Questi 60 verbi sono fondamentali per viaggiare. Sono strumenti utili per comunicare bene.
Ecco in questo video i primi 3o verbi della lista dei 60 verbi italiani per viaggiare in Italia. Ascolta e ripeti i verbi e le frasi molte volte ad alta voce.
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These 60 verbs are essential for travel. They are useful tools for communicating well.
Here in this video are the first 30 verbs of the list of 60 Italian verbs for traveling in Italy. Listen and repeat the verbs and sentences out loud several times.
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The celiac baker of the Renaissance| An Italian short story
(English follows)
Nell’incantevole città di Firenze, nell’italia del XVI secolo, viveva un talentuoso fornaio di nome Lapo. Era rinomato per il suo delizioso pane, le paste e tutti i suoi prodotti da forno che riempivano l’aria di aromi invitanti. Da ragazzo, Lapo aveva sempre amato cucinare insieme al padre, proprietario di un piccolo forno nel cuore di Firenze, e crescendo si appassionò sempre più all’arte della panificazione, sperimentando nuove ricette e tecniche.
Ma i fiorentini non sapevano che Lapo soffriva di una misteriosa malattia nota come celiachia. A quei tempi la conoscenza del glutine e dei suoi effetti sull’organismo era limitata e la condizione di Lapo veniva spesso sottovalutata dai suoi colleghi fornai. Il ventre gli faceva male e si gonfiava dopo aver consumato anche la più piccola quantità di grano, orzo o segale.
I sintomi della malattia tra cui febbri ed emicranie erano debilitanti, comunque nonostante le sue difficoltà, Lapo rifiutò di rinunciare alla sua passione per la panificazione. Sperimentò farine alternative, come il riso e la farina di granoturco, il miglio e la farina di ceci, tuttavia non avevano la stessa consistenza né il sapore del grano. I suoi genitori erano preoccupati per la sua salute e lo spingevano ad abbandonare il suo sogno di diventare fornaio. Malgrado ciò Lapo era determinato a seguire il suo sogno di diventare il miglior fornaio di Firenze.
Un giorno, mentre si cimentava con farine varie, Lapo scoprì che la farina di avena e la farina di grano saraceno non solo erano prive di glutine ma producevano anche un’ottima consistenza ed erano gustose.
Dopo mesi di tentativi ed errori, Lapo finalmente perfezionò le sue ricette utilizzando una combinazione di farine senza glutine. I suoi prodotti da forno erano deliziosi e sicuri da consumare. La notizia delle sue creazioni senza glutine si diffuse rapidamente in tutta Firenze e presto la gente si accalcò nel suo forno per assaggiare le sue prelibatezze.
I suoi pani, fragranti di erbe aromatiche, e decorati con motivi intricati, erano diversi da qualsiasi cosa mai assaggiata prima. L’inebriante profumo dei biscotti appena sfornati attirava anche i palati più esigenti.
Iniziò a fornire pane e maccheroni senza glutine a trattorie e conventi, contentando il crescente numero di persone con restrizioni dietetiche. I cittadini si meravigliarono del fatto che le creazioni di Lapo fossero non solo deliziose bensì soprattutto nutrienti per coloro che prima non avevano potuto godere di tali delizie. Infatti il grano saraceno e l’avena godevano di un eccellente profilo nutrizionale
Lapo si guadagnò la lode e l’ammirazione dello stesso Duca di Firenze che si accorse della sua ingegnosità e lo invitò a diventare il fornaio ufficiale della corte. Lapo era talmente grato dell’opportunità che lavorava instancabilmente per creare piatti senza glutine squisiti e unici per la corte reale. Le sue paste, tra cui i maccheroni e i vermicelli, venivano condite con uvette e il pane preparato con erbe odorifere e olive.
Siccome Lapo aveva un cuore grande, regalava ai poveri il pane che costituiva la base della loro dieta, e lo mangiavano semplicemente senza condimenti. Potevano contare sulla generosità di Lapo per avere pane ai loro funerali e ai loro matrimoni.
Con il passare degli anni il forno di Lapo divenne sinonimo di eccellenza e innovazione. Le sue creazioni erano ricercate da persone provenienti da tutta Italia, e la sua fama di maestro fornaio si diffuse in lungo e in largo persino in Europa. Nonostante le sfide che dovette affrontare a causa della celiachia, la passione di Lapo per la panificazione lo portò a creare qualcosa di veramente speciale, un’eredità che sarebbe stata ricordata dalle future generazioni di fornai che avrebbero seguito le sue orme.
E così questa storia serve a ricordarci che anche di fronte alle avversità, la determinazione e la creatività possono portare a risultati notevoli. Per Lapo, il fornaio celiaco del Rinascimento, la passione per la panificazione era diventata non solo una vocazione ma un modo per fare la differenza nella vita degli altri.
Racconto di Mirella Colalillo
Leggi il seguente articolo e scarica il PDF con il vocabolario dei cibi senza glutine:
Read the article above and download the PDF with the vocabulary of gluten-free foods
English version
In the enchanting city of Florence in 16th century Italy, there lived a talented baker named Lapo. He was renowned for his delicious breads, pastries and all his baked goods which filled the air with inviting aromas. As a boy, Lapo had always loved cooking together with his father, owner of a small bakery in the heart of Florence, and as he grew up he became increasingly passionate about the art of baking, experimenting with new recipes and techniques.
But the Florentines did not know that Lapo suffered from a mysterious disease known as celiac disease. At that time, knowledge of gluten and its effects on the body was limited and Lapo’s condition was often underestimated by his fellow bakers. His belly ached and bloated after consuming even the smallest amount of wheat, barley or rye.
The symptoms of the disease including fevers and migraines were debilitating, nonetheless despite his difficulties, Lapo refused to give up his passion for baking. He experimented with alternative flours, such as rice and corn flour, millet and chickpea flour, however they did not have the same consistency or flavor as wheat. His parents were worried about his health and urged him to abandon his dream of becoming a baker. Regardless of this Lapo was determined to follow his dream of becoming the best baker in Florence.
One day, while experimenting with various flours, Lapo discovered that oat flour and buckwheat flour were not only gluten-free but also produced an excellent texture and were tasty. After months of trial and error, Lapo finally perfected his recipes using a combination of gluten-free flours. His baked goods were delicious and safe to consume. News of his gluten-free creations quickly spread throughout Florence and soon people were flocking to his bakery to sample his delicacies.
His breads, fragrant with aromatic herbs, and decorated with intricate patterns, were unlike anything anyone had ever tasted before. The heady scent of freshly baked biscuits attracted even the most demanding palates.
He began supplying gluten-free bread and macaroni to trattorias and convents, catering to the growing number of people with dietary restrictions. The citizens were amazed at the fact that Lapo’s creations were not only delicious but above all nutritious for those who had not previously been able to enjoy such delights. In fact, buckwheat flour and oat flour provided an excellent nutritional profile
Lapo earned the praise and admiration of the Duke of Florence himself who noticed his ingenuity and invited him to become the official baker of the court. Lapo was so grateful for the opportunity that he worked tirelessly to create exquisite and unique gluten-free dishes for the royal court. His pastas including macaroni and vermicelli were seasoned with raisins and his breads prepared with odoriferous bulbs and olives.
Since Lapo had a big heart, he gave bread to the poor which was the basis of their diet, and they ate it simply without condiments. They could count on Lapo’s generosity to provide bread for their funerals and weddings.
Over the years, Lapo’s bakery became synonymous with excellence and innovation. His creations were sought after by people from all over Italy, and his fame as a master baker spread far and wide even into Europe. Despite the challenges he faced due to celiac disease, Lapo’s passion for bread making led him to create something truly special, a legacy that would be remembered by future generations of bakers who would follow in his footsteps.
And so this story serves to remind us that even in the face of adversity, determination and creativity can lead to remarkable results. For Lapo, the celiac baker of the Renaissance, the passion for baking had become not only a vocation but a way to make a difference in the lives of others.
Summer of San Martino (Indian Summer) – legend and traditions
(English follows)
Capita quasi ogni anno, prima che faccia capolino l’inverno, chesi verifichi un’intervallo di bel tempo, con giornate luminose e tiepide nel pieno della stagione autunnale, nel periodo di fine ottobre-inizio novembre.
Un rialzo delle temperature mette in pausa pioggia, nebbia e freddo. Questo fenomeno avvolto da tradizioni e leggende di origine cristiana è conosciuto come l’Estate di San Martino.
La leggenda
“L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino” è un popolare detto che accompagna la leggenda dell’Estate di San Martino, una tradizione popolare italiana che celebra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
Si narra che un freddo giorno d’autunno, molto probabilmente proprio l’11 novembre, Martino uscendo a cavallo da una delle porte della città di Amiens, in Francia, si è imbattuto in un uomo molto povero, nudo e infreddolito. San Martino ha avuto pietà dell’uomo e ha deciso di aiutarlo. Così ha tagliato il suo mantello di lana donandogli la metà.
Pare che dopo pochi istanti abbia smesso di piovere, sia spuntato il sole e la temperatura sia diventata più mite. Quella notte Martino ha sognato Gesù rivelando di essere lui il mendicante. Quindi per commemorare quell’11 novembre San Martino mantiene la sua promessa (quasi) ogni anno, regalando un’interruzione dalla morsa del freddo e un periodo piacevole e mite.
La tradizione
L’Estate di San Martino nei Paesi anglosassoni viene chiamata “Indian Summer” (letteralmente Estate Indiana) ed è nota anche nelle culture francofone e iberofone.
Questa festività in alcune parti d’Italia è associata alla vendemmia e alla raccolta delle olive. In effetti questa piccola pausa di piacevole clima è vista come un momento di transizione e cambiamento verso l’inverno che sta per arrivare.
Una spiegazione scientifica
L’Estate di San Martino ha anche una spiegazione scientifica. Secondo molti esperti l’alta pressione, le alte temperature e il bel tempo sono dovuti all’espansione dell’anticiclone dalla Spagna verso tutto il Mediterraneo.
San Martino, da militare a santo
Martino da Tours è nato intorno al 317 da una nobile famiglia. Si è convertito al cristianesimo dopo l’episodio del mantello ed è stato battezzato. Dopo vent’anni di carriera militare è diventato Vescovo di Tours nel 371. Ha fondato il monastero di Ligugé, il più antico d’Europa.
san martino nella letteratura
L’estate di San Martino è celebrata in diverse poesie e presta il nome anche al titolo di un romanzo. Ricordiamo:
una famosa poesia di Giosuè Carducci, intitolata appunto San Martino.
una poesia di Giovanni PascoliNovembre è dedicata all’Estate di San Martino
anche Cesare Pavese ha dedicato una poesia al periodo intitolata Estate di San Martino.
L’Estate di San Martino (Nachsommer, 1857) è uno dei romanzi più celebri di Stifter.
English version
It happens almost every year, before winter sets in, that there is an interval of good weather, with bright and warm days at the height of the autumn season, in the period from the end of October to the beginning of November.
A rise in temperatures puts a pause on rain, fog and cold. This phenomenon surrounded by traditions and legends of Christian origin is known as “L’Estate di San Martino”, Saint Martin’s Summer.
The legend
“Saint Martin’s Summer lasts three days and a little” (“L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochin) is a popular saying that accompanies the legend of Saint Martin’s Summer, an Italian popular tradition that celebrates the end of summer and the beginning of autumn.
It is said that one cold autumn day, most likely on November 11th, Martino, horse riding out of one of the gates of the city of Amiens, in France, came across a very poor, naked and cold man. Saint Martin took pity on the man and decided to help him. So he cut his woolen cloak and gave him half of it.
It seems that after a few moments it stopped raining, the sun came out and the temperature became milder. That night Martin dreamed of Jesus revealing that he was the beggar. So to commemorate that day of November 11th, Saint Martin keeps his promise (almost) every year, granting an interruption from the grip of the cold and a pleasant and mild period.
The Tradition
Saint Martin’s Summer in Anglo-Saxon countries is called “Indian Summer” and is also known in Francophone and Iberophone cultures.
This holiday in some parts of Italy is associated with the grape harvest and olive harvest. In fact, this small break of pleasant climate is seen as a moment of transition and change towards the winter that is about to arrive.
A scientific explanation
St. Martin’s Summer also has a scientific explanation. According to many experts, the high pressure, high temperatures and good weather are due to the expansion of the anticyclone from Spain towards the entire Mediterranean.
Saint Martin, from soldier to saint
Martin of Tours was born around 317 to a noble family. He converted to Christianity after the cloak episode and was baptized. After twenty years of military career he became Bishop of Tours in 371. He founded the monastery of Ligugé, the oldest in Europe.
Saint Martin in literature
The Estate di San Martino is celebrated in several poems and also lends its name to the title of a novel. We remember:
a famous poem by Giosuè Carducci, entitled San Martino.
a poem by Giovanni Pascoli Novembre is dedicated to the Summer of San Martino
Cesare Pavese also dedicated a poem to the period entitled Summer of San Martino. (Estate di San Martino)
St. Martin’s Summer (Nachsommer, 1857) is one of Stifter’s most famous novels.
Studiando l’italiano hai mai incontrato dei verbi seguiti da una preposizione e poi da un altro verbo all’inifinito o al gerundio? Sono dei verbi fraseologici e a volte ti fanno grattare il capo se non sai come usarli! Vediamo in particolare come si usano i verbi fraseologici venire a prendere e andare a prendere.
I verbi venire a prendere e andare a prendere sono chiamati verbi fraseologici. Sono usati davanti a un altro verbo all’infinito o al gerundio e sono spesso accompagnati da una preposizione.
I verbi fraseologici esprimono una particolare azione, per esempio: cominciare a +infinito – (inizio dell’azione) finire di + infinito – (fine dell’azione) continuare a +infinito – (proseguimento dell’azione) stare per + gerundio – (progressività dell’azione)
I verbi venire a + prendere e andarea + prendere indicano il movimento di un’azione.
Vediamo alcune frasi:
Venire a prendere – to come get, pick up
1. Vengo a prendere la mia bici domani quando sarà pronta.
2. Stasera i miei amici vengono a prendere dell’uva del mio orto.
3. Sono venuti a prenderci alla fermata dell’autobus.
4. Ti veniamo a prendere all’aeroporto.
Andare a prendere– to go get, pick up
1. Siete andati a prendere un caffè al bar?
2. Ogni giorno va a prendere la figlia all’uscita dalla scuola.
3. Sono andati a prendere le chiavi dell’appartamento.
4. Domani andremo a prendere del vino in cantina.
Consiglio
Quando hai dei dubbi, per non sbagliare, consulta sempre il dizionario!
Continua a esercitarti nell’Accademia dei Verbi. Troverai tanti esercizi efficaci che ti aiuteranno a coniugare tutti i tempi verbali e a pronunciarli bene:
English version
While studying Italian, have you ever encountered verbs followed by a preposition and then by another verb in the infinitive or gerund? They are phrasal verbs and sometimes they make you scratch your head if you don’t know how to use them! Let’s see in particular how to use the phrasal verbs venire a prendere and andare a prendere.
The verbs venire a prendere and andare a prendere are called phrasal verbs. They are used before another verb in the infinitive or gerund and are often accompanied by a preposition.
Phrasal verbs express a particular action, for example: cominciare a +infinito – (start of an action) finire di + infinito – (end of an action) continuare a +infinito – (continuation of an action) stare per + gerundio – (progression an action)
The verbs venire a + prendere e andarea + prendere indicate the movement of an action.
Let’s have a look at some sentences:
Venire a prendere – to come get, pick up
1. Vengo a prendere la mia bici domani quando sarà pronta. I’ll come get my bike tomorrow when it’s ready.
2. Stasera i miei amici vengono a prendere dell’uva del mio orto. Tonight my friends are coming to get some grapes from my garden.
3. Sono venuti a prenderci alla fermata dell’autobus. They came to pick us up at the bus stop.
4. Ti veniamo a prendere all’aeroporto. We will pick you up at the airport.
Andare a prendere– to go get, pick up
1. Siete andati a prendere un caffe al bar? Have you gone to and get a coffee at the bar?
2. Ogni giorno va a prendere la figlia all’uscita dalla scuola . Every day he goes to pick up his daughter from school.
3. Sono andati a prendere le chiavi dell’appartamento. They went to get the keys to the apartment.
4. Domani andremo a prendere del vino in cantina. Tomorrow we will go to the cellar to get some wine.
Suggestion:
When in doubt, to avoid making mistakes, always consult the dictionary!
Continua a esercitarti (continue to practice) in the Accademia dei Verbi. You will find many effective exercises that will help you conjugate all the verb tenses and pronounce them well:
Parole, parole, parole… come cantava Mina. Usare le parole italiane che già conosci e quelle che incontri leggendo, ascoltando musica o parlando con altri italiani, magari in Italia, è la cosa più importante per avanzare nella lingua parlata. Infatti, quando si impara una lingua l’obiettivo è riuscire a comunicare e conversare. Ecco a cosa servono le parole, i suoni, le espressioni… Vediamo come:
mantenere viva una conversazione senza interromperla
utilizzare parole di riempimento o intercalari
esprimere emozioni con interiezioni
mostrare apprezzamento per qualcosa
Parole, parole, parole… as Mina would sing. Using the Italian words you already know and those you come across while reading, listening to music or talking to other Italians, perhaps in Italy, is the most important thing to advance in the spoken language. In fact, when learning a language, the goal is to be able to communicate and converse. That’s what words, sounds, expressions are for… Let’s see how:
to keep a conversation going without interrupting
to use filler words
to express emotions with interjections
to show appreciation for something
Parole italiane per mantenere viva una conversazione
Esiste una categoria di parole ed espressioni che vengono usate per mantenere viva una conversazione. Queste parole ed espressioni aiutano anche a comunicare il nostro accordo, disaccordo e incertezza senza interrompere l’interlocutore. Ecco una lista di alcune delle più comuni.
There is a category of words and expressions that are used to keep a conversation going. These words and expressions also help communicate our agreement, disagreement, and uncertainty without interrupting the other party. Here is a list of some of the more common ones.
parole riempitive o intercalari
In italiano le ‘parole riempitive’ o ‘intercalari’ si usano in abbondanza, come potrai notare dalla lunga lista che ho compilato. Si possono dividere in 3 catogorie: iniziatori, mediani e finalizzatori. Anche se, diciamo che, alcune di queste parole o espressioni si prestano bene in diverse situazioni. Sono particolarmente importanti per dare fluidità ad una conversazione.
In Italian the ‘filler words’, “parole riempitive” o”intercalari” are used in abundance, as you can see from the long list I have compiled. They can be divided into 3 categories: starter words, middle words and ending words. Although, “diciamo”, let’s say that, some of these words or expressions lend themselves well in different situations. They are particularly important for giving fluidity to a conversation.
Le interiezioni in italiano
L’interiezione si usa per esprimere emozioni, stati d’animo e reazioni istintive condensate in una sola espressione, senza legami sintattici con il resto della frase.
The interjection is used to express emotions, moods and instinctive reactions condensed into a single expression, without syntactic links with the rest of the sentence.
16 parole e frasi per dire buonissimo in italiano
Sai, che il proverbio “De gustibus non disputandum est” – Sui gusti non si discute, è uno dei più utilizzati dagli italiani? E comunque non viene utilizzato solo riguardo al cibo, bensi anche per ogni altro tipo di gusto: musica, moda, genere letterario ecc. Nell’articolo di questa settimana però restiamo nel campo del cibo e vediamo tutti i modi per dire “buonissimo” in italiano.
Do you know that the proverb “De gustibus non disputandum est”/ Sui gusti non si discute (there’s no accounting for taste) is one of the most used by Italians? And in any case it is not only used for food, but also for any other type of taste: music, fashion, literary genre, etc. In this week’s article, however, we remain in the field of food and look intl all the ways to say “very good” in Italian.
A volte basta una sola lettera pronunciata in modo errato per cambiare il significato di una parola. Prendiamo come esempio le due parole “rosa” e “rossa”. Con la prima indichiamo il fiore e, trovandosi tra due vocali, la “s” ha un suono sibilante come una “z” dolce. Mentre la seconda è un aggettivo di colore in cui la doppia “s” ha un suono forte. Quindi quando sentiamo “rosa rossa” notiamo la differenza nel suono della “s” il che ci permette di capire che parliamo di un fiore di colore rosso.
La lettera “s” ha 3 suoni particolari:
la doppia “ss“
la “s” che sembra “z”
la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante
Ecco una lista di parole per esercitari.
Sometimes all it takes is one mispronounced letter to change the meaning of a word. Let’s take as an example, the two words “rosa” and “rossa”. With the first we indicate the flower and, being between two vowels, the “s” has a sibilant sound like a soft “z”. While the second is an adjective of color and the double “s” has a strong sound. So when we hear “rosa rossa” we notice the difference in the sound of the “s” which allows us to understand that we are talking about a red flower.
The letter “s” has 3 particular sounds:
la doppia “ss“/ the double “ss”
la “s” che sembra “z” / the “s” that sounds like “z”
la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante / words starting with “s” or “s” is next to a consonant