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10 proverbi italiani di luglio

Ten Italian proverbs for July


(English follows)

Sapevate che gli antichi Romani hanno dedicato il mese di luglio a Giove per l’abbondanza di frutta, verdura e cibo?

E inoltre il nome luglio, “Iulius” in latino, deriva da Giulio Cesare essendo nato intorno alla metà del mese di luglio dell’anno 101 a.C. Prima di essere dedicato al primo imperatore romano da Marco Antonio, questo bel mese estivo si chiamava “Quintilis”, poiché era il quinto mese dell’anno nel calendario di Romolo.

Non c’è da stupirsi che luglio abbia tanti detti e proverbi sopratutto legati all’agricoltura e alla saggezza dei nostri antenati. Vediamone insieme dieci. Nel video ho incluso brevi clip di undici magnifiche località italiane.

Guarda il video:

Quando luglio è molto caldo, bevi molto e tienti saldo.

significato: Fa caldissimo a luglio sia di notte che di giorno, quindi idratarsi e stare al fresco e indispensabile!

Quando piove a luglio, ti viene il batticuore.

significato: Le piogge esaltano i profumi e la natura tutta attorno risvegliando i nostri sensi e i nostri cuori.

Se luglio gran calura, a gennaio gran freddura. 

significato: Se fa molto caldo a luglio si prevede un gennaio molto freddo.

Il mattino scuro di luglio non significa brutta giornata. 

significato: Anche se la giornata inizia nuvolosa è molto probabile che il sole spunterà.

Luglio con sacco e staio – porta i chicchi nel granaio.

significato: Nel mese della mietitura il sacco si riempie di chicchi di grano.

Di luglio il temporale, dura poco e non fa male.

significato: A luglio i temporali vanno e vengono senza danni.

Non far tempeste, Luglio mio, sennò il mio vino addio.

significato: Le tempeste non fanno bene al raccolto che non riempiono le ceste d’uva.

Chi vuole un buon rapuglio, lo semini in luglio.

significato: Chi vuole ottenere un’ottima coltivazione di rape è bene che faccia la semina in luglio.

Con luglio soleggiato il vino è assicurato.

significato: Un cielo soleggiato fa crescere l’uva in abbondanza.

Luglio poltrone, porta la zucca col melone.

significato: L’essenza del mese di luglio è racchiusa in questo proverbio, perché è un mese generoso di frutta e finalmente di meritato riposo.


English version

Did you know that the ancient Romans dedicated the month of July to Jupiter for its abundance of fruit, vegetables and food?

And furthermore the name July, “Iulius” in Latin, derives from Julius Caesar having been born around the middle of July in the year 101 BC. Before being dedicated to the first Roman emperor by Mark Antony, this beautiful summer month was called “Quintilis”, since it was the fifth (quinto) month of the year in Romulus’ calendar.

It is no wonder that July has so many sayings and proverbs especially related to agriculture and the wisdom of our ancestors. In the video I included short clips of eleven magnificent Italian locations.

Quando luglio è molto caldo, bevi molto e tienti saldo.
– When July is very hot, drink a lot and hold your ground.
meaning: It’s very hot in July both at night and during the day, so hydrating and staying cool is essential!

Quando piove a luglio, ti viene il batticuore.
– Rain in July makes your heart beat.
meaning: The rains enhance the scents and nature all around, awakening our senses and our hearts.

Se Luglio gran calura, a Gennaio gran freddura. 
– If July is very hot, January is very cold.
meaning: If it is very hot in July, a very cold January is expected.

Il mattino scuro di luglio non significa brutta giornata. 
– The dark morning of July does not imply a bad day.
meaning: Even if the day starts cloudy it is very likely that the sun will come out.

Luglio con sacco e staio – porta i chicchi nel granaio.
– July with sack and bushel – take the grains to the barn.
meaning:In the month of harvest the sack is filled with wheat grains.

Di luglio il temporale, dura poco e non fa male.
– The storm in July is short time and causes no damage.
meaning: In July, storms come and go without damage.

Non far tempeste, Luglio mio, sennò il mio vino addio.
– Don’t make storms, my July, otherwise to my wine I’ll say goodbye.
meaning: Storms are not good for the harvest as they do not fill the baskets with grapes.

Chi vuole un buon rapuglio, lo semini in luglio.
– Those who want a good turnip crop should sow it in July.
meaning: Those who want to obtain an excellent cultivation of turnips should sow in July.

Con luglio soleggiato il vino è assicurato.
– With sunny July, wine is guaranteed;
meaning: A sunny sky makes grapes grow in abundance.

Luglio poltrone, porta la zucca col melone.
– Lazy July, brings pumpkins and melons.
meaning: The essence of the month of July is contained in this proverb, because it is a generous month of fruit and finally of well-deserved rest

Il fornaio celiaco del Rinascimento | Un racconto italiano

The celiac baker of the Renaissance| An Italian short story

(English follows)

Nell’incantevole città di Firenze, nell’italia del XVI secolo, viveva un talentuoso fornaio di nome Lapo. Era rinomato per il suo delizioso pane, le paste e tutti i suoi prodotti da forno che riempivano l’aria di aromi invitanti. Da ragazzo, Lapo aveva sempre amato cucinare insieme al padre, proprietario di un piccolo forno nel cuore di Firenze, e crescendo si appassionò sempre più all’arte della panificazione, sperimentando nuove ricette e tecniche.

Ma i fiorentini non sapevano che Lapo soffriva di una misteriosa malattia nota come celiachia. A quei tempi la conoscenza del glutine e dei suoi effetti sull’organismo era limitata e la condizione di Lapo veniva spesso sottovalutata dai suoi colleghi fornai. Il ventre gli faceva male e si gonfiava dopo aver consumato anche la più piccola quantità di grano, orzo o segale.

I sintomi della malattia tra cui febbri ed emicranie erano debilitanti, comunque nonostante le sue difficoltà, Lapo rifiutò di rinunciare alla sua passione per la panificazione. Sperimentò farine alternative, come il riso e la farina di granoturco, il miglio e la farina di ceci, tuttavia non avevano la stessa consistenza né il sapore del grano. I suoi genitori erano preoccupati per la sua salute e lo spingevano ad abbandonare il suo sogno di diventare fornaio. Malgrado ciò Lapo era determinato a seguire il suo sogno di diventare il miglior fornaio di Firenze.

Un giorno, mentre si cimentava con farine varie, Lapo scoprì che la farina di avena e la farina di grano saraceno non solo erano prive di glutine ma producevano anche un’ottima consistenza ed erano gustose.

Dopo mesi di tentativi ed errori, Lapo finalmente perfezionò le sue ricette utilizzando una combinazione di farine senza glutine. I suoi prodotti da forno erano deliziosi e sicuri da consumare. La notizia delle sue creazioni senza glutine si diffuse rapidamente in tutta Firenze e presto la gente si accalcò nel suo forno per assaggiare le sue prelibatezze.

I suoi pani, fragranti di erbe aromatiche, e decorati con motivi intricati, erano diversi da qualsiasi cosa mai assaggiata prima. L’inebriante profumo dei biscotti appena sfornati attirava anche i palati più esigenti.

Iniziò a fornire pane e maccheroni senza glutine a trattorie e conventi, contentando il crescente numero di persone con restrizioni dietetiche. I cittadini si meravigliarono del fatto che le creazioni di Lapo fossero non solo deliziose bensì soprattutto nutrienti per coloro che prima non avevano potuto godere di tali delizie. Infatti il grano saraceno e l’avena godevano di un eccellente profilo nutrizionale 

Lapo si guadagnò la lode e l’ammirazione dello stesso Duca di Firenze che si accorse della sua ingegnosità e lo invitò a diventare il fornaio ufficiale della corte. Lapo era talmente grato dell’opportunità che lavorava instancabilmente per creare piatti senza glutine squisiti e unici per la corte reale. Le sue paste, tra cui i maccheroni e i vermicelli, venivano condite con uvette e il pane preparato con erbe odorifere e olive.

Siccome Lapo aveva un cuore grande, regalava ai poveri il pane che costituiva la base della loro dieta, e lo mangiavano semplicemente senza condimenti. Potevano contare sulla generosità di Lapo per avere pane ai loro funerali e ai loro matrimoni.

Con il passare degli anni il forno di Lapo divenne sinonimo di eccellenza e innovazione. Le sue creazioni erano ricercate da persone provenienti da tutta Italia, e la sua fama di maestro fornaio si diffuse in lungo e in largo persino in Europa. Nonostante le sfide che dovette affrontare a causa della celiachia, la passione di Lapo per la panificazione lo portò a creare qualcosa di veramente speciale, un’eredità che sarebbe stata ricordata dalle future generazioni di fornai che avrebbero seguito le sue orme.

E così questa storia serve a ricordarci che anche di fronte alle avversità, la determinazione e la creatività possono portare a risultati notevoli. Per Lapo, il fornaio celiaco del Rinascimento, la passione per la panificazione era diventata non solo una vocazione ma un modo per fare la differenza nella vita degli altri.

Racconto di Mirella Colalillo


Leggi il seguente articolo e scarica il PDF con il vocabolario dei cibi senza glutine:

Read the article above and download the PDF with the vocabulary of gluten-free foods

English version

In the enchanting city of Florence in 16th century Italy, there lived a talented baker named Lapo. He was renowned for his delicious breads, pastries and all his baked goods which filled the air with inviting aromas. As a boy, Lapo had always loved cooking together with his father, owner of a small bakery in the heart of Florence, and as he grew up he became increasingly passionate about the art of baking, experimenting with new recipes and techniques.

But the Florentines did not know that Lapo suffered from a mysterious disease known as celiac disease. At that time, knowledge of gluten and its effects on the body was limited and Lapo’s condition was often underestimated by his fellow bakers. His belly ached and bloated after consuming even the smallest amount of wheat, barley or rye.

The symptoms of the disease including fevers and migraines were debilitating, nonetheless despite his difficulties, Lapo refused to give up his passion for baking. He experimented with alternative flours, such as rice and corn flour, millet and chickpea flour, however they did not have the same consistency or flavor as wheat. His parents were worried about his health and urged him to abandon his dream of becoming a baker. Regardless of this Lapo was determined to follow his dream of becoming the best baker in Florence.

One day, while experimenting with various flours, Lapo discovered that oat flour and buckwheat flour were not only gluten-free but also produced an excellent texture and were tasty. After months of trial and error, Lapo finally perfected his recipes using a combination of gluten-free flours. His baked goods were delicious and safe to consume. News of his gluten-free creations quickly spread throughout Florence and soon people were flocking to his bakery to sample his delicacies.

His breads, fragrant with aromatic herbs, and decorated with intricate patterns, were unlike anything anyone had ever tasted before. The heady scent of freshly baked biscuits attracted even the most demanding palates.

He began supplying gluten-free bread and macaroni to trattorias and convents, catering to the growing number of people with dietary restrictions. The citizens were amazed at the fact that Lapo’s creations were not only delicious but above all nutritious for those who had not previously been able to enjoy such delights. In fact, buckwheat flour and oat flour provided an excellent nutritional profile

Lapo earned the praise and admiration of the Duke of Florence himself who noticed his ingenuity and invited him to become the official baker of the court. Lapo was so grateful for the opportunity that he worked tirelessly to create exquisite and unique gluten-free dishes for the royal court. His pastas including macaroni and vermicelli were seasoned with raisins and his breads prepared with odoriferous bulbs and olives.

Since Lapo had a big heart, he gave bread to the poor which was the basis of their diet, and they ate it simply without condiments. They could count on Lapo’s generosity to provide bread for their funerals and weddings.

Over the years, Lapo’s bakery became synonymous with excellence and innovation. His creations were sought after by people from all over Italy, and his fame as a master baker spread far and wide even into Europe. Despite the challenges he faced due to celiac disease, Lapo’s passion for bread making led him to create something truly special, a legacy that would be remembered by future generations of bakers who would follow in his footsteps.

And so this story serves to remind us that even in the face of adversity, determination and creativity can lead to remarkable results. For Lapo, the celiac baker of the Renaissance, the passion for baking had become not only a vocation but a way to make a difference in the lives of others.

Story by Mirella Colalillo


I Vini italiani |Storia e Cultura

Italian wines | History and culture

(English follows)

Articolo scritto in italiano da Gregory Graybill, studioso del vino e dell’italiano. Redatto in italiano e tradotto in inglese da Mirella Colalillo.


Il vino ha avuto un ruolo importante nella cucina italiana e nello sviluppo culinario, infatti la storia della coltivazione e la produzione del vino è cominciata prima dei tempi romani. La formazione della civiltà si è sempre basata sull’agricultura. Il vino soprattutto, era forse l’elemento più utile della trinità dell’agricultura, grano, ulivi e vino, almeno nel mondo antico
del sud europa.
Salmo 104:15: il vino che allieta il cuore dell’uomo, l’olio che fa risplendere il suo volto e il pane che sostiene il suo cuore.

Il vino ha permesso alla gente antica di immagazzinare calorie per l’inverno. Ma anche dobbiamo ammettere che il vino offriva effetti collaterali deliziosi e divertenti durante le lunghe notti.

È particolarmente interessante che in Italia ci siano più o meno 3,000 varietà di vitigni quando invece consideriamo che ci sono circa 6,000 in tutto il mondo. Perché è importante questo fatto? Secondo me, rappresenta l’importanza per tutto il tempo dello sviluppo dei vigneti selezionati per essere più adatti a condizioni climatiche e territoriali specifiche, parte arte e parte scienza, per produrre un prodotto meraviglioso. Il processo è perso nella storia, ma oggi
il risultato finale rimane come antiche rovine romane non costruite di pietra.

Una persona impazzirebbe cercando di conoscere tutti i vini d’Italia. Ma ho cercato di scoprire il più possibile durante le mie vacanze in Italia. Parlerò solo delle regioni vinicole che ho visitato. Tutti conoscono il Chianti e gli altri famosi vini come il Brunello, il Nebiolo, il Barolo. In contrasto voglio parlare di quelli sconosciuti.

Comincio con Lacrima Christi del Vesuvio. Che cos’è un nome? Questi vitigni crescono in terreno vulcanico ed ostile, quasi solo ghiaia, sotto lo sguardo del Vesuvio. Il godimento del vino è ancora maggiore a causa della difficoltà di coltivazione. È un posto antico. Altresì in Campania c’è Aglianico di Irpina sulle montagne. L’uva Aglianico produce un vino ricco in quasi
tutto il sud. Lo adoro molto.

Adesso parliamo della Puglia. Il mondo dei vini in Pugila è diverso e speciale, come la storia degli ulivi secolari. Il Primitivo di Manduria è incredibile però non è famoso. Se fosse possibile bere un solo vino, questa sarebbe la mia scelta. Non vale la pena includere il paese di Manduria
durante un grande tour d’Italia per la maggioranza, ma ha un valore storico come parte della Magna Grecia. Il terreno è pianeggiante, ma le belle spiagge vicine si ricordano i Caraibi. Le uve maturano al sole brillante e raffreddate dal mare e producendo un vino ad alto contenuto alcolico e molto fruttato. Più a sud in Puglia, in Salento, a Guagnano si incontra il Negroamaro.
Il vino è scuro, audace, e anche forse sottovalutato. Gli amanti del vino dovrebbero visitare la Puglia.

San Gimignano attrae un sacco di turisti, come in tutta la Toscana dove i vini rossi sono più famosi e comuni. Comunque La Vernaccia di San Gimignano, un vino bianco, ha origini di più o meno 800 anni fa. La Vernaccia viene menzionata da Dante nel “Purgatorio”. Nell’anno 1960, è stato il primo vino ad ottenere il DOC e poi il DOCG. Le colline offrono un meraviglioso viaggio
nel paese dove non ci sono troppo turisti. La Vernaccia è un vino refrescante, un po’ acido ed amaro. Ma ci sono ancora altri posti non menzionati qui.

Tutte le tradizioni enogastronomiche d’Italia nascono da una base di ingredienti artigianali: formaggi, salame, olio, vino, ecc. Raccontano tutti una storia di un tempo e di un luogo.
Contengono tanto patrimonio quanto il Colosseo o il Vaticano. Dunque, quando si va in Italia consiglio una visita delle cantine, dei frantoi o dei caseifici. Ho trovato che la maggior parte delle persone in paese è felice di vedere i turisti, forse perché non ce ne sono molti. È possibile soggiornare in una Masseria o Azienda in una zona vinicola per avere un senso del posto. Dopo, si torna a casa, quando degustate un vino magari sarete trasportati con il suo sapore e odore. In questo modo, il vino può essere un ricordo del tuo viaggio, e dei bei momenti. Con un calice di vino sarai più felice.

Gregory Graybill
L’autore è nato in California, cresciuto durante il periodo in cui la California stava diventando una famosa regione vinicola. All’università ha studiato biochimica e biologia moleculare maturando un interesse per la produzione di vino. Nel tempo libero ha viaggiato nelle aree vinicole della California, e poi in altri Stati. Ha conseguito i certificati in viticoltura ed enologia. Ha iniziato a viaggiare in Europa nelle regioni vinicole in Spagna, Francia, Germania, Grecia e Italia, dove è andato quattro volte. L’amore per i vini italiani è diventato un motivo importante per andarci, per vedere, annusare e toccare la terra, e per incontrare le persone che sono i custodi delle viti e del vino diventando cosi un conoscitore dei vini d’Italia.
Canale YouTube:https://www.youtube.com/@gregthewinetraveler3946


(English version)

Article written in Italian by Gregory Graybill, wine and Italian scholar Edited in Italian and translated into English by Mirella Colalillo.

Wine has played an important role in Italian cuisine and culinary development, in fact the history of cultivation and production of wine began before Roman times. The formation of civilization has always been based on agriculture. Above all, wine was perhaps the most useful element of the trinity of agriculture: wheat, olive trees and wine, at least in the ancient world of southern Europe.
Psalm 104:15: Wine that gladdens a man’s heart, oil that makes his face shine, and bread that sustains his heart.

Wine allowed ancient people to store calories for the winter. But also we must admit that wine offered delicious and enjoyable side effects during the long nights.

It is particularly interesting that there are more or less 3,000 varieties of grape varieties in Italy when we consider that there are about 6,000 worldwide. Why is this fact important? In my opinion, it represents the importance all along of the development of vineyards selected to be best suited to specific climatic and territorial conditions, part art and part science, to produce a wonderful product. The process is lost in history, but today the end result remains as ancient Roman ruins not built of stone.

A person would go crazy trying to know all the wines of Italy. But I tried to discover as much as I could during my vacation in Italy. I will only talk about the wine regions I visited. Everyone knows Chianti and the other famous wines such as Brunello, Nebiolo, and Barolo. In contrast I want to talk about the unknown ones.

I’ll start with Lacrima Christi del Vesuvio. What is this, a name? These vines grow in volcanic and hostile soil, almost only gravel, under the gaze of Vesuvius. The enjoyment of the wine is even greater because of the difficulty of cultivation. It is an ancient place. Also in Campania there is Aglianico di Irpina in the mountains. The Aglianico grape produces a rich wine in almost
the whole south. I love it very much.

Now let’s talk about Puglia. The world of wines in Pugila is different and special, like the history of centuries-old olive trees. Primitivo di Manduria is incredible, however it is not famous. If it were possible to drink only one wine, this would be my choice. It is not worth including the town of Manduria
during a grand tour of Italy for the majority, but it has historical value as part of Magna Graecia. The terrain is flat, but the beautiful beaches nearby are reminiscent of the Caribbean. The grapes ripen in brilliant sunshine and cooled by the sea, producing a high-alcohol, very fruity wine. Further south in Puglia, in Salento, Negroamaro is found in Guagnano. The wine is dark, bold, and even perhaps underrated. Wine lovers should visit Puglia.

San Gimignano attracts a lot of tourists, as in all of Tuscany where red wines are more famous and common. However Vernaccia di San Gimignano, a white wine, dates back to more or less 800 years ago. Vernaccia is mentioned by Dante in “Purgatorio.” In the year 1960, it was the first wine to obtain DOC and then DOCG status. The hills offer a wonderful journey in the country where there are not too many tourists. Vernaccia is a refreshing wine, a little sour and bitter. But there are still other places not mentioned here.

All of Italy’s food and wine traditions stem from a base of artisanal ingredients: cheese, salami, oil, wine, etc. They all tell a story of a time and place.
They contain as much heritage as the Colosseum or the Vatican. So, when you go to Italy I recommend a visit to wineries, oil mills or dairies. I have found that most people in the village are happy to see tourists, perhaps because there are not many of them. You can stay in a Masseria or Azienda in a wine area to get a sense of place. Later, when you go back home, you’ll taste a wine and maybe you will be transported with its taste and smell. In this way, the wine can be a reminder of your journey, and of the good times. With a glass of wine you will be happier.

Gregory Graybill
The author was born in California, and grew up during the time when California was becoming a famous wine region. In college he studied biochemistry and molecular biology while developing an interest in wine production. In his spare time he traveled to the Californian wine areas, and then to other States. He earned certificates in viticulture and enology. He began traveling in Europe to wine regions in Spain, France, Germany, Greece and Italy, where he went four times. His love for Italian wines became an important reason to go there, to see, smell and touch the land, and to meet the people who are the keepers of the vines and wine, thus becoming a connoisseur of the wines of Italy.
YouTube Channel: https://www.youtube.com/@gregthewinetraveler3946

How to say delicious in Italian – 16 words and phrases

16 parole e frasi per dire buonissimo in italiano

Sai, che il proverbio “De gustibus non disputandum est” – Sui gusti non si discute, è uno dei più utilizzati dagli italiani? E comunque non viene utilizzato solo riguardo al cibo, bensi anche per ogni altro tipo di gusto: musica, moda, genere letterario ecc.
Nell’articolo di questa settimana però restiamo nel campo del cibo e vediamo tutti i modi per dire “buonissimo” in italiano.

Le parole e le espressioni non mancano, come puoi immaginare! Parlare di buon cibo a livello gustativo e olfattivo fa parte dell’italianità!

RICORDA: gli aggettivi si concordano con il genere e numero del sostantivo. Per esempio:
Buono – maschile singolare
Buona – femminile singolare
Buoni – maschile plurale
Buone – femminile plurale

Do you know that the proverb “De gustibus non disputandum est”/ Sui gusti non si discute (there’s no accounting for taste) is one of the most used by Italians? And in any case it is not only used for food, but also for any other type of taste: music, fashion, literary genre, etc.
In this week’s article, however, we remain in the field of food and look intl all the ways to say “very good” in Italian.
There is no shortage of words and expressions, as you can imagine! Speaking of good food on a gustatory and olfactory level is part of being Italian!

REMEMBER: adjectives agree with the gender and number of the noun. For instance:
Buono – masculine singular
Buona – feminine singular
Buoni – masculine plural
Buone – feminine plural

Buonissimo / very good

Buono diventa un superlativo assoluto “buonissimo” quando dire buono proprio non basta!

Good becomes an absolute superlative “Buonissimo”/ “very good” when saying “buono” is just not enough!

  • E’ buonissima questa pasta al pesto!This pasta al pesto is very good!

Delizioso / delicious

Ecco una espressione che ha non solo il significato di “buonissimo”, ma pochi stranieri sanno che si può usare in altri contesti con il significato di carino, simpatico. Riferendosi per esempio a “una persona deliziosa” o a “un regalo delizioso”.

Here is an expression that not only has the meaning of “very good”, but few foreigners know that it can be used in other contexts with the meaning of delightful, charming. Referring for example to “a charming person” or “a delightful gift”.

  • Tutte le pizze del ristorante erano deliziose.All the pizzas at the restaurant were delicious!
  • Abbiamo conosciuto una deliziosa famiglia siciliana.We met a charming Sicilian family.

Che delizia / what a delight

In questo caso però la parola “delizia”, il sostantivo de cui deriva l’aggettivo delizioso, si riferisce solo al cibo.

In this case, however, the word “delizia”, the noun from which the adjective “delizioso” derives from, refers only to food.

  • Che delizia questo rustico agli spinaci!What a delight this spinach savory cake is!

Che buono / so good

Questa è sicuramente l’esclamazione più popolare: “Che buono” o semplicemente, “buono! A volte si tende ad allungare il suono della “o” alla fine in conseguenza al gusto della pietanza particolarmente apprezzata!

This is surely the most popular exclamation: “Che buono”/”So good” or simply, “Buono”/ “good! Sometimes there is a tendency to lengthen the sound of the “o” at the end as a result of the taste of the dish which is particularly appreciated!

  • Che buoni questi biscotti appena sfornati! These freshly baked cookies are so good!

Squisito / Exquisite

Come alternativa a “buonissimo” puoi anche dire “Squisito”.

As an alternative to “buonissimo” you can also say “Squisito” / Exquisite”.

  • La cena che hai preparato era squisita. – The dinner you cooked was exquisite.

Che bontà / So good

Se non vuoi ripeterti tropp dicendo “che buono” , prova invece a dire “Che bontà”/so good.

If you don’t want to repeat yourself too many times saying “che buono”, try saying instead “Che bontà” / “so good”.

  • Ma che bontà queste albicocche del tuo giardino. / These apricots from your garden are so good.

Che prelibatezza / What a delicacy

Dalla parola prelibato, nasce l’espressione “Che prelibatezza” / “What a delicacy”.

From the word “prelibato”/”delicious”, comes the expression”Che prelibatezza” / “What a delicacy”.

  • Che prelibatezza questa zuppa di legumi! / What a delicacy this legume soup!

Ottimo / Really good

Tra “buono” e “squisito” troviamo “Ottimo” / “Really good”

Between “buono” and “squisito” we find “Ottimo” / “Really good”.

  • Ottima la conserva di pomodoro di quest’anno! – This year’s tomato preserve is really good!

Eccellente / Excellent

Forse meno usata rispetto alle altre parole, ma “Eccellente” / “Excellent” ha il di sicuro il suo posto a tavola!

Perhaps less used than the other words, but “Eccellente” / “Excellent” certainly has its place at the table!

  • Abbiamo gustato un eccellente vino d’annata. / We tasted an excellent vintage wine.

Spettacolare / Spectacular

Se vuoi fare un complimento esagerato…

If you want to give an exaggerated compliment …

  • Questo risotto è più che buono. È spettacolare! – This pizza is more than good. It’s spectacular!

Gustoso – Saporito / Full of flavor-Tasty

Per dire che una cosa è ricca di sapore, si usano gli aggettivi “gustoso”/”saporito”, “tasty.

To say that something is rich in flavor, the adjectives “gustoso”/”saporito”, “tasty” are used.

  • I crostini dell’antipasto erano gustosi. / The crostini on the appetizer were tasty.

Invitante – allettante / tempting – inviting

Queste due parole si possono applicare al cibo, ma anche ad altre cose che ci tentano.

These two words can be applied to food, but also to other things that tempt us.

  • Il profumo del forno è molto invitante. / The smell of the bakery is very inviting.

Uno tira l’altro / moreish

A chi non capita di non riuscire a smettere di mangiare una cosa troppo buona!

Who doesn’t find themselves be unable to stop eating something that is too good!

  • Questi cioccolatini sono talmente buoni che uno tira l’altro! / These chocolates are so good that they are moreish!

Fa venire l’acquolina in bocca / It is mouth-watering

Un odore invitante o la vista di una cosa buonissima da mangiare “Fa venire l’acquolina in bocca” / “Is mouth-watering”.

  • Il profumo delle lasagne fa venire l’acquolina in bocca. / The smell of the lasagna is mouth-watering.

  • Non formali / non-formal:

Da leccarsi i baffi / It is mouth-watering

  • Gli spaghetti alle melanzane sono da leccarsi i baffi! / The spaghetti with eggplant are mouth-watering!

È buono: da morire – da urlo – impazzire /
It’s to die for – It’s crazy good

  • Ti assicuro che gli arancini sono da urlo! / I assure you that the arancini are to die for!

È da sbavo / It’s To drool for

Un’espressione non proprio adatta ad eventi formali ed eleganti! È sicuramente molto più usato tra i più giovani.

An expression not really suitable for formal and elegant events! It is certainly much more commonly used among the younger ones.

  • Ho mangiato un pasticcino alla crema da sbavo! I ate a cream pastry to drool for!

Fammi sapere nei commenti quale parole o espressione usi o userai!

Let me know in the comments which words or expressions you use or will use!

Top Italian articles of the year | Gli articoli migliori dell’anno

Nel 2021 abbiamo esplorato la lingua italiana, ma anche dei gioielli culturali.
In 2021 we explored the Italian language, but also some cultural jewels.

“Domus volusi fausti”, una scritta davanti a una casa tra le rovine di Pompei –
“I wanted a happy home”, a sign in front of a house in the ruins of Pompeii.

Rintracciamo il percorso fatto insieme quest’anno attraverso la bellissima lingua italiana, la magica cultura, l’infinito vocabolario e, dulcis in fundo, i viaggi nella magnifica terra italiana.

Quale ti è piaciuto di piu?

Let’s trace the journey made together this year through the beautiful Italian language, the magical culture, the infinite vocabulary and, last but not least, traveling to the magnificent Italian land.
Which one did you like the most?

Viaggiare in Italia

Un viaggio virtuale in Campania
– A virtual trip in Campania
Un viaggio virtuale in Trentino-Alto Adige
A virtual trip in Trentino-Alto Adige
Soggiorno gratis a Macchiagodena, Molise, in cambio di un libro
– Free stay in exchange for a book in Macchiagodena, in Molise
10 Castelli Italiani – Storia e fascino
– 10 Italian Castles – History and charm
Villaggi intelligenti
– Smart Villages
Alitalia, l’ultimo volo – economia e storia
– Alitalia, the last flight – Economics and history

Lingua italiana

Scioglilingua basati su una simmetria della frase
– Italian tongue twisters based on sentence symmetry
5 attività per l’ascolto e la pronuncia
– 5 Italian activities for listening and pronunciation
10 Canzoni per praticare l’italiano
– 10 songs to practice Italian
Come usare il futuro anteriore
– How to use futuro anteriore / the future perfect
Come usare ce l’ho – How to use ce l’ho
Come usare l’imperetto prospettivo
– How to use the imperfetto prospettivo
Come usare CI e NE con il verbo PENSARE
– How to use CI and NE with the verb PENSARE

Vocabolario italiano

Come usare le interiezioni in italiano
– How to use interjections in italian
Non fare questi 8 errori di vocabolario italiano
– Don’t make these 8 Italian word mistakes
Impara il vocabolario dei mobili, prima parte
– Learn Italian furniture words: vocabulary list part #1
Impara il vocabolario dei mobili, seconda parte
– Learn Italian furniture words: vocabulary list part #2
La frutta secca
– Dried fruits and nuts

Cultura italiana

Celebriamo il sommo poeta- 2021 l’anno di Dante
– Celebrating the great poet – 2021 the year of Dante
Quiz su Dante e la Divina Commedia
– Quiz on Dante and the Divine Comedy
Maria Messina, la scrittrice siciliana dimenticata
– Maria Messina, the forgotten Sicilian writer
Roma e le altre quattro capitali d’Italia
– Rome and the other four capitals of Italy
Schiacciata con l’uva ricetta
– Grape pizza recipe

Dried fruits and nuts | Italian vocabulary

Una lista di frutta secca in italiano

La frutta secca è la regina della tavola d’autunno. Si usa sia in piatti salati che dolci e fa molto bene alla salute essendo ricca di nutrienti. Basta non esagerare!
Facciamo una distinzione tra due tipi di frutta secca: quella a guscio che quella essiccata.
La frutta secca a guscio include noci, mandorle, arachidi e nocciole (che, tecnicamente sono semi). Mentre troviamo nella categoria della frutta secca essiccata tutte le tipologie di frutta che subiscono un processo di essicazione naturale o indotta da speciali macchinari che tolgono del tutto l’acqua dall’alimento.

Dried fruit is the queen of the autumn table. It is used in both savory and sweet dishes and is very good for health as it is rich in nutrients. Just don’t overdo it!
We make a distinction between two types of dried fruit: nuts and dried fruit.
Nuts include walnuts, almonds, peanuts and hazelnuts (which are technically seeds). While in the dried fruit category we find all types of fruit that undergo a natural drying process or induced by special machinery that completely removes the water from the food.

Vediamo la lista completa della frutta secca/ let’s see the complete list of dried fruit:

  • Albicocca secca / dried apricots
  • Anacardio / cashew
  • Ananas secco / dried pineapple
  • Arachidi / peanut
  • Banana secca / dried banana
  • Castagna pelata secca / chestnut dried peeled
  • Ciliegia secca / dried cherry
  • Dattero secco / dried date
  • Fico secco / dried fig
  • Frutti di bosco secche (fragole, more, mirtilli, lamponi e ribes) / dried berries (stawberries, blackberries, blueberries, raspberries and currants)
  • Kiwi secco / dried kiwi
  • Mandorla / almond
  • Mango secco / dried mango
  • Mela secca / dried apple
  • Melone secco / dried melon
  • Mirtillo secco / dried blueberry
  • Nocciola / hazelnut
  • Noce / walnut
  • Noce del Brasile / Brazil nut
  • Noce di cocco / coconut
  • Noce di Macadamia / Macadamia nut
  • Noce pecan / pecan
  • Papaya secca / dried papaya
  • Pera secca / dried pear
  • Pesca secca / dried peach
  • Pinolo / pinenut
  • Pistacchio / pistachio
  • Prugna secca / dried prunes
  • Scorze di agrumi secchi / dried citrus fruit peels
  • Uva passa – uvetta / raisin
  • Zenzero secco / dried ginger

Alcune ricette con la frutta secca da provare/ some recipes with dried fruit to try:

Schiacciata con l’uva ricetta- grape pizza recipe

(English follows)

Sai che con l’uva non si fa solo il vino, ma anche un tipo pizza? Infatti la schiacciata con l’uva è una specialità Toscana. Sono golosa di dolci, quindi penso che ne sfornerò una bella quantità in questa stagione di vendemmia.

Mio padre produceva tanta uva ogni anno intorno alla nostra casa, uva bianca e rossa. Domani 6 settembre sarà il secondo compleanno che non potrò fargli gli auguri. Sono gia passati 18 mesi da quando ci ha lasciati.

La schiacciata con l’uva, dolcissima ricetta della tradizione toscana, si preparava al tempo della vendemmia, quando l’uva era matura ed abbondante e il pane si faceva rigorosamente in casa.
 
Si tratta infatti di un dolce costituito da pasta di pane lievitata, senza sale come vuole la tradizione del centro Italia, uva nera, olio d’oliva e poco zucchero, tutti prodotti legati al territorio. La pasta di pane fa da base e copertura, mentre l’uva viene messa come ripieno e in superficie: il risultato sono quindi due strati di morbida focaccia dolce e due strati di frutta, una vera delizia.

La schiaccia con l’uva è una merenda sana e golosa quanto il Castagnaccio, anch’esso di origine toscana e contadina, anche se meno famosa
 
L’uva è frutta molto preziosa per il nostro organismo: naturalmente ricca di vitamine e sali minerali, contiene anche antiossidanti. Svolge inoltre un’azione diuretica e antinfiammatoria. E poi è buonissima.

La schiaccia con l’uva quindi fa bene al corpo e allo spirito!

INGREDIENTI

  • 400 g di farina 0
  • 7 g di lievito di birra disidratato
  • 6 cucchiai di zucchero semolato
  • 4 cucchiai di olio d’oliva
  • 200 ml di acqua
  • 2 grappoli di uva nera

Come preparare la Schiacciata con l’uva

  1. Per preparare la schiacciata con l’uva fai innanzitutto sciogliere il lievito in metà dell’acqua. Metti la farina nella ciotola della planetaria, unisci il lievito e l’olio; impasta il tanto che serve ad amalgamare e aggiungi, poca alla volta, tutta o parte dell’acqua restante. Regolati in base al composto che non dovrà risultare né troppo morbido né troppo duro. Impastate per circa 15 minuti, fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Trasferiscilo in una ciotola, coprilo con pellicola alimentare e fai lievitare fino al raddoppio (ci vorranno circa 2 ore).
  2. Preleva l’impasto lievitato e rovescialo su una spianatoia infarinata. Prendine i 2/3 circa e stendilo con le mani su una teglia quadrata da 23 x 23 cm, foderata di carta forno e unta d’olio. Dovrairicoprire sia la base che parte dei bordi.
  3. Distribuisci sopra i chicchi sgranati di 1 grappolo d’uva, cospargili con 3 cucchiai di zucchero semolato e termina con un giro d’olio. Stendi con le mani, o con il mattarello, la pasta restante e copri il ripieno di frutta, sigillando bene i bordi con le dita.
  4. Distribuisci sulla superficie della pasta gli acini del grappolo d’uva restante, cospargi con i rimanenti 3 cucchiai di zucchero e un filo d’olio. Passa nel forno già caldo a 190° e fai cuocere per 45-50 minuti o comunque fino a doratura. Sforna la schiacciata con l’uva e falla raffreddare completamente prima di servirla. Buon appetito!

(English version)
Do you know that grapes are not used only to make wine, but also a type of pizza? In fact, la schiacciata con l’uva (grape pizza) is a Tuscan specialty. I have a sweet tooth, so I think I’ll be churning out a fair amount this harvest season.

My father produced a lot of grapes every year around our home, white and red grapes.

Tomorrow, September 6 will be the second birthday that I will not be able to wish him a happy birthday. It’s already been 18 months since he left us.

La schiacciata con l’uva, this sweet recipe of the Tuscan tradition, used to be prepared during harvest, when the grapes were ripe and plentiful and bread was strictly homemade.

It is in fact a dessert consisting of leavened bread dough, without salt as the tradition of central Italy dictates, black grapes, olive oil and a little sugar, all products linked to the territory. The bread dough acts as a base and cover, while the grapes are placed as a filling and on the surface: the result is therefore two layers of soft sweet focaccia and two layers of fruit, a real delight.

The schiaccia con l’uva is a healthy and delicious snack as the Castagnaccio, also of Tuscan and peasant origin, although less famous.

Grapes are a very precious fruit for our body: naturally rich in vitamins and minerals, they also contain antioxidants. They also have a diuretic and anti-inflammatory effect. And of course are very good.

La schiaccia con l’uva is therefore good for the body and spirit!

INGREDIENTS:

400 g of flour O
7 g of dehydrated brewer’s yeast
6 tablespoons of granulated sugar
4 tablespoons of olive oil
200 ml of water
2 bunches of black grapes

How to prepare La schiacciata con l’uva

  1. To prepare la schiacciata con l’uva, first dissolve the yeast in half of the water. Put the flour in the bowl, add the yeast and the oil; knead as much as needed and add, little by little, all or part of the remaining water. Adjusted according to the compound that should not be too soft nor too hard. Knead for about 15 minutes, until the mixture is smooth and elastic. Transfer it to a bowl, cover it with cling film and let it rise until doubled (it will take about 2 hours).
  2. Take the leavened dough and turn it over onto a floured pastry board. Take about 2/3 of it and spread it with your hands on a square pan measuring 23 x 23 cm, lined with parchment paper and greased with oil. You will need to cover both the base and part of the edges.
  3. Spread the grains free of seeds of 1 bunch of grapes over it, sprinkle with 3 tablespoons of granulated sugar and finish with a drizzle of oil. Roll out the remaining dough with your hands or with a rolling pin and cover the fruit filling, sealing the edges well with your fingers.
  4. Spread the remaining grapes on the surface of the dough, sprinkle with the remaining 3 tablespoons of sugar and a drizzle of oil. Put it in the preheated oven at 190 ° and cook for 45-50 minutes or in any case until golden brown. Remove la schiacciata/ flatbread and let it cool completely before serving.

    Buon appetito!

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