Il Rasoio Vanitoso, una favola di Leonardo da Vinci
Sai, che Leonardo da Vinci tra un’invenzione e l’altra scriveva anche favole? Non c’è da stupirsi ovviamente! Anche perché la favola ha un’ origine popolare antichissima e ha preceduto qualsiasi forma letteraria. La parola “favola”, viene dal latino “fabula”, e significa parlare. Infatti, le favole avevano il ruolo di trasmettere in forma orale, la tradizione, i principi e i valori della società. Pertanto, non era destinata all’educazione dei bambini, ma a dare un significato e fornire riposte agli episodi della vita quotidiana.
Leonardo trasmette con questa favola l’importanza di allenare sempre la propria mente come faceva lui!
IL RASOIO VANITOSO Un giorno il rasoio uscì dal suo manico e si mise a prendere il Sole. Vedendo il Sole che si specchiava sul metallo lucido, il rasoio si riempì d’orgoglio e disse: “Come sono bello: perfino il Sole si specchia su di me. Eppure devo faticare ogni giorno; sono proprio stufo di tagliare barbe. Anzi, sapete cosa faccio? Me ne vado. E non tornerò più alla bottega del barbiere. Mi nasconderò e mi godrò in pace la mia bella vita”. Il rasoio fuggì lontano dalla bottega e si nascose in una grotta, per non essere trovato dal barbiere. Rimase lì per qualche mese, poi uscì dalla grotta e si mise al Sole ma questo non si specchiava più sulla sua lama: il rasoio aveva perso la sua lama ed era coperto di ruggine da cima a fondo. Disperato, si lamentò: “Ah, se solo fossi rimasto alla bottega del barbiere. Avrei dovuto continuare a tagliar barbe, così sarei rimasto ben affilato e lucente; adesso sono solo un ferro vecchio da buttare”. Questo è quel che accade a chi smette di studiare e di esercitarsi e si dà al divertimento: la sua mente, come il ferro, perde filo e lucentezza e si copre della ruggine dell’ignoranza.
(English translation)
Did you know that Leonardo da Vinci also wrote fables between one invention and another? Nothing to be surprised about of course! Also because the fable has a very ancient popular origin and preceded any literary form. The word “favola” (fable) comes from the Latin word “fabula”, and means to speak. In fact, fable had the role of transmitting the tradition, principles and values of society in oral form. Therefore, it was not intended for the education of children, but to give meaning and providing answers to events of everyday life.
Leonardo transmits with this fable the importance of always training one’s mind as he did!
THE VAIN RAZOR One day the razor came out of its handle and began to bask in the sun. Seeing the sun reflected in the shiny metal, the razor was filled with pride and said: “How beautiful I am: even the sun is reflected on me. Yet I have to toil every day; I’m just sick of trimming beards. Actually, you know what I’m going to do? I’m leaving. And I’ll never go back to the barbershop. I’ll hide away and enjoy my beautiful life in peace.” The razor fled away from the shop and hid in a cave, not to be found by the barber. He stayed there for a few months, then he came out of the cave and put himself in the sun, but it no longer reflected on his blade: the razor had lost its blade and was covered in rust from top to bottom. Desperate, he moaned, “Ah, if only I’d stayed at the barbershop. I should have kept trimming beards, so I would have remained sharp and shiny; now I’m just an old piece of iron to throw away”. This is what happens to those who stop studying and practicing and just want to have fun: their mind, like iron, loses its edge and shine, and is covered with the rust of ignorance.
Primo di una serie di articoli dedicati alla storia dei Sanniti. – First of a series of articles dedicated to the history of the Samnites.
(English follows)
I Sanniti: Introduzione
La storia dei Sanniti continua ad affascinare dopo più di duemila anni. I Sanniti erano un popolo italico e acerrimi nemici di Roma. Di questo popolo fiero e indomito restano scarne testimonianze e poche vestigia, nonostante per decenni avessero lasciato un’impronta della propria civiltà sulle terre che si estendono dal Gran Sasso fino ad arrivare alle aree della Magna Grecia. Questo territorio è nei giorni nostri denominato “il Sannio”. Sappiamo che i Sanniti hanno influenzato la crescita di gran parte delle popolazioni italiche.
Gli storici non sono sicuri delle origini dei Sanniti, ma pare che fossero cugini dei Romani. Infatti si ritiene che diramassero dai Sabini, uno dei primi ceppi etnici che si sono poi fusi con il ceppo che sarebbe diventato noto come il popolo romano. I Sanniti non hanno mai creato un’unica comunità politica come avevamo fatto i Romani, ma piuttosto delle tribù. Le principali erano i Carricini, i Caudini, i Frentani, gli Irpini e i Pentri che si sono uniti per fini bellici in una confederazione. “Samnium” e “Samnites” erano parole latine, e i Sanniti si riferivano a proprio paese come “Safinim” e a se stessi come “Safineis”.
I romani, nella loro spinta verso l’espansione regionale, non hanno avuto un compito facile conquistare la penisola italiana e l’isola di Sicilia. In effetti più di una volta nella loro storia antica, se le cose fossero andate in modo leggermente diverso, i romani si sarebbero trovati vinti invece che conquistatori.
Altri popoli hanno dato filo da torcere ai romani nella loro marcia verso la costruzione dell’impero tra cui gli Etruschi, i Greci e i Celti, ma i Sanniti erano i più caparbi e risoluti e consideravano sacra la libertà per cui hanno combattuto strenuamente.
Agli inizi del IV secolo a.C i Romani e i Sanniti si sono alleati e combattuti per avere l’egemonia sull’espansione naturale verso le fertili terre a sud del fiume Liri dal Volturno al Sarno. Il fattore che ha permesso all’uno di sovrastare all’altro non è facile da sapere. La storia che ci è stata tramandata si basa sul lavoro di storici asserviti al potere di Roma, tra cui Tito Livio. Si sa invece poco dei popoli soggiogati, delle loro vicende, idee politiche e religiose. Gli antichi testi parlano in modo superficiale, confuso e spesso non veritiero dei Sanniti. Infatti persino ricostruire l’assetto geografico del Sannio non è un compito semplice.
In seguito a nuovi scavi archeologici negli ultimi anni, il ritrovamento di reperti ha permesso di mettere un po’ di ordine nella storia e di dare una nuova interpretazione dell’antica società sannitica.
I Sanniti hanno vissuto in almeno quattro regioni: Abruzzo, Molise, Lazio e Campania. Ciascuna di queste regioni ha un museo dedicato ai Sanniti tra cui bisogna peregrinare non potendo per contrasti politici e geografici creare un unico museo dove conservare i reperti archeologici.
Per indicare quei territori che erano uniti per combattere l’egemonia di Roma, i Sanniti furono i primi ad utilizzare il nome “Italia”.
English version
The Samnites: Introduction
The history of the Samnites continues to fascinate after more than two thousand years. The Samnites were an Italian people and bitter enemies of Rome. Scarce evidence and few vestiges remain of this proud and indomitable people, despite the fact that for decades they had left the mark of their civilization on the lands that extend from the Gran Sasso up to the areas of Magna Graecia. This territory is nowadays called the Sannio. We know that the Samnites influenced the growth of most of the Italian populations.
Historians aren’t sure of the origins of the Samnites, but it appears that they were cousins of the Romans. Indeed it is believed that they branched off from the Sabines, an early ethnic lineage who later merged with the lineage that would come to be known as the Roman people. The Samnites never created a single polity as the Romans did, but rather tribes. The main ones were the Carricini, Caudini, Frentani, Irpini and Pentri who united for war purposes in a confederation. “Samnium” and “Samnites” were Latin words, and the Samnites referred to their country as “Safinim” and to themselves as “Safineis”.
The Romans, in their drive for regional expansion, had no easy task conquering the Italian peninsula and the island of Sicily. Indeed more than once in their early history, if things had gone slightly differently, the Romans would have found themselves vanquished rather than conquerors. Other peoples gave the Romans a hard time in their march towards empire building including the Etruscans, Greeks and Celts, but the Samnites were the most stubborn and resolute and held sacred the freedom they fought so hard for.
At the beginning of the 4th century BC the Romans and the Samnites allied and fought to have hegemony over the natural expansion towards the fertile lands south of the Liri river from the Volturno to the Sarno. The factor that allowed one to dominate the other is not easy to know. The story that has been handed down to us is based on the work of historians enslaved to the power of Rome, including Tito Livio. On the other hand, little is known about the subjugated peoples, their vicissitudes, political and religious ideas. The ancient texts speak in a superficial, confused and often untruthful way about the Samnites. In fact, even reconstructing the geographical structure of Sannio is not a simple task.
Following new archaeological excavations in recent years, the discovery of artifacts has allowed us to put some order in history and to give a new interpretation of the ancient Samnite society.
The Samnites lived in at least four regions: Abruzzo, Molise, Lazio and Campania. Each of these regions has a museum dedicated to the Samnites among which it is necessary to wander as it is not possible due to political and geographical contrasts to create a single museum in which to preserve the archaeological finds.
To indicate those territories that were united to fight the hegemony of Rome, the Samnites were the first to use the name “Italy”.
Alcuni italiani non amano molto il congiuntivo, mentre il passato remoto è molto diffuso nella lingua parlata. Per alcuni il condizionale resta una sfida e l’imperativo non manca mai soprattutto a tavola: “Mangia!” Comunque secondo me i verbi italiani sono tutti belli a modo loro.
Quali sono i tuoi tempi verbali più o meno preferiti?
Some Italians don’t like the subjunctive (il congiuntivo) very much, while the remote past (passato remoto) is very common in the spoken language. For some, the conditional remains a challenge and the imperative never fails, especially at the table: “Mangia!” (“Eat!”) However, in my opinion the Italian verbs are all beautiful in their own way.
Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati. «Avanti», disse una voce dall’interno. Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d’ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c’era un vecchio. «Guardi che stupendo paccone di Natale!» disse allegramente il postino. «Grazie. Lo metta pure per terra», disse il vecchio con la voce più triste che mai. Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Intuiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l’aria di spassarsela bene. Allora, perché era così triste? «Ma, signore, non dovrebbe fare un po’ di festa a questo magnifico regalo?». «Non posso… Non posso proprio», disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: «Da tua figlia Luisa e marito». Mai un augurio personale, una visita, un invito: «Vieni a passare il Natale con noi». «Venga a vedere», aggiunse il vecchio e si alzò stancamente. Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta. «Ma…» fece il postino. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti. «Ma non li ha neanche aperti!» esclamò il postino allibito. «No», disse mestamente il vecchio. «Non c’è amore dentro».
– autore: anomino
(English version)
The postman rang twice. It was five days until Christmas. In his arms he had a large parcel wrapped in preciously designed paper and tied with golden ribbons. “Come in,” said a voice from within. The postman entered. It was a shabby house: he found himself in a room full of shadows and dust. Sitting in an armchair was an old man. “Look at that gorgeous Christmas bag!” the postman said cheerfully. “Thank you. Put it on the floor,” said the old man in a sadder voice than ever. The postman was stunned with the big package in his hand. He understood very well that the package was full of good things and that old man certainly didn’t look like he was having a good time. So why was he so sad? ‘But, sir, shouldn’t you make a little celebration of this magnificent present?’ “I can’t… I just can’t,” said the old man with tears in his eyes. And he told the postman the story of her daughter who had married in the next town and had become rich. Every year she sent him a package for Christmas with a note: “From your daughter Luisa and husband.” Never a personal greeting, a visit, an invitation: «Come and spend Christmas with us». “Come and see,” the old man added, and got up wearily. The postman followed him to a closet. The old man opened the door. “But…” said the postman. The closet was overflowing with Christmas presents. They were all the ones from previous Christmases. Intact, with their precious paper and shiny ribbons. “But he didn’t even open them!” exclaimed the shocked postman. “No,” said the old man ruefully. “There is no love inside.”
Ho l’abitudine di fare liste di frasi e aforismi che mi aiutano a trovare ispirazione e motivazione. In questo podcast ti leggo alcune frasi che mi sostengono durante le dure prove della vita. L’imperatore romano e filosofo stoico Marco Aurelio diceva che bisogna abituarsi a sentirsi a disagio. Se non siamo allenati alla durezza della vita, allora non saremo pronti ad affrontarla quando si presenterà. A chi dice che non devo complicarmi la vita, dico che mi alleno. Essere riuscita a risolvere le questioni che si sono presentate mi ha dato molte soddisfazioni. Scegliere il modo più semplice e conveniente non fa per me. Considero la vita una scuola fondamentalmente e mi dà pace sapere che ho tutto ciò che serve moralmente per affrontare qualsiasi cosa.
Queste sono alcune delle frasi. Non le seguo sempre diligentemente, anzi spesso con grande difficoltà! Ma la migliore delle tecniche per avere successo è la ripetizione, vero?
È il nostro atteggiamento all’inizio di un compito che più di ogni altra cosa influenzerà il suo esito positivo.
Pensa, agisci, parla, cammina e comportati in tutti i tuoi affari come farebbe la persona che desideri diventare.
Siamo interdipendenti; è impossibile avere successo senza gli altri. Ed è il nostro atteggiamento verso gli altri che determinerà il loro atteggiamento verso di noi.
È il nostro atteggiamento verso la vita che determinerà l’atteggiamento della vita verso di noi.
Abbi compassione ed empatia per il più piccolo degli animali. E’ una delle virtù più nobili che si possa avere.
La tua mente può contenere solo un pensiero alla volta. E poiché non c’è niente da guadagnare essendo negativi, sii positivo.
Il desiderio più profondo degli esseri umani è di essere necessari, di sentirsi importanti, di essere apprezzati. Offrilo agli altri e te lo restituiranno.
Cerca il meglio nelle nuove idee. Come qualcuno ha detto,”non ho mai incontrato una persona da cui non potessi imparare qualcosa”.
Non perdere tempo prezioso a parlare di problemi personali; probabilmente non ti aiuterà e non può aiutare gli altri.
Abbandonati nel silenzio per poter ascoltare e imparare.
Irradia l’atteggiamento di benessere, di fiducia, di una persona che sa dove sta andando. Questo ispirerà coloro che ti circondano e scoprirai che le cose belle cominceranno a succederti.
Tratta tutti quelli con cui entri in contatto come la persona più importante sulla terra.
Hai delle frasi che t’ispirano a dare il tuo meglio quotidianamenete oppure nei momenti difficili? Condividile nei commenti!
(English version)
I have a habit of making lists of phrases and aphorisms that help me find inspiration and motivation. In this podcast I’ll read some sentences that support me during the hard trials of life. The Roman emperor and Stoic philosopher Marcus Aurelius said that one must get used to feeling uncomfortable. If we aren’t trained in the harshness of life, then we won’t be ready to deal with it when it comes. To those who say I don’t have to complicate my life, I say that I’m training. Being able to resolve the issues that have arise has given me a lot of satisfaction. Choosing the easiest and most convenient way is not for me. I consider life basically a school and it gives me peace to know that I have what it takes morally to face anything.
These are some of the phrases. I don’t always follow them diligently, indeed often with great difficulty! But the best way to be successful is repetition, right?
1. It is our attitude at the beginning of a task that more than anything else will influence its successful outcome.
2. Think, act, talk, walk and behave in all your affairs as the person you wish to become.
3. We are interdependent; it is impossible to be successful without others. And it is our attitude towards others that will determine their attitude towards us.
4. It is our attitude towards life that will determine the attitude of life towards us.
5. Have compassion and empathy for the smallest of animals. It is one of the noblest virtues that one can have.
6. Your mind can only hold one thought at a time. And since there is nothing to be gained by being negative, be positive.
7. The deepest desire of human beings is to be needed, to feel important, to be appreciated. Offer it to others and they will return it to you.
8. Look for the best in new ideas. As someone said, “I’ve never met a person I couldn’t learn something from”.
9. Don’t waste precious time talking about personal problems; it probably won’t help you and can’t help others.
10. Abandon yourself in silence so that you can listen and learn.
11. Radiate the attitude of well-being, of trust, of a person who knows where they are going. This will inspire those around you and you will find that good things will begin to happen to you.
10. Treat everyone you come in contact with as the most important person on earth.
Do you have phrases that inspire you to give your best every day or in difficult moments? Share them in the comments!
Come pronunciare la r in italiano – esercizi di pronuncia
Parliamo della famosa erre (R). È una delle lettere più difficili da pronunciare non solo per studenti stranieri, ma anche per i madrelingua. Infatti non tutti vibrano la “R” allo stesso modo.
I diversi modi di pronunciare la “R” dipendono da fattori interni, la “r moscia”, o anche esterni, per esempio i dialetti regionali e il sistema fonetico di altre lingue che richiedono l’uso di un’altra parte della bocca o della lingua. In inglese britannico per esempio è un suono approssimativo, mentre in italiano è un trillo come anche in americano. Infatti nelle parole butter, better (la R e’ un trillo).
La R moscia, nota anche come “erre francese”, è un modo di articolare la “R”, che invece di essere vibrata nella parte anteriore della bocca si fa vibrare nella parte posteriore.
Proviamo per esempio a dire “Rosa” prima vibrando la parte posteriore, R moscia, e poi la parte anteriore, trillo.
In italiano la lettera “R” è definita una vibrante alveolare, il che significa che per produrre il suono correttola punta della lingua deve vibrare. La lingua si muove con la erre trillata e non è nella gola come la “R” francese.
Inoltre, in base alla posizione della “R” nella parola otteniamo suoni diversi:
la “erre leggera” – come nella parola “TRE” dove il suono non è forte perché si trova tra una vocale e una consonante; oppure quando si trova tra due vocali per esempio nella parola “AMORE”.
il “trillo lungo” – come nella parola “CARRO” poiché abbiamo una doppia erre; oppure all’inizio della parola come in “riso”. In questi due casi si tende a enfatizzare la “R”, producendo così un suono vibrante.
Comunque alcune persone pronunciano la “R” trillata in entrambi i casi e quindi “tre” e “riso” sono pronunciati con la “R” trillata.
ESERCIZI
Se si vuole cambiare la pronuncia della “R” basta fare degli esercizi regolarmente. Vediamone alcuni.
Un primo esercizio utilizza la lettera “L” un suono lungo con la lingua dietro i denti. Ripetiamo velocemente “TLA” mettendo la lingua tra i denti anteriori:
TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA
Più velocemente si ripete più si sente una “R” vibrante.
Facciamo lo stesso con tutte le vocali.
TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE
TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI
TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO
TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU
2. Facciamo un altro esercizio con la lettera “D”. La punta della lingua è dietro ai denti e bisogna molto velocemente ripetere la D insieme alle vocali.…
DaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDa
Viene molto bene con la “e”
DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe
DiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDi
DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo
DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu
Adesso ripetiamo “DRE” molto velocemente…..e magicamente diventa “TRE” con un bel trillo della “R”.
DRE DRE DRE DRE DRE DRE DRE
3. E poi ci sono gli scioglilingua, un altro ottimo esercizio per migliorare il suono della “R”
Ripetiamo i seguenti 3 scioglilingua molto conosciuti per pronunciare la R.
“Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
“Tre tigri contro tre tigri”.
“Un ramarro sul muro marrone”.
Prova a ripetere ciascuno molte volte aumentando la velocità, ma mantenendo una buona forma di pronuncia.
Quando si pronunciano con regolarità gli scioglilingua e gli altri esercizi la coordinazione della lingua diventa un gesto naturale.
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(English version)
Let’s talk about the famous Italian R sound. It is one of the most difficult letters to pronounce not only for foreign students, but also for native speakers. In fact, not everyone vibrates the “R” in the same way.
The different ways of pronouncing the “R” depend on internal factors, the “r moscia” (dull R) or even external, regional dialects, but also the phonetic system of other languages that requires the use of another part of the mouth or tongue. In British English, for example, it is an approximate sound, while in Italian it is a trill as well as in American. In fact, in the words butter, better (the R is a trill)
The R moscia, also known as “French R”, is a way of articulating the “R”, which instead of being vibrated in the front part of the mouth is vibrated in the back.
For example, let’s try to say “Rosa” by vibrating the back first, R moscia, and then the front part, trill.
In Italian the letter “R” is defined as a vibrating alveolar, which means that to produce the correct sound the tip of the tongue must vibrate. The tongue moves with the trilled r, it is not in the throat like the French “R”.
Also based on the position of the “R” in the word you get different sounds:
Light R – as in the word “TRE” where the sound is not strong because the “R” is located between a vowel and a consonant; or when it is found between two vowels, for example in the word “AMORE”.
Long trill – as in the word “CARRO” because there’s a double “R”; or at the beginning of the word as in “RISO”. In these two cases we tend to emphasize the “R”, thus producing a vibrant sound.
However, some people pronounce the trilled “R” in both cases and therefore “TRE” and “RISO” are pronounced with the trilled “R”.
If you want to change the pronunciation of the “R” just do some exercises regularly. Let’s see some of them.
A first exercise uses the letter “L” a long sound with the tongue behind the teeth. We’ll quickly repeat “TLA” putting the tongue between the front teeth:
TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA
The faster you repeat the more a vibrant “R” is.
We do the same with all vowels.
TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE
TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI
TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO
TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU
Let’s do another exercise with the letter “D”. The tip of the tongue is behind the teeth and you have to repeat it very quickly together with the vowels. …
DaDaDaDaDaDaDaDaDaDa
It works very well with the “e”
DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe
DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo
DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu
Now let’s repeat “DRE” very quickly… ..and magically it becomes “TRE” with a nice roll of the “R”.
And also the tongue twisters are another great exercise to improve the sound of the “R”
Let’s repeat the following 3 well-known tongue twisters for pronouncing the “R”.
“Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
“Tre tigri contro tre tigri”.
“Un ramarro sul muro marrone”.
Try repeating each several times while increasing the speed, but maintaining a good form of pronunciation.
When tongue twisters and the other exercises are pronounced regularly, tongue coordination becomes a natural gesture.
Sophia Loren è una donna italiana amata e rispettata in tutto il mondo, un’icona del cinema internazionale, armata non solo di bellezza e fascino, ma soprattutto di rigore, tenacia e disciplina.
Dietro tanto successo si nasconde un’infanzia di estrema povertà e anni di duro lavoro. La sua vita è un affresco della società della seconda metà del secolo scorso.
Sophia Loren è il nome d’arte di Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, nata a Roma il 20 settembre 1934 in un reparto d’ospedale per donne non sposate. Sua madre Romilda Villani è una bellissima donna che sogna di diventare una stella del cinema e vince il concorso come sosia di Greta Garbo, ma non riesce a realizzare il suo sogno di andare a Hollywood. Suo padre Riccardo Scicolone, un giovane ingegnere, finge di essere un produttore cinematografico, una delle sue tante bugie.
Sposato con un’altra donna, rifiuta di adottare la figlia illegittima, ma le permette di prendere il suo cognome.
Intanto la madre continua la sua relazione con Riccardo con cui concepisce nel 1937 la seconda figlia, Maria, ma lui rifiuta di riconoscerla.
Non potendosi permettere di vivere a Roma, Romilda torna con le figlie a vivere a Pozzuoli con la sua famiglia. Sofia cresce in estrema povertà e da bambina ha anche il soprannome di “stuzzicadenti” a causa della sua magrezza.
In questo periodo l’Italia è trascinata da Mussolini nella seconda guerra mondiale e la vita diventa un inferno a Pozzuoli. Il cibo manca e bisogna ricorrere a misure estreme per sopravvivere. Per circa 5 anni lottano contro la fame, la malattia e il pericolo.
Alla fine della guerra Sofia trova rifugio nel nuovo cinema di paese dove guarda film americani. I suoi preferiti sono i film romantici con Cary Grant e Tyrone Power. Da bambina magra e malata, Sofia diventa un’adolescente di una bellezza sorprendente. La mamma realizza che la bellezza della figlia offre una speranza di sfuggire alla povertà e l’accompagna a Roma in cerca di successo.
Nel 1950 vince il titolo di Miss Eleganza al concorso di Miss Italia a Roma durante il quale incontra il produttore Carlo Ponti, che diventa suo pigmalione artistico e la cambia il nome a Sophia Loren. Inizia la carriera di modella e fa il suo debutto cinematografico recitando in “Quo Vadis?”. Tra il 1950 e il 1952 recita in diversi fotoromanzi e fa piccole apparizioni in film minori che le permettono di pagare un modesto bilocale con la madre e la sorella.
Negli anni seguenti ottiene ruoli principali in una dozzina di film come “L’Africa sotto i mari”, “Aida”, e “Attila” con Anthony Quinn.
Nel 1954 inizia una lunga e proficua collaborazione con il regista Vittorio De Sica, che dirige alcuni dei suoi più grandi successi.
La stampa italiana chiama l’anno 1955, l’anno di Sofia. A 21 anni ha già alle spalle 36 film.
Ormai una stella in Italia, Carlo Ponti pianifica il suo approdo a Hollywood. Sofia prende lezioni d’inglese e lancia la sua carriera internazionale.
Riconoscendo le sue doti artistiche Paramount Pictures le offre un contratto di 4 film.
Le apparizioni cinematografiche degne di nota in questo periodo includono “Orgoglio e Passione” (“The Pride and the Passion”), “La Baia di Napoli” (“It Started in Naples”) e “Un marito per Cinzia” (“Houseboat”) con Cary Grant.
Nel film “L’orchidea nera”, dove torna a recitare al fianco di Anthony Quinn, rivela la sua bravura a immergersi nella propria psiche.
Nel 1959 tutto quello che lei, sua madre e Carlo sognavano diventa realtà quando al Festival di Venezia Sofia vince il premio come migliore attrice nel film “L’orchidea nera”.
Nel 1960 Vittorio De Sica annuncia di voler scegliere Sofia nel film “La Ciociara” come la figlia di una contadina durante la 2a guerra mondiale, ma Anna Magnani nel ruolo della madre rifiuta di essere la madre di Sofia. De Sica sorprende tutti e sceglie Sofia come la madre, nonostante i timori di Sofia di non avere la maturità e la profondità richieste dal ruolo a soli 26 anni. Ma De Sica sa che l’infanzia di Sofia le ha dato la preparazione necessaria. Parlando del ruolo, Sofia dice che si è immedesimata nella vita di sua madre.
Per il suo ruolo in “La Ciociara” vince molti premi tra cui l’Oscar nel 1962. E’ la prima artista a vincere un Oscar per un film straniero con il miglior ruolo da protagonista.
Sofia continua a mostrare di essere un’attrice di grande talento e spessore nei suoi ruoli successivi tra cui “El Cid” e “la Caduta dell’Impero Romano.” La sua spontaneità napoletana non è comune nel cinema americano.
Sofia, Carlo e Vittorio iniziano a una serie di nuovi progetti. Nel 1963 recita con Marcello Mastroianni in “Ieri, oggi, domani” che dà inizio al loro duo romantico dello schermo. Con “Matrimonio all’italiana” riceve la sua seconda nomination agli Oscar.
Sofia è ora l’attrice preferita al mondo richiesta dai maggiori studi cinematografici. Assume ruoli in film prestigiosi come “Arabesque” con Gregory Peck e “la Contessa di Hong Kong” con Marlon Brando, diretto da Charlie Chaplin.
Nel 1975 “Un giorno speciale” con Marcello Mastroianni diventa un altro acclamato successo internazionale. Sofia dice che “La ciociara” è il film della sua giovinezza, mentre “Un giorno speciale” è quello dell’età adulta.
Dopo aver messo su famiglia all’inizio degli anni ’70, la Loren sceglie di fare solo apparizioni cinematografiche occasionali e anche film per la TV, tra cui “Mamma Lucia”.
Pubblica anche un’autobiografia intitolata “Sophia’s Life and Love: Her Own Story”, che vende milioni di copie.
Nel 1991 Sophia riceve l’Oscar alla carriera e la Legion d’Onore francese.
Nel 1994 torna sul set con il suo amato Marcello nella commedia Pret-a-porter. Negli anni successivi, appare in film americani come “Grumpier Old Men” e “Nine”, ispirato a “Otto e mezzo” di Fellini.
Nel 1998 vince il Leone d’Oro, il Premio alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, e il Pallone d’Oro.
Nel 1999 riceve il Premio David di Donatello alla carriera. Sofia detiene il record con sei David di Donatello come migliore attrice.
Nel 2014 partecipa in una serie di iniziative volte a festeggiare i suoi 80 anni.
Al 67mo Festival di Cannes è omaggiata Fuori Concorso con il cortometraggio diretto dal figlio Edoardo Ponti, “Voce umana”, in cui è protagonista.
Sofia recita nel 2021 nel film “La vita davanti” diretto dal figlio, Edoardo Ponti, il quale dice che il ruolo è perfetto per sua madre, che ha una combinazione di forza, fragilità, umorismo e irriverenza, ma soprattutto amore.
Sophia Loren is an Italian woman loved and respected all over the world, an icon of international cinema, armed not only with beauty and charm, but above all with rigor, tenacity and discipline.
Behind so much success, hides a childhood of extreme poverty and years of hard work. Her life is a fresco of the society of the second half of the last century.
Sophia Loren is the stage name of Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, born in Rome on 20 September 1934 in a hospital ward for unmarried women. Her mother Romilda Villani is a beautiful woman who dreams of becoming a movie star and wins the competition as an impersonator of Greta Garbo, but she fails to realize her dream of going to Hollywood. Her father Riccardo Scicolone, a young engineer, pretends to be a film producer, one of his many lies.
Married to another woman, he refuses to adopt his illegitimate daughter, but allows her to take her surname.
Meanwhile, her mother continues her relationship with Riccardo with whom she conceives in 1937 her second daughter, Maria, but he refuses to recognize her.
Unable to afford to live in Rome, Romilda returns with her daughters to live in Pozzuoli with her family. Sofia grows in extreme poverty and as a child her nickname is “toothpick” (stuzzicadenti) due to her thinness.
In this period, Italy is dragged by Mussolini into the Second World War and life becomes hell in Pozzuoli. Food is lacking and extreme measures must be used to survive. For about 5 years they fight against hunger, disease and danger.
At the end of the war, Sofia finds refuge in the new village cinema where she watches American films. Her favorites are romantic films with Cary Grant and Tyrone Power. From a thin and sick child, Sofia becomes a teenager of surprising beauty. Her mother realizes that the beauty of her daughter offers a hope of escaping poverty and she accompanies her to Rome in search of success.
In 1950 she wins the title of Miss Elegance at the Miss Italia contest in Rome during which she meets the producer Carlo Ponti, who becomes her artistic pygmalion and changes her name to Sophia Loren. She begins her modeling career and makes her film debut starring in “Quo Vadis?”. Between 1950 and 1952 she stars in several photo novels and makes small appearances in minor films that allowed her to pay for a modest one-bedroom apartment with her mother and sister.
In the following years she lands leading roles in a dozen films such as “Africa Under the Sea”, “Aida”, and “Attila” with Anthony Quinn.
In 1954 she begins a long and fruitful collaboration with film director Vittorio De Sica, who directs some of her greatest films.
The Italian press calls the year 1955 the year of Sofia. At 21, she already has 36 films behind her.
Now a star in Italy, Carlo Ponti plans her arrival in Hollywood. Sofia takes English lessons and launches her international career.
Recognizing her artistic talents, Paramount Pictures offers her a 4-film contract.
Notable film appearances during this period include “Pride and the Passion”, “La Baia di Napoli”, and “Houseboat” ) with Cary Grant.
In the film “The Black Orchid”, where she returns to act alongside Anthony Quinn, she reveals her ability to immerse herself in her own psyche.
In 1959, everything she, her mother and Carlo dreamed of become reality when Sofia wins the award for best actress in the film “The Black Orchid” at the Venice Film Festival.
In 1960 Vittorio De Sica announces that he wants to choose Sofia in the film “La Ciociara” (Two Women) as the daughter of a peasant woman during the 2nd World War, but Anna Magnani in the role of her mother refuses to be Sofia’s mother. De Sica surprises everyone and chooses Sofia as the mother, despite Sofia’s fears of not having the maturity and depth required by her role at just 26 years old. But De Sica knows that Sofia’s childhood gave her the necessary preparation. Speaking of her role, Sofia says that she identified with the life of her mother.
For her role in “La Ciociara” she wins many awards including the Oscar in 1962. She is the first artist to win an Oscar for a foreign film with the best leading role.
Sofia continues to show that she is an actress of great talent and depth in her later roles including “El Cid” and “The Fall of the Roman Empire.” Her Neapolitan spontaneity is not common in American cinema.
Sofia, Carlo and Vittorio begin a series of new projects. In 1963 she stars with Marcello Mastroianni in “Yesterday, today, tomorrow” which begins their romantic screen duo. With “Matrimonio all’italiana” she receives her second Oscar nomination.
Sofia is now the world’s favorite actress requested by major film studios. She takes on roles in prestigious films such as “Arabesque” with Gregory Peck and “The Countess of Hong Kong” with Marlon Brando, directed by Charlie Chaplin.
In 1975 “A special day” with Marcello Mastroianni becomes another acclaimed international success. Sofia says that “La ciociara” is the film from her youth, while “A special day” is that of adulthood.
After starting a family in the early 1970s, Loren chooses to make only occasional film appearances and some TV movies, including “Mamma Lucia”.
She also publishes an autobiography called “Sophia’s Life and Love: Her Own Story”, which sells millions of copies.
In 1991 Sophia receives the Academy Award for Lifetime Achievement and the French Legion of Honor.
In 1994 she returns to the set with her beloved Marcello in the comedy Pret-a-porter. In the following years, she appears in American films such as “Grumpier Old Men” and “Nine”, inspired by Fellini’s “Eight and a Half”.
In 1998 she won the Leone d’Oro, the Lifetime Achievement Award at the Venice Film Festival, and il Pallone D’Oro.
In 1999 she receives the David di Donatello Award for her career. Sofia holds the record with six David di Donatello as best actress.
In 2014 she participates in a series of initiatives aimed at celebrating her 80th birthday.
At the 67th Cannes Film Festival she is honored Out of Competition with the short film directed by her son Edoardo Ponti, “Human voice”, in which she is the protagonist.
Sofia stars in 2021 in the film “La vita prima” directed by her son, Edoardo Ponti, who says that the role is perfect for his mother, who has a combination of strength, fragility, humor and irreverence, but above all love.