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Settimana della Cucina Italiana nel Mondo

Week of Italian Cuisine in the World

(English follows)

Spero che tu abbia avuto del tempo per imparare le parole del vino della  settimana scorsa.

Oggi rimaniamo in cucina e ti presento 20 ricette originarie delle 20 regioni italiane. Infatti non a caso domani 23 novembre fino al 29 novembre si terrà
la V Settimana della Cucina Italiana nel mondo 2020.

Ci saranno molti eventi digitali educativi e culturali sull’argomento.

Ho scelto delle ricette meno conosciute perché scoprire sapori nuovi mette di buon umore.

Personalmente, oltre ai dolci, ho un debole per i primi e per le zuppe di stagione. Ovviamente amo le pizze, a casa mia si mangiava spesso la pizza scarola.

L’edizione 2020 coglie la ricorrenza del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, padre della cucina domestica italiana, un’occasione per riflettere sul rapporto essenziale che lega patrimonio gastronomico italiano e suoi territori d’origine. Nel suo manuale, “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”, viene valorizzata la varietà delle tradizioni culinarie dei territori italiani, oltre alla salubrità e sostenibilità dell’intera filiera (basandosi tradizionalmente sull’uso di prodotti locali e stagionali). Esemplari principi e valori della Dieta mediterranea.

Le Castagnole – un dolce dell’Emilia Romagna


Iniziamo con il nostro viaggio virtuale. Buon appetito!

Piemonte: Grissini

Valle d’Aosta: Zuppa di verza valdostana

Lombardia: Pan dei morti

Trentino Alto Adige: Canedeli di prugne

Veneto: Radicchio rosso fritto

Friuli Venezia Giulia: Gnocchi alla friulana

Liguria: Testaroli

Emilia Romagna: Castagnole

Toscana: Castagnaccio

Umbria: Pasta con gli asparagi

Marche: Il ciavarro

Lazio: Pasta e fagioli

Abruzzo: I sassi d’Abruzzo: le mandorle “atterrate”

Molise: Torrone ai fichi secchi

Campania: Pizza scarola napoletana

Puglia: Pancotto con verdure

Basilicata: Zuppa di cavoli, ceci e cicoria

Calabria: Peperoni ammollicati

Sicilia: La pasta alla Norma

Sardegna: Favata

Trova una ricetta italiana:
https://www.accademiaitalianadellacucina.it/it/ricette


English version

I hope you had some time to learn last week’s words about wine.

Today we’re staying in the kitchen as I present to you 20 recipes that originate from the 20 Italian regions.

In fact, it’s no coincidence that from tomorrow November 23rd until November 29th will be held the V Week of Italian Cuisine in the World 2020.

There will be many educational and cultural digital events on the topic. I’ve chosen lesser known recipes because discovering new flavors puts you in a good mood!

Personally, in addition to desserts, I have a weakness for first courses and seasonal soups. Obviously I love pizzas, in my house we often ate the Neapolitan escarole pizza.

The 2020 edition captures the bicentenary of the birth of Pellegrino Artusi, father of Italian home cooking, an opportunity to reflect on the essential relationship that binds Italian gastronomic heritage and its territories of origin. In his manual, “Science in the kitchen and the art of eating well”, the variety of culinary traditions of the Italian territories is enhanced, as well as the healthiness and sustainability of the entire supply chain (traditionally based on the use of local and seasonal products) . Exemplary principles and values of the Mediterranean Diet. Let’s start with our virtual journey. Enjoy your meal!


The language of wine between art and taste

Il linguaggio del vino tra arte e gusto

(English translation below)

Ascolta la versione audio (7 minuti) / Listen to the audio version (7 minutes):

Dicono che bere vino rosso ogni tanto faccia bene alla salute. Ammetto che quest’anno ne ho bevuto più del solito, senza esagerare ovviamente.

Avevo in programma di festeggiare il compleanno di mio padre insieme a lui a settembre stappando una bottiglia di Tintilia del Molise, il nostro vino preferito, ma purtroppo la vita ha deciso diversamente e non ne avremo più l’occasione.

Nell’antichità il vino, “Nettare Divino”, rappresentava l’allegoria di benessere, prosperità e abbondanza. Speriamo sia vero!

Bacco, chiamato Dioniso nell’antichità greca, è il dio del vino, delle feste e della perdizione. Dato il suo carattere energico e chiassoso, veniva chiamato Bacco, che in greco significa “clamore – baccano”, nome adottato dalla cultura romana proprio per identificare Dioniso. Molti artisti lo hanno reso protagonista delle loro opere. Vediamone alcune.

Ecco un pdf con le parole del vino / Here’s a pdf with a list of wine words :

Bacco e il Vesuvio – L’affresco raffigura Bacco con il corpo ricoperto da acini e un alto monte isolato, con le pendici ricoperte da filari di viti. Potrebbe essere il Vesuvio prima dell’eruzione del 79 d.C., e dunque con una sola cima, oppure il monte Nisa dove, secondo la leggenda, Dioniso sarebbe stato allevato.

Affresco Bacco e il Vesuvio – Pompei

Il Bacco di Michelangelo – E’ rappresentato in una veste giovanile con in mano una coppa, mentre sta barcollando a causa dell’ubriachezza. Il forte realismo della statua rende il movimento di Bacco ubriaco fluido e verosimile. Un piccolo satiro si trova dietro Bacco, il quale approfitta per mangiare dell’uva di nascosto nell’attimo di debolezza del dio. Includerlo all’interno della composizione serve ad indurre lo spettatore a girare attorno alla statua, apprezzandone ogni singolo dettaglio.

Michelangelo Buonarroti – Il Bacco, 1496–1497

Il Bacco adolescente di Caravaggio: “Nel dipingere il Bacco, Caravaggio avrebbe potuto, e per alcuni dovuto, affrontare il soggetto mitologico secondo la buona tradizione rinascimentale. Il giovane appare ben lontano dall’essere una classica figura idealizzata. Il vero soggetto del dipinto sarebbe, insomma, la semplice rappresentazione di uno scherzoso travestimento. Caravaggio, prendendosi gioco della gloriosa tradizione classica e rinascimentale, facendosi beffa del pubblico, avrebbe ritratto un suo amico un po’ stordito dai fumi dell’alcol, chiedendogli di tenere in mano un bicchiere di vino e posando davanti a lui della frutta di qualche giorno.” – ArteSvelata.it

Michelangelo Merisi da Caravaggio  – Bacco adolescente, 1597

Ascolta il podcast di Arte Svelata sul Bacco di Caravaggio/ Listen to the podcast by Arte Svelata about il Bacco by Caravaggio:

Il Bacco di Arianna: alcuni dipingono utilizzando colori, tempere, acrilico, acquerello, matite e altri come Arianna Greco invece scelgono il nettare degli dei per creare quella che è stata battezzata arte enoica, capace di dare vita a profumatissimi capolavori enocromatici.
Come nasce questa passione di Arianna?
“Dipingere con il vino è una tecnica particolarissima e di non facile realizzazione in quanto necessita di abilità tecnica e di conoscenze in campo chimico. Sono opere d’arte che hanno i profumi e i colori dei vitigni che nascono nella nostra Italia e in particolar modo nella mia Puglia anche se spesso e volentieri utilizzo anche vini piemontesi come il Barolo, di cui amo tutto. Il vino posto su tela tende ad evolvere a suo modo, si ossida come farebbe in Barrique o in bottiglia e ciò grazie a reazioni tra antociani e tannini con conseguenti viraggi di colore. All’occhio osserviamo una maturazione, da color rosso porpora, color viola, rosso rubino verso sfumature tendenti al granato, al mattonato, sfumature decisamente più calde e più affascinanti. Proprio grazie a questo particolarissimo aspetto evolutivo che, normalmente non si verifica in altre forme d’arte, le mie opere sono state paragonate al quadro di Dorian Grey con la differenza che mentre questo invecchiando peggiora, i miei dipinti, invecchiando, assumono maggior fascino.”

Arianna Greco – Il Bacco di Arianna, 2013

…Dopo tanto chiacchierare di vino è ora di stappare una bottiglia. Come sai, la degustazione del vino consiste in un esame olfattivo e in un esame visivo. Ecco come vengono descritti 4 vini italiani:

Tintilia del Molise DOC: colore rosso rubino, intenso, con riflessi violacei. Il profilo olfattivo del vino è vinoso, intenso, piacevole, caratteristico e al palato risulta secco, armonico, morbido. Si abbina bene con un buon piatto di penne al sugo.

Montepulciano d’Abruzzo: Al secondo posto tra i vini DOCG più venduti.
Colore Rosso rubino intenso. Profumo fruttato di mora lievemente aspra, di frutti rossi maturi, tra cui il ribes rosso selvatico, e spezie. Caratteristica principale è l’aroma di liquerizia, (si dice”liqueriziaceo”), e amarascato. A volte il fondo è ammandorlato e dai sentori speziati. Gusto Mediamente tannico, di buon corpo, ottima struttura.

Chianti Classico DOCG: ha colore rubino brillante, tendente al granato e odore profondamente vinoso. Il gusto è asciutto, sapido tendente con il tempo al morbido vellutato.

Il Nero d’Avola si presenta alla vista di un gradevole rosso rubino, più o meno intenso a seconda delle tipologie del vigneto, della sua giacitura e dell’invecchiamento, ha un gusto con sentori di bacca, di ciliegia, prugna, nelle migliori zone presenta note speziate e balsamiche.


They say that drinking red wine every now and then is good for your health. I admit that this year I drank more than usual, obviously without exaggerating.

I had planned to celebrate my father’s birthday with him in September by uncorking a bottle of Tintilia del Molise, our favorite wine, but unfortunately life has decided otherwise and we won’t have the opportunity anymore.

In ancient times, wine, “Divine Nectar”, represented the allegory of well-being, prosperity and abundance. Let’s hope it’s true!

Bacchus, called Dionysus in Greek antiquity, is the god of wine, festivals and perdition. Given his energetic and noisy character, he was called Bacchus, which in Greek means “clamor / baccano”, a name adopted by Roman culture precisely to identify Dionysus. Many artists have made him the protagonist of their works. Let’s see some of them.

Bacchus and Vesuvius – The fresco depicts Bacchus with his body covered with berries and a high isolated mountain, with the slopes covered with rows of vines. It could be Vesuvius before the eruption of 79 AD, and therefore with only one peak, or Mount Nisa where, according to legend, Dionysus would have been raised.
Michelangelo’s Bacchus – He is represented in a youthful robe holding a cup, while he is staggering due to drunkenness. The strong realism of the statue makes the movement of a drunk Bacchus fluid and convincing. A small satyr is behind Bacchus, taking the opportunity to secretly eat grapes in the moment of weakness of the god. Including it within the composition serves to induce the viewer to walk around the statue, appreciating every single detail.

The adolescent Bacchus by Caravaggio: “In painting Bacchus, Caravaggio could have, and some should have, faced the mythological subject according to the good Renaissance tradition. The young man appears far from being a classic idealized figure. The true subject of the painting would be , in short, the simple representation of a joke in disguise. Caravaggio, making fun of the glorious classical and Renaissance tradition, teasing the public, would have portrayed a friend of his a little stunned by the fumes of alcohol, asking him to hold a glass of wine and placing a few days’ fruit in front of him. ” – ArteSvelata.it

The Bacchus of Arianna: some paint using colors, tempera, acrylic, watercolor, pencils and others, like Arianna Greco instead, choose the nectar of the gods to create what has been baptized wine art, capable of giving life to fragrant enochromatic masterpieces.
How was this passion of Arianna born?
“Painting with wine is a very particular technique and not easy to achieve as it requires technical skill and knowledge in the chemical field. They are works of art that have the scents and colors of the vines that are born in our Italy and especially in my region Puglia even if I often and willingly use Piedmontese wines such as Barolo, of which I love everything. The wine placed on canvas tends to evolve in its own way, oxidizes as it would in Barrique or in bottle and this thanks to reactions between anthocyanins and tannins with consequent color changes. To the eye we observe a ripening, from purple red, violet, ruby ​​red towards shades tending to garnet, to brick, decidedly warmer and more fascinating nuances. Thanks to this very particular evolutionary aspect, that normally does not occur in other art forms, my works have been compared to the Dorian Gray painting with the difference that as he gets worse as he ages, my paintings take on more charm.”

…After a lot of chatting about wine, it’s time to uncork a bottle. As you know, wine tasting consists of an olfactory examination and a visual examination. Here is how 4 Italian wines are described:

Tintilia del Molise DOC: an intense ruby red color and violet reflections. The olfactory profile of the wine is vinous, intense, pleasant, characteristic and on the palate it is dry, harmonious, soft. It goes well with a good dish of penne with sauce.

Montepulciano d’Abruzzo: second place among the best-selling DOCG wines. Intense ruby red color. Fruity aroma with slightly sour blackberry, ripe red fruits, including wild red currant, and spices. The main feature is the aroma of licorice (called “liqueriziaceo”), and amarascato. Sometimes the base is almondy and with spicy scents. Taste is medium tannic, full-bodied, excellent structure.

Chianti Classico DOCG: it has a brilliant ruby color tending towards garnet and a deeply vinous aroma. The taste is dry, savory, tending to velvety soft over time.

Nero d’Avola appears to the sight of a pleasant ruby red, more or less intense depending on the type of vineyard, its position and aging, to the taste it offers hints of berries, cherry, plum, in the best areas it presents spicy and balsamic notes.

Qual è il tuo vino preferito? / What’s your favorite wine?


Uno stravagante viaggio letterale attraverso l’ABC italiano

A whimsical letter-by-journey through the Italian ABCs with Dianne Hales

(Original English version follows)

In questo periodo strano in cui non è possibile viaggiare in Italia, Dianne Hales ha fatto quello che fanno gli scrittori: ha scritto un nuovo libro, un piccolo omaggio all’Italia e agli italiani. Ce ne parla oggi ospite del mio blog:

Decenni fa mi sono innamorata follemente, felicemente, vertiginosamente dell’italiano. Desiderosa di comunicare con i suoi interlocutori, ho deciso di imparare la loro lingua immergendomi nei suoi suoni.

Una delle mie prime lezioni formali si è concentrata sull’alfabeto italiano. Anche se le sue 21 lettere sembrano identiche alle loro controparti inglesi (escluse j, k, w, x e y), non suonano allo stesso modo.

Le differenze vanno oltre la pronuncia. A me ogni lettera fa venire in mente una parola che rappresenta un aspetto diverso della vita e della cultura italiana. Ho messo insieme le mie riflessioni alfabetiche in un libro digitale che puoi scaricare come PDF gratuito qui.

“A” Is for Amore accompagna i lettori in uno stravagante viaggio letterale attraverso l’ABC italiano. Viaggerai a Firenze e Roma; assaporirai i piatti preferiti dagli italiani; ti addentrerai nel mondo della moda e del vino; incontrerai Dante, Leonardo e l’irresistibile italiano; e acquisirai un nuovo apprezzamento delle lettere “H” (acca) e “Z” (zeta) in italiano.

Se ami l’Italia, imparerai di più sul paese e sulla sua gente. Se vieni da una famiglia italiana, scoprirai di più sulla tua eredità. Se sei uno studente o un insegnante d’italiano, troverai una prospettiva allegra che integra le lezioni di vocabolario e grammatica. Se sei un avventuriero in poltrona, non hai bisogno di conoscere nessun italiano per goderti il ​​viaggio.

“A” Is for Amore è la mia lettera d’amore all’Italia, alla sua gente e a tutti i miei lettori, con grande apprezzamento per il loro sostegno. Spero che questo piccolo regalo ti diverta e ti sollevi.

In this strange period in which it is not possible to travel to Italy, Dianne Hales did what writers do: she wrote a new book, a small tribute to Italy and the Italians. She talks to us about today in this guest post:

Decades ago I fell madly, gladly, giddily in love with Italian. Yearning to communicate with its speakers, I set out to learn their language by immersing myself in its sounds. 

One of my earliest formal lessons focused on the Italian alphabet. Although its 21 letters look identical to their English counterparts (minus j, k, w, x, and y), they don’t sound the same.
The differences go beyond pronunciation. To me, each letter brings to mind a word that represents a different aspect of Italian life and culture. I’ve put together my alphabetical musings in a digital book you can download as a
free PDF here.

“A” Is for Amore takes readers on a whimsical letter-by-journey through the Italian ABCs. You’ll travel to Florence and Rome; savor Italians’ favorite dishes; delve into the worlds of fashion and wine; meet Dante, Leonardo, and the irresistible Italian man; and gain a new appreciation of the Italian “H” (acca) and “Z” (zeta).

If you love Italy, you’ll learn more about the country and its people. If you come from an Italian family, you’ll discover more about your heritage. If you’re an Italian student or teacher, you’ll find a light-hearted perspective that complements vocabulary and grammar lessons. If you are an armchair adventurer, you don’t need to know any Italian to enjoy the ride.

“A” Is for Amore is my love letter to Italy, its people, and all my readers, with great appreciation for your support. I hope this small gift will entertain and uplift you.

Dianne Hales is the author of La Passione: How Italy Seduced the WorldLa Bella Lingua: My Love Affair with Italian, the World’s Most Enchanting Language,   and Mona Lisa: A Life Discovered.  The President of Italy awarded her an  honorary knighthood, with the title of Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana (Knight of the Order of the Star of Italian Solidarity), for her contributions to promoting the Italian language.

For more information, visit Dianne’s website.  You also can join other Italian-lovers at the La Bella Lingua group.


I migliori podcast italiani, lingua e dintorni

La scelta non manca per fortuna, anzi. Ci viene “quasi” voglia di restare a casa e ascoltare uno dei tanti podcast che popolano la rete. Ne ho scelti alcuni che spaziano dalla lingua alla letteratura, dalla storia al cinema.

The best Italian podcasts, about language and surrounding

La scelta non manca per fortuna, anzi. Ci viene “quasi” voglia di restare a casa e ascoltare uno dei tanti podcast che popolano la rete. Ne ho scelti alcuni che spaziano dalla lingua alla letteratura, dalla storia al cinema.

Il mio preferito è il primo in lista. Mi aiuta a mantenere l’equilibrio mentale in questo periodo destabilizzante. Buon ascolto.

Fortunately, the choice is not lacking, quite the contrary. We “almost” want to stay home and listen to one of the many podcasts that populate the net. I have chosen a few that range from language to literature, from history to cinema.
My favorite is the first on the list. It helps me keep my mental balance in this unsettling time. Buon ascolto.

Mindfulness in Voce è il podcast dove puoi ascoltare una grande selezione degli articoli più interessanti di Medium.com sulla Mindfulness, in formato audio.

The podcast where you can listen to a great selection of Medium.com’s most interesting articles on Mindfulness, in audio format.

Episodio 408: La Bellezza Salverà il Mondo Mindfulness in Voce

L’antidoto alle brutture del mondo è la bellezza, qualcosa di innato in ognuno di noi, un bisogno dell’anima. E la Mindfulness è un’alleata per scoprire la bellezza: ci invita a rallentare e ad aprirci con occhi sempre nuovi al mondo intorno a noi. Contemplare la bellezza ci fa sentire vivi; e ci ricorda ciò che siamo in grado di fare. Lascia un commento nella nostra community! https://discord.gg/hDVGVd2 Articolo originale di David Price su Medium.com
  1. Episodio 408: La Bellezza Salverà il Mondo
  2. Episodio 407: Meditazione e Azione
  3. Episodio 406: Amore e Presenza Mentale
  4. Episodio 405: Mindfulness e il Coraggio di Aprirsi alle Emozioni Difficili
  5. Episodio 404: La Vita in un Istante

Radio Arlecchino: impara la grammatica italiana attraverso le storie di Arlecchino.

Learn Italian grammar through Harlequin’s stories.

Demoni Urbani: anche le più belle città italiane hanno un cuore di tenebra. In ogni puntata di Demoni Urbani, condotta da Francesco Migliaccio, una storia criminale agghiacciante e sorprendente, tra le vie più suggestive che accompagnano la nostra quotidianità. Ripercorrerle non sarà più come prima…

Even the most beautiful Italian cities have a heart of darkness. In each episode of Urban Demons, conducted by Francesco Migliaccio, a chilling and surprising criminal story, among the most evocative streets that accompany our daily life. Retracing them will no longer be the same …

Numeri – La rabbia di Tiago da Rocha Demoni Urbani

Nel 2014, tra le grandi strade di Goiânia, in Brasile, sfreccia una moto guidata da un giovane uomo, bello e atletico: Tiago Henrique Gomes da Rocha. Non ha una destinazione da raggiungere, vaga per la città accompagnato da una rabbia che gli infuoca lo stomaco, ira pura, immensa, inarrestabile. Cerca un modo per sfogarla e finalmente lo trova: deve uccidere. E ora che l’ha scoperto non può più farne a meno. L'autrice di questo episodio è Francesca Notaro. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
  1. Numeri – La rabbia di Tiago da Rocha
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Quali sono i tuoi podcast preferiti? Mi raccomando fammi sapere nei commenti!

Buon ascolto,

Mirella


Il significato de Il sabato del villaggio

The explanation with English translation of “Il sabato del villaggio”, Saturday in the village, by Giacomo Leopardi.

Qual è il significato de Il sabato del villaggio?
“Il sabato del villaggio” è una poesia scritta da Giacomo Leopardi nel 1829 a Recanati. Descrive in modo allegorico le attività dei paesani di Recanati durante un sabato, quando gli abitanti si preparano con ansia al giorno di festa della domenica. Il sabato rappresenta l’allegoria della giovinezza, dei sogni e delle speranze e la domenica, invece, simboleggia l’età adulta con la caduta delle illusioni. Secondo Leopardi la gioia umana si manifesta nell’attesa di un piacere irraggiungibile, ed è quindi fugace ed effimera.

What is the meaning of Saturday in the village?
“Il sabato del villagio” is a poem written by Giacomo Leopardi in 1829 in Recanati. It allegorically describes the activities of the villagers of Recanati on a Saturday, when the inhabitants are anxiously preparing for the Sunday feast day. Saturday represents the allegory of youth, dreams and hopes and Sunday, on the other hand, symbolizes adulthood with the fall of illusions. According to Leopardi, human joy manifests itself in the expectation of unattainable pleasure, and is therefore fleeting and ephemeral.

Il giovane Leopardi usava accostare il suo tavolino accanto a una finestra per ottimizzare lo sfruttamento della luce solare: tale finestra si affacciava su una piazza dove gli abitanti di Recanati si ritrovavano per organizzare le piccole feste domenicali. È proprio questa piazza ad ispirargli la stesura del “Sabato del villaggio“.

The young Leopardi used to place his table next to a window to optimize the use of sunlight: this window overlooked a square where the inhabitants of Recanati gathered to organize small Sunday parties. It is this square that inspired him to write “Il sabato del villaggio”.

Testo

La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,                                Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno; E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch’ebbe compagni dell’età più bella.
Già tutta l’aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
Giù da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno                                
Della festa che viene;            
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,                            
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.        

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l’altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,          
E s’affretta, e s’adopra
Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia                                
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
È come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa        
Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.

Parafrasi

La ragazzetta torna dalla campagna,
mentre il sole sta tramontando, con il suo fascio d’erba;
e porta in mano anche un mazzolino di rose e di viole,
con cui – come sua abitudine –
si adornerà il petto e i capelli per l’indomani, giorno di festa.
La vecchietta se ne sta seduta
con le sue vicine sulla scala
a filare, rivolta ai raggi del sole che tramonta, e ricorda e parla della sua giovinezza, quando era lei, ancora sana e slanciata, ad agghindarsi e a danzare la sera insieme
a quelli che ebbe compagni della stagione più bella della vita.
Già tutta l’aria imbrunisce, il cielo sereno si fa scuro e si disegnano le ombre delle colline e delle case
al chiarore della luna appena sorta. Ora la campana ricorda a tutti la festa
che sta arrivando, e potresti dire che il cuore si riconforta a quel suono.
I bambini nella piazza si rincorrono gridando di entusiasmo, rompendo allegramente il silenzio:
e intanto ritorna fischiettando alla sua cena il contadino che pensa al giorno di riposo.

Poi, quando tutte le luci sono spente, e tutto il paese è addormentato, si sente il picchiare
del martello, e la sega del falegname ancora sveglio al chiarore della lucerna per ultimare in fretta
il suo lavoro prima dell’alba.

Questo, di tutta la settimana, è il giorno più gradito, pieno di speranza e di gioia: domani le ore porteranno con sé tristezza e noia, e ciascuno ripenserà al consueto lavorio feriale.

Ragazzino che scherzi con leggerezza, questa età in fiore è un giorno di allegria, un giorno luminoso, sereno, che precede la festa della tua vita.
Divertiti, mio caro ragazzo;
è un momento incantato, questo,
il periodo più felice.
Non voglio svelarti altro; e se la tua
festa tarda ad arrivare,
non essere triste.


English translation of the Paraphrase:

The little girl returns from the countryside,
while the sun is setting, with her bundle of grass;
and she’s also carrying in her hand a bouquet of roses and violets,
with which – as usual – she will adorn her bosom and hair for the next day, a holiday.
The old lady is sitting with her neighbors spinning on the staircase, facing the rays of the setting sun, and remembering and talking about her youth, when she was still healthy and slender, and would also dress up and dance in the evening with her friends of the most beautiful season of life.
Already all the air becoming dim, the clear sky is darkening and the shadows of the hills and houses are drawn
in the light of the newly risen moon. Now the bell reminds everyone of the celebration that is coming, and you could say that the heart is comforted by that sound.
The children in the square chase each other shouting with enthusiasm, happily breaking the silence:
and in the meantime the peasant who is thinking of his day of rest returns whistling to his supper.

Then, when all the lights are out, and the whole town is asleep, one hears the pounding of the hammer, and the saw of the carpenter who still awake in the light of the lamp to quickly finish his work before dawn.

This, of the whole week, is the most pleasant day, full of hope and joy: tomorrow the hours will bring with them sadness and boredom, and everyone will start thining about the common workday.

Little boy you who are playing with levity lightly, this blossoming age is a day of joy, a bright, serene day that precedes the celebration of your life.
Have fun, my dear boy;
this is an enchanted moment
the happiest time.
I don’t want to reveal anything else; and if your
celebration is late in coming,
do not be sad.

E tu cosa ne pensi? Sei d’accordo con Giacomo Leopardi? //

What do you think? Do you agree with Giacomo Leopardi?


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Esercizi sull’uso di riuscire a

Usiamo una barzelletta per esercitarci!

Let’s practice “riuscire a” with a joke and some exercises.

Questa è una pagina del mio libro “Laughing and Learning Italian”. Ci sono 52 barzellette per ogni settimana dell’anno più una traduzione in inglese.
C’è anche un file audio in italiano di tutte le 52 barzellette per assicurare la corretta pronuncia e una giusta inflessione.
Una delle mie studentesse, Linda, ha creato alcuni esercizi per aiutarla nella pratica. Mi suggerisce di creare un libro di esercizi per il libro. Cosa ne pensi?
Ecco alcuni dei suoi esercizi. Di seguito troverai le soluzioni.

This is a page of my book “Laughing and Learning Italian”. There are 52 jokes for each week of the year plus an English translation. And there is also an audio file in Italian of all 52 jokes to make sure you pronounce the words properly and use a correct inflection.
One of my students, Linda, created some exercises to help her practice. She suggests I create a workbook with exercises. What do you think?
Here are some of her exercises. You’ll find the solutions below.

Esercizio 1:  Riuscire a – to manage to do something, to succeed in doing something

Scrivi la forma corretta del verbo riuscire a (presente).

  1.  Non  ___________(io) a farlo.
  1. ________________ (tu) a finire il tuo lavoro entro le sette?
  1. Fernando _______________(lui) ad aiutarti.
  1. __________________(loro) a parlare due lingue.
  1. Non __________________ (noi) a capire quel concetto.

Esercizio 2:  Riuscire a

Rispondi alle domande usando la forma corretta del verbo riuscire a (presente)

  1.  Riesci a studiare con il rumore?  Sì, ____________ a studiare.
  1. Riuscite a trovare l’indirizzo?  No, non _______________a trovarlo.
  1. Signore, riesce a sollevare questa tavola pesante?  Sì, ________________a sollevarla.


Soluzioni esercizio 1:

  1. riesco, 2) riesci, 3) riesce,  4) riescono, 5) riusciamo

Soluzioni esercizio 2:

  1. riesco, 2) riusciamo,  3) riesco

Scrivi delle frasi con “riuscire a” nei commenti. //
Write sentences with “riuscire a” in the comments.



Quest’estate più che mai abbiamo bisogno di sorridere! Acquista il libro qui. // This summer more than ever we need to smile! Buy the book here.


La Posca dei legionari romani

I romani usavano questa bevanda energizzante e disinfettante per dissetarsi.

(English follows)

“POSCA FORTEM….VINUM EBRIUM FACIT”
-la POSCA fortifica mentre il vino inebria-

Sappiamo quanto sia importante bere tanta acqua per mantenersi idratati. Lo sapevano soprattutto i legionari romani che facevano massacranti marce di oltre 30 chilometri al giorno carichi di 20 chili e più di bagagli. Una cosa è certa, un esercito non può vincere se ha sete.
La bevanda che li sosteneva era chiamata dal latino posca, affine a potare “bere”. Questa miscela di aceto e acqua – e probabilmente anche sale, erbe e altri ingredienti – occupa un posto speciale nella storia delle bevande grazie al suo ruolo essenziale nell’esercito romano.

Storia
Già nella metà dell’era della Repubblica Romana (509-27 a.C.), i militari razionavano la posca alle truppe insieme a cereali e, molto occasionalmente, carne e formaggio. Questo sistema è continuato per secoli, fino all’Impero Romano.
I soldati romani, ovviamente, bevevano acqua, ma documenti storici suggeriscono che non era la loro bevanda preferita. Infatti ecco cosa scrisse Plutarco di Catone il Vecchio, un ufficiale durante la Seconda Guerra Punica (218-202 a.C.), riguardo alla sua sete:
“L’acqua era ciò che beveva nelle sue campagne, tranne per il fatto che di tanto in tanto, in una sete furiosa, voleva l’aceto, o quando la sua forza veniva meno, aggiungeva un po’ di vino.”
Come Catone, i romani apprezzavano il vino per i suoi presunti benefici per la salute.
Ciò rese la posca, che conteneva l’aceto fatto con il vino andato a male, di gran lunga preferibile alla semplice vecchia H20. Inoltre il vino all’epoca era abbondante. I ricchi romani ne producevano volumi titanici. Man mano che la portata dell’imperialismo romano si diffondeva in tutta Europa, è aumentata la viticoltura, che dava agli eserciti un accesso immediato ai depositi di vino quasi ovunque.
Per i funzionari militari, il vino era una fonte economica di calorie da distribuire alla rinfusa. Diluendolo con acqua per fare la posca si raddoppiava il volume di razione liquida da dare ai soldati a un costo molto basso.
Anche nella Bibbia c’è un passo in cui è protagonista proprio la posca: quando Gesù sulla croce, ormai vicino alla morte, lamenta di aver sete, un legionario infila in una canna una spugna pregna di aceto e gliela offre. Nella tradizione cristiana era stato visto nei secoli come un gesto di estremo sfregio nei riguardi del Cristo Redentore. In realtà si era trattato di un gesto misericordioso, infatti il legionario aveva impregnato la spugna proprio di posca, la bevanda che ogni legionario aveva con sé nella borraccia.

Benefici
L’acido acetico presente nell’aceto eliminava gran parte dei microrganismi responsabili di disturbi gastrici, per cui il consumo della posca riduceva notevolmente la possibilità di ammalarsi di dissenteria.
I romani, ovviamente, non sapevano a cosa fosse dovuta tale proprietà, ma notarono che si ammalavano meno e per questo il consumo della posca si diffuse quasi ovunque nell’Impero.
L’acidità della bevanda e la leggera gradazione alcolica neutralizzano i batteri, rendendola più sicura del bere acqua pura. Questo era un grande vantaggio, dato che l’acqua contaminata è nota per aver devastato più eserciti delle battaglie stesse.
Aveva anche proprietà dissetanti straordinarie al punto da ridurre di oltre un terzo il fabbisogno giornaliero rispetto all’acqua per ogni soldato, questa proprietà aveva positive ripercussioni anche nel trasporto e ingombro delle scorte, dovendo trasportare meno riserve d’acqua.
La sua utilità non aveva soltanto una funzione dissetante, ma anche antisettica, sia per sanare ferite e abrasioni, sia per purificare l’acqua trovata durante il cammino. Inoltre si pensava che combattesse lo scorbuto.
Persino all’esercito americano durante la Guerra Messicana nel 1800 veniva dato l’aceto di mele per le sue false virtù antiscorbutiche.
Intendiamoci, i capi militari e altre élite in genere non si degnavano di bere la posca, che era più una bevanda della gente comune. Sia tra i soldati che tra la gente comune, la posca ha continuato a godere della sua fama anche nel Medioevo.
Dunque, che sapore aveva la posca? È un po’ difficile dirlo, ma a causa della sua ubiquità nella letteratura romana possiamo tranquillamente concludere che consisteva di acqua e aceto di vino rosso. Dal momento che non esistono ricette di posca romane non sappiamo se fosse caratterizzata da altri gusti.
Tuttavia, grazie agli scrittori medici bizantini non siamo completamente al buio. Ezio di Amida e Paolo di Egina, entrambi medici bizantini greci del sesto e settimo secolo, rispettivamente, scrivevano di ricette per una posca “appetibile e lassativa” che includeva cumino, semi di finocchio, semi di sedano, anice, timo e sale.
È una bevanda che senz’altro aiuta a recuperare acqua e sali minerali persi durante l’esercizio fisico, o semplicemente sudando molto. Infatti andare in giro per l’Europa e l’Asia Minore mentre si è sellati con armature e sacchi pesanti faceva senza dubbio sudare.

Posca al gusto mela e cannella — Posca apple and cinnamon flavor (photo Sarah Gualtieri/Unsplash)

La ricetta
Per quanto riguarda i “moderni sudori”, perché comprare bevande sportive commerciali per placare la tua sete quando puoi farti la “Gatorade” degli antichi?
Preparare la posca è semplicissimo e alla portata di tutti. Ecco una ricetta per aiutarti. Assicurati di usare solo aceto fermentato – vino rosso, nero, balsamico o sidro di mele, per esempio – e non distillato. È probabible che la posca fosse dolicificata a volte con del miele.

Ingredienti per una posca “forte”:
500 ml d’acqua,
2 cucchiai di aceto di mele,
un pizzico di sale,
erbe aromatiche a piacere (cumino, semi di finocchio, semi di sedano, anice, timo),
dolcificare con miele o sciroppo d’acero.

Portare tutti gli ingredienti ad ebollizione, poi cuocere a fuoco lento per 30 minuti. Filtrare prima di bere. La bevanda può essere consumata anche fredda.
Personalmente preferisco non cuocere gli ingredienti, ma consumarli a crudo. La mia versione è una posca leggera, siccome non sono una legionaria! Inoltre mi piace macerarci della frutta per aumentarne il valore vitaminico e renderla più gustosa.

I miei gusti preferiti: mela +cannella, ananas, agrumi, mirtillo, fragola, lampone, menta.

Si può lasciare la frutta per alcune ore prima di rimuoverla e poi filtrare la posca, la quale divido in tre “livelli di forza”:

  • posca leggera 1 cucchiaino di aceto di mele, 500 ml acqua
  • posca media 1 cucchiaio di aceto di mele, 500 ml acqua
  • posca forte 2 cucchiai di aceto di mele, 500 ml acqua

Ed ecco fatto, adesso puoi dissetarti e godere di ottima salute come un legionario. Bere la posca ormai fa parte del mio rituale quotidiano e in estate se fa tanto caldo aggiungo anche qualche cubetto di ghiaccio!

Colonna Traiana, rilievo XV. Alcuni exploratores conducono un prigioniero dace al cospetto dell’imperatore, per essere interrogato. Traiano, dall’alto di un accampamento fortificato, affiancato da due collaboratori, ispeziona lo status dei lavori sottostante, dove numerosi legionari stanno costruendo un nuovo ponte fisso su di un fiume, mentre altri legionari sono intenti a scavare un profondo fossato, utilizzando delle ceste per il trasporto del materiale. — Trajan’s Column, relief XV. Some exploratores lead a dace prisoner before the emperor to be interrogated. Trajan, from the top of a fortified camp, flanked by two collaborators, inspects the status of the works below, where numerous legionaries are building a new fixed bridge over a river, while other legionaries are intent on digging a deep moat, using baskets for the transport of the material. (via Wikipedia)

English version:

“POSCA FORTEM….VINUM EBRIUM FACIT”
-POSCA fortifies while wine intoxicates-

We know how important it is to drink lots of water to stay hydrated. The Roman legionaries who faced grueling marches of over 30 kilometers per day laden with 20 kilos and more of baggage knew it well. One thing is certain, an army cannot win if it’s thirsty.
The drink that supported them was derived from the Latin word posca, akin to prune “drink”. This mixture of vinegar and water – and possibly salt, herbs and other ingredients – occupies a special place in the history of drinks thanks to its essential role in the Roman army.

History
As early as the middle of the era of the Roman Republic (509-27 BC), the military rationed the troops with cereals and, very occasionally, meat and cheese. This system continued for centuries, until the Roman Empire.
Roman soldiers obviously drank water, but historical records suggest that it was not their favorite beverage. In fact, here is what Plutarch wrote of Cato the Elder, an official during the Second Punic War (218-202 BC), about his thirst:
“Water was what he drank in his campaigns, except for the fact that occasionally, in a raging thirst, he wanted vinegar, or when his strength waned, he added some wine.”
Like Cato, the Romans appreciated wine for its alleged health benefits.
This made posca, which contained vinegar made with wine gone bad, far preferable to good old H20. In addition, wine was abundant at the time. The rich Romans produced titanic volumes of it. As Roman imperialism spread across Europe, viticulture followed, giving armies immediate access to wine supplies almost everywhere.
For military officials wine was an inexpensive source of calories to be distributed in bulk. Diluting it with water to make posca doubled the volume of liquid to be rationed to soldiers at a very low cost.
Even in the Bible there is a passage in which posca is the protagonist: when Jesus on the cross is near death, he laments that he is thirsty, so a legionary places a sponge soaked with vinegar on a cane and offers it to him. In the Christian tradition it was seen over the centuries as a gesture of extreme scarring towards Christ the Redeemer. In reality it was a merciful gesture, in fact the legionary had soaked the sponge in posca, the drink that every legionary had inside his bottle.

Benefits
The acetic acid present in the vinegar eliminated most of the microorganisms responsible for gastric disorders, so the consumption of posca significantly reduced the possibility of getting sick with dysentery.
The Romans, of course, did not know what this property was due to, but they noticed that they became less sick and therefore the consumption of posca spread almost everywhere in the Empire.
The acidity of the drink and the slight alcohol content neutralize the bacteria, making it safer than drinking pure water. This was a big plus, as contaminated water is known to have wreaked havoc on armies more than the battles themselves.
It also had extraordinary thirst-quenching properties to the point of reducing by more than a third the daily requirement with respect to water for each soldier. This property had positive repercussions also in the transport and bulk of the stocks, having to carry fewer water reserves.
Its usefulness had not only a thirst-quenching function, but also an antiseptic one, both to heal wounds and abrasions, and to purify the water found along the journey. It was also thought to fight scurvy.
Even the American army during the Mexican War in 1800 was given apple cider vinegar for its false antiscorbutic virtues.
Mind you, military leaders and other elites in general did not deign to drink posca, which was more a drink for ordinary people. However, both among soldiers and ordinary people, posca continued to enjoy its fame even in the Middle Ages.
So what did posca taste like? It’s a little difficult to say, but because of its ubiquity in Roman literature we can safely conclude that it consisted of water and red wine vinegar. Since there are no Roman posca recipes we don’t know if it was characterized by other flavors.
However, thanks to Byzantine medical writers we are not completely in the dark. Ezio di Amida and Paolo di Egina, both Greek Byzantine doctors of the sixth and seventh centuries, respectively, wrote of recipes for a “palatable and laxative” posca that included cumin, fennel seeds, celery seeds, anise, thyme, and salt.
It’s a drink that certainly helps to recover water and minerals lost during exercise, or simply by sweating a lot. In fact, going around Europe and Asia Minor while saddled with armor and heavy bags certainly made one sweat.

Recipe
As for the “modern sweats”, why buy commercial sports drinks to quench your thirst when you can make yourself the “Gatorade” of the ancients?
Preparing posca is very simple and affordable for everyone. Here is a recipe to help you. Make sure to use only fermented vinegar, red, black wine, balsamic or apple cider vinegar, for example, and not distilled. It’s possible that posca was at times sweetened with honey.

Ingredients for a “strong” posca:
500 ml of water,
2 tablespoons of apple cider vinegar,
a pinch of salt,
aromatic herbs for taste (cumin, fennel seeds, celery seeds, anise, thyme),
sweeten with honey or maple syrup.

Bring all the ingredients to a boil, then simmer for 30 minutes. Filter before drinking. The drink can also be consumed cold.

Personally I prefer not to cook the ingredients, but to consume them raw. My version is a light posca, since I’m not a legionary! In addition, I like to macerate fruit in it to increase its vitamin value and make it tastier.

My favorite flavors: apple + cinnamon, pineapple, citrus, blueberry, strawberry, raspberry, mint.
You can leave the fruit for a few hours before removing it and filtering the posca, which I divide into three “strength levels”:

light posca 1 teaspoon of apple cider vinegar, 500 ml of water
medium posca 1 tablespoon of apple cider vinegar, 500 ml of water
strong posca 2 tablespoons of apple cider vinegar, 500 ml of water

And that’s it, now you can quench your thirst and enjoy excellent health like a legionary. Drinking posca is now part of my daily ritual and in the summer, if it’s very hot, I also add some ice cubes!


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