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Top Italian articles of the year | Gli articoli migliori dell’anno

Nel 2021 abbiamo esplorato la lingua italiana, ma anche dei gioielli culturali.
In 2021 we explored the Italian language, but also some cultural jewels.

“Domus volusi fausti”, una scritta davanti a una casa tra le rovine di Pompei –
“I wanted a happy home”, a sign in front of a house in the ruins of Pompeii.

Rintracciamo il percorso fatto insieme quest’anno attraverso la bellissima lingua italiana, la magica cultura, l’infinito vocabolario e, dulcis in fundo, i viaggi nella magnifica terra italiana.

Quale ti è piaciuto di piu?

Let’s trace the journey made together this year through the beautiful Italian language, the magical culture, the infinite vocabulary and, last but not least, traveling to the magnificent Italian land.
Which one did you like the most?

Viaggiare in Italia

Un viaggio virtuale in Campania
– A virtual trip in Campania
Un viaggio virtuale in Trentino-Alto Adige
A virtual trip in Trentino-Alto Adige
Soggiorno gratis a Macchiagodena, Molise, in cambio di un libro
– Free stay in exchange for a book in Macchiagodena, in Molise
10 Castelli Italiani – Storia e fascino
– 10 Italian Castles – History and charm
Villaggi intelligenti
– Smart Villages
Alitalia, l’ultimo volo – economia e storia
– Alitalia, the last flight – Economics and history

Lingua italiana

Scioglilingua basati su una simmetria della frase
– Italian tongue twisters based on sentence symmetry
5 attività per l’ascolto e la pronuncia
– 5 Italian activities for listening and pronunciation
10 Canzoni per praticare l’italiano
– 10 songs to practice Italian
Come usare il futuro anteriore
– How to use futuro anteriore / the future perfect
Come usare ce l’ho – How to use ce l’ho
Come usare l’imperetto prospettivo
– How to use the imperfetto prospettivo
Come usare CI e NE con il verbo PENSARE
– How to use CI and NE with the verb PENSARE

Vocabolario italiano

Come usare le interiezioni in italiano
– How to use interjections in italian
Non fare questi 8 errori di vocabolario italiano
– Don’t make these 8 Italian word mistakes
Impara il vocabolario dei mobili, prima parte
– Learn Italian furniture words: vocabulary list part #1
Impara il vocabolario dei mobili, seconda parte
– Learn Italian furniture words: vocabulary list part #2
La frutta secca
– Dried fruits and nuts

Cultura italiana

Celebriamo il sommo poeta- 2021 l’anno di Dante
– Celebrating the great poet – 2021 the year of Dante
Quiz su Dante e la Divina Commedia
– Quiz on Dante and the Divine Comedy
Maria Messina, la scrittrice siciliana dimenticata
– Maria Messina, the forgotten Sicilian writer
Roma e le altre quattro capitali d’Italia
– Rome and the other four capitals of Italy
Schiacciata con l’uva ricetta
– Grape pizza recipe

How to use futuro anteriore | The future perfect – Italian verbs

(English follows)

Eccoci alle prese con uno dei verbi meno studiati dagli studenti di lingua italiana e meno usati nella lingua parlata: Il futuro anteriore (o futuro composto). Allora perche studiarlo mi chiederai? Tecnicamente il futuro anteriore è un tempo verbale che esprime fatti proiettati nel futuro ma avvenuti prima di altri. In poche parole illustra il rapporto temporale tra due eventi futuri. Non viene comunemente insegnato agli stranieri per la sua apparente complessità. Comunque esiste anche in inglese e concide con il future perfect.

Ma come vedremo negli esempi che seguono, il futuro anteriore ha un ruolo importante. Ha una funzione tanto importante da essere fondamentale nei testi giuridici.

Il futuro anteriore è molto simile nella sua costruzione al passato prossimo, con l’unica differenza che il verbo ausiliare (essere o avere) usa il futuro semplice.

Tabella del futuro anteriore di verbi regolari in:
-are, -ere, -ire

Parl-are Ricev-ere Part-ire
IoAvrò parl-atoAvrò ricev-uto Sarò part-ito/a
TuAvrai parl-atoAvrai ricev-uto Sarai part-ito/a
Lui/LeiAvrà parl-atoAvrà ricev-uto Sarà part-ito/a
NoiAvremo parl-atoAvremo ricev-uto Saremo part-iti/e
VoiAvrai parl-atoAvrete ricev-uto Sarete part-iti/e
LoroAvranno parl-atoAvranno ricev-uto Saranno part-iti/e

Quando si usa l’ausiliare “essere” ricordati di concordare il futuro anteriore con il soggetto:
Maschile singolare: Fra un mese, sarò partito per l’Italia.
Femminile singolare: Fra un mese, sarò partita per l’Italia.
Maschile plurale: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.
Femminile plurale: Fra un mese, saremo partite per l’Italia.
Misto maschile/femminile plurale: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.

Quando si usa il futuro anteriore?

Si usa per parlare di un’azione futura che si è gia conclusa prima di un’altra azione futura:
Domani a mezzogiorno saremo già arrivati al mare.
Tomorrow at noon we will already have arrived by the seaside.

Si usa nei casi in cui si esprime ipotesi o dubbio sul passato:
Non è venuta al lavoro ieri, sarà stata malata.
She didn’t come to work yesterday, she must have been sick.

Nella lingua parlata il futuro anteriore viene spesso sostituito con il futuro semplice e il passato prossimo:

(1) Quando arriveranno gli ospiti, inizieremo a pranzare.
Invece di:
Quando saranno arrivati gli ospiti, inizieremo a pranzare.
– When the guests will have arrived, we’ll start eating lunch.

(2) Quando avete finito di usare il passapomodoro, ce lo prestate?
Invece di:
Quando avrete finito di usare il passapomodoro, ce lo presterete?
– When you will have finished using the tomato press, will you lend it to us?

Due alternative al futuro anteriore usate nel linguaggio parlato:

1. dopo + participio passato

Dopo che avrò studiato guarderò un film. = Dopo aver studiato guarderò un film.
– After having studied, I’ll watch a film

2. forse + passato prossimo

Maria non mi ha chiamato, si sarà dimenticata. = Maria non mi ha chiamato, forse si è dimenticata.
Maria didn’t call me, maybe she forgot.


Tocca a te! Prova a scrivere delle frasi nei commenti usando il futuro anteriore!



English version:

Here we are tackling one of the verbs less studied by students of the Italian language and less used in the spoken language: Il futuro anteriore (o futuro composto). So why study it you might ask me? Technically, the il futuro anteriore is a verbal tense that expresses facts projected into the future but that occurred before others. In a nutshell, it illustrates the temporal relationship between two future events. It’s not commonly taught to foreigners due to its apparent complexity. However, it also exists in English and coincides with the future perfect.

But as we will see in the examples that follow, the futuro anteriore plays an important role. It has such an important function that it’s fundamental in legal texts.

The futuro anteriore is very similar in its construction to the passaro prossimo/present perfect, with the only difference that the auxiliary verb (essere/to be or avere/to have) uses the simple future.

Futuro anteriore, chart of regular verbs in:
-are, -ere, -ire

Parl-are Ricev-ere Part-ire
IoAvrò parl-atoAvrò ricev-uto Sarò part-ito/a
TuAvrai parl-atoAvrai ricev-uto Sarai part-ito/a
Lui/LeiAvrà parl-atoAvrà ricev-uto Sarà part-ito/a
NoiAvremo parl-atoAvremo ricev-uto Saremo part-iti/e
VoiAvrai parl-atoAvrete ricev-uto Sarete part-iti/e
LoroAvranno parl-atoAvranno ricev-uto Saranno part-iti/e

When using the auxiliary “essere/to be” remember that il futuro anteriore agrees with the subject:
Masculine singular: Fra un mese, sarò partito per l’Italia.
Feminine singular : Fra un mese, sarò partita per l’Italia.
Masculine plural: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.
Feminine plural: Fra un mese, saremo partite per l’Italia.
Mixed masculine/feminine plural: Fra un mese, saremo partiti per l’Italia.

When is il futuro anteriore used?

It is used to talk about a future action that has already ended before another future action:
Domani a mezzogiorno saremo già arrivati al mare.
– Tomorrow at noon we wil already have arrived by the seaside.

It is used in cases where hypotheses or doubts about the past are expressed:
Non è venuta al lavoro ieri, sarà stata malata.
– She didn’t come to work yesterday, she must have been sick.

In spoken language, il futuro anteriore is often replaced with the futuro semplice/simple future and the passato prossimo:

(1) Quando arriveranno gli ospiti, inizieremo a pranzare.
Instead of:
Quando saranno arrivati gli ospiti, inizieremo a pranzare.
– When the guests will have arrived, we’ll start eating lunch.

(2) Quando avete finito di usare il passapomodoro, ce lo prestate?
Invece di:
Quando avrete finito di usare il passapomodoro, ce lo presterete?
– When you will have finished using the tomato press, will you lend it to us?

Two alternatives to il futuro anteriore used in spoken language:

1. dopo + participio passato

Dopo che avrò studiato guarderò un film. = Dopo aver studiato guarderò un film.
– After having studied, I’ll watch a film

2. forse + passato prossimo

Maria non mi ha chiamato, si sarà dimenticata. = Maria non mi ha chiamato, forse si è dimenticata.
Maria didn’t call me, maybe she forgot.

It’s your turn! Try writing sentences in the comments using il futuro anteriore!

How to use Ce l’ho in Italian | learning Italian

(English follows)

A volte scegliere la forma corretta tra ce l’ho, ce lo e c’è lo è un dilemma sia per gli studenti stranieri sia per gli italiani stessi. Il modo migliore per imparare ad usare queste forme correttamente è di capire la loro funzione nella frase.

Prima di tutto rivediamo l’uso del pronome “ci”.

Le diverse funzioni di “ci”

Come pronome diretto corrispondente a noi e a noi:

  • Ci hanno regalato una caffettiera;
  • Dalla stazione ci hanno accompagnato a casa;

Come pronome riflessivo:

  • Ci siamo alzati tardi;

Con valore impersonale, frequente in Toscana, ma in rapida diffusione in tutto il territorio nazionale:

  • Ci si sente più tardi.

Può anche assumere il significato di qui, in questo luogo; , in quel luogo:

  • Mi piace il mare ecco perché ci vorrei vivere;

Esempi concreti di: ce l’ho, ce lo o c’è lo

1. Quando si scrive ce l’ho?

Quando l’espressione indica possesso e si riferisce a qualcosa già nominato in precedenza per evitare la ripetizione. La forma non contratta è “ce lo ho”. In questo caso “ce” è una trasformazione della particella “ci” per esigenze fonetiche di fronte a lo, la, li, le. Quindi “ce” può svolgere la funzione di avverbio di luogo, particella pronominale, complemento oppure far parte di espressioni peculiari del parlato.

  • ESEMPIO: Hai una penna? Sì, ce l’ho.
  • ESEMPIO: Ce l’ho fatta!

2. Quando si scrive ce lo? (pronome doppio “a noi lo”)

Anche qui, la particella “ce” deriva da “ci” e svolge la funzione di pronome personale per la prima persona plurale femminile e maschile. Viene seguita da un pronome per evitare la ripetizione.

  • ESEMPIO: Avete comprato il pane? No, ce lo siamo dimenticato.
  • ESEMPIO: È pronto il dolce? Sì, ce lo mangiamo dopo cena.

3. Quando si scrive c’è lo

I due elementi “c’è” e “lo” si scrivono così quando appartengono a due periodi diversi, spesso separati anche dalla punteggiatura. “C’è” è il risultato della contrazione della particella “ci” seguita dal verbo “essere”, mentre “lo” è un pronome diretto.

  • ESEMPIO: Se il pane non c’è lo comprerò domani.
  • ESEMPIO: A casa il pane non c’è, lo compro io quando torno.

Altri usi di ci:

L’uso del “ci” in eccesso

Nella lingua parlata si può usare “ci” anche “in eccesso” in frasi del tipo:

  • In questo ristorante ci si mangia bene

Ci e si in questo caso esprimono la stessa cosa, ma nel parlato la ridondanza è ammessa.

Gli esempi diventano un po’ più complessi quando “ci” assume valore dimostrativo:

  • a ciò: Non ci credo!
  • su ciò: Su di lui ci puoi contare.
  • in ciò: Non ci capisco nulla.

Oppure con il significato di con lui, con lei, con loro: “Con lui/lei/loro è tanto tempo che non ci parlo più”.

L’uso del ci attualizzante

Un uso sempre più diffuso nella lingua scritta e nel parlato è il cosiddetto ci attualizzante: “Non c’ho sonno”, “Non c’ho voglia”, “C’ho fame”. Abbondantemente usato nella lingua spontanea, ma che porta i puristi della lingua a interrogarsi sulla correttezza della grafia “c’ho”.

In alcune costruzioni, l’uso di “ci” è obbligatorio: “Ce l’hai la penna? Ce l’ho”. La variante: “Hai la penna?” è completamente accettata, ma di certo non potremmo dire “Sì, ho”.


ENGLISH VERSION:

Sometimes choosing the correct form between ce l’ho, ce lo and c’è lo is a dilemma both for foreign students and for Italians themselves.
The best way to learn how to use these forms correctly is to understand their function in the sentence.

First of all, let’s review the use of the pronoun “ci”.

The different functions of “ci”

As a direct pronoun corrisponding to noi and a noi:

  • Ci hanno regalato una caffettiera;
  • Dalla stazione ci hanno accompagnato a casa;

As a reflexive pronoun:

  • Ci siamo alzati tardi;

With an impersonal value, common in Tuscany, but rapidly spreading throughout the national territory:

  • Ci si sente più tardi.

It can also take on the meaning of here, in this place; there, in that place:

  • Mi piace il mare ecco perché ci vorrei vivere;

Concrete examples of the 3 forms:
ce l’ho, ce lo or c’è lo

1. When do you write ce l’ho?

When the expression indicates possession and refers to something previously mentioned to avoid repetition. The uncontracted form is “ce lo ho” . In this case “ce” is a transformation of the particle “ci” for phonetic needs before lo, la, li, le. Therefore “ce” can perform the function of adverb of place, pronominal particle, complement or be part of peculiar expressions of the spoken word.

  • EXAMPLE: Hai una penna? Sì, ce l’ho.
  • EXAMPLE: Ce l’ho fatta!

2. When do you write ce lo? (double pronoun “a noi lo”)

Here too, the particle “ce” derives from “ci” and acts as a direct pronoun for the first person plural feminine and masculine. It is followed by a pronoun to avoid repetition.

  • EXAMPLE: Avete comprato il pane? No, ce lo siamo dimenticato.
  • EXAMPLE: È pronto il dolce? Sì, ce lo mangiamo dopo cena.

3. When do you write c’è lo

The two elements “c’è” and “lo” are written this way when they belong to two different periods, often also separated by punctuation. “C’è” is the result of the contraction of the particle “ci” followed by the verb “to be”, while “lo” is a direct pronoun.

  • EXAMPLE: Se il pane non c’è lo comprerò domani.
  • EXAMPLE: A casa il pane non c’è, lo compro io quando torno.

Other uses of “ci”:

The use of “ci” in excess

In the spoken language you can use “ci” also “in excess” in sentences such as:

  • In questo ristorante ci si mangia bene

Ci and si in this case express the same thing, but in speech redundancy is allowed.

The examples become a little more complex when “ci” takes on a demonstrative value:

  • a ciò: Non ci credo!
  • su ciò: Su di lui ci puoi contare.
  • in ciò: Non ci capisco nulla.

Or with the meaning of con lui, con lei, con loro: “Con lui/lei/loro è tanto tempo che non ci parlo più”.

The use of actualizing “ci

An increasingly widespread use in written and spoken language is the so-called actualizing ci: “Non c’ho sonno”, “Non c’ho voglia”, “C’ho fame”. Used extensively in the spontaneous language, but which leads purists of the language to question the correctness of the spelling “c’ho”.

In some sentence structures, the use of “ci” is mandatory: “Ce l’hai la penna? Ce l’ho”. The variant: “Hai la penna?” is completely accepted, but we certainly couldn’t say “Sì, ho” .

Adesso prova a mettere in pratica facendo degli esercizi!
Now try practicing by doing some exercises!

How to use the past tense imperfetto prospettivo in Italian – Italian grammar

Come usare l’imperfetto prospettivo in italiano

Ti è mai capitato di voler esprimere un tempo futuro nel passato? Per esempio la frase, “Maria ha detto che faceva i cannelloni il giorno dopo”, indica un’azione futura nel passato di Maria.
Questo tipo di imperfetto in italiano (ce ne sono diversi!) si chiama imperfetto prospettivo e, come il condizionale passato, descrive un’azione futura in un contesto di eventi passati.

Have you ever wanted to express a future time in the past? For example, the phrase, “Maria ha detto che faceva i cannelloni il giorno dopo” (“Maria said she was making cannelloni the next day,”) indicates a future action in Maria’s past.
This type of imperfect in Italian (there are several!) is called imperfetto prospettivo (perspective imperfect) and, like the past conditional, describes a future action in a context of past events.

E’ molto comune anche per indicare un’intenzione futura che non avverrà, per esempio, “Dopodomani doveva uscire con gli amici, ma è malata.” L’equivalente in inglese è “supposed to” e in francese “J’étais supposé”. La grammatica italiana non annoia mai, vero?

It is also very common to indicate a future intention that will not happen, for example, “Dopodomani doveva uscire con gli amici, ma è malata.” (“The day after tomorrow she was supposed to go out with friends, but she is sick.”) The equivalent in English is “supposed to” and in French “J’étais supposé.” Italian grammar is never boring, right?


Per capire meglio vediamone altri esempi / To understand better, let’s see other examples:

  1. Sonia ci disse che partiva tra un mese.
    – Sonia told us we was leaving in a month.
  2. Ha scritto nel messaggio che veniva tra due giorni.
    – He wrote in the message that he was coming in two days.
  3. La prossima settimana riposavo se non dovevo lavorare.
    – Next week I was going on vacation, if I didn’t have to work.
  4. Mi dissero che andavano in campagna il prossimo fine settimana.
    – They told me they were going to the country-side next weekend

    Tutto chiaro?
    Adesso tocca a te, prova tu a fare delle frasi! / Now it’s your turn, try making some sentences!

Rome and the other four capitals of Italy – Italian history

Roma e le altre quattro capitali d’Italia – Storia italiana

(English follows)

Sapevi che Roma è stata due volte capitale d’Italia? La cosa potrebbe non sorprendere poiché nel corso della storia italiana è stata al centro di molteplici vicende che hanno interessato la penisola italiana. Primo fra tutti l’Impero Romano quando la città era veramente l’ombelico del mondo. Successivamente all’interno della Città Stato, che per molti secoli ha posto Roma nel cuore della cristianità. Tuttavia, la città eterna è tra altre quattro città italiane a detenere il titolo di capitale d’Italia.

Torino (1861)
La città piemontese Torino fu la prima capitale d’Italia nel 1861 quando fu proclamata l’Unità d’Italia. All’epoca Roma non era nemmeno all’interno dei confini nazionali.
Durante la Seconda Guerra d’Indipendenza e la Spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi, alcune zone della penisola furono consegnate al Regno di Sardegna governato da Vittorio Emanuele II: la Lombardia, una parte dell’Italia centrale, e tutto il Mezzogiorno, sottratto all’ex Regno delle Due Sicilie.
Nel frattempo lo Stato Pontificio era retto da Papa Pio IX che non era disposto a cedere Roma al nuovo Regno d’Italia.
Oltre i confini italiani c’era anche il Veneto, che era ancora una roccaforte degli austriaci.
Pertanto Torino, già capitale del Regno di Sardegna, fu eletta provvisoriamente come città amministrativa del nuovo Stato.

Firenze (1864)
Il Papa aveva un alleato molto potente, l’imperatore francese Napoleone III, nipote di Napoleone Bonaparte, che stipulò con gli italiani il 15 settembre 1864 un accordo, la Convenzione di Settembre per assicurare che il Regno d’Italia non prendesse Roma. Di conseguenza la capitale definitiva fu trasferita da Torino a Firenze.
Poiché la città, conosciuta come la culla dell’arte, doveva rimanere permanentemente la capitale del giovane Regno italiano, subì importanti opere pubbliche per svolgere il suo nuovo ruolo. Infatti gran parte delle antiche mura del XII secolo furono demolite per far posto a grandi strade e uffici amministrativi. Mentre i maestosi palazzi rinascimentali divennero le sedi dei Ministeri e degli uffici di Stato. Nonostante ciò, il capoluogo fiorentino ebbe vita breve.

Roma (1870)
Le promesse fatte a Napoleone III non furono mantenute, infatti l’Italia era desiderosa di impadronirsi di Roma e vi riuscì nel 1870, attraverso la celebre Breccia di Porta Pia.
La terza capitale d’Italia fu da qui in poi Roma, durante il periodo monarchico che terminò nel 1946 e dopo la proclamazione della Repubblica nello stesso anno.

Brindisi (settembre 1943 – febbraio 1944)
Tuttavia vi furono due brevi eccezioni, note anche come le due capitali della guerra, quando l’Italia fu divisa in due durante la seconda guerra mondiale dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il Centro-nord era ancora controllato dai nazifascisti, mentre il Sud era già stato liberato dalle forze alleate, che lottavano per avanzare verso nord. Il 10 settembre il re Vittorio Emanuele III e il governo fuggirono a Brindisi, in Puglia, per continuare a governare il paese facendo di Brindisi la quarta capitale d’Italia.

Salerno (febbraio – luglio 1944)
Questo fu il periodo più drammatico della guerra che causò grande devastazione in Italia, ma che portò le forze tedesche al ritiro a nord del fiume Volturno e alla resa di Napoli. Fu così che nel febbraio del 1944 Salerno divenne il centro principale del governo italiano liberato e dove la resistenza reale e il governo. rimasero per 5 mesi.

Roma (1944 -)
Infine quando le truppe americane entrarono a Roma tra il 4 e il 5 giugno 1944, la Città Eterna fu finalmente liberata e in grado di riconquistare il suo ruolo storico.

Roma, Piazza Venezia – Monumento equestre a Vittorio Emanuele II

Did you know that Rome has been the capital of Italy twice? This might not come as a surprise since it has been at the centre of multiple events throughout history that have concerned the Italian peninsula. First and foremost the Roman Empire, when the city was truly the belly of the world. And afterwards within the Church State (Città Stato), which for many centuries established Rome as the heart of Christianity. However, the Eternal city is among four other Italian cities to hold the title of capital of Italy.

Turin (1861)
The piemontese city Turin was the first capital of Italy in 1861, when the Unification of Italy (l’Unità d’Italia) was proclaimed. At the time, Rome was not even within the national borders.
During the Second War of Independence (Seconda Guerra dell’Indipendenza) and la Spedizione dei Mille, lead by Giuseppe Garibaldi, some areas of the peninsula were handed over to the Reign of Sardinia ruled by Vittorio Emanuele II: Lombardy, a part of central Italy, and all of southern Italy (il Mezzogiorno), which was removed from the former kingdom of the two Sicilies (l’ex Regno delle due Sicilie).
In the meantime the Papal State (lo Stato Pontificio) was ruled by Pope Pio IX who was not willing to give up Rome to the new Italian Reign. Beyond the Italian confines there was also Veneto, which was still a stronghold of the Austrians. Therefore Turin, already the capital of the Reign of Sardinia, was temporarily elected as the administrative city of the new State.

Florence (1864)
The Pope had a very powerful alley, the French emperor Napoleon III, nephew of Napoleon Bonaparte, who stipulated with the Italians on September 15, 1864 an agreement, the Convention of September (la Convenzione di Settembre), to ensure the Reign of Italy would not seize Rome. Consequently the definite capital was transferred from Turin to Florence.
Because the city, known as the cradle of art, was supposed to permanently remain the capital of the young Italian Reign, it underwent major public works to fulfill its new role. In fact most of the old 12th century walls were demolished to make room for large roads and administrative offices. While the majestic Renaissance palaces became the seats of the Ministries and the State offices. Despite this, Florence capital lived a short life.

Rome (1870)
The promises made to Napoleon III were not kept, in fact Italy was eager to seize Rome and it managed to do so in 1870, through the renowned Breccia di Porta Pia.
The third capital of Italy was Rome from here on during the Monarchic period which ended in 1946 and after the proclamation of the Republic in the same year.

Brindisi (September 1943 – February 1944)
However there were two short exceptions, also known as the two capitals of the war, when Italy was split in half during WWII after the armistice on September 8, 1943. The Centre-north was still controlled by the Nazi-fascists, while the South had already been liberated by the Allied Forces, who were struggling to advance to the north. On September 10th King Vittorio Emanuele III and the government escaped to Brindisi, in Puglia in order to continue to govern the country making Brindisi the fourth capital of Italy.

Salerno (February – July 1944)
This was the most dramatic period of the war that caused great devastation in Italy, which resulted in German forces withdrawing north of the Volturno river and surrendering Naples. So it was in February 1944 that Salerno became the main centre of the liberated Italian government and where the Royal resistance and government remained for 5 months.

Rome (1944 -)
Finally when the American troops entered Rome between June 4th and 5th 1944, the Eternal City was finally liberated and able to reconquer its historical role.

Emblema dell Republica Italiana

Dried fruits and nuts | Italian vocabulary

Una lista di frutta secca in italiano

La frutta secca è la regina della tavola d’autunno. Si usa sia in piatti salati che dolci e fa molto bene alla salute essendo ricca di nutrienti. Basta non esagerare!
Facciamo una distinzione tra due tipi di frutta secca: quella a guscio che quella essiccata.
La frutta secca a guscio include noci, mandorle, arachidi e nocciole (che, tecnicamente sono semi). Mentre troviamo nella categoria della frutta secca essiccata tutte le tipologie di frutta che subiscono un processo di essicazione naturale o indotta da speciali macchinari che tolgono del tutto l’acqua dall’alimento.

Dried fruit is the queen of the autumn table. It is used in both savory and sweet dishes and is very good for health as it is rich in nutrients. Just don’t overdo it!
We make a distinction between two types of dried fruit: nuts and dried fruit.
Nuts include walnuts, almonds, peanuts and hazelnuts (which are technically seeds). While in the dried fruit category we find all types of fruit that undergo a natural drying process or induced by special machinery that completely removes the water from the food.

Vediamo la lista completa della frutta secca/ let’s see the complete list of dried fruit:

  • Albicocca secca / dried apricots
  • Anacardio / cashew
  • Ananas secco / dried pineapple
  • Arachidi / peanut
  • Banana secca / dried banana
  • Castagna pelata secca / chestnut dried peeled
  • Ciliegia secca / dried cherry
  • Dattero secco / dried date
  • Fico secco / dried fig
  • Frutti di bosco secche (fragole, more, mirtilli, lamponi e ribes) / dried berries (stawberries, blackberries, blueberries, raspberries and currants)
  • Kiwi secco / dried kiwi
  • Mandorla / almond
  • Mango secco / dried mango
  • Mela secca / dried apple
  • Melone secco / dried melon
  • Mirtillo secco / dried blueberry
  • Nocciola / hazelnut
  • Noce / walnut
  • Noce del Brasile / Brazil nut
  • Noce di cocco / coconut
  • Noce di Macadamia / Macadamia nut
  • Noce pecan / pecan
  • Papaya secca / dried papaya
  • Pera secca / dried pear
  • Pesca secca / dried peach
  • Pinolo / pinenut
  • Pistacchio / pistachio
  • Prugna secca / dried prunes
  • Scorze di agrumi secchi / dried citrus fruit peels
  • Uva passa – uvetta / raisin
  • Zenzero secco / dried ginger

Alcune ricette con la frutta secca da provare/ some recipes with dried fruit to try:

How to use CI and NE with the verb PENSARE | Italian grammar

Come usare CI e NE con il verbo PENSARE – grammatica italiana


(English follows)

Imparare a usare i pronomi “ne” e “ci” è un grande risultato. Tuttavia, diventa ancora più interessante quando questi pronomi sono accompagnati da alcuni verbi, come il verbo pensare. Ad esempio pensarci e pensarne.

Potrebbero sembrare un po’ complicati, e lo sono, non lo nego! Quindi vediamo prima i significati e poi facciamo una semplice tabella per capirli meglio con alcuni esempi.

Pensarci

1. pensare, riflettere, meditare su qualcosa.
2. occuparsi di qualcosa.

Pensare, riflettere, meditare su qualcosa

  • Ci abbiamo pensato a lungo prima di traslocare in un nuovo paese.
    We have thought long about it before moving to another country.
  • I nostri amici ci pensano sempre.
    Our friends always think about us.

Occuparsi di qualcosa

  • Ci hanno pensato i vicini a tagliare l’erba.
    The neighbors took care of cutting the grass.
  • Vuole pensarci lui a preparare la cena.
    He wants to take care of making dinner.

Pensarne

1. trovare idee/soluzioni.
2. comprendere qualcuno o il significato di qualcosa in un modo particolare.
3. esprimere un’opinione.

Trovare idee/soluzioni

  • Ne abbiamo pensate tante prima di scegliere la soluzione adatta.
    We thought many up before choosing the right solution.
  • Non esiste una strategia unica. Bisogna pensarne diverse.
    There’s no one strategy. One must think up different ones.

Comprendere qualcuno o il significato di qualcosa in un modo particolare

  • Sembra strano e non so cosa pensarne.
    It seems strange and I don’t know what to make of it.
  • Era simpatico e non voglio pensarne male.
    He was nice and I don’t want to think badly of him.

Esprimere un’opinione

  • È la sua scelta qualunque cosa se ne pensi.
    It’s her/his choice whatever anyone thinks.
  • Che ne pensi del nuovo film di Sorrentino?
    What do you think about Sorrentino’s new film?

Ora prova a fare alcune frasi per esercitarti. Più applichi le regole, più velocemente impari!


English version:

Learning how to use the pronouns “ne” and “ci” is a great accomplishment.
However, it gets even more interesting when these pronouns are accompanied by some verbs, such as the verb pensare. For example pensarci and pensarne.

They might seem a bit tricky, and they are, I won’t deny it! So let’s let’s tackle the meanings first and then make a simple chart to understand them better with some examples.

Pensarci

1. to think, reflect, ponder about something.
2. to take care of something.

To think, reflect, ponder about something

  • Ci abbiamo pensato a lungo prima di traslocare in un nuovo paese.
    We have thought long about it before moving to another country.
  • I nostri amici ci pensano sempre.
    Our friends always think about us.

To take care of something

  • Ci hanno pensato i vicini a tagliare l’erba.
    The neighbors took care of cutting the grass.
  • Vuole pensarci lui a preparare la cena.
    He wants to take care of making dinner.

Pensarne

1. to think something up.
2. to understand someone or the meaning of something in a particular way.
3. to express an opinion.

To think something up

  • Ne abbiamo pensate tante prima di scegliere la soluzione adatta.
    We thought many up before choosing the right solution.
  • Non esiste una strategia unica. Bisogna pensarne diverse.
    There’s no one strategy.One must think up different ones.

To understand someone or the meaning of something in a particular way

  • Sembra strano e non so cosa pensarne.
    It seems strange and I don’t know what to make of it.
  • Era simpatico e non voglio pensarne male.
    He was nice and I don’t want to think badly of him.

To express an opinion

  • È la sua scelta qualunque cosa se ne pensi.
    It’s her/his choice whatever anyone thinks.
  • Che ne pensi del nuovo film di Sorrentino?
    What do you think about Sorrentino’s new film?

Now try making some sentences to practice. The more you apply the rules, the faster you learn!


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