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10 Italian Castles – History and charm | 10 Castelli Italiani – Storia e fascino

Da nord a sud, il paesaggio italiano è costellato di bellissimi castelli un tempo molto importanti.
A differenza dei castelli delle fiabe, molti di loro non hanno avuto un lieto fine. Infatti queste antiche strutture sono state abbandonate per secoli lasciando tracce indelebili della vita di chi le ha vissute. La maggior parte di noi ha sognato di vivere in un castello fin dall’infanzia, ma in realtà possederne uno richiede alti costi di manutenzione. Questo spiega perché innumerevoli castelli in Italia sono stati abbandonati e lasciati in rovina. Orami vivono in armonia con il paesaggio circostante e non hanno mai perso il loro fascino. Il territorio italiano ha prodotto una varietà di stili di castelli in base all’epoca e al territorio in cui sono stati eretti. Questi sono alcuni dei castelli abbandonati più affascinanti che si trovano in dieci diverse regioni italiane.

From North to South, the Italian landscape is dotted with beautiful Castles that were once very important.. 
Unlike the castles in fairy tales, many of them have not had a happy ending. In fact these ancient structures have been abandoned for centuries leaving behind indelible traces of the lives of those who lived in them. Most of us have dreamed of living in a castle since childhood, but in reality owning one requires high maintenance costs. This explains why countless castles in Italy have been abandoned and left in ruins. They now live in harmony with the surrounding landscape and have never lost their charm. The Italian land has produced a variety of styles of castles based on the era and the territory in which they were erected. These are some of the most fascinating abandoned castles found in ten different Italian regions.

Castello di Binetto – Puglia

Il Castello di Binetto è un maestoso palazzo baronale settecentesco in un piccolo borgo a sud-ovest di Bari in Puglia, nel sud Italia. Disabitato da decenni, porta ancora il nome del suo capostipite, Salvatore D’Amel, che ne restaurò ed elevò il piano nobile. Ne fece quindi la sua residenza principale. La sua famiglia, che a metà Ottocento prese anche il cognome Melodia, abitò nel palazzo per più di duecento anni, fino alla metà del ‘900, quando divenne definitivamente disabitato. La sua imponente facciata grigia si staglia sulla piazza principale del paese. Entrando nel castello si trovano saloni riccamente decorati, androni con arcate, soffitti a cassettoni e altari nascosti. La struttura cela anche un suggestivo e labirintico sottosuolo. Purtroppo la struttura non è in ottime condizioni e alcuni elementi strutturali sono addirittura crollati a causa dei molti anni di abbandono. Tuttavia, il suo innegabile fascino eclissa il degrado del castello.

Castello di Binetto – Puglia / https://www.barinedita.it

The Castle of Binetto is a majestic eighteenth-century baronial palace in a small village south-west of Bari in Puglia, in southern Italy. It has been uninhabited for decades and still bears the name of its forefather, Salvatore D’Amel, who restored and elevated its noble floor. He then made it his main residence. His family, who also took the surname Melodia in the mid-19th century, lived in the building for more than two hundred years, until the mid-20th century, when it became definitively uninhabited. Its imposing gray facade stands out on the main square of the town. Upon entering the castle one finds abundantly decorated halls, hallways with arcades, coffered ceilings, and hidden altars. The structure also conceals an evocative and labyrinthine underground. Unfortunately the structure is not in excellent condition and some structural elements have even collapsed due to the many years of neglect. However, its undeniable charm eclipses the deterioration of the castle.

Castello di  Rovasenda – Piemonte

Il castello abbandonato di Rovasenda, in Piemonte, ha una storia originale. In realtà è una copia perfetta, anche se molto più bella, di un castello medievale del 1170 che si trova a soli 200 metri di distanza. Nasce da una lite familiare sui diritti di successione. Il conte, parente che vantava diritti di eredità sull’originario castello, per ripicca ne fece una copia fedele. La posizione di questo castello medievale abbandonato è segreta per preservarne l’integrità e la sicurezza, tuttavia sorge in una piccola radura tra gli alberi e le colline piemontesi. Nonostante si trovi in ​​uno stato di quasi totale abbandono, stupiscono la struttura e le sale completamente affrescate con scene bucoliche o che narrano la storia del paese. Presenta quattro torri merlate, fossato, ponte levatoio e porta con grata retrattile. Il cortile interno, ora sommerso dalla vegetazione, racchiude uno splendido pozzo artesiano in pietra e ferro. Come in ogni castello non mancano finestre policrome, stemmi nobiliari e passaggi segreti.

Castello di  Rovasenda – Piemonte

The abandoned Rovasenda Castle in the region of Piemonte has an original story to it. It is actually a perfect copy, albeit much more beautiful, of a medieval castle from 1170 which is located just 200 meters away. It was born from a family quarrel over inheritance rights. Out of spite, the count, a relative who boasted inheritance rights over the original castle, made a faithful copy of It. The location of this abandoned medieval castle is secret to preserve its integrity and safety, however it stands in a small clearing among the Piedmontese trees and hills. Although it lies in a state of almost total abandonment, the structure and the completely frescoed rooms displaying bucolic scenes or narrating the history of the town are astounding. It has four crenelated towers, a moat, a drawbridge, and a door with a retractable grill. The internal courtyard, which is now submerged by vegetation, encloses a splendid artesian well in stone and iron. As in every castle there is no shortage of polychrome windows, noble coats of arms, and secret passages.

Castello di Burgos – Sardegna

Questo castello fortezza medievale sorge su un picco granitico nella parte settentrionale della Sardegna ed è ricco di memorie storiche e racconti leggendari. E’ conosciuto anche come Castello del Goceano, dal nome di un’area storica che la rocca domina da 650 metri di altezza. Prende però il nome dal grazioso paesino che sorge ai suoi piedi. L’imponente struttura fu edificata intorno al 1134 per volontà di Gonario I di Torres. Da sempre considerato uno dei manieri meglio protetti, passò di proprietà per oltre 300 anni attraverso molteplici violente battaglie tra sardi, pisani e aragonesi. Intorno al 1478 il castello fu abbandonato e gli elementi del tempo hanno prevalso. Il castello di Binetto è costituito da una triplice cinta muraria a forma di ‘U’ realizzata con blocchi di granito e pietra. La massiccia torre principale a due piani si eleva per 16 metri al centro del cortile. Nel cortile si accede ad un vano interrato, una grande cisterna voltata a botte intonacata, destinata all’acqua piovana. A nord della torre si trovano i resti di una serie di stanze per truppe e servi. Il castello è visibile da lontano ed emana un fascino legato al Medioevo sardo.

Castello di Burgos – Sardegna

This medieval fortress castle stands on a granite peak in the northern part of Sardinia and is rich in historical memories and legendary tales. It is also known as the Goceano Castle, the name of a historical area that the fortress overlooks from 650 meters above. However, it takes its name from the pretty village that stands at its feet. The imposing structure was built around 1134 by the will of Gonario I of Torres. It has always been considered one of the best protected manors and changed ownerships for over 300 years through multiple violent battles among Sardinians, Pisans and Aragonese. Around 1478 the castle was abandoned and the elements of time have prevailed. The castle of Binetto consists of a triple ‘U’ shaped wall made with blocks of granite and stone. The massive two-storey main tower rises for 16 meters at the center of the courtyard. In the courtyard is the entrance to an underground compartment, a large plastered barrel vaulted cistern, intended for rainwater. North of the tower are the remains of a series of rooms for troops and servants. The Castle is visible from afar and exudes a charm linked to the Sardinian Middle Ages.

Castello di Sammezzano – Toscana

Il Castello di Sammezzano in Toscana risale all’epoca romana. È circondato da un grande parco e si trova nel comune di Reggello vicino a Firenze. In tempi moderni il castello è stato utilizzato come ambientazione per diversi film e video musicali italiani. Il feudo appartenne nei secoli a molte importanti famiglie: gli Altoviti, i Medici, che lo vendettero infine a Sebastiano Ximenes. La famiglia Ximenes d’Aragona ne fu proprietaria fino alla morte dell’ultimo erede, Ferdinando, nel 1816. Lo stile dell’edificio principale rispecchia lo stile eclettico moresco della famiglia Ximenes D’Aragon che eseguì lavori di ristrutturazione nel 1605. Ha una struttura imponente di notevole volumetria, con bastione e scala d’ingresso. Mentre non ci sono più tracce delle scale di accesso. Il suo parco circostante è stato realizzato a metà dell’ottocento ed è uno dei più vasti della Toscana.

Castello di Sammezzano – Toscana

The Castle of Sammezzano in Tuscany dates back to Roman times. It’s surrounded by a large park and is located in the town of Reggello near Florence. In modern days the castle has been used as a setting for several Italian films and music videos. The estate belonged to many important families during the centuries: the Altovites, the Medicis, who finally sold it to Sebastiano Ximenes. The Ximenes d’Aragona family owned it until the last heir, Ferdinand, died in 1816. The style of the main building reflects the eclectic Moorish-style of the Ximenes D’Aragon family who carried out renovations in 1605. It has an imposing structure of considerable volume, with bastion and entrance stairs. While there are no longer traces of the access stairs. Its surrounding park was built in the middle of the nineteenth century and is one of the largest in Tuscany.

Castello di Rocca Calascio – Abruzzo

Il Castello di Rocca Calascio in Abruzzo ha ottenuto fama internazionale grazie a film famosi come Ladyhawke (1985) e Il nome della rosa (1986). Il Castello di Rocca Calascio fu costruito nel XII secolo ma fu gravemente danneggiato durante il terremoto del 1703. Questo evento fece scendere la maggior parte degli abitanti del paese ai piedi della rocca verso il paese di Calascio. Come molti altri castelli, il Castello di Rocca Calascio veniva utilizzato come punto di osservazione militare. E, per la sua posizione molto favorevole dal punto di vista difensivo, era in comunicazione con altre torri e castelli vicini, fino all’Adriatico. La struttura è in pietra bianca con bugne squadrate e composta da una struttura centrale. Presenta una cinta muraria merlata in ciottoli, e quattro torri angolari a base circolare. Al castello si accede dal lato orientale tramite una rampa di legno. Il castello è completamente disabitato dal Novecento ed è stato oggetto di una serie di restauri conservativi tra il 1986 e il 1989, finalizzati al suo recupero architettonico-funzionale.

Castello di Rocca Calascio – Abruzzo

The Castle of Rocca Calascio in Abruzzo gained international fame thanks to famous films such as Ladyhawke (1985) and The Name of the Rose (1986). The castle  of Rocca Calascio was built in the 12th century but it was severely damaged during the earthquake in 1703. This event caused most of the inhabitants of the village at the foot of the fortress to descend towards the town of Calascio. Similar to many other castles, the Castle of Rocca Calascio was used as a military observation point. And, because of its very favorable position from a defensive point of view, it was in communication with other nearby towers and castles, up to the Adriatic. The structure is in white stone with squared ashlars and composed of a central structure. It has a crenelated pebble wall, and four corner towers with a circular base. There is an access to the castle on the eastern side via a wooden ramp. The castle has been completely uninhabited since the twentieth century and was the subject of a series of conservative restorations between 1986 and 1989, aimed at its architectural-functional recovery.

Castello di Civita Superiore – Molise

Un’escursione sull’Appennino da Bojano, comune del Molise in provincia di Campobasso, conduce ad un antico borgo noto come Civita. Questa zona fu uno dei centri più importanti della storia dell’Italia meridionale. In cima a Civita si trova Civita Superiore dove giacevano i ruderi della grande fortezza del Castello. Già nel 1053 il conte Rodolfo de Moulins rafforzò ulteriormente la fortezza introducendo una delle pagine più importanti della storia del Molise. Il Castello di Civita Superiore è tra le più importanti testimonianze storiche, artistiche e architettoniche della storia italiana. Mentre i reperti di epoca sannitica mostrano la presenza di questo magnifico popolo nella valle, quelli di epoca medievale si concentrano a Civita Superiore, a testimonianza del cosiddetto inglobamento. I primi lavori di fortificazione iniziarono intorno al IX secolo ad opera dei Longobardi come difesa contro le incursioni barbariche che nel tempo fecero di Bojano un punto di riferimento per la Contea.

Castello di Civita Superiore – Molise

A hike up the Apennine Mountain from Bojano, a municipality of Molise in the province of Campobasso, leads to an ancient town known as Civita. This area was one of the most important centers in the history of southern Italy. At the top of Civita is Civita Superiore where the ruins of the great Castle fortress lay. Count Rodolfo de Moulins further strengthened the fortress back in 1053 introducing one of the most important pages in the history of the Molise region. The Castle of Civita Superiore is among the most important historical, artistic and architectural testimonies in Italian history. While the finds from the Samnite era show the presence of this magnificent population in the valley,  those from the Middle Ages are concentrated in Civita Superiore, as evidence of the so-called embedding. The first fortification works began around the 9th century by the Longobards as a defense against the barbarian incursions who ended up, over time, making Bojano a point of reference for the County.

Castello di Stazzano Vecchio – Lazio

Nascosto nella campagna della regione Lazio si trova il segreto Castello Di Stazzano Vecchio, nella piccola città dimenticata di Stazzano Vecchio immerso nei suoi magnifici boschi e nascosto agli occhi del pubblico. Ancora oggi Stazzano Vecchio non è citato né descritto in nessuna guida turistica dedicata al Lazio e per il particolare status di “proprietà privata” del sito il castello non è aperto al pubblico. Anche le indicazioni stradali sono oscure, il che rende difficile trovare il sito. Non si sa molto del castello. L’antropizzazione del Castello potrebbe essersi verificata in epoca costantiniana, e le fortificazioni costruite in epoca altomedievale, forse su iniziativa della vicina Abbazia di Farfa e successivamente ricostruite dai Savelli e dagli Orsini. Del castello restano l’antico mastio quadrato e quattro torri circolari con fossato laterale. A causa del terremoto del 24 aprile 1901, misurato all’ottavo grado della scala Mercalli, seguito da secoli di declino causato da epidemie di malaria, Stazzano fu definitivamente abbandonato.

Hidden in the countryside of the Lazio region is the secret Castle Of Stazzano Vecchio, in the small forgotten town of  Stazzano Vecchio immersed in its magnificent woods and concealed from the public eye. Still today Stazzano Vecchio is not mentioned nor described in any tourist guide dedicated to Lazio and due to the special “private property” status of the site the castle is not open to the public. The driving directions are also obscure making it  difficult to find the site. Not much is known about the castle. Anthropization of the Castle may have occurred in the Constantinian era, and fortifications were built in the early Medieval period, perhaps on the initiative of the nearby Farfa Abbey and later reconstructed by the Savellis and Orsini. All that remains of the castle are the ancient square keep and four circular towers with a moat on the side. Due to the earthquake of April 24, 1901, measured at the eighth degree of the Mercalli scale, followed by centuries of decline caused by malaria epidemics, Stazzano was definitively abandoned.

Castello di Beldiletto -Marche

Il Castello di Beldiletto fu costruito nel 1371 ed è il primo esempio in Italia di castello trasformato in villa rinascimentale. Si trova nelle Marche nella zona paludosa all’interno della Riserva della Polverina. Rievoca il periodo massimo della dinastia dei Varano e un tempo una parte importante del sistema difensivo della regione. Il nome “Bel-diletto”, “delizia”, fu dato al castello nel Rinascimento, quando era di moda dare nomi evocativi alle residenze dove i signori trascorrevano molte ore piacevoli. Fu edificato da Giovanni II di Berardo da Varano su un preesistente castrum. Ha forma rettangolare con torri angolari a base quadrata e terrapieno sui quattro lati. In origine era circondato da un ampio e profondo fossato, alimentato dalle acque del vicino fiume, e accessibile tramite un ponte levatoio che conduceva ad un’aula voltata a botte. Entrambi furono smantellati da Giulio Cesare Varano che lo modificò per la vita di corte. Infatti nel 1464 fu trasformata in villa fortificata. Sessanta personaggi storici quasi a grandezza naturale, ormai quasi del tutto illeggibili, evocanti la cultura della poesia cavalleresca, furono dipinti nella grande sala. Dopo il 1528 il palazzo cambiò molti proprietari e fu abbandonato a causa dei costi di ristrutturazione.

Affreschi del Castello di Beldiletto -Marche / https://www.turismo.marche.it

The Castle of Beldiletto was built in 1371 and is the first example in Italy of a castle transformed into a Renaissance villa. It’s located in the Marche region in the marshland within the Polverina Reserve. It is reminiscent of the greatest period of the Varano dynasty and once an important part of the defensive system of the region. The name  ‘Bel-diletto’, “delight”,  was given to the castle in the Renaissance, when it was fashionable to give evocative names to residences where the lords spent many pleasant hours. It was built by Giovanni II di Berardo da Varano on a pre-existing castrum. It has a rectangular shape with square based corner towers and embankment on its four sides. Originally it was surrounded by a large and deep moat, fed by the waters of the nearby river, and accessible via a drawbridge that led to a barrel-vaulted hall. Both were  dismantled by Giulio Cesare Varano who modified it for court life. Infact in 1464 it was transformed into a fortified villa. Sixty historical figures nearly life-size, now almost completely illegible, evoking the culture of chivalrous poetry,  were painted in the great hall. After 1528 the palace changed many owners and was abandoned due to renovation costs.

Castello di Cly – Valle D’Aosta

La Valle D’Aosta è una regione ricca di castelli e uno dei più antichi è il Castello di Cly. È probabile che risalga al 1207 quando fu menzionato per la prima volta nelle fonti storiche. Appartiene allo stile primitivo dei castelli valdostani, costituito da un massiccio mastio centrale circondato da un’imponente cinta muraria, che racchiudeva al suo interno anche una serie di altri edifici oltre al mastio. Le mura, ancora quasi integralmente conservate, erano sormontate da una merlatura e racchiudevano un’area di circa 2800 mq. All’interno delle mura si trovano anche i resti di una chiesa romanica dedicata a San Maurizio. Il castello può essere suddiviso in due parti principali: la parte occidentale era destinata ad ospitare civili in caso di attacco; quella a sud-est ospitava le stanze del Signore e della sua corte, le stalle e un grande salone. Anche questo castello cadde in decadenza nonostante sia stato acquistato dal comune e dall’associazione “Il Manero di Cly” che organizza diverse manifestazioni culturali ed eventi storici.

Castello di Cly – Valle D’Aosta

Valle D’Aosta is a region rich in castles and one of its oldest is the Castle of Cly. It is likely to date back to 1207 when it was first mentioned in historical sources. It belongs to the primitive style of Valle d’Aosta castles, consisting of a massive central donjon surrounded by an imposing wall, which enclosed within it also a series of other buildings in addition to the keep. The walls, still almost entirely preserved, were surmounted by a battlements and enclosed an area of approximately 2800 square meters. The remains of a Romanesque church dedicated to San Maurizio also lie within the walls. The castle can be divided into two main parts: the western part was intended to house civilians in the event of an attack; the one to the south-east housed the rooms of the Lord and his court, the stables and a large hall. This castle also fell into decline although it was bought by the municipality and the association “Il Manero di Cly” which organizes various cultural events and historical events.

Castel Lodrone – Trentino-Alto Adige

Nella regione settentrionale del Trentino-Alto Adige sorge il castello di Lodrone, noto dal 1600 anche come Santa Barbara per ricordare la cappella di Santa Barbara situata nel castello. Fu la più antica sede della famiglia Lodron e venne menzionata per la prima volta alla fine del XII secolo quando Calapino di Lodrone, feudatario dei Conti di Appiano, vi si stabilì nel 1185. A partire dal XVI secolo fu progressivamente abbandonata quando i conti preferivano le residenze più comode costruite sulle rive dei fiumi Caffaro e Lodrone. Rappresenta una tipologia in cui i caratteri militari prevalgono su quelli residenziali. Si trattava infatti di una vera e propria roccaforte, pensata e costruita soprattutto come strumento di guerra. La difesa esterna è compatta, in molti punti spessa oltre due metri e alta circa sei metri senza aperture. La cinta muraria segue una linea spezzata strettamente collegata alla torre per fungere da castello-torre con perimetro poligonale e sperone proteso verso il monte. Un’unica porta permetteva l’accesso al cortile e un’altra conduceva alla torre. Le strutture interne sono quasi interamente crollate. Verso sud e verso est il complesso era completato da edifici, probabilmente destinati a servizi, e da una torre semicircolare. Sul lato nord c’era una torretta che fungeva da estremo meccanismo di difesa.

Castello di Lodrone – Trentino-Alto Adige

In the northern region of Trentino-Alto Adige stands the castle of Lodrone, also known as Santa Barbara since 1600 to recall the chapel of St. Barbara located in the castle. It  was the oldest seat of the Lodron family and was mentioned for the first time at the end of the 12th century when Calapino di Lodrone, feudal lord of the Counts of Appiano, settled here in 1185. Starting from the 16th century it was gradually abandoned when the counts preferred the more comfortable residences built on the banks of the Caffaro and Lodrone rivers. It represents a typology in which military characteristics prevail over residential ones. It was in fact a real stronghold, conceived and built above all as a war instrument. The external defense is compact, in many points over two meters thick and about six meters high without openings. The wall follows a broken line closely connected to the tower in order to function as a castle-tower with a polygonal perimeter and a spur extending towards the mountain. A single door allowed access to the courtyard and another led to the tower. The internal structures have almost entirely collapsed. Towards the south and east the complex was completed by buildings, probably intended for services, and by a semicircular tower. On the north side was a turret which served as an extreme defense mechanism.

Villaggi intelligenti – Smart Villages | Italian Home

Il fenomeno della deurbanizzazione dalle città intelligenti ai villaggi intelligenti

(English follows)

Da Città intelligenti a Villaggi intelligenti

In Europa si discuteva già nel 2015 di una ridistribuzione della popolazione presso le zone rurali. Il fenomeno della deurbanizzazione dei borghi accomuna tutto il Vecchio Continente. La tematica però ha assunto maggiore rilievo nel 2020 con l’incremento dello slow tourism, il turismo lento, e del turismo locale. Durante il lockdown si è parlato molto di città intelligenti, smart city, soprattutto quando si attendeva il ritorno alla vita sociale e cittadina. Il dibattito si sposta adesso in periferia. Vediamo che dopo le città, anche borghi e paesini diventano “smart” e prendono il nome di smart village, villaggi intelligenti, ossia borghi e paesini in cui sostenibilità e riqualificazione si incontrano e creano benefici su diversi livelli.

Da un lato secondo gli esperti bisogna iniziare a rendere più autonomi i paesi, dall’altro progettare una decrescita della città. Rivitalizzare le aree rurali e le comunità invece di costruire ex novo, riqualificando ciò che già è presente nel luogo.

Gruppo tematico sui Villaggi intelligenti

Un gruppo tematico (WG) ha analizzato questo argomento dei “Villaggi intelligenti” da settembre 2017 a luglio 2020. Ha esplorato idee e iniziative per rilanciare i servizi rurali attraverso l’innovazione digitale e sociale. Ha esaminato soluzioni per potenziare e rendere più sostenibili i servizi rurali, quali ad esempio la sanità, i servizi sociali, l’istruzione, l’energia, i trasporti o il commercio al dettaglio, grazie all’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e a progetti e azioni locali di tipo partecipativo.

Si è concentrato anche sulla produzione e distribuzione locale di energia alternativa, diminuzione dell’impatto ambientale nel settore alimentare (attraverso la valorizzazione della produzione locale del cibo), e mediante la diminuzione del consumo di suolo.

Ha definito una guida pratica sull’utilizzo di tutti gli strumenti strategici atti a favorire la nascita e lo sviluppo di villaggi intelligenti. Inoltre ha creato un collegamento tra le varie iniziative in corso, che dimostrano il crescente interesse che questo tema suscita a tutti i livelli.

Il primo esempio di Villaggio intelligente

Il primo villaggio intelligente nasce in un borgo toscano che conta poco più di 2500 residenti. Il borgo di Santa Fiora sul Monte Amiata, in provincia di Grosseto ha messo a punto nel 2021 un progetto per trasformarsi nel primo villaggio Intelligente d’Italia. Non solo c’e’ la banda ultralarga per una connessione efficiente e veloce, ma persino un servizio di bici elettrica. Inoltre non mancano l’idraulico e il muratore a domicilio e la possibilità per le famiglie, di assumere una delle baby sitter messa a disposizione da una cooperativa locale. Da un loft si gode della vista dell’affascinante peschiera, voluta dagli Aldobrandeschi per convogliare l’acqua del monte Amiata.

“L’esperienza del Covid-19 – spiega il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi – ci ha costretto a rivedere l’organizzazione del lavoro sperimentando su larga scala lo smart working. Alcune strutture turistiche d’Italia hanno colto questa opportunità con un’offerta su misura per il lavoratore che cerca un ambiente rilassante, al mare o in montagna. Nel caso di Santa Fiora è un intero comune che si propone come smart working village”. “Crediamo, infatti – aggiunge Balocchi – che il lavoro da remoto, non sia solo una soluzione temporanea per affrontare l’emergenza, ma possa rappresentare il futuro, almeno per certe professioni, mettendo in modo intelligente la persona nella condizione di operare al meglio per la propria azienda e al tempo stesso di essere felice, senza dimenticare che stare bene significa anche essere più produttivi. Con il bando vogliamo offrire un incentivo per stimolare questo tipo di scelta, ma ovviamente l’auspicio è che dopo un periodo di prova, per alcuni Santa Fiora diventi una scelta permanente venendo a vivere definitivamente qui con la famiglia”.

Il vantaggio dei paesi è quello di contenere una comunità in grado di cooperare più facilmente. Infatti la differenza tra villaggi intelligenti e città intelligenti va al di là del potenziale sostenibile e digitale.

Ti piacerebbe vivere in un villaggio intelligente?


English version

From Smart Cities to Smart Villages
In Europe there was already discussion in 2015 of a redistribution of the population in rural areas. The phenomenon of the deurbanization of the villages unites the entire Old Continent. The issue, however, took on greater importance in 2020 with the increase in slow tourism, turismo lento, and local tourism. During the lockdown there was much talk of smart cities, città intelligenti , especially when the return to social and city life was expected. The debate now moves to the suburbs. We’ve seen that after the cities, even villages have become “smart” and are called smart villages, villaggi intelligenti, where sustainability and redevelopment meet and create benefits on different levels. On the one hand, according to experts, we need to start making the villages more autonomous, on the other, planning a decrease in the city. Revitalizing rural areas and communities instead of building from scratch, therefore redeveloping what is already present in the place.

Thematic Group on Smart Villages
A thematic group (WG) analyzed this “Smart Villages” topic from September 2017 to July 2020. It explored ideas and initiatives to revive rural services through digital and social innovation. It explored ways to enhance and make rural services more sustainable, such as health, social services, education, energy, transport or retail, through the use of information and technology technologies. communication (ICT) and community-based local projects and actions.
It also focuses on the local production and distribution of alternative energy, reduction of the environmental impact in the food sector (through the enhancement of local food production), and through the reduction of land consumption.
It has defined a practical guide on the use of all the strategic tools aimed at favoring the birth and development of smart villages. It has also created a link between the various ongoing initiatives, which demonstrate the growing interest that this topic arouses at all levels.

The first example of an intelligent village
The first intelligent village was born in a Tuscan village that has just over 2500 residents. The village of Santa Fiora on Monte Amiata, in the province of Grosseto developed a project in 2021 to become the first Intelligent village in Italy. Not only is there ultra-broadband for an efficient and fast connection, but even an e-bike service. There is also no shortage of plumbers and bricklayers and the possibility for families to hire one of the babysitters made available by a local cooperative.
From a loft you can enjoy the view of the fascinating fish pond, commissioned by the Aldobrandeschi to convey the water of Mount Amiata.
“The experience of Covid-19 – explains the mayor of Santa Fiora, Federico Balocchi – forced us to review the organization of work by experimenting with smart working on a large scale. Some tourist facilities in Italy have seized this opportunity with a tailor-made offer for the worker looking for a relaxing environment, by the sea or in the mountains. In the case of Santa Fiora it is an entire municipality that proposes itself as a smart working village “. “We believe, in fact – adds Balocchi – that remote work is not only a temporary solution to deal with the emergency, but can represent the future, at least for certain professions, intelligently putting the person in the condition to work at their best for your company and at the same time being happy, without forgetting that feeling good also means being more productive. With the announcement we want to offer an incentive to stimulate this type of choice, but obviously the hope is that after a trial period, for some Santa Fiora will become a permanent choice by coming to live here permanently with the family “.
The advantage of the villages is that they contain a community that is able to cooperate more easily, in fact the difference between smart village and smart city goes beyond the sustainable and digital potential.

Would you like to live in a smart village?

Alitalia, the last flight? | Economics and history of the Italian airline

Alitalia, l’ultimo volo? | Economia e storia della compagnia aerea italiana

Hai mai volato in Italia con un aereo Alitalia? Allora ricorderai le assistenti di volo che parlavano fluentemente italiano e vestivano le uniformi Armani, che magari ti servivano un piatto di penne al sugo e un bicchiere di vino rosso seguito da un espresso con tiramisù… Eri sopra le nuvole con delizia in attesa di uno scorcio delle prime macchie colorate della campagna italiana.

Have you ever flown to Italy in an Alitalia aircraft? Then you’ll recall the flight attendants speaking fluently in Italian and dressed in Armani uniforms, who perhaps served you a dish of penne al sugo and a glass of vino rosso followed by an espresso with tiramisu….You were over the clouds with delight awaiting a glimpse of the first colorful patches of the Italian countryside.

Storia dell’Alitalia / The history of Alitalia

Il nome Alitalia è stato creato da un impiegato dell’ufficio postale che ha abbreviato “All’Italia” in “Alitalia” per renderlo più adatto ai telegrammi, creando una sigla che è diventata un elemento altamente riconoscibile del patrimonio nazionale. Tuttavia, per alcuni anni il futuro della compagnia aerea è stato incerto offuscato da anni di problemi impiegatizi, inefficienza e fallimenti seriali. Sembra che Alitalia, purtroppo, sia arrivata al suo ultimo volo.

The name Alitalia was created by a post office employee who shortened “All’Italia” to “Alitalia” make it more suitable for telegrams, creating an acronym that has become a highly recognizable element of the national heritage. However, for quite a few years the future of the airline has been uncertain tarnished by years of labor troubles, inefficiency and serial bankruptcies. It seems like Alitalia, unfortunately, has reached its final flight.

Alitalia è stata protagonista della rinascita del Paese nel secondo dopoguerra con l’apertura di rotte internazionali che avevano anche valenze diplomatiche e geopolitiche. Nel corso della sua storia, la compagnia di bandiera ha accompagnato personaggi istituzionali in viaggi storici, come quello del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi a Mosca nel 1960, primo capo di Stato occidentale a visitare la capitale dell’URSS. Dal 1964 è la compagnia di riferimento dei viaggi apostolici della Santa Sede, con la visita in Terra Santa di Paolo VI, il primo storico volo di un Pontefice. Hanno volato Alitalia anche i principali nomi del giornalismo: Dino Buzzati , Eugenio Montale, Alberto Cavallari, Giorgio Bocca, Paolo Monelli. Alitalia ha accompagnato tutti i protagonisti della cultura, dello spettacolo e dello sport italiani durante tutti i principali eventi del Paese, da Roma 1960 a Expo Milano 2015.

Alitalia was the protagonist of the country’s rebirth after the Second World War as international routes that also had diplomatic and geopolitical significance opened up. Throughout its history, the flag carrier has accompanied institutional figures on historical journeys, such as that of the President of the Republic Giovanni Gronchi in Moscow in 1960, the first Western head of state to visit the capital of the USSR. Since 1964 it’s been the reference company of the apostolic journeys of the Holy See, with the visit to the Holy Land of Paul VI, the first historic flight by a Pontiff. Flying Alitalia also the main names in journalism (Eugenio Montale, Dino Buzzati, Alberto Cavallari, Giorgio Bocca, Paolo Monelli). Alitalia accompanied all the protagonists of Italian culture, entertainment and sport supporting all the major events in the country, from Rome 1960 to Milan Expo 2015.

Sequenza temporale / Timeline di Alitalia:

1947
Decolla il primo volo
– The first flight takes off
Il 5 maggio 1947 Alitalia-Aereolinee Italiane Internazionali effettua il primo volo nazionale Torino – Roma – Catania con un Fiat G-12 E.
Due mesi dopo il primo volo internazionale da Roma a Oslo con un aereo Savoia Marchetti SM95 e 38 passeggeri a bordo.

On May 5, 1947, Alitalia-Aereolinee Italiane Internazionali made the first national flight Turin – Rome – Catania with a Fiat G-12 E.
Two months after the first international flight from Rome to Oslo with a Savoia Marchetti SM95 plane and 38 passengers on board.

1950
Nuovo servizio di bordo
– New on-board service
Volano le prime hostess Alitalia con le divise disegnate dalle Sorelle Fontana.
Entrano in linea i quadrimotori DC4 e si introducono pasti caldi che portano la Compagnia a diventare uno dei vettori preferiti dalla clientela internazionale.

The first Alitalia hostesses fly with the uniforms designed by the Fontana sisters.
The four-engined DC4 entered the line and hot meals were introduced, leading the Company to become one of the preferred carriers for international customers.

1957
Nasce Alitalia L.A.I.
– Alitalia L.A.I. is born
Alitalia si fonde con la LAI e diventa Alitalia – Linee Aeree Italiane con 3.000 dipendenti e una flotta di 37 aerei.
Nella classifica internazionale delle compagnie aeree Alitalia passa dal ventesimo al dodicesimo posto.

Alitalia merges with LAI and becomes Alitalia – Italian Airlines with 3,000 employees and a fleet of 37 aircraft.
In the international ranking of airlines, Alitalia goes from twentieth to twelfth place.

1960
Le Olimpiadi volano Alitalia
– The Olympics fly Alitalia
Alitalia è la compagnia ufficiale delle Olimpiadi di Roma. Entrano in flotta i primi jet e per la prima volta trasporta oltre un milione di passeggeri.
Viene inaugurato l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.

Alitalia is the official airline of the Rome Olympics. The first jets enter the fleet and for the first time it carries over a million passengers.
The Leonardo da Vinci airport in Fiumicino is inaugurated.

1969-70
Il Jumbo e il nuovo logo
– The Jumbo and the new logo
Alitalia presenta un nuovo logo e rinnova la livrea degli aerei: la “Freccia Alata” viene sostituita dalla “A” tricolore. Entra in flotta il Jumbo Boeing 747 e Alitalia diventa la prima compagnia aerea europea a volare con una flotta “all jet”.

Alitalia presents a new logo and renews the livery of the aircraft: the “Freccia Alata” is replaced by the tricolor “A”. The Jumbo Boeing 747 enters the fleet and Alitalia becomes the first European airline to fly with an “all jet” fleet.

1980-82
Nuovi Airbus A300 e MD80
– New Airbuses and MD80
Continua il rinnovamento della flotta con l’arrivo degli Airbus A300, bireattori di grande capacità, e dei nuovi MD80. Per i voli di lungo raggio entrano in flotta i B747 Combi che consentono maggiore flessibilità nel trasporto passeggeri e merci.

The renewal of the fleet continues with the arrival of the Airbus A300, large-capacity twin-jets, and the new MD80s. For long-haul flights, the B747 Combi enters the fleet, allowing greater flexibility in the transport of passengers and goods.

1991-92
Arriva il MilleMiglia
– MilleMiglia arrives
Arrivano i nuovi MD11, trireattori dall’ampia autonomia di volo: oltre 12.000 chilometri.
Giorgio Armani disegna le nuove divise e collabora agli interni dei nuovi aerei.
Nasce il MilleMiglia programma dedicato ai frequent flyers.

The new MD11s arrive, three-jets with a long flight range: over 12,000 kilometers.
Giorgio Armani designs the new uniforms and collaborates on the interiors of the new planes.
The MilleMiglia program dedicated to frequent flyers is born.

2001-02
Ingresso in SkyTeam – Entry into SkyTeam
Alitalia entra a far parte dell’alleanza internazionale SkyTeam insieme con Air France, Delta Air Lines, Korean Air, Aeromexico e CSA Czech Airlines.
Sul lungo raggio il nuovo Boeing 777 sostituisce il glorioso Jumbo B747.

Alitalia joins the SkyTeam international alliance together with Air France, Delta Air Lines, Korean Air, Aeromexico and CSA Czech Airlines.
In the long haul, the new Boeing 777 replaces the glorious Jumbo B747.

2009
Alitalia compagnia privata
– Alitalia – C.A.I. begins service
Il 13 gennaio decolla il primo volo di Alitalia Compagnia Aerea Italiana, società interamente privata, che rileva beni, infrastrutture e personale da Alitalia – Linee Aeree Italiane e assorbe Air One.

On 13 January, Alitalia – Compagnia Aerea Italiana operated its first flight. The company took over the goods, infrastructures and personnel from Alitalia – Linee Aeree Italiane and absorbed Air One, creating a single airline, leader in Italy.

2015
Alleanza con Ethiad Airways
– Alliance with Ethiad Airways
Dal 1 gennaio è operativa la nuova Alitalia, compagnia a maggioranza italiana nel cui capitale entra con 49% Etihad Airways, la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti.

From the first January the new Alitalia has begun its operations, an Italian company with a 49% of capital investment from Etihad Airways the flag carrier of the United Arab Emirates.

Tramonto aereoporto di Fiumicino, Sunset Fiumucino airport
Tramonto all’aereoporto di Fiumicino, Roma / Sunset at Fiumucino airport, Rome

L’economia e la caduta / The economics and the downfall

È stato deciso che Alitalia effettuerà il suo ultimo volo il 15 ottobre 2021, essendo in corso la sua cessione, con la gara per l’acquisizione del marchio, uno degli asset più significativi dell’intera operazione di transizione in corso. ITA, la nuova compagnia aerea di cui quasi nessuno ha sentito parlare, inizierà a volare il 15 ottobre come nuova compagnia di bandiera italiana, sostituendo la fallita Alitalia. Il capo dell’ITA Fabio Lazzerini (ex uomo Alitalia) intende acquistare il marchio in una gara d’appalto annunciata dal governo italiano venerdì 17 settembre.

It’s been decided that Alitalia will take its last flight on October 15, 2021, as the sale of Alitalia is underway, with the tender for the acquisition of the brand, one of the most significant assets of the entire transition operation in progress. ITA, the newly branded airline that hardly anyone has heard of will start flying on October 15 as Italy’s new flag carrier, replacing a bankrupt Alitalia. The head of ITA Fabio Lazzerini (a former Alitalia man) plans to buy the brand in a tender the Italian government announced on Friday, September 17

Il legislatore ha previsto che una compagnia aerea si aggiudichera’ la gara al fine di garantire la presenza del nome “Alitalia” nel panorama del trasporto aereo e mantenere un forte punto di riferimento per i passeggeri. Ma se ITA viene rinominata Alitalia, ciò solleva la questione di quanto sia diversa la nuova compagnia aerea da quella vecchia. Non è questo il modo in cui l’ITA viene girata da Bruxelles e Roma. La Commissione Europea ha stabilito la scorsa settimana che ITA e Alitalia sono entità separate, la cosiddetta discontinuità economica. Di conseguenza, la nuova società non è responsabile per 900 milioni di euro di aiuti statali illegali ricevuti dal suo predecessore, il che consente anche a Roma di iniettare 1,35 miliardi di euro di denaro fresco nella nuova società.

Legislators have predicted that in order to guarantee the presence of the name “Alitalia” in the panorama of air transport and to maintain a strong point of reference for passengers, an airline will be awarded the tender. But if ITA is rebadged as Alitalia, that raises the question of just how different the new airline is from the old one. That’s not the way ITA is being spun by Brussels and Rome. The European Commission determined last week that ITA and Alitalia are separate entities, so-called economic discontinuity. As a result, the new company is not liable for €900 million in illegal state aid received by its predecessor, which also allows Rome to inject €1.35 billion of fresh money into the new company.

L’economista Ugo Arrigo individua il risultato sperato: “I commissari, che in base al diritto delle crisi d’impresa dovrebbero massimizzare i proventi della vendita di attività produttive che operano nell’interesse dei creditori, sono invece obbligati a vendere all’ITA perché il legislatore lo vuole. . Ma l’ITA non doveva essere in totale discontinuità con Alitalia secondo la volontà dell’Unione Europea? E come si concilia questa esigenza con la continuità invece resa obbligatoria dalla legge alla stregua di una staffetta olimpica? Inoltre, se i commissari sono costretti a vendere a un acquirente predeterminato, come possono massimizzare i proventi?”

Economist Ugo Arrigo identifies of the desired result: “The commissioners, who under the law of business crises should maximize the proceeds from the sale of productive activities operating in the interest of creditors, are instead obliged to sell to ITA because the legislator wants this. . But wasn’t ITA supposed to be in total discontinuity with Alitalia according to the will of the European Union? And how is this need reconciled with the continuity instead made obligatory by the law in the same way as an Olympic relay? Also, if commissioners are forced to sell to a predetermined buyer how can they maximize the proceeds?”

Quali sono le differenze tra ITA e Alitalia? /
What are the differences between ITA and Alitalia?

ITA volerà gli aerei della vecchia compagnia aerea, utilizzando molti dei suoi slot a Milano e Roma, e sarà gestita dalla forza lavoro snellita della vecchia comapagnia. Infatti la sua forza lavoro sarà molto più piccola, assumendo solo 2.800 dipendenti quest’anno, con piani per il prossimo anno di aumentarla a 5.750, che è ancora meno della metà degli 11.000 dipendenti di Alitalia. Ad ITA è inoltre vietato rilevare il programma fedeltà della vecchia compagnia aerea, che ha fatto infuriare i sindacati, oltre al fatto che la Commissione ha consentito la creazione di una nuova compagnia aerea non vincolata dai contratti della vecchia compagnia.

ITA will be flying the old airline’s aircraft, using many of its slots in Milan and Rome, and be staffed by the slimmed-down remnants of the old carrier’s workforce. Infact its workforce will be much smaller taking on only 2,800 employees this year, with plans for next year to increase it to 5,750, which is still less than half of Alitalia’s 11,000 employees. ITA is also barred from taking over the old airline’s loyalty scheme, which has enraged unions, in addition to the fact that the Commission has allow the creation of a new airline not bound by the old carrier’s contracts.

“Alitalia è stata tradizionalmente all’avanguardia riguardo alle condizioni di lavoro dignitose e livelli retributivi in linea con le altre compagnie di bandiera europee”, ha scritto in una lettera alla Commissione Livia Spera, segretario generale della Federazione europea dei lavoratori dei trasporti. In una telefonata con Politico ha affermato che “Ciò che l’ITA sta offrendo è una maniera ottocentesca di gestire i lavoratori. In base ai nuovi contratti, ancora in fase di definizione, i dipendenti subiranno un taglio di stipendio del 27 per cento».

“Alitalia has traditionally been leading the way in decent working conditions and levels of pay in line with other European flag carriers,” Livia Spera, secretary general of the European Transport Workers’ Federation, wrote in a letter to the Commission.  In a call to Politico she stated that, “What ITA is offering is an 18th-century way of managing workers. Under the new contracts, which are still being drawn up, employees are set to see a 27 percent salary cut.”

Riccardo Magi, legislatore italiano e capo di More Europe, partito centrista e pro-mercato, ritiene che “nonostante il trucco consistente nel cambiare le entità giuridiche, Alitalia non ha la capacità di essere competitiva”, ha detto, prevedendo che ITA continuerà a beneficiare del sostegno statale in futuro. Dunque il passaggio del testimone pare complicato e, secondo gli esperti, ITA è un fallimento annunciato dove i contribuenti ci rimetteranno due volte.

Riccardo Magi, an Italian lawmaker and head of More Europe, a centrist and pro-market party, believes that, “Despite the trick consisting in changing legal entities, Alitalia doesn’t have the capacity to be competitive,” he said, predicting that ITA will continue benefiting from state support in the future. So the passing of the baton seems complicated and, according to experts, ITA is an announced failure where taxpayers will lose out twice.

Ciao ciao, Alitalia.

Sede Alitalia all'aeroporto di Fiumicino, Roma/ Alitalia head office at Fiumicino Airport, Rome
Sede Alitalia all’aeroporto di Fiumicino, Roma/ Alitalia head office at Fiumicino Airport, Rome

Schiacciata con l’uva ricetta- grape pizza recipe

(English follows)

Sai che con l’uva non si fa solo il vino, ma anche un tipo pizza? Infatti la schiacciata con l’uva è una specialità Toscana. Sono golosa di dolci, quindi penso che ne sfornerò una bella quantità in questa stagione di vendemmia.

Mio padre produceva tanta uva ogni anno intorno alla nostra casa, uva bianca e rossa. Domani 6 settembre sarà il secondo compleanno che non potrò fargli gli auguri. Sono gia passati 18 mesi da quando ci ha lasciati.

La schiacciata con l’uva, dolcissima ricetta della tradizione toscana, si preparava al tempo della vendemmia, quando l’uva era matura ed abbondante e il pane si faceva rigorosamente in casa.
 
Si tratta infatti di un dolce costituito da pasta di pane lievitata, senza sale come vuole la tradizione del centro Italia, uva nera, olio d’oliva e poco zucchero, tutti prodotti legati al territorio. La pasta di pane fa da base e copertura, mentre l’uva viene messa come ripieno e in superficie: il risultato sono quindi due strati di morbida focaccia dolce e due strati di frutta, una vera delizia.

La schiaccia con l’uva è una merenda sana e golosa quanto il Castagnaccio, anch’esso di origine toscana e contadina, anche se meno famosa
 
L’uva è frutta molto preziosa per il nostro organismo: naturalmente ricca di vitamine e sali minerali, contiene anche antiossidanti. Svolge inoltre un’azione diuretica e antinfiammatoria. E poi è buonissima.

La schiaccia con l’uva quindi fa bene al corpo e allo spirito!

INGREDIENTI

  • 400 g di farina 0
  • 7 g di lievito di birra disidratato
  • 6 cucchiai di zucchero semolato
  • 4 cucchiai di olio d’oliva
  • 200 ml di acqua
  • 2 grappoli di uva nera

Come preparare la Schiacciata con l’uva

  1. Per preparare la schiacciata con l’uva fai innanzitutto sciogliere il lievito in metà dell’acqua. Metti la farina nella ciotola della planetaria, unisci il lievito e l’olio; impasta il tanto che serve ad amalgamare e aggiungi, poca alla volta, tutta o parte dell’acqua restante. Regolati in base al composto che non dovrà risultare né troppo morbido né troppo duro. Impastate per circa 15 minuti, fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Trasferiscilo in una ciotola, coprilo con pellicola alimentare e fai lievitare fino al raddoppio (ci vorranno circa 2 ore).
  2. Preleva l’impasto lievitato e rovescialo su una spianatoia infarinata. Prendine i 2/3 circa e stendilo con le mani su una teglia quadrata da 23 x 23 cm, foderata di carta forno e unta d’olio. Dovrairicoprire sia la base che parte dei bordi.
  3. Distribuisci sopra i chicchi sgranati di 1 grappolo d’uva, cospargili con 3 cucchiai di zucchero semolato e termina con un giro d’olio. Stendi con le mani, o con il mattarello, la pasta restante e copri il ripieno di frutta, sigillando bene i bordi con le dita.
  4. Distribuisci sulla superficie della pasta gli acini del grappolo d’uva restante, cospargi con i rimanenti 3 cucchiai di zucchero e un filo d’olio. Passa nel forno già caldo a 190° e fai cuocere per 45-50 minuti o comunque fino a doratura. Sforna la schiacciata con l’uva e falla raffreddare completamente prima di servirla. Buon appetito!

(English version)
Do you know that grapes are not used only to make wine, but also a type of pizza? In fact, la schiacciata con l’uva (grape pizza) is a Tuscan specialty. I have a sweet tooth, so I think I’ll be churning out a fair amount this harvest season.

My father produced a lot of grapes every year around our home, white and red grapes.

Tomorrow, September 6 will be the second birthday that I will not be able to wish him a happy birthday. It’s already been 18 months since he left us.

La schiacciata con l’uva, this sweet recipe of the Tuscan tradition, used to be prepared during harvest, when the grapes were ripe and plentiful and bread was strictly homemade.

It is in fact a dessert consisting of leavened bread dough, without salt as the tradition of central Italy dictates, black grapes, olive oil and a little sugar, all products linked to the territory. The bread dough acts as a base and cover, while the grapes are placed as a filling and on the surface: the result is therefore two layers of soft sweet focaccia and two layers of fruit, a real delight.

The schiaccia con l’uva is a healthy and delicious snack as the Castagnaccio, also of Tuscan and peasant origin, although less famous.

Grapes are a very precious fruit for our body: naturally rich in vitamins and minerals, they also contain antioxidants. They also have a diuretic and anti-inflammatory effect. And of course are very good.

La schiaccia con l’uva is therefore good for the body and spirit!

INGREDIENTS:

400 g of flour O
7 g of dehydrated brewer’s yeast
6 tablespoons of granulated sugar
4 tablespoons of olive oil
200 ml of water
2 bunches of black grapes

How to prepare La schiacciata con l’uva

  1. To prepare la schiacciata con l’uva, first dissolve the yeast in half of the water. Put the flour in the bowl, add the yeast and the oil; knead as much as needed and add, little by little, all or part of the remaining water. Adjusted according to the compound that should not be too soft nor too hard. Knead for about 15 minutes, until the mixture is smooth and elastic. Transfer it to a bowl, cover it with cling film and let it rise until doubled (it will take about 2 hours).
  2. Take the leavened dough and turn it over onto a floured pastry board. Take about 2/3 of it and spread it with your hands on a square pan measuring 23 x 23 cm, lined with parchment paper and greased with oil. You will need to cover both the base and part of the edges.
  3. Spread the grains free of seeds of 1 bunch of grapes over it, sprinkle with 3 tablespoons of granulated sugar and finish with a drizzle of oil. Roll out the remaining dough with your hands or with a rolling pin and cover the fruit filling, sealing the edges well with your fingers.
  4. Spread the remaining grapes on the surface of the dough, sprinkle with the remaining 3 tablespoons of sugar and a drizzle of oil. Put it in the preheated oven at 190 ° and cook for 45-50 minutes or in any case until golden brown. Remove la schiacciata/ flatbread and let it cool completely before serving.

    Buon appetito!

Don’t make these 8 Italian word mistakes

Non fare questi 8 errori di vocabolario italiano

Negli ultimi due decenni molte parole italiane sono state assorbite nelle abitudini di vita di tutto il mondo. Sebbene a volte il significato di queste parole, spesso relative al cibo, ad alcuni sia sconosciuto, sono tuttavia pronunciate con orgoglio. Vorrei che i laboriosi immigrati italiani della metà del XX secolo potessero vedere che l’italiano ora è di moda. Tuttavia, avrai sentito le discussioni che si stanno verificando in Italia negli ultimi anni sul fatto che la lingua italiana ha adottato molte parole straniere in particolare dall’inglese e dal francese. Al centro di queste discussioni c’è L’Accademia della Crusca, fondata nel 1583 a Firenze, i cui fondatori erano originariamente chiamati la brigata dei Crusconi e costituivano un circolo composto da poeti, letterati e giuristi. Questa società di studiosi di linguistica e filologia italiana è il più importante istituto di ricerca sulla lingua italiana, nonché la più antica accademia linguistica del mondo.

In the past couple of decades many Italian words have been absorbed in the lifestyle habits around the world. Although at times the meaning of these words, often pertaining to food, are unknown to some, they are yet uttered with pride. I wish the hard working Italian immigrants of the mid 20th century could see that Italian is now trendy. However, you may have heard the discussions taking place in Italy in recent years over the fact that the Italian language has been adopting many foreign words in particular from English and French. At the forefront of these discussions is L’Accademia della Crusca, founded in 1583 in Florence, whose founders were originally called la brigata dei Crusconi and constituted a circle composed of poets, men of letters, and lawyers. This society of scholars of Italian linguistics and philology is the most important research institution of the Italian language, as well as the oldest linguistic academy in the world.

Il suo obiettivo è di mantenere la purezza della lingua italiana. Infatti il nome Crusca è una metafora per il suo lavoro nel setacciare parole e strutture corrotte (come la crusca è separata dal grano). “Il più bel fior ne coglie”, un famoso verso del poeta italiano Francesco Petrarca è il motto dell’Accademia. Arrivati al 21° secolo c’è la preoccupazione che la lingua italiana svanisca o semplicemente diventi un minestrone. Quindi come ambasciatrice della lingua e della cultura italiana non uso mai parole straniere per sostituire una parola che già esiste in italiano. Quindi non mi sentirai mai dire “hai delle news” invece di “hai delle notizie oppure “nel weekend vado al mare” invece di “nel fine settimana vado al mare”.

Its goal is to maintain the purity of the Italian language. In fact Crusca, which means “bran” in Italian, is a metaphor for its work is to sift out corrupt words and structures (as bran is separated from wheat). “Il più bel fior ne coglie” (‘She gathers the fairest flower’), a famous line by the Italian poet Francesco Petrarca is the academy motto. Fast forward to the 21st century and there is concern that the Italian language will vanish or simply become un minestrone. So as an ambassador of the Italian language and culture I never use foreign words to replace a word that already exists in Italian. Therefore, you’ll never hear me say “hai delle news” instead of hai delle notizie oppure “nel weekend vado al mare” instead of “nel fine settimana vado al mare“.

Se hai viaggiato in Italia, avrai notato che gli italiani apprezzano quando gli stranieri si sforzano di parlare in italiano, e non gli dispiace affatto quando pronunci male una parola o fai fatica con alcune parole o frasi, in realtà gli italiani saranno più che felici di aiutarti a dirlo nel modo giusto. Tuttavia, potresti avere problemi a farti capire se usi o pronunci parole in modo errato. Facciamo un po’ di ordine partendo dalle seguenti otto parole che ho notato in Nord America hanno particolarmente bisogno di un po’ di amore!

If you have traveled to Italy, you may have noticed that Italians appreciate it when foreigners make an effort to speak Italian, and they don’t mind it at all when you mispronounce a word or struggle with some words or phrases, actually Italians will be more than happy to help you say it just right. However, you may have problems being understood if you’re using or pronouncing words incorrectly. Let’s make some order starting from following eight words which I noticed in North America are particularly in need of a bit of love!

1. Il biscotto / i biscotti

I biscotti riportano alla memoria i ricordi d’infanzia di quando mia mamma sfornava magicamente infiniti vassoi di biscotti in appena un paio d’ore. La casa si riempiva del dolce profumo di mandorle, vaniglia, cacao, scorza di limone. Mi sembrava di vivere ”in una casa di zucchero”. Preparava abbondanti quantità di biscotti e li conservava nel congelatore per gli ospiti fortunati. Il gigante congelatore era pieno di mostaccioli, amaretti, pesche e anche tante varietà di torte. Oggigiorno i biscotti hanno conquistato il mondo al plurale, giustamente. Ma se ne ordini solo 1, e non so come fai, è un sostantivo maschile singolare ”un biscotto”, mentre il plurale è “biscotti”. Mi sembra comunque tenero sentire qualcuno ordinare i “biscottis”.

Biscotti bring back childhood memories of when my mom would magically “sfornare” /bake endless trays of biscotti in just a couple of hours. The house would be filled with the sweet smell of almonds, vanilla, cacao, lemon zest. I felt like I was living “in una casa di zucchero”. She used to make copious amounts of biscotti and treasure them in the freezer for lucky guests. The giant freezer was packed with mostaccioli, amaretti, pesche, and a variety of cakes, too. Nowadays, biscotti, not biscottis, have taken over the world in their plural form, rightfully so. But if you order just 1, and I don’t know how you do it, it’s a singular masculine noun “un biscotto”, while the plural is “biscotti”. I still think it’s endearing when I hear someone order “a biscottis.”

2. Il gelato

Tutti amano il gelato e molti vogliono provarlo anche se non sanno cosa sia. Come la signora che ho visto una volta precipitarsi in un Caffè/bar a Little Italy in College Street a Toronto chiedendo al barista se poteva avere un “gelaro” apparendo perplessa non sapendo in cosa si stesse cacciando – sicuramente qualcosa di appetitoso secondo i racconti che l’avevano portata lì in primo luogo. Il barista sorrise indicando l’affare misterioso proprio di fronte a lei e disse “…è gelato!” Il gelato più amato al mondo. In italiano la “t” non si pronuncia come una “r”. Assicurati di pronunciare la “t” con la lingua premuta contro la parte posteriore dei denti anteriori in modo da poter essere serviti senza indugio questa prelibatezza italiana congelata!

Everybody loves gelato and many want to try it even if they don’t know what it is. Like the lady who once rushed into a Cafe’ in Little Italy on College Street in Toronto asking the barista if she could have a “gelaro” appearing puzzled and not knowing what she was getting herself into – surely something yummy according to the recounts that led her there in the first place. The barista grinned indicating right in front of her and said “..it’s ice-cream!” The most loved ice-cream in the world, il gelato. The t is not pronounced as an r in Italian. Be sure to voice the t with your tongue against the back of your front teeth so you can be served this frozen Italian delicacy without delay!

3. Il latte

Latte significa latte in italiano, quindi se ordini un “latte” in Italia, ti verrà servito un bicchiere di latte. Se chiedi un “grande” (stile Starbucks), riceverai un grande bicchiere di latte semplicemente! Ma se ci vuoi davvero del caffè dentro, dovrai chiedere un caffè latte, che significa caffè con latte. Inoltre, il mio consiglio, ogni volta che ordini qualsiasi tipo di cibo in Italia di cui non sei sicuro/a, scegli quello “piccolo” per evitare grandi sorprese!

Latte means milk, so if you order a “latte” in Italy, you’ll be served a glass of milk, un bicchiere di latte. If you ask for a “grande” (Starbucks style), you’ll get a big glass of plain milk! But if you actually want some coffee in it, you really want to ask for un caffè latte, which means milk coffee. My advice is that whenever you’re ordering any kind of food in Italy that you’re unsure of, just go for piccolo “small” to avoid big surprises!

4. Il peperone

Questo è stato in realtà l’ostacolo più grande per me all’estero perché non mangio carne. In italiano il peperone è l’ortaggio. Quindi in Italia se chiedi il peperone è esattamente quello che otterrai, sicuramente non le fette di salame. Mentre invece il pepperoni, con la doppia p, è una varietà americana di salame. In italiano si chiama semplicemente salame e basta chiedere quello.
Allora, pizza con salame o pizza con peperoni?

This was actually the biggest hurdle for me abroad as I don’t eat meat. In Italian il peperone is the vegetable, the bell pepper. So in Italy if you ask for peperone then that’s exactly what you’ll get, definitely not salami slices. While on the other hand pepperoni, with a double p, is an American variety of salami. In Italian it’s simply called salame and just ask for that.
So, pizza con salame or pizza con peperoni?

5. La bruschetta

Che buona la bruschetta! Il problema è che se la pronunci nello stile inglese “brushera” i camerieri italiani in Italia saranno nel pallone! Ovviamente le tre lettere sch sono spesso pronunciate male. Ma se le pronunci bene potrai ordinare la bruschetta anche in Italia. Tecnicamente pronuncia la -s (togli il suono “sh” inglese) e pronuncia “ch” che in italiano è come la “c” di cat o la “k” di kite, e otterrete “brusketta”. E infine la doppia “t”… rendila forte, con la lingua contro i denti anteriori, e dimostra con forza che ci tieni davvero!

Che buona la bruschetta! The problem is that if you pronounce it English style “brushera” Italian waiters in Italy will be clueless! Of course thethree letters sch are often mispronounced. But if you pronounce it right you’ll be able to order la bruschetta in Italy, too. Technically you pronounce the -s (remove the “sh” sound) and pronounce “ch” which in Italian is like the “c” in cat or the “k” in kite, and you’ll get “brusketta”. And finally the double “t”… make it strong, tongue against your front teeth, and show that you really mean it!

6. Pronto vs presto

La parola “pronto” ha un altro cugino italiano che molti ignorano, ed è presto. Oggigiorno ”pronto” è usato per significare essere preparato, disposto, mentre presto significa fra breve o rapidamente! “Sono pronto/a.” Anche quando rispondi al telefono “Pronto, chi parla?” Presto è un altro paio di maniche, per esempio “Arrivo presto.”
Quindi, Sei pronto/a per andare in Italia presto?

The word “pronto” has another Italian cousin that many ignore, and that’s presto. Nowadays ”pronto” is used to mean ready and presto means soon! “Sono pronto/a” – I’m ready! Also when you answer the phone “Pronto, chi parla?” Presto has another pair of sleeves, for example “Arrivo presto.” – I’ll be there soon!
So, Sei pronto/a per andare in Italia presto?

7. Il problema

Penso che le pubblicità americane abbiano propagato l’errore ”No problemo!”. Si dice “nessun problema”. Le regole grammaticali impongono che i nomi maschili debbano terminare in -o e i nomi femminili in -a. Tuttavia, sono sicura che ormai saprai che in italiano ci sono eccezioni alla maggior parte delle regole ed eccone una. Sebbene la maggior parte dei nomi che terminano in -a siano femminili, ci sono alcuni nomi di origine greca che terminano con il suffisso -ma, che sono ancora maschili nonostante l’ingannevole desinenza -a ed è richiesto l’articolo maschile “il”. Quindi se lo desideri dai pure la colpa di questa eccezione al greco!

I think American commercials have propagated the ”No problemo!” mistake. The proper translation of “nessun problema” is “il problema”. Grammar rules dictate that masculine nouns must end in -o and feminine nouns must end in -a. However, I’m sure you know by now that in Italian there are exceptions to most rules and this is one of them. Although most nouns ending in -a are feminine, there are some nouns of Greek origin ending with the suffixe -ma, which are still masculine despite the deceiving -a ending and the masculine article “il” is required. So go ahead and blame this one on the Greek if wish!

8. Il cannolo / i cannoli

Ahimè, il cannolo proprio come il biscotto rientra nella categoria degli errori col doppio plurale. Il plurale in italiano differisce dalle altre lingue, in quanto non usa la -s, e invece si modifica la vocale che termina la parola: la -o maschile diventa -i e la -a femminile diventa -e. È comprensibile questo errore dato che i cannoli sono così buoni che vorresti moltiplicarli all’infinito chiamandoli cannolis al plurale, ma la grammatica ha i suoi limiti, per fortuna!

Alas, cannolo just like biscotto falls into the double plural mistake category. Pluralizing in italian differs from other languages, as it doesn’t use an -s, instead you modify the vowel at the end: masculine -o becomes -i and femminine -a becomes -e. This mistake is understandable since cannoli are so good you’d like to multiply them infinitely calling them cannolis in the plural form, but grammar has it’s limits, luckily!

Potrebbero esserci altre parole da aggiungere a questa lista, fammi sapere nei commenti se ne hai sentite altre che vengono spesso sbagliate!

There may be more words to add to this list, let me know in the comments if you’ve heard of any other words that are often mistaken!

A presto!

Mirella


Free stay in exchange for a book | In Macchiagodena, a village in Molise

Regala un libro. Soggiorni gratis a Macchiagodena, un borgo Molisano

L’idea per rilanciare turismo e cultura e riscoprire la lentezza nasce nel comune di Macchiagodena, un borgo del Molise, in provincia di Isernia. Basterà pagare consegnando un libro, magari il proprio preferito, per ricevere in cambio soggiorni gratis. Il comune mette a disposizione stanza in Bed and Breakfast e Agriturismi. Qualsiasi tipo di volume è valido! Un romanzo, un libro di poesie, un libro per bambini…

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Virtual travel in Trentino-Alto Adige – Travelling in Italy

Un viaggio virtuale in Trentino-Alto Adige

Lago di Garda – foto di Egle Sidaraviciute

Arriva la primavera, allora continuiamo i nostri viaggio virtuali.
Dalla Campania questa volta andiamo in Trentino- Alto Adige. Uno dei miei viaggi scolastici preferiti alle superiori fu proprio in questa regione montuosa in cui si parla anche il tedesco, lingua della quale ero appassionata. Infatti era una delle mie materie preferite a scuola.

E’ affascinante vedere convivere in questa regione italiana 3 lingue diverse con le loro rispettive tradizioni.

Spring is coming, so let’s continue our virtual trips.
From the Campania region this time we’re going to Trentino-Alto Adige. One of my favorite school trips in high school was to this mountainous region where German is also spoken, a language I was passionate about. In fact it was one of my favorite subjects at school.

It’s fascinating to see 3 different languages and their respective traditions coexist in this Italian region.

Buon viaggio!

L’Alto Adige: uno dei posti più belli al Mondo

L’ Alto Adige: one of the most beautiful places in the world

Una panoramica della regione da togliere il fiato che ti trasporta da valli e vette.

A breathtaking overview of the region that transports you from valleys and peaks.

La regione del Trentino-Alto Adige – un po’ di geografia

The Trentino-Alto Adige region – a bit of geography

Una lezione di geografia in cui impariamo delle sue caratteristiche morfologiche e delle sue straordinarie bellezze.

A geography lesson in which we learn about its morphological characteristics and its extraordinary beauties.

Alto Adige – La vita nel gioiello della natura – Parte 1/2

Alto Adige – Life in the jewel of nature – Part 1/2

Viaggiamo nella regione più montuosa d’Italia e scopriamo immensi scenari di paesaggi dove si nascondono tesori, sconosciuti alla maggior parte della gente. È lo spazio vitale tra le minacciose vette delle Dolomiti e le regioni mediterranee della Bassa Atesina. I luoghi di culto dimenticati rispecchiano la complessa cultura ladina. Sono messi in mostra con gran cura e con atteggiamento critico i gioielli della natura altoatesina ed i permanenti conflitti fra tradizioni e nuove tendenze.

Let’s travel to the most mountainous region of Italy and discover immense sceneries of landscapes where treasures are hidden, unknown to most of the people. It’s the living space between the threatening peaks of the Dolomites and the Mediterranean regions of Bassa Atesina. The forgotten places of worship reflect the complex Ladin culture. The jewels of South Tyrolean nature and the permanent conflicts between traditions and new trends are displayed with great care and with a critical attitude.

Tre italiani a Bolzano

Three Italian in Bolzano

Storie di gente che rispecchiano l’arte di vivere di tedeschi e italiani nella capitale altoatesina.

Stories of people that reflect the art of living of Germans and Italians in the South Tyrolean capital.

Trento -una passeggiata in città

Trento – a stroll around the city

Leggi qui la storia di Curon, il paese sommerso / Read here the story of Curon, the submerged village

Campitello di Fassa – foto di Mike Kienle

Altri viaggi virtuali/ more virtual trips:


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