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Don’t make these 8 Italian word mistakes

Non fare questi 8 errori di vocabolario italiano

Negli ultimi due decenni molte parole italiane sono state assorbite nelle abitudini di vita di tutto il mondo. Sebbene a volte il significato di queste parole, spesso relative al cibo, ad alcuni sia sconosciuto, sono tuttavia pronunciate con orgoglio. Vorrei che i laboriosi immigrati italiani della metà del XX secolo potessero vedere che l’italiano ora è di moda. Tuttavia, avrai sentito le discussioni che si stanno verificando in Italia negli ultimi anni sul fatto che la lingua italiana ha adottato molte parole straniere in particolare dall’inglese e dal francese. Al centro di queste discussioni c’è L’Accademia della Crusca, fondata nel 1583 a Firenze, i cui fondatori erano originariamente chiamati la brigata dei Crusconi e costituivano un circolo composto da poeti, letterati e giuristi. Questa società di studiosi di linguistica e filologia italiana è il più importante istituto di ricerca sulla lingua italiana, nonché la più antica accademia linguistica del mondo.

In the past couple of decades many Italian words have been absorbed in the lifestyle habits around the world. Although at times the meaning of these words, often pertaining to food, are unknown to some, they are yet uttered with pride. I wish the hard working Italian immigrants of the mid 20th century could see that Italian is now trendy. However, you may have heard the discussions taking place in Italy in recent years over the fact that the Italian language has been adopting many foreign words in particular from English and French. At the forefront of these discussions is L’Accademia della Crusca, founded in 1583 in Florence, whose founders were originally called la brigata dei Crusconi and constituted a circle composed of poets, men of letters, and lawyers. This society of scholars of Italian linguistics and philology is the most important research institution of the Italian language, as well as the oldest linguistic academy in the world.

Il suo obiettivo è di mantenere la purezza della lingua italiana. Infatti il nome Crusca è una metafora per il suo lavoro nel setacciare parole e strutture corrotte (come la crusca è separata dal grano). “Il più bel fior ne coglie”, un famoso verso del poeta italiano Francesco Petrarca è il motto dell’Accademia. Arrivati al 21° secolo c’è la preoccupazione che la lingua italiana svanisca o semplicemente diventi un minestrone. Quindi come ambasciatrice della lingua e della cultura italiana non uso mai parole straniere per sostituire una parola che già esiste in italiano. Quindi non mi sentirai mai dire “hai delle news” invece di “hai delle notizie oppure “nel weekend vado al mare” invece di “nel fine settimana vado al mare”.

Its goal is to maintain the purity of the Italian language. In fact Crusca, which means “bran” in Italian, is a metaphor for its work is to sift out corrupt words and structures (as bran is separated from wheat). “Il più bel fior ne coglie” (‘She gathers the fairest flower’), a famous line by the Italian poet Francesco Petrarca is the academy motto. Fast forward to the 21st century and there is concern that the Italian language will vanish or simply become un minestrone. So as an ambassador of the Italian language and culture I never use foreign words to replace a word that already exists in Italian. Therefore, you’ll never hear me say “hai delle news” instead of hai delle notizie oppure “nel weekend vado al mare” instead of “nel fine settimana vado al mare“.

Se hai viaggiato in Italia, avrai notato che gli italiani apprezzano quando gli stranieri si sforzano di parlare in italiano, e non gli dispiace affatto quando pronunci male una parola o fai fatica con alcune parole o frasi, in realtà gli italiani saranno più che felici di aiutarti a dirlo nel modo giusto. Tuttavia, potresti avere problemi a farti capire se usi o pronunci parole in modo errato. Facciamo un po’ di ordine partendo dalle seguenti otto parole che ho notato in Nord America hanno particolarmente bisogno di un po’ di amore!

If you have traveled to Italy, you may have noticed that Italians appreciate it when foreigners make an effort to speak Italian, and they don’t mind it at all when you mispronounce a word or struggle with some words or phrases, actually Italians will be more than happy to help you say it just right. However, you may have problems being understood if you’re using or pronouncing words incorrectly. Let’s make some order starting from following eight words which I noticed in North America are particularly in need of a bit of love!

1. Il biscotto / i biscotti

I biscotti riportano alla memoria i ricordi d’infanzia di quando mia mamma sfornava magicamente infiniti vassoi di biscotti in appena un paio d’ore. La casa si riempiva del dolce profumo di mandorle, vaniglia, cacao, scorza di limone. Mi sembrava di vivere ”in una casa di zucchero”. Preparava abbondanti quantità di biscotti e li conservava nel congelatore per gli ospiti fortunati. Il gigante congelatore era pieno di mostaccioli, amaretti, pesche e anche tante varietà di torte. Oggigiorno i biscotti hanno conquistato il mondo al plurale, giustamente. Ma se ne ordini solo 1, e non so come fai, è un sostantivo maschile singolare ”un biscotto”, mentre il plurale è “biscotti”. Mi sembra comunque tenero sentire qualcuno ordinare i “biscottis”.

Biscotti bring back childhood memories of when my mom would magically “sfornare” /bake endless trays of biscotti in just a couple of hours. The house would be filled with the sweet smell of almonds, vanilla, cacao, lemon zest. I felt like I was living “in una casa di zucchero”. She used to make copious amounts of biscotti and treasure them in the freezer for lucky guests. The giant freezer was packed with mostaccioli, amaretti, pesche, and a variety of cakes, too. Nowadays, biscotti, not biscottis, have taken over the world in their plural form, rightfully so. But if you order just 1, and I don’t know how you do it, it’s a singular masculine noun “un biscotto”, while the plural is “biscotti”. I still think it’s endearing when I hear someone order “a biscottis.”

2. Il gelato

Tutti amano il gelato e molti vogliono provarlo anche se non sanno cosa sia. Come la signora che ho visto una volta precipitarsi in un Caffè/bar a Little Italy in College Street a Toronto chiedendo al barista se poteva avere un “gelaro” apparendo perplessa non sapendo in cosa si stesse cacciando – sicuramente qualcosa di appetitoso secondo i racconti che l’avevano portata lì in primo luogo. Il barista sorrise indicando l’affare misterioso proprio di fronte a lei e disse “…è gelato!” Il gelato più amato al mondo. In italiano la “t” non si pronuncia come una “r”. Assicurati di pronunciare la “t” con la lingua premuta contro la parte posteriore dei denti anteriori in modo da poter essere serviti senza indugio questa prelibatezza italiana congelata!

Everybody loves gelato and many want to try it even if they don’t know what it is. Like the lady who once rushed into a Cafe’ in Little Italy on College Street in Toronto asking the barista if she could have a “gelaro” appearing puzzled and not knowing what she was getting herself into – surely something yummy according to the recounts that led her there in the first place. The barista grinned indicating right in front of her and said “..it’s ice-cream!” The most loved ice-cream in the world, il gelato. The t is not pronounced as an r in Italian. Be sure to voice the t with your tongue against the back of your front teeth so you can be served this frozen Italian delicacy without delay!

3. Il latte

Latte significa latte in italiano, quindi se ordini un “latte” in Italia, ti verrà servito un bicchiere di latte. Se chiedi un “grande” (stile Starbucks), riceverai un grande bicchiere di latte semplicemente! Ma se ci vuoi davvero del caffè dentro, dovrai chiedere un caffè latte, che significa caffè con latte. Inoltre, il mio consiglio, ogni volta che ordini qualsiasi tipo di cibo in Italia di cui non sei sicuro/a, scegli quello “piccolo” per evitare grandi sorprese!

Latte means milk, so if you order a “latte” in Italy, you’ll be served a glass of milk, un bicchiere di latte. If you ask for a “grande” (Starbucks style), you’ll get a big glass of plain milk! But if you actually want some coffee in it, you really want to ask for un caffè latte, which means milk coffee. My advice is that whenever you’re ordering any kind of food in Italy that you’re unsure of, just go for piccolo “small” to avoid big surprises!

4. Il peperone

Questo è stato in realtà l’ostacolo più grande per me all’estero perché non mangio carne. In italiano il peperone è l’ortaggio. Quindi in Italia se chiedi il peperone è esattamente quello che otterrai, sicuramente non le fette di salame. Mentre invece il pepperoni, con la doppia p, è una varietà americana di salame. In italiano si chiama semplicemente salame e basta chiedere quello.
Allora, pizza con salame o pizza con peperoni?

This was actually the biggest hurdle for me abroad as I don’t eat meat. In Italian il peperone is the vegetable, the bell pepper. So in Italy if you ask for peperone then that’s exactly what you’ll get, definitely not salami slices. While on the other hand pepperoni, with a double p, is an American variety of salami. In Italian it’s simply called salame and just ask for that.
So, pizza con salame or pizza con peperoni?

5. La bruschetta

Che buona la bruschetta! Il problema è che se la pronunci nello stile inglese “brushera” i camerieri italiani in Italia saranno nel pallone! Ovviamente le tre lettere sch sono spesso pronunciate male. Ma se le pronunci bene potrai ordinare la bruschetta anche in Italia. Tecnicamente pronuncia la -s (togli il suono “sh” inglese) e pronuncia “ch” che in italiano è come la “c” di cat o la “k” di kite, e otterrete “brusketta”. E infine la doppia “t”… rendila forte, con la lingua contro i denti anteriori, e dimostra con forza che ci tieni davvero!

Che buona la bruschetta! The problem is that if you pronounce it English style “brushera” Italian waiters in Italy will be clueless! Of course thethree letters sch are often mispronounced. But if you pronounce it right you’ll be able to order la bruschetta in Italy, too. Technically you pronounce the -s (remove the “sh” sound) and pronounce “ch” which in Italian is like the “c” in cat or the “k” in kite, and you’ll get “brusketta”. And finally the double “t”… make it strong, tongue against your front teeth, and show that you really mean it!

6. Pronto vs presto

La parola “pronto” ha un altro cugino italiano che molti ignorano, ed è presto. Oggigiorno ”pronto” è usato per significare essere preparato, disposto, mentre presto significa fra breve o rapidamente! “Sono pronto/a.” Anche quando rispondi al telefono “Pronto, chi parla?” Presto è un altro paio di maniche, per esempio “Arrivo presto.”
Quindi, Sei pronto/a per andare in Italia presto?

The word “pronto” has another Italian cousin that many ignore, and that’s presto. Nowadays ”pronto” is used to mean ready and presto means soon! “Sono pronto/a” – I’m ready! Also when you answer the phone “Pronto, chi parla?” Presto has another pair of sleeves, for example “Arrivo presto.” – I’ll be there soon!
So, Sei pronto/a per andare in Italia presto?

7. Il problema

Penso che le pubblicità americane abbiano propagato l’errore ”No problemo!”. Si dice “nessun problema”. Le regole grammaticali impongono che i nomi maschili debbano terminare in -o e i nomi femminili in -a. Tuttavia, sono sicura che ormai saprai che in italiano ci sono eccezioni alla maggior parte delle regole ed eccone una. Sebbene la maggior parte dei nomi che terminano in -a siano femminili, ci sono alcuni nomi di origine greca che terminano con il suffisso -ma, che sono ancora maschili nonostante l’ingannevole desinenza -a ed è richiesto l’articolo maschile “il”. Quindi se lo desideri dai pure la colpa di questa eccezione al greco!

I think American commercials have propagated the ”No problemo!” mistake. The proper translation of “nessun problema” is “il problema”. Grammar rules dictate that masculine nouns must end in -o and feminine nouns must end in -a. However, I’m sure you know by now that in Italian there are exceptions to most rules and this is one of them. Although most nouns ending in -a are feminine, there are some nouns of Greek origin ending with the suffixe -ma, which are still masculine despite the deceiving -a ending and the masculine article “il” is required. So go ahead and blame this one on the Greek if wish!

8. Il cannolo / i cannoli

Ahimè, il cannolo proprio come il biscotto rientra nella categoria degli errori col doppio plurale. Il plurale in italiano differisce dalle altre lingue, in quanto non usa la -s, e invece si modifica la vocale che termina la parola: la -o maschile diventa -i e la -a femminile diventa -e. È comprensibile questo errore dato che i cannoli sono così buoni che vorresti moltiplicarli all’infinito chiamandoli cannolis al plurale, ma la grammatica ha i suoi limiti, per fortuna!

Alas, cannolo just like biscotto falls into the double plural mistake category. Pluralizing in italian differs from other languages, as it doesn’t use an -s, instead you modify the vowel at the end: masculine -o becomes -i and femminine -a becomes -e. This mistake is understandable since cannoli are so good you’d like to multiply them infinitely calling them cannolis in the plural form, but grammar has it’s limits, luckily!

Potrebbero esserci altre parole da aggiungere a questa lista, fammi sapere nei commenti se ne hai sentite altre che vengono spesso sbagliate!

There may be more words to add to this list, let me know in the comments if you’ve heard of any other words that are often mistaken!

A presto!

Mirella


Settimana della Cucina Italiana nel Mondo

Week of Italian Cuisine in the World

(English follows)

Spero che tu abbia avuto del tempo per imparare le parole del vino della  settimana scorsa.

Oggi rimaniamo in cucina e ti presento 20 ricette originarie delle 20 regioni italiane. Infatti non a caso domani 23 novembre fino al 29 novembre si terrà
la V Settimana della Cucina Italiana nel mondo 2020.

Ci saranno molti eventi digitali educativi e culturali sull’argomento.

Ho scelto delle ricette meno conosciute perché scoprire sapori nuovi mette di buon umore.

Personalmente, oltre ai dolci, ho un debole per i primi e per le zuppe di stagione. Ovviamente amo le pizze, a casa mia si mangiava spesso la pizza scarola.

L’edizione 2020 coglie la ricorrenza del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, padre della cucina domestica italiana, un’occasione per riflettere sul rapporto essenziale che lega patrimonio gastronomico italiano e suoi territori d’origine. Nel suo manuale, “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”, viene valorizzata la varietà delle tradizioni culinarie dei territori italiani, oltre alla salubrità e sostenibilità dell’intera filiera (basandosi tradizionalmente sull’uso di prodotti locali e stagionali). Esemplari principi e valori della Dieta mediterranea.

Le Castagnole – un dolce dell’Emilia Romagna


Iniziamo con il nostro viaggio virtuale. Buon appetito!

Piemonte: Grissini

Valle d’Aosta: Zuppa di verza valdostana

Lombardia: Pan dei morti

Trentino Alto Adige: Canedeli di prugne

Veneto: Radicchio rosso fritto

Friuli Venezia Giulia: Gnocchi alla friulana

Liguria: Testaroli

Emilia Romagna: Castagnole

Toscana: Castagnaccio

Umbria: Pasta con gli asparagi

Marche: Il ciavarro

Lazio: Pasta e fagioli

Abruzzo: I sassi d’Abruzzo: le mandorle “atterrate”

Molise: Torrone ai fichi secchi

Campania: Pizza scarola napoletana

Puglia: Pancotto con verdure

Basilicata: Zuppa di cavoli, ceci e cicoria

Calabria: Peperoni ammollicati

Sicilia: La pasta alla Norma

Sardegna: Favata

Trova una ricetta italiana:
https://www.accademiaitalianadellacucina.it/it/ricette


English version

I hope you had some time to learn last week’s words about wine.

Today we’re staying in the kitchen as I present to you 20 recipes that originate from the 20 Italian regions.

In fact, it’s no coincidence that from tomorrow November 23rd until November 29th will be held the V Week of Italian Cuisine in the World 2020.

There will be many educational and cultural digital events on the topic. I’ve chosen lesser known recipes because discovering new flavors puts you in a good mood!

Personally, in addition to desserts, I have a weakness for first courses and seasonal soups. Obviously I love pizzas, in my house we often ate the Neapolitan escarole pizza.

The 2020 edition captures the bicentenary of the birth of Pellegrino Artusi, father of Italian home cooking, an opportunity to reflect on the essential relationship that binds Italian gastronomic heritage and its territories of origin. In his manual, “Science in the kitchen and the art of eating well”, the variety of culinary traditions of the Italian territories is enhanced, as well as the healthiness and sustainability of the entire supply chain (traditionally based on the use of local and seasonal products) . Exemplary principles and values of the Mediterranean Diet. Let’s start with our virtual journey. Enjoy your meal!


The language of wine between art and taste

Il linguaggio del vino tra arte e gusto

(English translation below)

Ascolta la versione audio (7 minuti) / Listen to the audio version (7 minutes):

Dicono che bere vino rosso ogni tanto faccia bene alla salute. Ammetto che quest’anno ne ho bevuto più del solito, senza esagerare ovviamente.

Avevo in programma di festeggiare il compleanno di mio padre insieme a lui a settembre stappando una bottiglia di Tintilia del Molise, il nostro vino preferito, ma purtroppo la vita ha deciso diversamente e non ne avremo più l’occasione.

Nell’antichità il vino, “Nettare Divino”, rappresentava l’allegoria di benessere, prosperità e abbondanza. Speriamo sia vero!

Bacco, chiamato Dioniso nell’antichità greca, è il dio del vino, delle feste e della perdizione. Dato il suo carattere energico e chiassoso, veniva chiamato Bacco, che in greco significa “clamore – baccano”, nome adottato dalla cultura romana proprio per identificare Dioniso. Molti artisti lo hanno reso protagonista delle loro opere. Vediamone alcune.

Ecco un pdf con le parole del vino / Here’s a pdf with a list of wine words :

Bacco e il Vesuvio – L’affresco raffigura Bacco con il corpo ricoperto da acini e un alto monte isolato, con le pendici ricoperte da filari di viti. Potrebbe essere il Vesuvio prima dell’eruzione del 79 d.C., e dunque con una sola cima, oppure il monte Nisa dove, secondo la leggenda, Dioniso sarebbe stato allevato.

Affresco Bacco e il Vesuvio – Pompei

Il Bacco di Michelangelo – E’ rappresentato in una veste giovanile con in mano una coppa, mentre sta barcollando a causa dell’ubriachezza. Il forte realismo della statua rende il movimento di Bacco ubriaco fluido e verosimile. Un piccolo satiro si trova dietro Bacco, il quale approfitta per mangiare dell’uva di nascosto nell’attimo di debolezza del dio. Includerlo all’interno della composizione serve ad indurre lo spettatore a girare attorno alla statua, apprezzandone ogni singolo dettaglio.

Michelangelo Buonarroti – Il Bacco, 1496–1497

Il Bacco adolescente di Caravaggio: “Nel dipingere il Bacco, Caravaggio avrebbe potuto, e per alcuni dovuto, affrontare il soggetto mitologico secondo la buona tradizione rinascimentale. Il giovane appare ben lontano dall’essere una classica figura idealizzata. Il vero soggetto del dipinto sarebbe, insomma, la semplice rappresentazione di uno scherzoso travestimento. Caravaggio, prendendosi gioco della gloriosa tradizione classica e rinascimentale, facendosi beffa del pubblico, avrebbe ritratto un suo amico un po’ stordito dai fumi dell’alcol, chiedendogli di tenere in mano un bicchiere di vino e posando davanti a lui della frutta di qualche giorno.” – ArteSvelata.it

Michelangelo Merisi da Caravaggio  – Bacco adolescente, 1597

Ascolta il podcast di Arte Svelata sul Bacco di Caravaggio/ Listen to the podcast by Arte Svelata about il Bacco by Caravaggio:

Il Bacco di Arianna: alcuni dipingono utilizzando colori, tempere, acrilico, acquerello, matite e altri come Arianna Greco invece scelgono il nettare degli dei per creare quella che è stata battezzata arte enoica, capace di dare vita a profumatissimi capolavori enocromatici.
Come nasce questa passione di Arianna?
“Dipingere con il vino è una tecnica particolarissima e di non facile realizzazione in quanto necessita di abilità tecnica e di conoscenze in campo chimico. Sono opere d’arte che hanno i profumi e i colori dei vitigni che nascono nella nostra Italia e in particolar modo nella mia Puglia anche se spesso e volentieri utilizzo anche vini piemontesi come il Barolo, di cui amo tutto. Il vino posto su tela tende ad evolvere a suo modo, si ossida come farebbe in Barrique o in bottiglia e ciò grazie a reazioni tra antociani e tannini con conseguenti viraggi di colore. All’occhio osserviamo una maturazione, da color rosso porpora, color viola, rosso rubino verso sfumature tendenti al granato, al mattonato, sfumature decisamente più calde e più affascinanti. Proprio grazie a questo particolarissimo aspetto evolutivo che, normalmente non si verifica in altre forme d’arte, le mie opere sono state paragonate al quadro di Dorian Grey con la differenza che mentre questo invecchiando peggiora, i miei dipinti, invecchiando, assumono maggior fascino.”

Arianna Greco – Il Bacco di Arianna, 2013

…Dopo tanto chiacchierare di vino è ora di stappare una bottiglia. Come sai, la degustazione del vino consiste in un esame olfattivo e in un esame visivo. Ecco come vengono descritti 4 vini italiani:

Tintilia del Molise DOC: colore rosso rubino, intenso, con riflessi violacei. Il profilo olfattivo del vino è vinoso, intenso, piacevole, caratteristico e al palato risulta secco, armonico, morbido. Si abbina bene con un buon piatto di penne al sugo.

Montepulciano d’Abruzzo: Al secondo posto tra i vini DOCG più venduti.
Colore Rosso rubino intenso. Profumo fruttato di mora lievemente aspra, di frutti rossi maturi, tra cui il ribes rosso selvatico, e spezie. Caratteristica principale è l’aroma di liquerizia, (si dice”liqueriziaceo”), e amarascato. A volte il fondo è ammandorlato e dai sentori speziati. Gusto Mediamente tannico, di buon corpo, ottima struttura.

Chianti Classico DOCG: ha colore rubino brillante, tendente al granato e odore profondamente vinoso. Il gusto è asciutto, sapido tendente con il tempo al morbido vellutato.

Il Nero d’Avola si presenta alla vista di un gradevole rosso rubino, più o meno intenso a seconda delle tipologie del vigneto, della sua giacitura e dell’invecchiamento, ha un gusto con sentori di bacca, di ciliegia, prugna, nelle migliori zone presenta note speziate e balsamiche.


They say that drinking red wine every now and then is good for your health. I admit that this year I drank more than usual, obviously without exaggerating.

I had planned to celebrate my father’s birthday with him in September by uncorking a bottle of Tintilia del Molise, our favorite wine, but unfortunately life has decided otherwise and we won’t have the opportunity anymore.

In ancient times, wine, “Divine Nectar”, represented the allegory of well-being, prosperity and abundance. Let’s hope it’s true!

Bacchus, called Dionysus in Greek antiquity, is the god of wine, festivals and perdition. Given his energetic and noisy character, he was called Bacchus, which in Greek means “clamor / baccano”, a name adopted by Roman culture precisely to identify Dionysus. Many artists have made him the protagonist of their works. Let’s see some of them.

Bacchus and Vesuvius – The fresco depicts Bacchus with his body covered with berries and a high isolated mountain, with the slopes covered with rows of vines. It could be Vesuvius before the eruption of 79 AD, and therefore with only one peak, or Mount Nisa where, according to legend, Dionysus would have been raised.
Michelangelo’s Bacchus – He is represented in a youthful robe holding a cup, while he is staggering due to drunkenness. The strong realism of the statue makes the movement of a drunk Bacchus fluid and convincing. A small satyr is behind Bacchus, taking the opportunity to secretly eat grapes in the moment of weakness of the god. Including it within the composition serves to induce the viewer to walk around the statue, appreciating every single detail.

The adolescent Bacchus by Caravaggio: “In painting Bacchus, Caravaggio could have, and some should have, faced the mythological subject according to the good Renaissance tradition. The young man appears far from being a classic idealized figure. The true subject of the painting would be , in short, the simple representation of a joke in disguise. Caravaggio, making fun of the glorious classical and Renaissance tradition, teasing the public, would have portrayed a friend of his a little stunned by the fumes of alcohol, asking him to hold a glass of wine and placing a few days’ fruit in front of him. ” – ArteSvelata.it

The Bacchus of Arianna: some paint using colors, tempera, acrylic, watercolor, pencils and others, like Arianna Greco instead, choose the nectar of the gods to create what has been baptized wine art, capable of giving life to fragrant enochromatic masterpieces.
How was this passion of Arianna born?
“Painting with wine is a very particular technique and not easy to achieve as it requires technical skill and knowledge in the chemical field. They are works of art that have the scents and colors of the vines that are born in our Italy and especially in my region Puglia even if I often and willingly use Piedmontese wines such as Barolo, of which I love everything. The wine placed on canvas tends to evolve in its own way, oxidizes as it would in Barrique or in bottle and this thanks to reactions between anthocyanins and tannins with consequent color changes. To the eye we observe a ripening, from purple red, violet, ruby ​​red towards shades tending to garnet, to brick, decidedly warmer and more fascinating nuances. Thanks to this very particular evolutionary aspect, that normally does not occur in other art forms, my works have been compared to the Dorian Gray painting with the difference that as he gets worse as he ages, my paintings take on more charm.”

…After a lot of chatting about wine, it’s time to uncork a bottle. As you know, wine tasting consists of an olfactory examination and a visual examination. Here is how 4 Italian wines are described:

Tintilia del Molise DOC: an intense ruby red color and violet reflections. The olfactory profile of the wine is vinous, intense, pleasant, characteristic and on the palate it is dry, harmonious, soft. It goes well with a good dish of penne with sauce.

Montepulciano d’Abruzzo: second place among the best-selling DOCG wines. Intense ruby red color. Fruity aroma with slightly sour blackberry, ripe red fruits, including wild red currant, and spices. The main feature is the aroma of licorice (called “liqueriziaceo”), and amarascato. Sometimes the base is almondy and with spicy scents. Taste is medium tannic, full-bodied, excellent structure.

Chianti Classico DOCG: it has a brilliant ruby color tending towards garnet and a deeply vinous aroma. The taste is dry, savory, tending to velvety soft over time.

Nero d’Avola appears to the sight of a pleasant ruby red, more or less intense depending on the type of vineyard, its position and aging, to the taste it offers hints of berries, cherry, plum, in the best areas it presents spicy and balsamic notes.

Qual è il tuo vino preferito? / What’s your favorite wine?


La Posca dei legionari romani

I romani usavano questa bevanda energizzante e disinfettante per dissetarsi.

(English follows)

“POSCA FORTEM….VINUM EBRIUM FACIT”
-la POSCA fortifica mentre il vino inebria-

Sappiamo quanto sia importante bere tanta acqua per mantenersi idratati. Lo sapevano soprattutto i legionari romani che facevano massacranti marce di oltre 30 chilometri al giorno carichi di 20 chili e più di bagagli. Una cosa è certa, un esercito non può vincere se ha sete.
La bevanda che li sosteneva era chiamata dal latino posca, affine a potare “bere”. Questa miscela di aceto e acqua – e probabilmente anche sale, erbe e altri ingredienti – occupa un posto speciale nella storia delle bevande grazie al suo ruolo essenziale nell’esercito romano.

Storia
Già nella metà dell’era della Repubblica Romana (509-27 a.C.), i militari razionavano la posca alle truppe insieme a cereali e, molto occasionalmente, carne e formaggio. Questo sistema è continuato per secoli, fino all’Impero Romano.
I soldati romani, ovviamente, bevevano acqua, ma documenti storici suggeriscono che non era la loro bevanda preferita. Infatti ecco cosa scrisse Plutarco di Catone il Vecchio, un ufficiale durante la Seconda Guerra Punica (218-202 a.C.), riguardo alla sua sete:
“L’acqua era ciò che beveva nelle sue campagne, tranne per il fatto che di tanto in tanto, in una sete furiosa, voleva l’aceto, o quando la sua forza veniva meno, aggiungeva un po’ di vino.”
Come Catone, i romani apprezzavano il vino per i suoi presunti benefici per la salute.
Ciò rese la posca, che conteneva l’aceto fatto con il vino andato a male, di gran lunga preferibile alla semplice vecchia H20. Inoltre il vino all’epoca era abbondante. I ricchi romani ne producevano volumi titanici. Man mano che la portata dell’imperialismo romano si diffondeva in tutta Europa, è aumentata la viticoltura, che dava agli eserciti un accesso immediato ai depositi di vino quasi ovunque.
Per i funzionari militari, il vino era una fonte economica di calorie da distribuire alla rinfusa. Diluendolo con acqua per fare la posca si raddoppiava il volume di razione liquida da dare ai soldati a un costo molto basso.
Anche nella Bibbia c’è un passo in cui è protagonista proprio la posca: quando Gesù sulla croce, ormai vicino alla morte, lamenta di aver sete, un legionario infila in una canna una spugna pregna di aceto e gliela offre. Nella tradizione cristiana era stato visto nei secoli come un gesto di estremo sfregio nei riguardi del Cristo Redentore. In realtà si era trattato di un gesto misericordioso, infatti il legionario aveva impregnato la spugna proprio di posca, la bevanda che ogni legionario aveva con sé nella borraccia.

Benefici
L’acido acetico presente nell’aceto eliminava gran parte dei microrganismi responsabili di disturbi gastrici, per cui il consumo della posca riduceva notevolmente la possibilità di ammalarsi di dissenteria.
I romani, ovviamente, non sapevano a cosa fosse dovuta tale proprietà, ma notarono che si ammalavano meno e per questo il consumo della posca si diffuse quasi ovunque nell’Impero.
L’acidità della bevanda e la leggera gradazione alcolica neutralizzano i batteri, rendendola più sicura del bere acqua pura. Questo era un grande vantaggio, dato che l’acqua contaminata è nota per aver devastato più eserciti delle battaglie stesse.
Aveva anche proprietà dissetanti straordinarie al punto da ridurre di oltre un terzo il fabbisogno giornaliero rispetto all’acqua per ogni soldato, questa proprietà aveva positive ripercussioni anche nel trasporto e ingombro delle scorte, dovendo trasportare meno riserve d’acqua.
La sua utilità non aveva soltanto una funzione dissetante, ma anche antisettica, sia per sanare ferite e abrasioni, sia per purificare l’acqua trovata durante il cammino. Inoltre si pensava che combattesse lo scorbuto.
Persino all’esercito americano durante la Guerra Messicana nel 1800 veniva dato l’aceto di mele per le sue false virtù antiscorbutiche.
Intendiamoci, i capi militari e altre élite in genere non si degnavano di bere la posca, che era più una bevanda della gente comune. Sia tra i soldati che tra la gente comune, la posca ha continuato a godere della sua fama anche nel Medioevo.
Dunque, che sapore aveva la posca? È un po’ difficile dirlo, ma a causa della sua ubiquità nella letteratura romana possiamo tranquillamente concludere che consisteva di acqua e aceto di vino rosso. Dal momento che non esistono ricette di posca romane non sappiamo se fosse caratterizzata da altri gusti.
Tuttavia, grazie agli scrittori medici bizantini non siamo completamente al buio. Ezio di Amida e Paolo di Egina, entrambi medici bizantini greci del sesto e settimo secolo, rispettivamente, scrivevano di ricette per una posca “appetibile e lassativa” che includeva cumino, semi di finocchio, semi di sedano, anice, timo e sale.
È una bevanda che senz’altro aiuta a recuperare acqua e sali minerali persi durante l’esercizio fisico, o semplicemente sudando molto. Infatti andare in giro per l’Europa e l’Asia Minore mentre si è sellati con armature e sacchi pesanti faceva senza dubbio sudare.

Posca al gusto mela e cannella — Posca apple and cinnamon flavor (photo Sarah Gualtieri/Unsplash)

La ricetta
Per quanto riguarda i “moderni sudori”, perché comprare bevande sportive commerciali per placare la tua sete quando puoi farti la “Gatorade” degli antichi?
Preparare la posca è semplicissimo e alla portata di tutti. Ecco una ricetta per aiutarti. Assicurati di usare solo aceto fermentato – vino rosso, nero, balsamico o sidro di mele, per esempio – e non distillato. È probabible che la posca fosse dolicificata a volte con del miele.

Ingredienti per una posca “forte”:
500 ml d’acqua,
2 cucchiai di aceto di mele,
un pizzico di sale,
erbe aromatiche a piacere (cumino, semi di finocchio, semi di sedano, anice, timo),
dolcificare con miele o sciroppo d’acero.

Portare tutti gli ingredienti ad ebollizione, poi cuocere a fuoco lento per 30 minuti. Filtrare prima di bere. La bevanda può essere consumata anche fredda.
Personalmente preferisco non cuocere gli ingredienti, ma consumarli a crudo. La mia versione è una posca leggera, siccome non sono una legionaria! Inoltre mi piace macerarci della frutta per aumentarne il valore vitaminico e renderla più gustosa.

I miei gusti preferiti: mela +cannella, ananas, agrumi, mirtillo, fragola, lampone, menta.

Si può lasciare la frutta per alcune ore prima di rimuoverla e poi filtrare la posca, la quale divido in tre “livelli di forza”:

  • posca leggera 1 cucchiaino di aceto di mele, 500 ml acqua
  • posca media 1 cucchiaio di aceto di mele, 500 ml acqua
  • posca forte 2 cucchiai di aceto di mele, 500 ml acqua

Ed ecco fatto, adesso puoi dissetarti e godere di ottima salute come un legionario. Bere la posca ormai fa parte del mio rituale quotidiano e in estate se fa tanto caldo aggiungo anche qualche cubetto di ghiaccio!

Colonna Traiana, rilievo XV. Alcuni exploratores conducono un prigioniero dace al cospetto dell’imperatore, per essere interrogato. Traiano, dall’alto di un accampamento fortificato, affiancato da due collaboratori, ispeziona lo status dei lavori sottostante, dove numerosi legionari stanno costruendo un nuovo ponte fisso su di un fiume, mentre altri legionari sono intenti a scavare un profondo fossato, utilizzando delle ceste per il trasporto del materiale. — Trajan’s Column, relief XV. Some exploratores lead a dace prisoner before the emperor to be interrogated. Trajan, from the top of a fortified camp, flanked by two collaborators, inspects the status of the works below, where numerous legionaries are building a new fixed bridge over a river, while other legionaries are intent on digging a deep moat, using baskets for the transport of the material. (via Wikipedia)

English version:

“POSCA FORTEM….VINUM EBRIUM FACIT”
-POSCA fortifies while wine intoxicates-

We know how important it is to drink lots of water to stay hydrated. The Roman legionaries who faced grueling marches of over 30 kilometers per day laden with 20 kilos and more of baggage knew it well. One thing is certain, an army cannot win if it’s thirsty.
The drink that supported them was derived from the Latin word posca, akin to prune “drink”. This mixture of vinegar and water – and possibly salt, herbs and other ingredients – occupies a special place in the history of drinks thanks to its essential role in the Roman army.

History
As early as the middle of the era of the Roman Republic (509-27 BC), the military rationed the troops with cereals and, very occasionally, meat and cheese. This system continued for centuries, until the Roman Empire.
Roman soldiers obviously drank water, but historical records suggest that it was not their favorite beverage. In fact, here is what Plutarch wrote of Cato the Elder, an official during the Second Punic War (218-202 BC), about his thirst:
“Water was what he drank in his campaigns, except for the fact that occasionally, in a raging thirst, he wanted vinegar, or when his strength waned, he added some wine.”
Like Cato, the Romans appreciated wine for its alleged health benefits.
This made posca, which contained vinegar made with wine gone bad, far preferable to good old H20. In addition, wine was abundant at the time. The rich Romans produced titanic volumes of it. As Roman imperialism spread across Europe, viticulture followed, giving armies immediate access to wine supplies almost everywhere.
For military officials wine was an inexpensive source of calories to be distributed in bulk. Diluting it with water to make posca doubled the volume of liquid to be rationed to soldiers at a very low cost.
Even in the Bible there is a passage in which posca is the protagonist: when Jesus on the cross is near death, he laments that he is thirsty, so a legionary places a sponge soaked with vinegar on a cane and offers it to him. In the Christian tradition it was seen over the centuries as a gesture of extreme scarring towards Christ the Redeemer. In reality it was a merciful gesture, in fact the legionary had soaked the sponge in posca, the drink that every legionary had inside his bottle.

Benefits
The acetic acid present in the vinegar eliminated most of the microorganisms responsible for gastric disorders, so the consumption of posca significantly reduced the possibility of getting sick with dysentery.
The Romans, of course, did not know what this property was due to, but they noticed that they became less sick and therefore the consumption of posca spread almost everywhere in the Empire.
The acidity of the drink and the slight alcohol content neutralize the bacteria, making it safer than drinking pure water. This was a big plus, as contaminated water is known to have wreaked havoc on armies more than the battles themselves.
It also had extraordinary thirst-quenching properties to the point of reducing by more than a third the daily requirement with respect to water for each soldier. This property had positive repercussions also in the transport and bulk of the stocks, having to carry fewer water reserves.
Its usefulness had not only a thirst-quenching function, but also an antiseptic one, both to heal wounds and abrasions, and to purify the water found along the journey. It was also thought to fight scurvy.
Even the American army during the Mexican War in 1800 was given apple cider vinegar for its false antiscorbutic virtues.
Mind you, military leaders and other elites in general did not deign to drink posca, which was more a drink for ordinary people. However, both among soldiers and ordinary people, posca continued to enjoy its fame even in the Middle Ages.
So what did posca taste like? It’s a little difficult to say, but because of its ubiquity in Roman literature we can safely conclude that it consisted of water and red wine vinegar. Since there are no Roman posca recipes we don’t know if it was characterized by other flavors.
However, thanks to Byzantine medical writers we are not completely in the dark. Ezio di Amida and Paolo di Egina, both Greek Byzantine doctors of the sixth and seventh centuries, respectively, wrote of recipes for a “palatable and laxative” posca that included cumin, fennel seeds, celery seeds, anise, thyme, and salt.
It’s a drink that certainly helps to recover water and minerals lost during exercise, or simply by sweating a lot. In fact, going around Europe and Asia Minor while saddled with armor and heavy bags certainly made one sweat.

Recipe
As for the “modern sweats”, why buy commercial sports drinks to quench your thirst when you can make yourself the “Gatorade” of the ancients?
Preparing posca is very simple and affordable for everyone. Here is a recipe to help you. Make sure to use only fermented vinegar, red, black wine, balsamic or apple cider vinegar, for example, and not distilled. It’s possible that posca was at times sweetened with honey.

Ingredients for a “strong” posca:
500 ml of water,
2 tablespoons of apple cider vinegar,
a pinch of salt,
aromatic herbs for taste (cumin, fennel seeds, celery seeds, anise, thyme),
sweeten with honey or maple syrup.

Bring all the ingredients to a boil, then simmer for 30 minutes. Filter before drinking. The drink can also be consumed cold.

Personally I prefer not to cook the ingredients, but to consume them raw. My version is a light posca, since I’m not a legionary! In addition, I like to macerate fruit in it to increase its vitamin value and make it tastier.

My favorite flavors: apple + cinnamon, pineapple, citrus, blueberry, strawberry, raspberry, mint.
You can leave the fruit for a few hours before removing it and filtering the posca, which I divide into three “strength levels”:

light posca 1 teaspoon of apple cider vinegar, 500 ml of water
medium posca 1 tablespoon of apple cider vinegar, 500 ml of water
strong posca 2 tablespoons of apple cider vinegar, 500 ml of water

And that’s it, now you can quench your thirst and enjoy excellent health like a legionary. Drinking posca is now part of my daily ritual and in the summer, if it’s very hot, I also add some ice cubes!


The History and Recipe of Pinzimonio

La Storia e la Ricetta del Pinzimonio

L’usanza di consumare le verdure in pinzimonio è piuttosto antica, già diffusa nei banchetti rinascimentali.

The custom of consuming vegetables in pinzimonio is quite ancient, already widespread in Renaissance banquets.

A gennaio durante il corso di Italiano Ogni Giorno una delle parole era pinzimonio. Siccome ha fatto scaturire molto interesse, ho pensato di parlarne in un blog .

In January, during the course Italiano Ogni Giorno , one of the words was pinzimonio. As it sparked a lot of interest, I thought I’d talk about it in a blog.

Il nome Pinzimonio è una combinazione di pinze e matrimonio e si riferisce all’usanza di pinzare le verdure tra le due dita e sposarle nella salsa di olio d’oliva con sale e pepe. Si mangia all’inizio o alla fine del pasto.

The name Pinzimonio is a combination of pincers and marriage and refers to the custom of pinzare pinching the vegetables between the two fingers and marrying them in the olive oil sauce with salt and pepper. It is eaten at the beginning or at the end of the meal.

Il pinzimonio è facile da preparare, anche perché non è prevista la cottura. Tuttavia, le verdure devono essere tagliate in pezzi più o meno della stessa forma e dimensione per dare loro l’aspetto armonioso che si associa a questo particolare piatto. Seguendo la stagionalità dei prodotti vegetali, puoi preparare un pinzimonio diverso per ogni mese dell’anno e aggiungere qualsiasi verdura che si presta ad essere consumata cruda.

The pinzimonio is easy to prepare, also because it does not require cooking. However, the vegetables need to be cut into pieces of roughly the same shape and size to give them the harmonious look that is associated with this particular dish. By following the seasonality of produce, you can prepare a different pinzimonio for each month of the year and add any vegetables that are suitable to be eaten raw.

STORIA. Quello del pinzimonio è un uso molto antico, già diffuso nei banchetti rinascimentali. A quel tempo la frutta e la verdura arricchivano i vassoi di portata per scopi puramente decorativi. La verdura iniziava ad essere consumati intinta nei sughi delle carni che aveva decorato. Nel XIX sec. si consolida l’abitudine di sostituire i sughi con l’olio d’oliva, perché le verdure fresche diventano una vera pietanza, affidata nella composizione alla discrezione di chi allestiva il pranzo.
In Toscana si mangiano in pinzimonio: carciofi, carote, finocchi, sedani, ravanelli, porri, cipolline ecc.

HISTORY. The pinzimonio is a very ancient custom, already widespread in Renaissance banquets. At that time fruit and vegetables enriched serving trays for purely decorative purposes. The vegetables began to be eaten dipped in the sauces of the meats that it decorated. In the nineteenth century the habit of replacing sauces with olive oil is consolidated, because fresh vegetables become a real dish, entrusted in the composition to the discretion of those who prepared the lunch.
In Tuscany eaten in pinzimonio are: artichokes, carrots, fennel, celery, radishes, leeks, onions etc.

Era conosciuto a Roma e dintorni con il termine dialettale cazzimperio, che probabilmente proviene dall’italiano arcaico cazza, che significa mestolo, utensile tipico degli alchimisti.  L’usanza di consumare le verdure in pinzimonio è oggi diffusa in tutta Italia.

It was known in and around Rome with the dialect term cazzimperio, which probably comes from the archaic Italian cazza, which means ladle, a typical tool of alchemists. The custom of consuming vegetables in pinzimonio is now widespread throughout Italy.

RICETTA. Contorno o antipasto che sia, questo piatto è perfetto per tutto l’anno, soprattutto in vista del caldo estivo, visto che consente di non accendere i fornelli. Come preparare un pinzimonio perfetto?

RECIPE. As a side dish or appetizer, this dish is perfect all year round, especially in view of the summer heat, as it allows you not to turn on the stove. How to prepare a perfect pinzimonio?

Le verdure devono essere molto fresche e croccanti, per cui è bene scegliere prodotti di stagione, più saporiti e profumati. Le verdure vanno pulite e tagliate a bastoncino, tutte più o meno della stessa forma e lunghezza, per creare un piatto molto ordinato. Classici del pinzimonio sono il sedano, le carote, i finocchi e i peperoni, ma ben vengano altri prodotti crudi, come i ravanelliradicchioindivia belga o cetrioli. L’importante è conservare le verdure in acqua fresca fino a poco prima di servirle: una volta tagliate, infatti, tendono ad annerirsi e a perdere consistenza.

The vegetables must be very fresh and crunchy, so it is good to choose seasonal products, more tasty and fragrant. The vegetables should be cleaned and cut into sticks, all more or less of the same shape and length, to create a very neat dish. Classics of pinzimonio are celery, carrots, fennel and peppers, but other raw produce are welcome, such as radishes, radicchio, Belgian endive or cucumbers. The important thing is to keep the vegetables in fresh water until just before serving them: once cut, in fact, they tend to blacken and lose consistency.

La salsa è classicamente composta da una emulsione di olio extravergine d’oliva, sale, pepe (nero o bianco), cui si aggiungono eventualmente aceto o limone. Si ottiene sbattendo gli ingredienti con una forchetta, fino a incorporarli l’uno con l’altro. Del pinzimonio esiste anche una variante siciliana, in cui sono aggiunti anche il pomodoro pelato, l’aglio, la menta e un po’ d’acqua.

The sauce is classically composed of an emulsion of extra virgin olive oil, salt, pepper (black or white), possibly adding vinegar or lemon. It is obtained by beating the ingredients with a fork, until they are incorporated into each other. There is also a Sicilian variant of the pinzimonio, in which peeled tomatoes, garlic, mint and a little water are also added.

Il Pinzimonio rappresenta la dieta mediterrana genuina per eccellenza, verdure crude e olio d’oliva. Un piatto perfetto per tutto l’anno.

Pinzimonio represents the genuine Mediterranean diet par excellence, raw vegetables and olive oil. A perfect dish for the whole year.

Buon appetito!

Mirella


10 idee per studiare italiano in estate o in vacanza

10 ideas for studying Italian in the summer or on vacation

Ci sono così tante alternative per praticare l’italiano in modo divertente. Cucinare, leggere, ascoltare musica. Puoi trovare ispirazione da ciò che ti piace. Ti presento 10 idee!

There are so many alternatives to practice Italian in a fun way. Cooking, reading, listening to music. You can just find inspiration from what you enjoy. These are 10 ideas!

1. Imparare vocabolario nuovo

Secondo me imparare il vocabolario è più importante che sapere la grammatica. Le parole sono immediate nella comunicazione.

I think learning vocabulary is more important than learning grammar. Words are immediate in communication.

2. Ascoltare podcast italiani

I migliori podcast italiani, lingua e dintorni
I migliori podcast italiani, lingua e dintorni

Si possono ascolare i podcast ovunque anche mentre si viaggia. Ormai esistono centinaia di podcast su qualsiasi argomento. La cosa bella è che l’esercizio di ascolto aiuta a migliorare la pronuncia e ad aumentare il vocabolario oltre a rendersi più informati.

You can listen to podcasts anywhere even while traveling. There are now hundreds of podcasts on any topic. The great thing is that listening exercises help improve pronunciation and increase vocabulary as well as make you more informed.

3. Leggere libri

Leggere: un’attività che aiuta non solo a godersi un po’ di meritato riposo, ma anche a migliorare la lingua e ad approfondire le conoscenze culturali dell’Italia.

Reading: an activity that helps not only to enjoy some well-deserved rest, but also to improve the language and deepen the cultural knowledge of Italy.

4. Cucinare ricette italiane

Pizza di patate

E ancora cibo!! Amo la pizza di patate. Conosci la canzone napoletana ‘A pizza’ di Giorgio Gaber? “Ma tu vuliv’a’pizza a’pizza a’pizza”… Pausa musicale: https://www.youtube.com/watch?v=eoIl5-2fYTo

And more food !! I love potato pizza. Do you know the Neapolitan song ‘A pizza’ by Giorgio Gaber:? “Ma tu vuliv’a’pizza a’pizza a’pizza … Music pause.

5. Studiare la storia italiana

Quando viaggiamo in Italia troviamo molte scritte romane, che a volte non capiamo. Neanch’io che ho studiato il latino a scuola! Sai che una tipologia di lettera in particolare è molto usata nel cinema.

When we travel in Italy we find many Roman writings, which we sometimes don’t understand. I don’t either even though I studied Latin at school! Did you know that a particular type of letter is widely used in cinema.

6. Fare esercizi divertenti di pronuncia

Uno degli esercizi più divertenti è fare pratica di pronuncia con degli scioglilingua quasi impossibili da dire velocemente!

One of the funnest exercises is practicing pronunciation with tongue twisters, almost impossible to say quickly!

7. Imparare aforismi italiani

Siamo beati dai tanti colori in estate. Il paesaggio ci offre tante opportunità e ispirazioni per esercitarci.

We are blessed with many colors in the summer. The landscape offers us so many opportunities and inspirations to practice.

8. Ascoltare musica

canzoni italiane allegre, happy Italian songs

Un altro esercizio di ascolto ma che ti fa anche cantare e ballare. In fondo la lingua è musica!

Another listening exercise but one that also makes you sing and dance. After all, language is music!

9. Esplorare la cultura e la geografia

L’estate e le vacanze sono i periodi migliori per abbandonarci alle nostre esplorazioni della cultura.

Summer and holidays are the best times to indulge in our explorations of culture.

10. Imparare una cosa nuova di grammatica

E perché no…imparare o perfezionare le nozioni di grammatica. In questo modo si fa una bella figura in viaggio per l’Italia!

And why not … learn or perfect your notions of grammar. This way you’ll make a great impression on your trip to Italy!


E poi ….leggere barzellette italiane e miglirare la grammaticA…

Laughing and learning italian ebook

And then …. read Italian jokes and improve your grammar…

Italian gelato: helping children with a gelato sospeso

Non solo un gelato ma un gusto d’amore

Ricordo da bambina a casa dei nonni non mancava mai dopo il pranzo la tanto attesa domanda: “Mirella, lo vuoi il gelato?” seguita dai miei salti di gioia e la corsa verso la gelateria. I nonni, poverini, faticavano a starmi dietro!
Purtroppo tanti bambini non avevano e non hanno questa fortuna.
Quest’articolo parla di un’associazione italiana che regala gelati a bambini meno fortunati. Buona lettura, Mirella
 
p.s. Non perdere la prossima settimana la seconda parte di how to use “potere
 
I remember when I was a child at my grandparents’ house, I never missed the long-awaited question after lunch: “Mirella, do you want ice cream?” followed by my leaps of joy and the rush to the ice cream shop. My grandparents, poor them, struggled to keep up with me!
Unfortunately, many children did not have and do not have this luck.This article is about an Italian association that donates ice cream to less fortunate children. Enjoy, Mirella
 
p.s. Stay tuned next week for the the second part of  how to use “potere

 

Not Only an Ice Cream but a Taste of Love

di Linda  Cooper, 30 luglio 2018

A quale bambino non piace il gelato?  Per molti bambini è il cibo più squisito – perfetto in una calda giornata estiva! Ma per alcuni bambini è una gioia della quale devono fare a meno perché le loro famiglie non possono permetterselo.  Ma adesso, grazie a Salvamamme, un’associazione che aiuta le famiglie in situazioni difficili, questi bambini, meno fortunati, possono godersi un cono gustoso e rinfrescante.

What child doesn’t like ice cream? For many children it is the most scrumptious  food – perfect on a hot sunny day! But for some children it is a joy they must do without because their families are not able to pay for it.  But now, thanks to Salvamamme, an association that helps families in difficult situations, these less fortunate children can enjoy a tasty, refreshing cone.

Salvamamme è nata quasi venti anni fa.  L’associazione risponde ai bisogni delle famiglie in crisi, intervenendo nei momenti cruciali e offrendo aiuto alle donne vittime di violenza. Per saperne di più su Salvamamme, vai al sito www.salvamamme.it.

Almost 20 years ago, Salvamamme was born.  The association responds to the needs of families in crisis, intervening in crucial times and offering help to women victims of violence.  To learn more about Salvamamme, go to the website www.salvamamme.it.

Nel 2015 Salvamamme ha avuto un’altra buon’idea.  Sapeva che in estate, quando fa caldissimo, ci sono tanti bambini che chiedono ai genitori, “Posso avere del gelato?” Sfortunatamente, molte di queste famiglie, in una difficile situazione economica, non hanno i soldi per comprare un cono.  Che delusione!

In 2015 Salvamamme had another good idea.  They knew that in the summer, when it is very warm, there were many children that would ask their parents, “Can I have some ice cream?”  Unfortunately, many of these families, in a difficult economic situation, did not have the money to buy a cone. What a disappointment!

L’idea geniale si basa su un’antica tradizione napoletana che si chiama “caffè sospeso” che significa un caffè in attesa. Dopo la seconda guerra mondiale, per esprimere solidarietà con quelli meno fortunati, quando una persona andava al bar a bere un caffè, ne pagava due e lasciava il secondo in “sospeso” per una persona che non aveva la  possibilità di pagarlo. Quest’usanza si è diffusa attraverso l’Italia ed oggi è possibile regalare un caffè in molti bar italiani.

The brilliant idea is based on an ancient Neapolitan tradition that is called “caffè sospeso”which means “coffee in waiting.”  After the Second World War, in order to express solidarity with those less fortunate, when a person went to the bar to have coffee, they would pay for two of them and would leave the second in “sospeso” for a person without the ability to pay for it.  This custom spread across Italy and today it is possible to gift a coffee in many Italian bars.

E quindi è nata l’idea del gelato “sospeso”.  Oggigiorno dal 1 giugno fino al 31 ottobre, quando compri un gelato per te o per i tuoi bambini, puoi lasciarne uno in “sospeso” per un bambino meno fortunato.  Sul bancone della gelateria c’è un vaso di vetro dove puoi lasciare l’offerta. Accanto al vaso c’è una locandina che dice, “Noi aderiamo alla campagna gelato sospeso.  Lascia pagato a un bambino un gelato.” Sono tantissime gelaterie in tutte le regioni italiane che partecipano a questo progetto generoso. Dal 2015 al 2017 sono stati donati più di 100.000 gelati!

And so the idea of ice cream “sospeso” was born.  Nowadays from June 1 until the 31st of October, when you buy an ice cream for yourself or for your children, you can leave one in “sospeso” for a child less fortunate.  On the counter of the ice cream shop there is a glass jar where you can leave the offering. Next to the jar there is a little poster that says, “We enroll in the ‘gelato sospeso’ campaign. Leave an ice cream paid for, for a child.” There are a great many ice cream shops in all the Italian regions that participate in this generous project.  From 2015 to 2017 more than 100,000 ice creams have been donated!

Se vai in Italia quest’estate e hai voglia di un gelato, fai attenzione a questi vasi trasparenti.  È un’opportunità di donare un gelato, ma anche un sorriso. Troverai le gelaterie aderenti al progetto al sito www.gelatosospeso.it  Ci vuole poco per rendere felice un bambino e scommetto che ti sentirai molto felice, anche tu.

If you are going to Italy this summer and you have the desire for an ice cream, look for these transparent jars.  It is an opportunity to donate an ice cream but also a smile. You will find the ice cream shops that are enrolled in the project at the site www.gelatosospeso.it.  It doesn’t take much to make a child happy and I will bet that you too will feel very happy!

Condividi quest’articolo con i tuoi amici così la prossima volta che andranno in Italia anche loro potranno regalare un gelato sospeso!

Share this article with friends so the next time they go to Italy they can donate un gelato sospeso!

*Le informazioni in quest’articolo sono state raccolte dal podcast “Al dente 138 (20 luglio 2018) e dal sito www.gelatosospeso.it


About the author:
Linda Caprio Cooper is an Italian-american with a great passion for her Italian heritage who has been studying Italian with Mirella for over 2 years. She enjoys writing short stories in Italian and exploring the Italian language and culture.

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