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La Posca dei legionari romani

I romani usavano questa bevanda energizzante e disinfettante per dissetarsi.

(English follows)

“POSCA FORTEM….VINUM EBRIUM FACIT”
-la POSCA fortifica mentre il vino inebria-

Sappiamo quanto sia importante bere tanta acqua per mantenersi idratati. Lo sapevano soprattutto i legionari romani che facevano massacranti marce di oltre 30 chilometri al giorno carichi di 20 chili e più di bagagli. Una cosa è certa, un esercito non può vincere se ha sete.
La bevanda che li sosteneva era chiamata dal latino posca, affine a potare “bere”. Questa miscela di aceto e acqua – e probabilmente anche sale, erbe e altri ingredienti – occupa un posto speciale nella storia delle bevande grazie al suo ruolo essenziale nell’esercito romano.

Storia
Già nella metà dell’era della Repubblica Romana (509-27 a.C.), i militari razionavano la posca alle truppe insieme a cereali e, molto occasionalmente, carne e formaggio. Questo sistema è continuato per secoli, fino all’Impero Romano.
I soldati romani, ovviamente, bevevano acqua, ma documenti storici suggeriscono che non era la loro bevanda preferita. Infatti ecco cosa scrisse Plutarco di Catone il Vecchio, un ufficiale durante la Seconda Guerra Punica (218-202 a.C.), riguardo alla sua sete:
“L’acqua era ciò che beveva nelle sue campagne, tranne per il fatto che di tanto in tanto, in una sete furiosa, voleva l’aceto, o quando la sua forza veniva meno, aggiungeva un po’ di vino.”
Come Catone, i romani apprezzavano il vino per i suoi presunti benefici per la salute.
Ciò rese la posca, che conteneva l’aceto fatto con il vino andato a male, di gran lunga preferibile alla semplice vecchia H20. Inoltre il vino all’epoca era abbondante. I ricchi romani ne producevano volumi titanici. Man mano che la portata dell’imperialismo romano si diffondeva in tutta Europa, è aumentata la viticoltura, che dava agli eserciti un accesso immediato ai depositi di vino quasi ovunque.
Per i funzionari militari, il vino era una fonte economica di calorie da distribuire alla rinfusa. Diluendolo con acqua per fare la posca si raddoppiava il volume di razione liquida da dare ai soldati a un costo molto basso.
Anche nella Bibbia c’è un passo in cui è protagonista proprio la posca: quando Gesù sulla croce, ormai vicino alla morte, lamenta di aver sete, un legionario infila in una canna una spugna pregna di aceto e gliela offre. Nella tradizione cristiana era stato visto nei secoli come un gesto di estremo sfregio nei riguardi del Cristo Redentore. In realtà si era trattato di un gesto misericordioso, infatti il legionario aveva impregnato la spugna proprio di posca, la bevanda che ogni legionario aveva con sé nella borraccia.

Benefici
L’acido acetico presente nell’aceto eliminava gran parte dei microrganismi responsabili di disturbi gastrici, per cui il consumo della posca riduceva notevolmente la possibilità di ammalarsi di dissenteria.
I romani, ovviamente, non sapevano a cosa fosse dovuta tale proprietà, ma notarono che si ammalavano meno e per questo il consumo della posca si diffuse quasi ovunque nell’Impero.
L’acidità della bevanda e la leggera gradazione alcolica neutralizzano i batteri, rendendola più sicura del bere acqua pura. Questo era un grande vantaggio, dato che l’acqua contaminata è nota per aver devastato più eserciti delle battaglie stesse.
Aveva anche proprietà dissetanti straordinarie al punto da ridurre di oltre un terzo il fabbisogno giornaliero rispetto all’acqua per ogni soldato, questa proprietà aveva positive ripercussioni anche nel trasporto e ingombro delle scorte, dovendo trasportare meno riserve d’acqua.
La sua utilità non aveva soltanto una funzione dissetante, ma anche antisettica, sia per sanare ferite e abrasioni, sia per purificare l’acqua trovata durante il cammino. Inoltre si pensava che combattesse lo scorbuto.
Persino all’esercito americano durante la Guerra Messicana nel 1800 veniva dato l’aceto di mele per le sue false virtù antiscorbutiche.
Intendiamoci, i capi militari e altre élite in genere non si degnavano di bere la posca, che era più una bevanda della gente comune. Sia tra i soldati che tra la gente comune, la posca ha continuato a godere della sua fama anche nel Medioevo.
Dunque, che sapore aveva la posca? È un po’ difficile dirlo, ma a causa della sua ubiquità nella letteratura romana possiamo tranquillamente concludere che consisteva di acqua e aceto di vino rosso. Dal momento che non esistono ricette di posca romane non sappiamo se fosse caratterizzata da altri gusti.
Tuttavia, grazie agli scrittori medici bizantini non siamo completamente al buio. Ezio di Amida e Paolo di Egina, entrambi medici bizantini greci del sesto e settimo secolo, rispettivamente, scrivevano di ricette per una posca “appetibile e lassativa” che includeva cumino, semi di finocchio, semi di sedano, anice, timo e sale.
È una bevanda che senz’altro aiuta a recuperare acqua e sali minerali persi durante l’esercizio fisico, o semplicemente sudando molto. Infatti andare in giro per l’Europa e l’Asia Minore mentre si è sellati con armature e sacchi pesanti faceva senza dubbio sudare.

Posca al gusto mela e cannella — Posca apple and cinnamon flavor (photo Sarah Gualtieri/Unsplash)

La ricetta
Per quanto riguarda i “moderni sudori”, perché comprare bevande sportive commerciali per placare la tua sete quando puoi farti la “Gatorade” degli antichi?
Preparare la posca è semplicissimo e alla portata di tutti. Ecco una ricetta per aiutarti. Assicurati di usare solo aceto fermentato – vino rosso, nero, balsamico o sidro di mele, per esempio – e non distillato. È probabible che la posca fosse dolicificata a volte con del miele.

Ingredienti per una posca “forte”:
500 ml d’acqua,
2 cucchiai di aceto di mele,
un pizzico di sale,
erbe aromatiche a piacere (cumino, semi di finocchio, semi di sedano, anice, timo),
dolcificare con miele o sciroppo d’acero.

Portare tutti gli ingredienti ad ebollizione, poi cuocere a fuoco lento per 30 minuti. Filtrare prima di bere. La bevanda può essere consumata anche fredda.
Personalmente preferisco non cuocere gli ingredienti, ma consumarli a crudo. La mia versione è una posca leggera, siccome non sono una legionaria! Inoltre mi piace macerarci della frutta per aumentarne il valore vitaminico e renderla più gustosa.

I miei gusti preferiti: mela +cannella, ananas, agrumi, mirtillo, fragola, lampone, menta.

Si può lasciare la frutta per alcune ore prima di rimuoverla e poi filtrare la posca, la quale divido in tre “livelli di forza”:

  • posca leggera 1 cucchiaino di aceto di mele, 500 ml acqua
  • posca media 1 cucchiaio di aceto di mele, 500 ml acqua
  • posca forte 2 cucchiai di aceto di mele, 500 ml acqua

Ed ecco fatto, adesso puoi dissetarti e godere di ottima salute come un legionario. Bere la posca ormai fa parte del mio rituale quotidiano e in estate se fa tanto caldo aggiungo anche qualche cubetto di ghiaccio!

Colonna Traiana, rilievo XV. Alcuni exploratores conducono un prigioniero dace al cospetto dell’imperatore, per essere interrogato. Traiano, dall’alto di un accampamento fortificato, affiancato da due collaboratori, ispeziona lo status dei lavori sottostante, dove numerosi legionari stanno costruendo un nuovo ponte fisso su di un fiume, mentre altri legionari sono intenti a scavare un profondo fossato, utilizzando delle ceste per il trasporto del materiale. — Trajan’s Column, relief XV. Some exploratores lead a dace prisoner before the emperor to be interrogated. Trajan, from the top of a fortified camp, flanked by two collaborators, inspects the status of the works below, where numerous legionaries are building a new fixed bridge over a river, while other legionaries are intent on digging a deep moat, using baskets for the transport of the material. (via Wikipedia)

English version:

“POSCA FORTEM….VINUM EBRIUM FACIT”
-POSCA fortifies while wine intoxicates-

We know how important it is to drink lots of water to stay hydrated. The Roman legionaries who faced grueling marches of over 30 kilometers per day laden with 20 kilos and more of baggage knew it well. One thing is certain, an army cannot win if it’s thirsty.
The drink that supported them was derived from the Latin word posca, akin to prune “drink”. This mixture of vinegar and water – and possibly salt, herbs and other ingredients – occupies a special place in the history of drinks thanks to its essential role in the Roman army.

History
As early as the middle of the era of the Roman Republic (509-27 BC), the military rationed the troops with cereals and, very occasionally, meat and cheese. This system continued for centuries, until the Roman Empire.
Roman soldiers obviously drank water, but historical records suggest that it was not their favorite beverage. In fact, here is what Plutarch wrote of Cato the Elder, an official during the Second Punic War (218-202 BC), about his thirst:
“Water was what he drank in his campaigns, except for the fact that occasionally, in a raging thirst, he wanted vinegar, or when his strength waned, he added some wine.”
Like Cato, the Romans appreciated wine for its alleged health benefits.
This made posca, which contained vinegar made with wine gone bad, far preferable to good old H20. In addition, wine was abundant at the time. The rich Romans produced titanic volumes of it. As Roman imperialism spread across Europe, viticulture followed, giving armies immediate access to wine supplies almost everywhere.
For military officials wine was an inexpensive source of calories to be distributed in bulk. Diluting it with water to make posca doubled the volume of liquid to be rationed to soldiers at a very low cost.
Even in the Bible there is a passage in which posca is the protagonist: when Jesus on the cross is near death, he laments that he is thirsty, so a legionary places a sponge soaked with vinegar on a cane and offers it to him. In the Christian tradition it was seen over the centuries as a gesture of extreme scarring towards Christ the Redeemer. In reality it was a merciful gesture, in fact the legionary had soaked the sponge in posca, the drink that every legionary had inside his bottle.

Benefits
The acetic acid present in the vinegar eliminated most of the microorganisms responsible for gastric disorders, so the consumption of posca significantly reduced the possibility of getting sick with dysentery.
The Romans, of course, did not know what this property was due to, but they noticed that they became less sick and therefore the consumption of posca spread almost everywhere in the Empire.
The acidity of the drink and the slight alcohol content neutralize the bacteria, making it safer than drinking pure water. This was a big plus, as contaminated water is known to have wreaked havoc on armies more than the battles themselves.
It also had extraordinary thirst-quenching properties to the point of reducing by more than a third the daily requirement with respect to water for each soldier. This property had positive repercussions also in the transport and bulk of the stocks, having to carry fewer water reserves.
Its usefulness had not only a thirst-quenching function, but also an antiseptic one, both to heal wounds and abrasions, and to purify the water found along the journey. It was also thought to fight scurvy.
Even the American army during the Mexican War in 1800 was given apple cider vinegar for its false antiscorbutic virtues.
Mind you, military leaders and other elites in general did not deign to drink posca, which was more a drink for ordinary people. However, both among soldiers and ordinary people, posca continued to enjoy its fame even in the Middle Ages.
So what did posca taste like? It’s a little difficult to say, but because of its ubiquity in Roman literature we can safely conclude that it consisted of water and red wine vinegar. Since there are no Roman posca recipes we don’t know if it was characterized by other flavors.
However, thanks to Byzantine medical writers we are not completely in the dark. Ezio di Amida and Paolo di Egina, both Greek Byzantine doctors of the sixth and seventh centuries, respectively, wrote of recipes for a “palatable and laxative” posca that included cumin, fennel seeds, celery seeds, anise, thyme, and salt.
It’s a drink that certainly helps to recover water and minerals lost during exercise, or simply by sweating a lot. In fact, going around Europe and Asia Minor while saddled with armor and heavy bags certainly made one sweat.

Recipe
As for the “modern sweats”, why buy commercial sports drinks to quench your thirst when you can make yourself the “Gatorade” of the ancients?
Preparing posca is very simple and affordable for everyone. Here is a recipe to help you. Make sure to use only fermented vinegar, red, black wine, balsamic or apple cider vinegar, for example, and not distilled. It’s possible that posca was at times sweetened with honey.

Ingredients for a “strong” posca:
500 ml of water,
2 tablespoons of apple cider vinegar,
a pinch of salt,
aromatic herbs for taste (cumin, fennel seeds, celery seeds, anise, thyme),
sweeten with honey or maple syrup.

Bring all the ingredients to a boil, then simmer for 30 minutes. Filter before drinking. The drink can also be consumed cold.

Personally I prefer not to cook the ingredients, but to consume them raw. My version is a light posca, since I’m not a legionary! In addition, I like to macerate fruit in it to increase its vitamin value and make it tastier.

My favorite flavors: apple + cinnamon, pineapple, citrus, blueberry, strawberry, raspberry, mint.
You can leave the fruit for a few hours before removing it and filtering the posca, which I divide into three “strength levels”:

light posca 1 teaspoon of apple cider vinegar, 500 ml of water
medium posca 1 tablespoon of apple cider vinegar, 500 ml of water
strong posca 2 tablespoons of apple cider vinegar, 500 ml of water

And that’s it, now you can quench your thirst and enjoy excellent health like a legionary. Drinking posca is now part of my daily ritual and in the summer, if it’s very hot, I also add some ice cubes!


Per i politici italiani la lingua italiana è un optional

ECCO ALCUNE DELLE “GAFFE”, O MEGLIO FIGURACCE, STORICHE DI DEPUTATI E POLITICI, DIVISI NON PER GRUPPI POLITICI, MA PER GRUPPI STILISTICI E LINGUISTICI

Uso la parola inglese “optional” non a caso visto che sempre più parole straniere entrano ogni giorno nel gergo italiano. Così mentre tanti stranieri si prodigano ad impare la nostra bella lingua, i politici italiani la deturpano senza vergogna.

In quale categoria mettersti la prima figuraccia?

“Breve e circonciso. ma secondo voi perché Confindustria preme….”

On. Davide Tripiedi

Conciso! Circonciso è un’altra cosa…

GLI ERMETICI

Iniziamo con il Sentore Razzi, chiamato l’azzecca-garbugli della politica, come il personaggio dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni il cui nome è dovuto al fatto che «azzeccare» significa “indovinare” e «garbugli» “cose non giuste”, quindi: indovinare cose non giuste.

“Codesto dev’essere assicurato un’adeguato modernizzazione della linea ferroviaria Pescara-Roma. Però ormai inerudibile per strate (?)….drastica riduzione del fenomeno di codesta nel traffico veio…veiocular…veioculare a Roma.”

Sen. Razzi

Mamma mia, che minestrone. Non si capisce nulla e poi si dice veicolare!

Proseguiamo con l’Onorevole Eraldo Isidori:

“Si deve scontare la sua pena prescritta, che gli aspetta. Lo sapeva prima fare il reato. Io ritengo come Lega di non uscire prima della sua pena erogata. Grazie.”

On. Eraldo Isidori

Avete capito qualcosa? Io poco….

I LETTERATI

Secondo alcuni politici una citazione può fare guadagnare punti. La guerra all’avversario si combatte anche sul piano culturale, vediamo come va…

Onorevole Nunzia De Girolamo:

“In questa atmosfera un po’ da Gattopardo non vogliamo scomodare il principe di Salina esortando con il cuore il Presidente del Consiglio ad evitare che tutto cambi perché nulla cambia.”

On. Nunzia De Girolamo

Oltre al congiuntivo sbagliato, in realtà Tancredi nel Gattopardo diceva:

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”

Tancredi nel Gattopardo

Onorevole Ignazio La Russa

“Il grande George Orwell che scrisse come Lei sa <<Il Grande Fratello>>… non era il Il Grande Fratello Italia….”

On. Ignazio La Russa

Il libro come tutti o quasi sanno s’intitolava 1984 e non il Grande Fratello!

I LATINISTI

Ma i più ambiziosi sono i latinisti…

“C’è da dire però Presidente, usquie tandem abutere patientiam nostram.”

On. Anna Finocchiaro

Il Senatore Gasparre s’accorse dell’errore e corresse la collega.

“Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”

Dice che le consiglierebbe anche maggiore cautela, maggiore pazienza con le citazioni latine perché forse c’era qualche piccola imperfezione.

Onorevole Francesco Barbato

” Ad monumentorum bustorunque debe storia flebe compulsa. Ve lo traduco subito. Era Svetonio… ”

On. Francesco Barbato

La correzione non tarda ad arrivare:

“Si dice Suetonio e non Svetonio. Invece di fare il paravento vai a scuola. Ignorante!”

On. Giancarlo Lebner

GLI ALLUSIVI

A proposito di latino bisogna fare attenzione alle traduzioni.

Onorevole Gianluca Buonanno:

“Mi viene in mente un celebre motto di D’Annunzio che diceva, << Non timeo culices>>, che per quelli di sinistra, stiano calmi… culices significa zanzare.”

On. Gianluca Buonanno

Culices non significa culo, ma zanzare… grazie per la precisazione!

Et dulcis in fundo….

Onorevole Roberto Giachetti:

“Lo dico sempre all’Onorevole Finetti che presa dall’orgia di votare contro tutto…scusate…!”

On. Roberto Giachetti

Orgia….?? Forse voleva dire “presa dalla foga… ”

Fammi sapere nei commenti quali errori ti hanno fatto ridere di più. 😄

Mosaico romano del I secolo a.C. raffigurante le maschere tragica e comica (Roma, Musei Capitolini) – Roman mosaic of the 1st century BC depicting the tragic and comic masks (Rome, Musei Capitolini)

History of the Italy: The Etruscans | La Storia della Cultura Italiana: Gli Etruschi

Written by Janine C. Funk / Scritto da Janine C. Funk 

Article edited by Mirella. For simplicity we used passato prossimo instead of passato remoto

The History of Italian Culture / La Storia della Cultura Italiana

Part 1: The Etruscans / Capitolo I: Gli Etruschi

When you think of Italy, you probably think of Rome, the ancient heart of the Classical world and the center of one of history’s most esteemed empires. With 7.3 million international visitors in 2017, the city remains a top tourist destination and cultural landmark. But before the Colosseum and the Forum, before the Pantheon and the Arch of Constantine, when Rome was just a small collection of pastoral settlements whose names have been long lost to history, Italy belonged to the Etruscans.

Quando pensi all’Italia, pensi probabilmente a Roma, il cuore antico del mondo Classico ed il centro di uno degli imperi più stimati della storia. Con 7,3 milioni di turisti internazionali nel 2017, la città rimane una destinazione superlativa e una pietra miliare della cultura. Però, prima del Colosseo e del Foro, prima del Pantheon e del Arco di Constantino, quando Roma era solo un piccolo gruppo di cittadine pastorali i cui nomi si perdono nella storia, l’Italia ha appartenuto agli Etruschi.

la Chimera d’Arezzo, ca. 375-350 a.C., Firenze, Museo dell’Archaeologia

The Etruscans were a group of indigenous peoples that inhabited the area of central Italy between the Arno river, which passes through Florence and Pisa, and the Tiber river, which flows through Rome, from at least the eleventh to the first century B.C.E. . Their political and cultural influence, however, reached far beyond the borders of Etruria – today, accounting for parts of Tuscany, Lazio and Umbria – across both space and time. Due to their significant impact on the development of modern Italian culture, including the adoption and adaptation of the Greek alphabet, mythology and art, the Etruscans are considered to be “… the most important of the indigenous peoples of pre-Roman Italy…”

Gli etruschi erano un gruppo di persone indigene che abitavano l’area dell’Italia centrale tra il fiume Arno, che attraversa Firenze e Pisa, e il fiume Tevere, che attraversa Roma, almeno dall’undicesimo secolo al primo secolo a.C. Però, l’influenza politica e culturale degli Etruschi si estendeva lontana oltre i confini di Etruria – oggi, include parte della Toscana, del Lazio e dell’Umbria – attraversando spazio e tempo. A causa del loro significativo impatto sull’evoluzione della cultura Italiana moderna, compresa l’adozione e la modificazione dell’alfabeto, della mitologia e dell’arte dei greci, gli etruschi sono considerati “…la più importante popolazione indigena dell’Italia prima dei romani…”

The Etruscans are particularly famous for their artistic achievements. Beginning in the late eighth century B.C.E., Etruscan art was heavily influenced by their Aegean and Levantine trading partners, which introduced new materials, techniques, and iconography such as “…the human figure, real and fantastic beasts (especially the lion), and vegetal and geometric motifs…” It is during this era, referred to as the Orientalizing period (late 8th – early 6th centuries B.C.E.), that the art forms for which the Etruscans are most celebrated – bronze work, pottery, sculpture, and wall paintings – emerged.

In particolare, gli etruschi sono famosi per le loro realizzazioni artistiche. Iniziando nell’ottavo secolo a.C., l’arte etrusca è stata molto influenzata dai loro compagni di commercio Egei e Levantini, che hanno introdotto nuovi materiali, nuove tecniche, e nuove iconografie come “…la figura umana, le bestie reali e fantastiche (specialmente il leone), e motivi vegetali e geometrici…”. Durante quest’epoca, che si chiama il periodo dell’Orientalizzazione (dalla fine dell’ottavo secolo fino all’inizio del sesto secolo a.C.), sono nate le forme di arte per cui gli Etruschi sono più celebri: la bronzistica, la ceramica, la scultura, e l’imbiancatura.

Thanks to rich local metal deposits, and contact with traders from Greece and the eastern Mediterranean, Etruscan production of bronze goods flourished. Even in antiquity, northern Etruscan cities were well known for their abilities to shape bronze into beautifully engraved hand-held mirrors, which were often decorated with scenes from Greek mythology, and votive statuettes, which were presented as offerings at sanctuaries and other sacred sites. However, it was not until the Classical period (c. 480-300 B.C.E.) that large-scale hollow-cast masterpieces – including perhaps the most famous Etruscan bronze, the Chimera of Arezzo (c. 375-350 B.C.E., Florence, Museum of Archaeology) – appeared. The curious elongated bronze figures of Volterra, including the Evening Shadow (c. 2nd century B.C.E., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci), also began appearing during this era; these abstract votives would later inspire the early Italian tradition of board-like statuettes.

Grazie a depositi ricchi di metallo e il contatto con i mercanti della Grecia e del Mediterraneo orientale, la produzione delle merci di bronzo prosperava. In antichità, le città etrusche del nord erano famose per le loro abilità di plasmare bellissimi specchi incisi che ornavano spesso con scene della mitologia greca, e le statuine votive che offrivano ai santuari e ad altri luoghi sacri. Comunque, capolavori più grandi – come il bronzo etrusco più famoso, la Chimera d’Arezzo (c. 375-350 a.C., Firenze, Museo dell’Archaeologia) – non sono apparsi prima del periodo Classico (c. 480-300 a.C.). Durante quest’era, le curiose statuette allungate di Volterra, come l’Ombra della Sera (c. 200 a.C., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci), hanno iniziato anche ad apparire; queste votive astratte hanno in seguito ispirato una tradizione italiana delle statuette schiacciate.

L’Ombra della Sera, ca. 200 a.C., Volterra, Museo Etrusco Guarnacci

Bucchero, or “grey ware”, was developed in Ceveteri, as early as 675 B.C.E., and exported as far as Iberia and the Levant. This pottery was esteemed for its glossy dark grey to black finish, caused by the oxidation of the clay’s reddish ferric oxide while in the kiln. The forms that bucchero took are believed to have been inspired by both Greek pottery styles and contemporary metalwork, especially bronze. In addition to commonplace items like bowls, cups and jugs, bucchero was also shaped into cleverly designed vessels resembling animals, such as the cockerel of Viterbo. Most bucchero vessels were not decorated, but those that were embellished were incised or embossed with simple lines, geometeric patterns, motifs, and scenes from Greek mythology; some bucchero, in imitation of metalwork, were covered with gold or silver leaf, or with a thin layer of tin.

Bucchero si è sviluppato a Ceveteri circa 675 a.C., ed esportato fuori dell’Italia, alla penisola Iberica, al levante, e altre aree dell’Europa. Questa ceramica era pregiata per la sua lucida finitura nera, causata dell’ossidazione del rosso ossido ferrico nell’argilla. Le forme del bucchero s’ispiravano alle ceramice greche e ai metalli contemporanei, specialmente i bronzi. In aggiunta agli articoli usuali come le ciotole, le calici e le caraffe, bucchero veniva plasmato in recipienti ingegnosi che assomigliavano ad animali, come il galletto di Viterbo. La maggior parte del bucchero non è decorato, ma alcuni recipienti sono decorati con solchi semplici, disegni geometrichi, motivi, e scene di mitologia greca. Altri recipienti sono coperti con fogliame d’oro, di argento, o di latta per imitare i metalli.

Bucchero, Ceveteri, ca. 675 a.C

The Etruscans used sculpture primarily for funerary or religious purposes, including sarcophagi, ash urns and votive offerings made from terracotta, local stone such as alabaster, limestone, sandstone and tufa, and bronze. Beginning in the seventh century B.C.E., large stone and terracotta figures began appearing in tombs as either representations of tomb guardians, like those in the Tomb of Five Chairs in Cerveteri (c. 625-600 B.C.E.), or replacements for the bodies of the deceased, as seen in terracotta and bronze urns in Chiusi. Some painted terracottas, such as the Sarcophagus of the Spouses (c. 525-500 B.C.E., Rome, Villa Giulia Museum), offer some insight into the nature of everyday Etruscan life, as well as funerary rituals. The Sarcophagus of Spouses, which depicts a married couple reclining on a banqueting couch, once brightly coloured, suggests that Etruscan women were regarded with more significance than their Greek counterparts. In addition, the wineskin cushions upon which the couple lounges may be a reference to the sharing of wine, an important aspect of Etruscan funerary ritual; the woman also appears to be pouring something, perhaps perfume, into her husband’s palm, alluding to the offering of perfume, another essential element of the Etruscan funeral.

Gli etruschi usavano principalmente le sculture per scopi funerari o religiosi come i sarcofaghi, le urne e le offerte votive di terracotta, di pietra locale come alabastro, calcare, arenaria e tufo, e bronzo. Dal 700 a.C., grandi figure di pietra e terracotta cominiciavano ad apparire nelle tombe in veste di rappresentazioni dei guardiani delle tombe, come quelle nella Tomba di Cinque Sedie a Cerveteri (c. 625-600 a.C.), o come sostituzioni dei corpi dei defunti, come le urne di terracotta e bronzo a Chiusi. Qualche terracotta dipinta, come il Sarcofago degli Sposi (c. 525-500 a.C., Roma, Museo Villa Giulia), offre alcuni scorci della natura della vita ordinaria degli etruschi, e anche dei riti funerari. Il Sarcofago degli Sposi raffigura una coppia sposata su un divano banchetto, che suggerisce che le donne etrusche avevano maggiore importanza delle donne greche. Inoltre i cuscini [WINESKIN] sono probabilmente un riferimento alla condivisione di vino, che era un aspetto importante dei riti funerare. La donna sembra versare qualcosa, forse profumo, sul palmo della mano del marito; quest’azione allude all’offerta dei profumi, che era un’altra parte essenziale dei funerali etruschi.

Sarcofago degli Sposi, ca. 525-500 a.C., Roma, Museo Villa Giulia

Many of the best examples of Etruscan painting were discovered in cemeteries, or necropoli, such as Monterozzi, near Tarquinia in Lazio, where huge works, depicting scenes of aristocratic life in Etruria, cover the interior walls of rock-cut chamber-tombs. One such tableau, found in the Tomb of the Lionesses in Monterozzi (c. 560 B.C.E.), illustrates a banquet, with dancers and musicians, and finely dressed nobles attended by naked servants. A second Monterozzi tomb painting, found in the Tomb of Hunting and Fishing (c. 510 B.C.E.), depicts a man hunting birds with what appears to be a slingshot, and a boat of fishermen casting a net. The murals of Monterozzi, along with a few other major centers, account for the largest surviving collection of wall paintings in the ancient world, outside of Egypt, Pompeii and Herculaneum.

Molti buoni esempi delle imbiancature etrusche sono state scoperte a necropoli, come Monterozzi vicino a Tarquinia nel Lazi, dove grandi imbiancature coprono le pareti delle tombe e mostrano scene della vita aristocratica in Etruria. Per esempio, un’imbiancatura nella Tomba delle Leonesse a Monterozzi (c. 560 a.C.) raffigura un banchetto con i ballerini, i musicisti, e i servi nudi che assistano gli aristocratichi. Una seconda imbiancatura a Monterozzi, nella Tomba della Caccia e della Pesca (c. 510 a.C.), raffigura un uomo che caccia gli uccelli con una fionda, e una barca con pescatori che gettano una rete. I murali di Monterozzi insieme a pochi altri centri importanti, sono considerati la  più grande collezione di delle imbiancature del mondo antico fuori dall’Egitto, di Pompeii, e di Erculano.

Tomba delle Leonesse a Monterozzi, ca. 560 a.C.

When the Romans conquered the Etruscans in the late third century B.C.E., much of their culture disappeared as Etruscan nobles discarded their traditions for those of the dominant Greco-Roman society. However, the Etruscans also had a significant impact on Roman culture, as seen in the Roman adoption of Etruscan art, dress, music, and language. Today, the Etruscans survive in more than just museum collections; they survive in the artistic and cultural developments of their successors, and in the modern language that we know as Italian.

Quando i romani hanno conquistato gli etruschi nell’terzo secolo a.C., la maggior parte della loro cultura è morta,  perché gli etruschi aristocratichi  hanno abbandonato le loro tradizioni in favore di quelle della società greco-romana. Però, gli etruschi hanno avuto un’impatto significativo sulla cultura dei romani, che hanno adottato l’arte, i costumi, la musica e la lingua degli etruschi. Oggi, gli etruschi sono sopravvissuti non solo nelle collezioni dei musei; ma sono sopravvissuti negli sviluppi artistichi e culturali dei loro successori, e nella lingua moderna che conosciamo come la lingua italiana.


About the author:

Janine studies anthropology and history at university. She has a passion for the culture and the history of Italy, and she likes to share what she learns. He has been studying Italian with Mirella for several years. Some day she hopes to become a curator in a big museum in Europe, perhaps in beautiful Italy.

Janine studia antropologia e storia all’universita’. Ha una passione per la cultura e la storia d’Italia, e le piace condividere quello che impara. Studia l’Italiano con Mirella da parecchi anni. Qualche giorno spera diventare una curatrice in un museo grande in Europa, forse nella bella Italia.


 

I soldati dimenticati – The forgotten soldiers

November 11, 2016 - Mirella Colalillo

Infantrymen of "D" Company, The Seaforth Highlanders of Canada, with their Universal Carrier, which is inscribed "Germany Kaput - Italia Tutto Finito - Here We Come Canada", De Glindhorst, Netherlands, 5 May 1945. (L-R): Private Wilf Monbourquette, Sergeant Ross MacKay, Privates Hugh McErlain, Lawrence Spence, Harry Campbell, Dusty Millar and Aubrey Bolitho. Date: 5 May 1945 Place: De Glindhorst, Netherlands Extent: 55 x 55 mm Terms of use Credit: Lieut. Michael M. Dean / Canada. Dept. of National Defence / Library and Archives Canada / PA-137741
Restrictions on use: Nil
Copyright: Expired Photographer: Michael M. Dean
5 May 1945, Credit: Lieut. Michael M. Dean / Canada. Dept. of National Defence / Library and Archives Canada – Photographer: Michael M. Dean

 

History was not il mio forte in high school although that changed later on in life. The reason for this is that the Italian school system is text based. Not much fun and, despite the fact that we were surrounded by that same history we were studying, there were no field trips, but only hours bent over textbooks remembering names, dates and battles. As we all know, Italy’s history is very ancient and complex, therefore it makes sense that our first huge volume in the 1st year of high school begins with Preistoria, Prehistory – a long way to go before we reach modern days.

l° anno: dalla Preistoria ai primi due secoli dell'impero Romano;
2° anno: dall'età dei Severi alla metà del XIV secolo;
3° anno: dalla crisi socio-economica del XIV secolo alla prima metà del Seicento;
4° anno: dalla seconda metà del Seicento alla fine dell'Ottocento;
5° anno: il Novecento.

It’s only during the 5th year of high school, 5° anno superiore, (grade 13) that we start learning about the 20th century, il novecento,  and we finally discover our recent past – familiar names and faces appear making the tedious textbooks more interesting and exciting.  But we barely cover WWI and WWII, La Prima e Seconda Guerra Mondiale. The words Fascism and Communism remain abstract concepts.

For example, who knew that Italy was rescued by Canada… I didn’t learn this in school, but found out that Italy was liberated from the Fascist invasion thanks to brave young Canadian soldiers. In fact in July 1943 the men of the First Canadian Division landed on the beaches of Sicily, and fought their way north eliminating Hitler and Mussolini. 

During history class educational documentaries such as the following would have helped us relate to our ancestors and make connections which we are still missing today.

I highly recommend watching these two videos which will be available online until Apr 29, 2017.

The Forgotten Army: Canadians in Italy, 1943 – Ep. 3
The Forgotten Army: Canadians in Italy, 1943-1945 – Ep. 4

Today, November 11th, is Remembrance Day in Canada, and there is no better time than now to remember the sacrifice of many brave soldati dimenticati – the forgotten soldiers, humans and animals. The cemeteries where they lay across Italy are often unknown and ignored. Tourists rarely visit them.

Let us honor and not forget the soldiers who gave their lives so that we could be free from repression and hate.

Canadian War Cemetery, in Agira, Sicily
Canadian War Cemetery in Agira, Sicily

 

– Video of my family’s town, Campobasso, Canada Town 1943:
https://www.youtube.com/watch?v=zim54n213po

 

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How to use the verb dovere


 

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