasi tratte dai libri di Michela Murgia

Da queste frasi è facile comprendere il pensiero di Michela Murgia.

Il mondo deve sapere

  • L’obiettivo raggiunto di oggi è la base di partenza per quello di domani.
  • Perché alla fine ha ragione Stephen King, l’orrore è nel quotidiano, non è nel mostro che viene dallo spazio, è nella tazzina di caffè che non hai bevuto perché ha squillato il telefono.
  • Fai in modo che il tuo sogno incontri le opportunità. Ma ricorda che l’opportunità lasciata passare non è mai persa… verrà trovata da qualcun altro.

Accabadora

  • Nell’ora della debolezza alcuni preferiscono diventare credenti piuttosto che forti.
  • Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della luna, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell’anima.
  • Gli appezzamenti piccoli e irregolari raccontavano di famiglie con troppi figli e nessuna intesa, frantumate in una miriade di confini fatti a muretto a secco, in basalto nero, ciascuno con il suo astio a tenerlo su.

Ave Mary

  • Invece di accrescere l’autorevolezza, l’età avanzata colloca infatti le donne in una posizione di ulteriore fragilità, perché all’abbassamento del parametro estetico si accompagna anche lo svilimento pubblico della capacità intellettuale, qualora fosse stata prima riconosciuta.
  • A lungo mi sono chiesta come fosse possibile che persone intelligenti, il più delle volte colte, spesso autonome economicamente, accettassero di essere oggetto di violenza all’interno della propria relazione. Adesso so che contano l’educazione femminile, frutto di secoli di addestramento alla subordinazione, e anche la parallela formazione maschile, imbevuta di proiezioni dominanti e possessive.
  • Finché la volontà dell’uomo continuerà a essere l’unica fonte di diritto, la volontà delle donne sarà costretta a porsi come elemento di conflitto.

L’incontro

  • Come si è nati è una di quelle cose che bisogna farsi spiegare piú volte, e dev’essere per questo che dopo, per tutta la loro vita, molti adulti cercano di liberarsi dalle parentele casuali affermandone altre decise da sé con puri atti di volontà. Testimoni di matrimonio vengono assunti come fratelli.
  • Cosí li senti davvero certi adulti nei bar, uomini fatti e disfatti mille volte dalla vita, vantarsi an- cora tra di loro dei legami nella strada dell’infanzia – abbiamo fatto il gioco insieme – come di un parto condiviso.
  • Benedetto sempre sia il rispetto per la carne della nostra carne, ma la strada e l’averci giocato insieme offre ai bambini una più alta dimensione di parentela, che nemmeno da adulti sarà mai dimenticata.

Chirú

  • Non capiva perché le persone passassero tutta la vita a cercare di essere piú speciali degli altri: se solo avessero immaginato cosa significava essere diversi in un posto in cui essere diversi voleva dire essere soli, ciascuno si sarebbe accontentato di sé stesso.
  • Nessuno può sapere quanto rumore fa una certezza che si rompe.
  • Bisogna essere molto attenti per riconoscere nei gesti altrui il suono sordo della ceramica scheggiata. Io non lo ero.
  • Temo con ogni fibra quel tipo di persona che è pronta a scambiare per pensiero il moto casuale di tutto quello che gli passa per la testa e chiama sincerità l’incapacità di controllarlo.

Futuro interiore

  • Chi non ha risposte si salverà forse con una domanda, se saprà sceglierla bene.
  • Non ci sono colpe del passato né pesi nel presente che possano esimerci dal prenderci la responsabilità di sognare il futuro.
  • Chi nasce nella bellezza crescerà convinto di meritarsi un mondo bello e sarà difficile persuaderlo ad accontentarsi di qualcosa di meno. 

Istruzioni per diventare fascisti

  • Il rischio è dire: se tutto è fascismo, niente lo è. Non è così. Non tutto è fascismo, ma il fascismo ha la fantastica capacità, se non vigiliamo costantemente, di contaminare tutto.
  • Una democrazia giovane, specialmente se nata da una guerra o da una rivoluzione civile, sarà molto reattiva al fascismo, ma una democrazia – poniamo caso – con addosso una settantina d’anni avrà perso gran parte della memoria iniziale di sé e avrà seppellito i testimoni oculari che con i loro racconti reggevano la sua retorica.
  • Se il gioco è carnefici contro vittime, è un gioco perso: nessuno vuole passare per lo stronzo che chiude la porta di casa mentre fuori si muore di fame. Se invece tutti sono vittime allora le fragilità ci mettono sullo stesso piano e nessuno ha obblighi verso gli altri.
  • Il problema è stabilire chi non è in parte coinvolto nella legittimazione del fascismo come metodo, cioè quanto fascismo c’è in quelli che si credono antifascisti.

Noi siamo tempesta

  • Se la vita ti porta via qualcosa e ti rende fragile, non è la forza dell’altro che ti serve, ma sapere che la tua debolezza è accolta e capita, che nessuno la teme o la sfugge.
  • Impara più cose che puoi: solo gli insetti si specializzano. Sei un insetto tu?
  • E se a cambiare fossero le storie che ci insegnano da bambini? Se anziché farli addormentare sognandosi soli contro il mondo e l’uno contro l’altro dessimo loro avventure dove diventare potenti insieme?
  • Gli uomini spesso scambiano l’ambizione con la speranza. L’ambizione è il desiderio che le cose che fai si realizzino così come le vuoi; la speranza è la certezza che fare quelle cose abbia un senso comunque, indipendentemente da come finiranno, perché ci sono cose che vanno fatte solo perché è giusto e necessario.

Stai zitta

  • La donna socialmente gradita è una donna silenziosa, che diletta con qualunque arte, tranne quella oratoria.
  • In ogni ambito ci sono uomini mediocri e uomini eccellenti; solo che quando un uomo sbaglia è colpa sua, mentre quando sbaglia una donna, sono tutte le donne a essere incluse nel suo fallimento.
  • Il problema non è quanta pelle si veda del corpo di una donna, ma quanto lo sguardo maschile sia formato culturalmente a sessualizzare ogni centimetro che ne scorge. Se hai la testa a forma di fucile, tutto quello che vedi ti sembra un bersaglio, ed evidentemente la testa a forma di fucile, in questo Paese, ce l’avevano e continua ad avercela ancora in parecchi.
  • L’idea che l’esperienza del materno debba rendere piú umane le donne eccellenti ha come contraltare il fatto che le donne che scelgono di non essere madri sono invece raccontate o sottintese come creature disumane, mancanti della parte piú realizzata della loro essenza.
  • Le donne italiane, che sono tra le europee quelle che subiscono il maggior dislivello nella distribuzione del carico di lavoro familiare nella coppia, se vivono anche la dimensione della carriera svolgono di fatto due lavori, uno dei quali non retribuito, con il relativo carico mentale. In questa carambola di energie disperse si inserisce la terrificante leggenda del cervello femminile multitasking, che aggiunge ulteriori pretese di performatività.

Tre ciotole

  • Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita.
  • Agli uomini di quanto sei brava a cavartela non importa niente, ti preferiscono quando hai bisogno di loro.”

English version

The world of culture is in mourning. A few days ago, Michela Murgia, an Italian writer and activist known for her work on social, cultural and political issues, passed away. She has been involved in various political and social causes in Italy against the discrimination of women, precarious workers, diversity, the most vulnerable. She has written extensively on issues related to feminism, immigration and human rights, among others. She is considered one of the most important voices in contemporary Italian literature and has won numerous awards for her contributions in the field.

She was born on October 3, 1972 in Cabras, a small town in Sardinia, she has published numerous books, essays and articles, both in Italy and abroad. One of her most famous works is the novel “Accabadora”, published in 2009 and winner of literary awards. The book tells the story of a woman named Bonaria Urrai, known in her country as “Accabadora”, a traditional figure of Sardinian society who assisted people in their dying moments.

Murgia was also a great friend and supporter of Roberto Saviano, writer and anti-mafia activist, author of “Gomorrah”, who has recently been forced to defend himself in the libel trial against Prime Minister Giorgia Meloni and other right-wing politicians.

Both Murgia and Saviano and other Italian intellectuals took on the hard task of criticizing and taking difficult positions against “power”. Together they faced the infamy of the newspapers and the powerful with determination and courage without ever backing down. Murgia was also tenacious towards her disease, choosing a smile over desperation, continuing to make her voice heard on political and social issues right up to the end.

Even her funeral, as Saviano says, was “A political act: not hiding anything and bringing together all those who believed in her political ideal.”
Michela Murgia’s struggle continues through her books and through all the people she has inspired with her words and gestures. We will always fight for freedom of expression. Ciao, Michela.

Phrases taken from Michela Murgia’s books
From these sentences it is easy to understand the thought of Michela Murgia.

Il mondo deve sapere /The world must know
– Today’s goal achieved is the starting point for tomorrow’s.

– Because in the end Stephen King is right, horror is in everyday life, it’s not in the monster that comes from space, it’s in the cup of coffee you didn’t drink because the phone rang.

– Make your dream meet opportunity. But remember that opportunity let pass is never lost… it will be found by someone else.

Accabadora
-In the hour of weakness some prefer to become believers rather than strong.

-Like the owl’s eyes, there are thoughts that can’t stand full light. They can only be born at night, where their function is the same as the moon, necessary to move tides of meaning in some invisible elsewhere of the soul.

-The small and irregular plots told of families with too many children and no understanding, shattered into a myriad of borders made of dry stone walls, in black basalt, each with its own hatred to keep it up.

Ave Mary /Hail Mary
-Instead of increasing authority, advanced age places women in a position of further fragility, because the lowering of the aesthetic parameter is also accompanied by the public debasement of intellectual capacity, if it had been recognized first.

-I have long wondered how it was possible for intelligent people, most often cultured, often economically autonomous, to accept being subjected to violence within their own relationship. Now I know that female education counts, the result of centuries of training in subordination, and also the parallel male education, imbued with dominant and possessive projections.

-As long as the will of man continues to be the only source of law, the will of women will be forced to act as an element of conflict.

L’incontro / The encounter
-How one was born is one of those things that needs to be explained over and over again, and it must be for this reason that later, throughout their lives, many adults try to free themselves from casual kinships by affirming other ones decided by themselves with pure acts of will. Wedding witnesses are hired as brothers.

-So you really hear certain adults in bars, men made and unmade a thousand times by life, still boasting among themselves of the ties in the street of childhood – we played the game together – like a shared birth.

-Always blessed is respect for the flesh of our flesh, but the road and having played with it offers children a higher dimension of kinship, which not even as adults will ever be forgotten.

Chirú
He didn’t understand why people spent their whole lives trying to be more special than others: if only they had imagined what it meant to be different in a place where being different meant being alone, everyone would have been satisfied with themselves.

No one can know how much noise a broken certainty makes.

You have to be very careful to recognize the muffled sound of chipped ceramic in the gestures of others. I was not.

I fear with every fiber the kind of person who is quick to mistake the random motion of everything that goes through his head for thought and calls the inability to control it sincerity.

Futuro Interiore
-Whoever has no answers will perhaps save himself with a question, if he knows how to choose it well.

-There are no past faults or present burdens that can exempt us from taking responsibility for dreaming of the future.

-Those born into beauty will grow up convinced that they deserve a beautiful world and it will be difficult to persuade them to settle for anything less.

Istruzioni per diventare fascisti / Instructions for becoming a fascist
-The risk is to say: if everything is fascism, nothing is. It is not so. Not everything is fascism, but fascism has the fantastic ability, if we are not constantly vigilant, to contaminate everything.

-A young democracy, especially if born from a war or a civil revolution, will be very reactive to fascism, but a democracy – let’s say – about seventy years old will have lost much of its initial memory and will have buried the witnesses eyewitnesses who supported his rhetoric with their stories.

-If the game is perpetrators against victims, it’s a lost game: no one wants to go through the asshole who closes the door of the house while people die of hunger outside. If, on the other hand, everyone is a victim, then fragility puts us on the same level and no one has obligations towards others.

-The problem is to establish who is not partially involved in the legitimization of fascism as a method, that is, how much fascism there is in those who believe themselves to be anti-fascists.

Noi siamo tempesta / We are storm
-If life takes something away from you and makes you fragile, it’s not the strength of the other you need, but knowing that your weakness is accepted and understood, that no one fears or escapes it.

-Learn as many things as you can: only insects specialize. Are you an insect?

-What if the stories they teach us as children change? What if instead of making them fall asleep dreaming alone against the world and against each other, we gave them adventures where they could become powerful together?

-Men often mistake ambition for hope. Ambition is the desire that the things you do turn out the way you want them; hope is the certainty that doing those things makes sense anyway, regardless of how they end up, because there are things that need to be done just because it’s right and necessary.

Stai Zitta / Shut up
-The socially acceptable woman is a silent woman who delights in any art except oratory.

-In every field there are mediocre men and excellent men; it’s just that when a man fails it’s his fault, and when a woman fails, all women are included in his failure.

-The problem is not how much skin can be seen of a woman’s body, but how much the male gaze is culturally trained to sexualize every inch it sees of it. If you have a gun-shaped head, everything you see looks like a target, and evidently a gun-shaped head, in this country, had it and still does in many.

-The idea that the maternal experience should make excellent women more humane counterbalances the fact that women who choose not to be mothers are instead told or implied as inhuman creatures, lacking the most realized part of their essence.

-Italian women, who are among the Europeans who suffer the greatest difference in the distribution of the family workload in the couple, if they also live the dimension of the career they actually carry out two jobs, one of which is unpaid, with the related mental load. The terrifying legend of the multitasking female brain fits into this jumble of dispersed energies, adding further claims to performativity.

Tre Ciotole / Three bowls
-One evening you sit at the table and the life you knew is over.

-Men don’t care how good you are at coping, they prefer you when you need them.”



I Vini italiani |Storia e Cultura

Italian wines | History and culture

(English follows)

Articolo scritto in italiano da Gregory Graybill, studioso del vino e dell’italiano. Redatto in italiano e tradotto in inglese da Mirella Colalillo.


Il vino ha avuto un ruolo importante nella cucina italiana e nello sviluppo culinario, infatti la storia della coltivazione e la produzione del vino è cominciata prima dei tempi romani. La formazione della civiltà si è sempre basata sull’agricultura. Il vino soprattutto, era forse l’elemento più utile della trinità dell’agricultura, grano, ulivi e vino, almeno nel mondo antico
del sud europa.
Salmo 104:15: il vino che allieta il cuore dell’uomo, l’olio che fa risplendere il suo volto e il pane che sostiene il suo cuore.

Il vino ha permesso alla gente antica di immagazzinare calorie per l’inverno. Ma anche dobbiamo ammettere che il vino offriva effetti collaterali deliziosi e divertenti durante le lunghe notti.

È particolarmente interessante che in Italia ci siano più o meno 3,000 varietà di vitigni quando invece consideriamo che ci sono circa 6,000 in tutto il mondo. Perché è importante questo fatto? Secondo me, rappresenta l’importanza per tutto il tempo dello sviluppo dei vigneti selezionati per essere più adatti a condizioni climatiche e territoriali specifiche, parte arte e parte scienza, per produrre un prodotto meraviglioso. Il processo è perso nella storia, ma oggi
il risultato finale rimane come antiche rovine romane non costruite di pietra.

Una persona impazzirebbe cercando di conoscere tutti i vini d’Italia. Ma ho cercato di scoprire il più possibile durante le mie vacanze in Italia. Parlerò solo delle regioni vinicole che ho visitato. Tutti conoscono il Chianti e gli altri famosi vini come il Brunello, il Nebiolo, il Barolo. In contrasto voglio parlare di quelli sconosciuti.

Comincio con Lacrima Christi del Vesuvio. Che cos’è un nome? Questi vitigni crescono in terreno vulcanico ed ostile, quasi solo ghiaia, sotto lo sguardo del Vesuvio. Il godimento del vino è ancora maggiore a causa della difficoltà di coltivazione. È un posto antico. Altresì in Campania c’è Aglianico di Irpina sulle montagne. L’uva Aglianico produce un vino ricco in quasi
tutto il sud. Lo adoro molto.

Adesso parliamo della Puglia. Il mondo dei vini in Pugila è diverso e speciale, come la storia degli ulivi secolari. Il Primitivo di Manduria è incredibile però non è famoso. Se fosse possibile bere un solo vino, questa sarebbe la mia scelta. Non vale la pena includere il paese di Manduria
durante un grande tour d’Italia per la maggioranza, ma ha un valore storico come parte della Magna Grecia. Il terreno è pianeggiante, ma le belle spiagge vicine si ricordano i Caraibi. Le uve maturano al sole brillante e raffreddate dal mare e producendo un vino ad alto contenuto alcolico e molto fruttato. Più a sud in Puglia, in Salento, a Guagnano si incontra il Negroamaro.
Il vino è scuro, audace, e anche forse sottovalutato. Gli amanti del vino dovrebbero visitare la Puglia.

San Gimignano attrae un sacco di turisti, come in tutta la Toscana dove i vini rossi sono più famosi e comuni. Comunque La Vernaccia di San Gimignano, un vino bianco, ha origini di più o meno 800 anni fa. La Vernaccia viene menzionata da Dante nel “Purgatorio”. Nell’anno 1960, è stato il primo vino ad ottenere il DOC e poi il DOCG. Le colline offrono un meraviglioso viaggio
nel paese dove non ci sono troppo turisti. La Vernaccia è un vino refrescante, un po’ acido ed amaro. Ma ci sono ancora altri posti non menzionati qui.

Tutte le tradizioni enogastronomiche d’Italia nascono da una base di ingredienti artigianali: formaggi, salame, olio, vino, ecc. Raccontano tutti una storia di un tempo e di un luogo.
Contengono tanto patrimonio quanto il Colosseo o il Vaticano. Dunque, quando si va in Italia consiglio una visita delle cantine, dei frantoi o dei caseifici. Ho trovato che la maggior parte delle persone in paese è felice di vedere i turisti, forse perché non ce ne sono molti. È possibile soggiornare in una Masseria o Azienda in una zona vinicola per avere un senso del posto. Dopo, si torna a casa, quando degustate un vino magari sarete trasportati con il suo sapore e odore. In questo modo, il vino può essere un ricordo del tuo viaggio, e dei bei momenti. Con un calice di vino sarai più felice.

Gregory Graybill
L’autore è nato in California, cresciuto durante il periodo in cui la California stava diventando una famosa regione vinicola. All’università ha studiato biochimica e biologia moleculare maturando un interesse per la produzione di vino. Nel tempo libero ha viaggiato nelle aree vinicole della California, e poi in altri Stati. Ha conseguito i certificati in viticoltura ed enologia. Ha iniziato a viaggiare in Europa nelle regioni vinicole in Spagna, Francia, Germania, Grecia e Italia, dove è andato quattro volte. L’amore per i vini italiani è diventato un motivo importante per andarci, per vedere, annusare e toccare la terra, e per incontrare le persone che sono i custodi delle viti e del vino diventando cosi un conoscitore dei vini d’Italia.
Canale YouTube:https://www.youtube.com/@gregthewinetraveler3946


(English version)

Article written in Italian by Gregory Graybill, wine and Italian scholar Edited in Italian and translated into English by Mirella Colalillo.

Wine has played an important role in Italian cuisine and culinary development, in fact the history of cultivation and production of wine began before Roman times. The formation of civilization has always been based on agriculture. Above all, wine was perhaps the most useful element of the trinity of agriculture: wheat, olive trees and wine, at least in the ancient world of southern Europe.
Psalm 104:15: Wine that gladdens a man’s heart, oil that makes his face shine, and bread that sustains his heart.

Wine allowed ancient people to store calories for the winter. But also we must admit that wine offered delicious and enjoyable side effects during the long nights.

It is particularly interesting that there are more or less 3,000 varieties of grape varieties in Italy when we consider that there are about 6,000 worldwide. Why is this fact important? In my opinion, it represents the importance all along of the development of vineyards selected to be best suited to specific climatic and territorial conditions, part art and part science, to produce a wonderful product. The process is lost in history, but today the end result remains as ancient Roman ruins not built of stone.

A person would go crazy trying to know all the wines of Italy. But I tried to discover as much as I could during my vacation in Italy. I will only talk about the wine regions I visited. Everyone knows Chianti and the other famous wines such as Brunello, Nebiolo, and Barolo. In contrast I want to talk about the unknown ones.

I’ll start with Lacrima Christi del Vesuvio. What is this, a name? These vines grow in volcanic and hostile soil, almost only gravel, under the gaze of Vesuvius. The enjoyment of the wine is even greater because of the difficulty of cultivation. It is an ancient place. Also in Campania there is Aglianico di Irpina in the mountains. The Aglianico grape produces a rich wine in almost
the whole south. I love it very much.

Now let’s talk about Puglia. The world of wines in Pugila is different and special, like the history of centuries-old olive trees. Primitivo di Manduria is incredible, however it is not famous. If it were possible to drink only one wine, this would be my choice. It is not worth including the town of Manduria
during a grand tour of Italy for the majority, but it has historical value as part of Magna Graecia. The terrain is flat, but the beautiful beaches nearby are reminiscent of the Caribbean. The grapes ripen in brilliant sunshine and cooled by the sea, producing a high-alcohol, very fruity wine. Further south in Puglia, in Salento, Negroamaro is found in Guagnano. The wine is dark, bold, and even perhaps underrated. Wine lovers should visit Puglia.

San Gimignano attracts a lot of tourists, as in all of Tuscany where red wines are more famous and common. However Vernaccia di San Gimignano, a white wine, dates back to more or less 800 years ago. Vernaccia is mentioned by Dante in “Purgatorio.” In the year 1960, it was the first wine to obtain DOC and then DOCG status. The hills offer a wonderful journey in the country where there are not too many tourists. Vernaccia is a refreshing wine, a little sour and bitter. But there are still other places not mentioned here.

All of Italy’s food and wine traditions stem from a base of artisanal ingredients: cheese, salami, oil, wine, etc. They all tell a story of a time and place.
They contain as much heritage as the Colosseum or the Vatican. So, when you go to Italy I recommend a visit to wineries, oil mills or dairies. I have found that most people in the village are happy to see tourists, perhaps because there are not many of them. You can stay in a Masseria or Azienda in a wine area to get a sense of place. Later, when you go back home, you’ll taste a wine and maybe you will be transported with its taste and smell. In this way, the wine can be a reminder of your journey, and of the good times. With a glass of wine you will be happier.

Gregory Graybill
The author was born in California, and grew up during the time when California was becoming a famous wine region. In college he studied biochemistry and molecular biology while developing an interest in wine production. In his spare time he traveled to the Californian wine areas, and then to other States. He earned certificates in viticulture and enology. He began traveling in Europe to wine regions in Spain, France, Germany, Greece and Italy, where he went four times. His love for Italian wines became an important reason to go there, to see, smell and touch the land, and to meet the people who are the keepers of the vines and wine, thus becoming a connoisseur of the wines of Italy.
YouTube Channel: https://www.youtube.com/@gregthewinetraveler3946

Come diventare migliori comunicatori in italiano

How to become better communicators in Italian

Parole, parole, parole… come cantava Mina. Usare le parole italiane che già conosci e quelle che incontri leggendo, ascoltando musica o parlando con altri italiani, magari in Italia, è la cosa più importante per avanzare nella lingua parlata. Infatti, quando si impara una lingua l’obiettivo è riuscire a comunicare e conversare. Ecco a cosa servono le parole, i suoni, le espressioni…
Vediamo come:

  • mantenere viva una conversazione senza interromperla
  • utilizzare parole di riempimento o intercalari
  • esprimere emozioni con interiezioni
  • mostrare apprezzamento per qualcosa

Parole, parole, parole… as Mina would sing. Using the Italian words you already know and those you come across while reading, listening to music or talking to other Italians, perhaps in Italy, is the most important thing to advance in the spoken language. In fact, when learning a language, the goal is to be able to communicate and converse. That’s what words, sounds, expressions are for…
Let’s see how:

  • to keep a conversation going without interrupting
  • to use filler words
  • to express emotions with interjections
  • to show appreciation for something

Parole italiane per mantenere viva una conversazione

Esiste una categoria di parole ed espressioni che vengono usate per mantenere viva una conversazione. Queste parole ed espressioni aiutano anche a comunicare il nostro accordo, disaccordo e incertezza senza interrompere l’interlocutore. Ecco una lista di alcune delle più comuni.

There is a category of words and expressions that are used to keep a conversation going. These words and expressions also help communicate our agreement, disagreement, and uncertainty without interrupting the other party. Here is a list of some of the more common ones.

parole riempitive o intercalari

In italiano le ‘parole riempitive’ o ‘intercalari’ si usano in abbondanza, come potrai notare dalla lunga lista che ho compilato. Si possono dividere in 3 catogorie: iniziatori, mediani e finalizzatori. Anche se, diciamo che, alcune di queste parole o espressioni si prestano bene in diverse situazioni. Sono particolarmente importanti per dare fluidità ad una conversazione.

In Italian the ‘filler words’, “parole riempitive” o”intercalari” are used in abundance, as you can see from the long list I have compiled. They can be divided into 3 categories: starter words, middle words and ending words. Although, “diciamo”, let’s say that, some of these words or expressions lend themselves well in different situations. They are particularly important for giving fluidity to a conversation.

Le interiezioni in italiano

L’interiezione si usa per esprimere emozioni, stati d’animo e reazioni istintive condensate in una sola espressione, senza legami sintattici con il resto della frase.

The interjection is used to express emotions, moods and instinctive reactions condensed into a single expression, without syntactic links with the rest of the sentence.

16 parole e frasi per dire buonissimo in italiano

Sai, che il proverbio “De gustibus non disputandum est” – Sui gusti non si discute, è uno dei più utilizzati dagli italiani? E comunque non viene utilizzato solo riguardo al cibo, bensi anche per ogni altro tipo di gusto: musica, moda, genere letterario ecc.
Nell’articolo di questa settimana però restiamo nel campo del cibo e vediamo tutti i modi per dire “buonissimo” in italiano.

Do you know that the proverb “De gustibus non disputandum est”/ Sui gusti non si discute (there’s no accounting for taste) is one of the most used by Italians? And in any case it is not only used for food, but also for any other type of taste: music, fashion, literary genre, etc.
In this week’s article, however, we remain in the field of food and look intl all the ways to say “very good” in Italian.

3 ways to pronounce the s in Italian

3 modi di pronunciare la s in italiano

A volte basta una sola lettera pronunciata in modo errato per cambiare il significato di una parola. Prendiamo come esempio le due parole “rosa” e “rossa”. Con la prima indichiamo il fiore e, trovandosi tra due vocali, la “s” ha un suono sibilante come una “z” dolce. Mentre la seconda è un aggettivo di colore in cui la doppia “s” ha un suono forte. Quindi quando sentiamo “rosa rossa” notiamo la differenza nel suono della “s” il che ci permette di capire che parliamo di un fiore di colore rosso.

La lettera “s” ha 3 suoni particolari:

  • la doppia “ss
  • la “s” che sembra “z”
  • la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante

Ecco una lista di parole per esercitari.

Sometimes all it takes is one mispronounced letter to change the meaning of a word. Let’s take as an example, the two words “rosa” and “rossa”. With the first we indicate the flower and, being between two vowels, the “s” has a sibilant sound like a soft “z”. While the second is an adjective of color and the double “s” has a strong sound. So when we hear “rosa rossa” we notice the difference in the sound of the “s” which allows us to understand that we are talking about a red flower.

The letter “s” has 3 particular sounds:

  • la doppia “ss“/ the double “ss”
  • la “s” che sembra “z” / the “s” that sounds like “z”
  • la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante / words starting with “s” or “s” is next to a consonant

Here’s a list of words to practice:

Parole con la doppia “ss

Words with double “ss

Ascolta e ripeti:

spesso, rilassarsi, assaporare, assoluta, eccesso,  assaggiare, passata, grosso, assurdità, stessi, smesso, interesse, assieme, bussare, impressione, rossissimi, benissimo, sussisstere,  successo, necessario, fissata

Parole con la “s” che sembra “z” (la “s” è tra due vocali)

Words with an “s” that sounds like “z”

Ascolta e ripeti:

paradiso, cose, religioso, sorriso, rosa, così, episodio, accesa, causato, famoso, muso, preso, bisogno, quasi, paese, desiderare, scusa, sposata, faticoso, presuntuoso, prezioso, vaso, qualcosa, mesi, sorpresa

Parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante

Words that start with an “s” or the “s” is next to a consonant

Ascolta e ripeti:

spaghetti, posta, sole, losco, senza, soluzione,  rospo, sogno, simile, svegliarsi, composto, Spagna, stella, arso, spiaggia, sedia, soggiorno, sereno, storia, crosta

Adesso prova a ripetere / Now try to repeat:

Assaggio una deliziosa crostata di mele saporita!

Esercitati regolarmente con queste liste per pronunciare perfettamente il suono della “s”.

Practice these lists regularly to pronounce the sound of the “s” perfectly.


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