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10 proverbi italiani di luglio

Ten Italian proverbs for July


(English follows)

Sapevate che gli antichi Romani hanno dedicato il mese di luglio a Giove per l’abbondanza di frutta, verdura e cibo?

E inoltre il nome luglio, “Iulius” in latino, deriva da Giulio Cesare essendo nato intorno alla metà del mese di luglio dell’anno 101 a.C. Prima di essere dedicato al primo imperatore romano da Marco Antonio, questo bel mese estivo si chiamava “Quintilis”, poiché era il quinto mese dell’anno nel calendario di Romolo.

Non c’è da stupirsi che luglio abbia tanti detti e proverbi sopratutto legati all’agricoltura e alla saggezza dei nostri antenati. Vediamone insieme dieci. Nel video ho incluso brevi clip di undici magnifiche località italiane.

Guarda il video:

Quando luglio è molto caldo, bevi molto e tienti saldo.

significato: Fa caldissimo a luglio sia di notte che di giorno, quindi idratarsi e stare al fresco e indispensabile!

Quando piove a luglio, ti viene il batticuore.

significato: Le piogge esaltano i profumi e la natura tutta attorno risvegliando i nostri sensi e i nostri cuori.

Se luglio gran calura, a gennaio gran freddura. 

significato: Se fa molto caldo a luglio si prevede un gennaio molto freddo.

Il mattino scuro di luglio non significa brutta giornata. 

significato: Anche se la giornata inizia nuvolosa è molto probabile che il sole spunterà.

Luglio con sacco e staio – porta i chicchi nel granaio.

significato: Nel mese della mietitura il sacco si riempie di chicchi di grano.

Di luglio il temporale, dura poco e non fa male.

significato: A luglio i temporali vanno e vengono senza danni.

Non far tempeste, Luglio mio, sennò il mio vino addio.

significato: Le tempeste non fanno bene al raccolto che non riempiono le ceste d’uva.

Chi vuole un buon rapuglio, lo semini in luglio.

significato: Chi vuole ottenere un’ottima coltivazione di rape è bene che faccia la semina in luglio.

Con luglio soleggiato il vino è assicurato.

significato: Un cielo soleggiato fa crescere l’uva in abbondanza.

Luglio poltrone, porta la zucca col melone.

significato: L’essenza del mese di luglio è racchiusa in questo proverbio, perché è un mese generoso di frutta e finalmente di meritato riposo.


English version

Did you know that the ancient Romans dedicated the month of July to Jupiter for its abundance of fruit, vegetables and food?

And furthermore the name July, “Iulius” in Latin, derives from Julius Caesar having been born around the middle of July in the year 101 BC. Before being dedicated to the first Roman emperor by Mark Antony, this beautiful summer month was called “Quintilis”, since it was the fifth (quinto) month of the year in Romulus’ calendar.

It is no wonder that July has so many sayings and proverbs especially related to agriculture and the wisdom of our ancestors. In the video I included short clips of eleven magnificent Italian locations.

Quando luglio è molto caldo, bevi molto e tienti saldo.
– When July is very hot, drink a lot and hold your ground.
meaning: It’s very hot in July both at night and during the day, so hydrating and staying cool is essential!

Quando piove a luglio, ti viene il batticuore.
– Rain in July makes your heart beat.
meaning: The rains enhance the scents and nature all around, awakening our senses and our hearts.

Se Luglio gran calura, a Gennaio gran freddura. 
– If July is very hot, January is very cold.
meaning: If it is very hot in July, a very cold January is expected.

Il mattino scuro di luglio non significa brutta giornata. 
– The dark morning of July does not imply a bad day.
meaning: Even if the day starts cloudy it is very likely that the sun will come out.

Luglio con sacco e staio – porta i chicchi nel granaio.
– July with sack and bushel – take the grains to the barn.
meaning:In the month of harvest the sack is filled with wheat grains.

Di luglio il temporale, dura poco e non fa male.
– The storm in July is short time and causes no damage.
meaning: In July, storms come and go without damage.

Non far tempeste, Luglio mio, sennò il mio vino addio.
– Don’t make storms, my July, otherwise to my wine I’ll say goodbye.
meaning: Storms are not good for the harvest as they do not fill the baskets with grapes.

Chi vuole un buon rapuglio, lo semini in luglio.
– Those who want a good turnip crop should sow it in July.
meaning: Those who want to obtain an excellent cultivation of turnips should sow in July.

Con luglio soleggiato il vino è assicurato.
– With sunny July, wine is guaranteed;
meaning: A sunny sky makes grapes grow in abundance.

Luglio poltrone, porta la zucca col melone.
– Lazy July, brings pumpkins and melons.
meaning: The essence of the month of July is contained in this proverb, because it is a generous month of fruit and finally of well-deserved rest

Il fornaio celiaco del Rinascimento | Un racconto italiano

The celiac baker of the Renaissance| An Italian short story

(English follows)

Nell’incantevole città di Firenze, nell’italia del XVI secolo, viveva un talentuoso fornaio di nome Lapo. Era rinomato per il suo delizioso pane, le paste e tutti i suoi prodotti da forno che riempivano l’aria di aromi invitanti. Da ragazzo, Lapo aveva sempre amato cucinare insieme al padre, proprietario di un piccolo forno nel cuore di Firenze, e crescendo si appassionò sempre più all’arte della panificazione, sperimentando nuove ricette e tecniche.

Ma i fiorentini non sapevano che Lapo soffriva di una misteriosa malattia nota come celiachia. A quei tempi la conoscenza del glutine e dei suoi effetti sull’organismo era limitata e la condizione di Lapo veniva spesso sottovalutata dai suoi colleghi fornai. Il ventre gli faceva male e si gonfiava dopo aver consumato anche la più piccola quantità di grano, orzo o segale.

I sintomi della malattia tra cui febbri ed emicranie erano debilitanti, comunque nonostante le sue difficoltà, Lapo rifiutò di rinunciare alla sua passione per la panificazione. Sperimentò farine alternative, come il riso e la farina di granoturco, il miglio e la farina di ceci, tuttavia non avevano la stessa consistenza né il sapore del grano. I suoi genitori erano preoccupati per la sua salute e lo spingevano ad abbandonare il suo sogno di diventare fornaio. Malgrado ciò Lapo era determinato a seguire il suo sogno di diventare il miglior fornaio di Firenze.

Un giorno, mentre si cimentava con farine varie, Lapo scoprì che la farina di avena e la farina di grano saraceno non solo erano prive di glutine ma producevano anche un’ottima consistenza ed erano gustose.

Dopo mesi di tentativi ed errori, Lapo finalmente perfezionò le sue ricette utilizzando una combinazione di farine senza glutine. I suoi prodotti da forno erano deliziosi e sicuri da consumare. La notizia delle sue creazioni senza glutine si diffuse rapidamente in tutta Firenze e presto la gente si accalcò nel suo forno per assaggiare le sue prelibatezze.

I suoi pani, fragranti di erbe aromatiche, e decorati con motivi intricati, erano diversi da qualsiasi cosa mai assaggiata prima. L’inebriante profumo dei biscotti appena sfornati attirava anche i palati più esigenti.

Iniziò a fornire pane e maccheroni senza glutine a trattorie e conventi, contentando il crescente numero di persone con restrizioni dietetiche. I cittadini si meravigliarono del fatto che le creazioni di Lapo fossero non solo deliziose bensì soprattutto nutrienti per coloro che prima non avevano potuto godere di tali delizie. Infatti il grano saraceno e l’avena godevano di un eccellente profilo nutrizionale 

Lapo si guadagnò la lode e l’ammirazione dello stesso Duca di Firenze che si accorse della sua ingegnosità e lo invitò a diventare il fornaio ufficiale della corte. Lapo era talmente grato dell’opportunità che lavorava instancabilmente per creare piatti senza glutine squisiti e unici per la corte reale. Le sue paste, tra cui i maccheroni e i vermicelli, venivano condite con uvette e il pane preparato con erbe odorifere e olive.

Siccome Lapo aveva un cuore grande, regalava ai poveri il pane che costituiva la base della loro dieta, e lo mangiavano semplicemente senza condimenti. Potevano contare sulla generosità di Lapo per avere pane ai loro funerali e ai loro matrimoni.

Con il passare degli anni il forno di Lapo divenne sinonimo di eccellenza e innovazione. Le sue creazioni erano ricercate da persone provenienti da tutta Italia, e la sua fama di maestro fornaio si diffuse in lungo e in largo persino in Europa. Nonostante le sfide che dovette affrontare a causa della celiachia, la passione di Lapo per la panificazione lo portò a creare qualcosa di veramente speciale, un’eredità che sarebbe stata ricordata dalle future generazioni di fornai che avrebbero seguito le sue orme.

E così questa storia serve a ricordarci che anche di fronte alle avversità, la determinazione e la creatività possono portare a risultati notevoli. Per Lapo, il fornaio celiaco del Rinascimento, la passione per la panificazione era diventata non solo una vocazione ma un modo per fare la differenza nella vita degli altri.

Racconto di Mirella Colalillo


Leggi il seguente articolo e scarica il PDF con il vocabolario dei cibi senza glutine:

Read the article above and download the PDF with the vocabulary of gluten-free foods

English version

In the enchanting city of Florence in 16th century Italy, there lived a talented baker named Lapo. He was renowned for his delicious breads, pastries and all his baked goods which filled the air with inviting aromas. As a boy, Lapo had always loved cooking together with his father, owner of a small bakery in the heart of Florence, and as he grew up he became increasingly passionate about the art of baking, experimenting with new recipes and techniques.

But the Florentines did not know that Lapo suffered from a mysterious disease known as celiac disease. At that time, knowledge of gluten and its effects on the body was limited and Lapo’s condition was often underestimated by his fellow bakers. His belly ached and bloated after consuming even the smallest amount of wheat, barley or rye.

The symptoms of the disease including fevers and migraines were debilitating, nonetheless despite his difficulties, Lapo refused to give up his passion for baking. He experimented with alternative flours, such as rice and corn flour, millet and chickpea flour, however they did not have the same consistency or flavor as wheat. His parents were worried about his health and urged him to abandon his dream of becoming a baker. Regardless of this Lapo was determined to follow his dream of becoming the best baker in Florence.

One day, while experimenting with various flours, Lapo discovered that oat flour and buckwheat flour were not only gluten-free but also produced an excellent texture and were tasty. After months of trial and error, Lapo finally perfected his recipes using a combination of gluten-free flours. His baked goods were delicious and safe to consume. News of his gluten-free creations quickly spread throughout Florence and soon people were flocking to his bakery to sample his delicacies.

His breads, fragrant with aromatic herbs, and decorated with intricate patterns, were unlike anything anyone had ever tasted before. The heady scent of freshly baked biscuits attracted even the most demanding palates.

He began supplying gluten-free bread and macaroni to trattorias and convents, catering to the growing number of people with dietary restrictions. The citizens were amazed at the fact that Lapo’s creations were not only delicious but above all nutritious for those who had not previously been able to enjoy such delights. In fact, buckwheat flour and oat flour provided an excellent nutritional profile

Lapo earned the praise and admiration of the Duke of Florence himself who noticed his ingenuity and invited him to become the official baker of the court. Lapo was so grateful for the opportunity that he worked tirelessly to create exquisite and unique gluten-free dishes for the royal court. His pastas including macaroni and vermicelli were seasoned with raisins and his breads prepared with odoriferous bulbs and olives.

Since Lapo had a big heart, he gave bread to the poor which was the basis of their diet, and they ate it simply without condiments. They could count on Lapo’s generosity to provide bread for their funerals and weddings.

Over the years, Lapo’s bakery became synonymous with excellence and innovation. His creations were sought after by people from all over Italy, and his fame as a master baker spread far and wide even into Europe. Despite the challenges he faced due to celiac disease, Lapo’s passion for bread making led him to create something truly special, a legacy that would be remembered by future generations of bakers who would follow in his footsteps.

And so this story serves to remind us that even in the face of adversity, determination and creativity can lead to remarkable results. For Lapo, the celiac baker of the Renaissance, the passion for baking had become not only a vocation but a way to make a difference in the lives of others.

Story by Mirella Colalillo


I Vini italiani |Storia e Cultura

Italian wines | History and culture

(English follows)

Articolo scritto in italiano da Gregory Graybill, studioso del vino e dell’italiano. Redatto in italiano e tradotto in inglese da Mirella Colalillo.


Il vino ha avuto un ruolo importante nella cucina italiana e nello sviluppo culinario, infatti la storia della coltivazione e la produzione del vino è cominciata prima dei tempi romani. La formazione della civiltà si è sempre basata sull’agricultura. Il vino soprattutto, era forse l’elemento più utile della trinità dell’agricultura, grano, ulivi e vino, almeno nel mondo antico
del sud europa.
Salmo 104:15: il vino che allieta il cuore dell’uomo, l’olio che fa risplendere il suo volto e il pane che sostiene il suo cuore.

Il vino ha permesso alla gente antica di immagazzinare calorie per l’inverno. Ma anche dobbiamo ammettere che il vino offriva effetti collaterali deliziosi e divertenti durante le lunghe notti.

È particolarmente interessante che in Italia ci siano più o meno 3,000 varietà di vitigni quando invece consideriamo che ci sono circa 6,000 in tutto il mondo. Perché è importante questo fatto? Secondo me, rappresenta l’importanza per tutto il tempo dello sviluppo dei vigneti selezionati per essere più adatti a condizioni climatiche e territoriali specifiche, parte arte e parte scienza, per produrre un prodotto meraviglioso. Il processo è perso nella storia, ma oggi
il risultato finale rimane come antiche rovine romane non costruite di pietra.

Una persona impazzirebbe cercando di conoscere tutti i vini d’Italia. Ma ho cercato di scoprire il più possibile durante le mie vacanze in Italia. Parlerò solo delle regioni vinicole che ho visitato. Tutti conoscono il Chianti e gli altri famosi vini come il Brunello, il Nebiolo, il Barolo. In contrasto voglio parlare di quelli sconosciuti.

Comincio con Lacrima Christi del Vesuvio. Che cos’è un nome? Questi vitigni crescono in terreno vulcanico ed ostile, quasi solo ghiaia, sotto lo sguardo del Vesuvio. Il godimento del vino è ancora maggiore a causa della difficoltà di coltivazione. È un posto antico. Altresì in Campania c’è Aglianico di Irpina sulle montagne. L’uva Aglianico produce un vino ricco in quasi
tutto il sud. Lo adoro molto.

Adesso parliamo della Puglia. Il mondo dei vini in Pugila è diverso e speciale, come la storia degli ulivi secolari. Il Primitivo di Manduria è incredibile però non è famoso. Se fosse possibile bere un solo vino, questa sarebbe la mia scelta. Non vale la pena includere il paese di Manduria
durante un grande tour d’Italia per la maggioranza, ma ha un valore storico come parte della Magna Grecia. Il terreno è pianeggiante, ma le belle spiagge vicine si ricordano i Caraibi. Le uve maturano al sole brillante e raffreddate dal mare e producendo un vino ad alto contenuto alcolico e molto fruttato. Più a sud in Puglia, in Salento, a Guagnano si incontra il Negroamaro.
Il vino è scuro, audace, e anche forse sottovalutato. Gli amanti del vino dovrebbero visitare la Puglia.

San Gimignano attrae un sacco di turisti, come in tutta la Toscana dove i vini rossi sono più famosi e comuni. Comunque La Vernaccia di San Gimignano, un vino bianco, ha origini di più o meno 800 anni fa. La Vernaccia viene menzionata da Dante nel “Purgatorio”. Nell’anno 1960, è stato il primo vino ad ottenere il DOC e poi il DOCG. Le colline offrono un meraviglioso viaggio
nel paese dove non ci sono troppo turisti. La Vernaccia è un vino refrescante, un po’ acido ed amaro. Ma ci sono ancora altri posti non menzionati qui.

Tutte le tradizioni enogastronomiche d’Italia nascono da una base di ingredienti artigianali: formaggi, salame, olio, vino, ecc. Raccontano tutti una storia di un tempo e di un luogo.
Contengono tanto patrimonio quanto il Colosseo o il Vaticano. Dunque, quando si va in Italia consiglio una visita delle cantine, dei frantoi o dei caseifici. Ho trovato che la maggior parte delle persone in paese è felice di vedere i turisti, forse perché non ce ne sono molti. È possibile soggiornare in una Masseria o Azienda in una zona vinicola per avere un senso del posto. Dopo, si torna a casa, quando degustate un vino magari sarete trasportati con il suo sapore e odore. In questo modo, il vino può essere un ricordo del tuo viaggio, e dei bei momenti. Con un calice di vino sarai più felice.

Gregory Graybill
L’autore è nato in California, cresciuto durante il periodo in cui la California stava diventando una famosa regione vinicola. All’università ha studiato biochimica e biologia moleculare maturando un interesse per la produzione di vino. Nel tempo libero ha viaggiato nelle aree vinicole della California, e poi in altri Stati. Ha conseguito i certificati in viticoltura ed enologia. Ha iniziato a viaggiare in Europa nelle regioni vinicole in Spagna, Francia, Germania, Grecia e Italia, dove è andato quattro volte. L’amore per i vini italiani è diventato un motivo importante per andarci, per vedere, annusare e toccare la terra, e per incontrare le persone che sono i custodi delle viti e del vino diventando cosi un conoscitore dei vini d’Italia.
Canale YouTube:https://www.youtube.com/@gregthewinetraveler3946


(English version)

Article written in Italian by Gregory Graybill, wine and Italian scholar Edited in Italian and translated into English by Mirella Colalillo.

Wine has played an important role in Italian cuisine and culinary development, in fact the history of cultivation and production of wine began before Roman times. The formation of civilization has always been based on agriculture. Above all, wine was perhaps the most useful element of the trinity of agriculture: wheat, olive trees and wine, at least in the ancient world of southern Europe.
Psalm 104:15: Wine that gladdens a man’s heart, oil that makes his face shine, and bread that sustains his heart.

Wine allowed ancient people to store calories for the winter. But also we must admit that wine offered delicious and enjoyable side effects during the long nights.

It is particularly interesting that there are more or less 3,000 varieties of grape varieties in Italy when we consider that there are about 6,000 worldwide. Why is this fact important? In my opinion, it represents the importance all along of the development of vineyards selected to be best suited to specific climatic and territorial conditions, part art and part science, to produce a wonderful product. The process is lost in history, but today the end result remains as ancient Roman ruins not built of stone.

A person would go crazy trying to know all the wines of Italy. But I tried to discover as much as I could during my vacation in Italy. I will only talk about the wine regions I visited. Everyone knows Chianti and the other famous wines such as Brunello, Nebiolo, and Barolo. In contrast I want to talk about the unknown ones.

I’ll start with Lacrima Christi del Vesuvio. What is this, a name? These vines grow in volcanic and hostile soil, almost only gravel, under the gaze of Vesuvius. The enjoyment of the wine is even greater because of the difficulty of cultivation. It is an ancient place. Also in Campania there is Aglianico di Irpina in the mountains. The Aglianico grape produces a rich wine in almost
the whole south. I love it very much.

Now let’s talk about Puglia. The world of wines in Pugila is different and special, like the history of centuries-old olive trees. Primitivo di Manduria is incredible, however it is not famous. If it were possible to drink only one wine, this would be my choice. It is not worth including the town of Manduria
during a grand tour of Italy for the majority, but it has historical value as part of Magna Graecia. The terrain is flat, but the beautiful beaches nearby are reminiscent of the Caribbean. The grapes ripen in brilliant sunshine and cooled by the sea, producing a high-alcohol, very fruity wine. Further south in Puglia, in Salento, Negroamaro is found in Guagnano. The wine is dark, bold, and even perhaps underrated. Wine lovers should visit Puglia.

San Gimignano attracts a lot of tourists, as in all of Tuscany where red wines are more famous and common. However Vernaccia di San Gimignano, a white wine, dates back to more or less 800 years ago. Vernaccia is mentioned by Dante in “Purgatorio.” In the year 1960, it was the first wine to obtain DOC and then DOCG status. The hills offer a wonderful journey in the country where there are not too many tourists. Vernaccia is a refreshing wine, a little sour and bitter. But there are still other places not mentioned here.

All of Italy’s food and wine traditions stem from a base of artisanal ingredients: cheese, salami, oil, wine, etc. They all tell a story of a time and place.
They contain as much heritage as the Colosseum or the Vatican. So, when you go to Italy I recommend a visit to wineries, oil mills or dairies. I have found that most people in the village are happy to see tourists, perhaps because there are not many of them. You can stay in a Masseria or Azienda in a wine area to get a sense of place. Later, when you go back home, you’ll taste a wine and maybe you will be transported with its taste and smell. In this way, the wine can be a reminder of your journey, and of the good times. With a glass of wine you will be happier.

Gregory Graybill
The author was born in California, and grew up during the time when California was becoming a famous wine region. In college he studied biochemistry and molecular biology while developing an interest in wine production. In his spare time he traveled to the Californian wine areas, and then to other States. He earned certificates in viticulture and enology. He began traveling in Europe to wine regions in Spain, France, Germany, Greece and Italy, where he went four times. His love for Italian wines became an important reason to go there, to see, smell and touch the land, and to meet the people who are the keepers of the vines and wine, thus becoming a connoisseur of the wines of Italy.
YouTube Channel: https://www.youtube.com/@gregthewinetraveler3946

Italian Formal and Informal pronouns

Come usare le forme pronominali confidenziali e di cortesia

(English follows)

La domanda che ti sarai chiesto è: “Quale forma pronominale italiana devo usare per rivolgermi ad una persona….confidenziale/informale o di cortesia /formale?”

Allora vediamo come si usano i diversi pronomi allocutivi: tu, voi, Lei, Ella, Loro.

Pronomi allocutivi
Un pronome allocutivo è una forma pronomiale che viene utilizzata per rivolgersi a una persona in modo diretto, come ad esempio “tu”, “lei”, “voi”, “vostra eccellenza”, “signor(e)”, “amico(a)”, “cara/o”, ecc. Un pronome allocutivo viene utilizzato per indicare la persona con cui si sta parlando in modo più diretto e personale, generalmente con l’intento di stabilire un rapporto di familiarità o rispetto.

L’italiano contemporaneo prevede due forme di uso dei pronomi allocutivi nei rapporti interpersonali:

confidenziali il tu reciproco, riservato in genere ai rapporti informali (amicizie, famiglia, lavoro, con colleghi che si frequentano abitualmente);

di cortesia (o di rispetto o reverenziali) il “Lei” reciproco, nei rapporti formali (ambito di lavoro e istituzionale fra persone che non si conoscono, rapporti gerarchici). L’uso del “voi” come alternativa al “Lei” nelle situazioni formali è quasi del tutto scomparso e sopravvive in alcuni italiani regionali meridionali.

Nella storia della lingua italiana, il pronome formale ha subito diverse trasformazioni. Fino al Trecento si usavano solo il “tu” e il “voi” come forme di rispetto, sia al singolare che al plurale. In seguito, è stato sostituito dal pronome “Vostra Signoria” in modo formale al singolare e “Vostra Maestà” al plurale per rivolgersi ai nobili e alla famiglia reale. Dal Quattrocento al Seicento si è diffuso gradualmente l’uso del “Lei” probabilmente per l’influsso dello spagnolo usted. Fino ai primi del Novecento “Lei “/ “ella” e “voi” erano usati indistintamente. Nel 1938 il regime fascista ha proibito  ufficialmente l’uso del “Lei” a favore del “voi”. È forse proprio questa imposizione ha sancito l’abbandono del voi nel secondo dopoguerra. “Lei” ha di conseguenza acquisito un ruolo più centrale nel linguaggio formale come pronome di cortesia per indicare una persona singola.

Negli ultimi decenni il “tu” ha gradualmente ampliato la sua sfera d’uso, estendendosi a situazioni in cui prima non era previsto. Di fronte a una diversa sensibilità dei parlanti, è consigliabile non abusare del tu in situazioni formali e mantenere il lei, specie con persone che non si conoscono.

Esempi con “Lei”:

1. Mi scusi, Signora, potrebbe ripetere quello che ha detto?

2. La ringrazio per la sua gentilezza e disponibilità. 

3. Signore, qui troverà tutte le informazioni di cui ha bisogno.

4. Lei è il nostro cliente più fedele.

Attenzione:

Quando si usa il pronome allocutivo “Lei”, il participio passato del predicato si accorda con il genere della persona alla quale si riferisce

Caro Professore, a lezione ieri (Lei) è stato davvero brillante.

Se però l’allocutivo è in forma di pronome atono, il participio può accordarsi al femminile anche se ci si riferisce a un maschio

Caro Professore, l’ho (la ho) sentita parlare alla conferenza di ieri.

“Loro” può essere usato come pronome di cortesia quando ci si rivolge a persone che non si conoscono molto bene o in situazioni formali. Tuttavia, in Italiano, è più comune utilizzare il pronome “Lei” come forma di cortesia singolare, mentre “Loro” è utilizzato come forma di cortesia plurale.

Esempi con “Loro”:

  1. Loro sono invitati a prendere posto al tavolo.
  2. Loro gradirebbero una bevanda?
  3. Potrebbero gentilmente fornirci maggiori dettagli sull’argomento? 
  4. Loro hanno fatto un ottimo lavoro.

“Ella” è limitato agli usi burocratici o altamente formali (in questo secondo caso, in riferimento ad alte cariche religiose o civili) e di solito si accompagna all’uso delle maiuscole di reverenza. Anche loro è marcato ormai come molto formale, e viene usato sempre più di rado: per rivolgersi collettivamente a persone alle quali singolarmente si darebbe del lei, oggi si ricorre quasi sempre al “voi“.

Pronomi neutri

Attualmente, in italiano, l’uso dei pronomi di terza persona (lui/lei) è ampiamente diffuso e non prevede l’uso di pronomi neutri per riferirsi a persone non binarie. Tuttavia, sempre più persone usano pronomi alternativi come “loro” o “elle” o “ellx” per riferirsi a sé stessi o ad altre persone non binarie ed includere tutte le identità di genere.  Anche se l’uso di questi pronomi non è ancora ampiamente diffuso, è importante rispettare la preferenza di ogni individuo sulla forma di pronome che preferisce usare per sé.

Inoltre, alcuni linguisti e studiosi del linguaggio stanno lavorando per recuperare il genere neutro nella lingua italiana, proponendo nuove forme linguistiche o recuperando forme già esistenti ma poco utilizzate. Tuttavia, questi tentativi non hanno ancora ottenuto un ampio consenso e l’uso del genere neutro nell’italiano attuale è ancora in fase sperimentale.

Ricapitoliamo:

Tu, Maria, sei tanto gentile.

Voi siete bravissime, ragazze!

Signor Neri, Lei ha una padronanza eccellente della lingua italiana.

Ella Ella ha la nostra stima, signor Presidente

Loro sono pregati di entrare.


English version

The question you may have asked yourself is: “Which Italian pronominal form should I use to address a person….formal or informal?”

So let’s see how the different allocutive pronouns are used: tu, voi, Lei, Ella, Loro.

Allocutionary pronouns
An allocution pronoun is a pronomial form that is used to address a person directly, such as “tu”/you, “Lei”/you, “voi”/you, “Vostra Eccellenza”/your Excellency, “signor(e)”/Sir, “amico(a)”/friend, “cara/o”/dear, etc. An allocution pronoun is used to indicate the person with whom you are speaking in a more direct and personal way, generally with the intention of establishing a relationship of familiarity or respect.

Contemporary Italian foresees two forms of allocutive pronouns in interpersonal relationships:

confidential reciprocal “tu”/you, generally reserved for informal relationships (friendships, family, work, with colleagues who meet regularly);

courtesy (or respect or reverential) the mutual “Lei”, in formal relationships (work and institutional environment between people who don’t know each other, hierarchical relationships). The use of “voi” as an alternative to “Lei” in formal situations is almost entirely disappeared and survives in some southern Italian regions.

In the history of the Italian language, the formal pronoun has undergone several transformations. Until the fourteenth century, only “tu”/you and “voi”/you were used as forms of respect, both in the singular and in the plural. Later, it was replaced by the pronoun “Vostra Signoria”/ “Your lordship” formally in the singular and “Vostra Maestà”/”Your Majesty” in the plural to address nobles and the royal family. From the fifteenth to the seventeenth century the use of “Lei” gradually spread, probably due to the influence of the Spanish “usted”. Until the early twentieth century “Lei “/ “ella” /you, and “voi”/you were used interchangeably. In 1938 the fascist regime officially forbade the use of “Lei” in favor of “Voi”. Perhaps it was precisely this imposition that sanctioned the abandonment of “voi” after the Second World War.”Lei” has consequently acquired a more central role in formal language as a courtesy pronoun for a single person.

In recent decades, “tu” has gradually expanded its sphere of use, extending itself to situations in which it was not previously foreseen. Faced with a different sensibility of the speakers, it is advisable not to abuse “tu” in formal situations and to keep the “Lei”, especially with people who don’t know each other.

Examples with “Lei”:

1. Mi scusi, Signora, potrebbe ripetere quello che ha detto?
Excuse me, Madam, could you repeat what you said?

2. La ringrazio per la sua gentilezza e disponibilità. 
Thank you for your kindness and availability.

3. Signore, qui troverà tutte le informazioni di cui ha bisogno.
Sir, here you will find all the information you need.

4. Lei è il nostro cliente più fedele.
You are our most loyal customer.

Attention:
When the allocutive pronoun “Lei” is used, the past participle of the predicate agrees with the gender of the person to whom it refers:

Caro Professore, a lezione ieri (Lei) è stato davvero brillante.
Dear Professor, in class yesterday (you) were really brilliant.

However, if the allocutive is in the form of an unstressed pronoun, the participle can agree in the feminine even if it refers to a male:

Caro Professore, l’ho (la ho) sentita parlare alla conferenza di ieri.
Dear Professor, I heard you speak at yesterday’s conference.

“Loro” can be used as a polite pronoun when addressing people who don’t know each other very well or in formal situations. However, in Italian, it is more common to use the pronoun “Lei” as a singular courtesy form, while “Loro” is used as a plural courtesy form.

Examples with “Loro”:

  1. Loro sono invitati a prendere posto al tavolo.
    You are invited to take a seat at the table.
  2. Loro gradirebbero una bevanda?
    Would you like a drink?
  3. Potrebbero gentilmente fornirci maggiori dettagli sull’argomento? 
    Could you kindly give us more details on the matter?
  4. Loro hanno fatto un ottimo lavoro.
    You’ve done a great job.

“Ella” is limited to bureaucratic or highly formal uses (in the latter case, in reference to high religious or civil offices) and is usually accompanied by the use of capital letters of reverence. Even “Loro” is now marked as very formal, and is used more and more rarely: to collectively address people to whom one would address individually with “you”, today we almost always resort to “voi”.

Neutral pronouns
Currently, in Italian, the use of third person pronouns (he/she) is widespread and does not include the use of neuter pronouns to refer to non-binary people. However, more and more people are using alternative pronouns such as “loro/they” or “elle” or “ellx” to refer to themselves or other non-binary people and include all gender identities. While the use of these pronouns is not yet widely used, it is important to respect each individual’s preference on the form of pronoun she prefers to use for herself.
Furthermore, some linguists and language scholars are working to recover the neuter gender in the Italian language, proposing new linguistic forms or recovering existing but little-used forms. However, these attempts have not yet achieved widespread acceptance and the use of the neuter gender in present-day Italian is still in an experimental stage.

Let’s recap:

Tu, Maria, sei tanto gentile.
You, Maria, are so kind.

Voi siete bravissime, ragazze!
You are great, girls!

Signor Neri, Lei ha una padronanza eccellente della lingua italiana.
Mr. Neri, you have an excellent command of the Italian language.

Ella ha la nostra stima, signor Presidente.
You have our respect, Mr. President

Loro sono pregati di entrare.
You are requested to enter.


Italian vs. Anglicisms and Gadda -Do we need a law to protect Italian?

Abbiamo bisogno di una legge per proteggere l’Italiano?

(English version below)

Non vogliamo fare la guerra all’inglese, ma vogliamo rammentare ai parlanti italiani che in molti casi esistono parole italiane utilizzabili, comode e trasparenti. Vogliamo provare a proporle a tutti come possibile alternativa, per promuovere la grande ricchezza lessicale ed espressiva della nostra lingua.

Claudio Marazzini
(Presidente dell’Accademia della Crusca)

La domanda che ci poniamo in tanti dopo la proposta di legge sulla lingua italiana del Governo Meloni è questa: Dobbiamo proteggere la lingua italiana dai forestierismi, le parole straniere, e in particolare dall’inglese?

La legge vieterebbe l’uso di termini inglesi in certi ambiti, come la Pubblica Amministrazione, la comunicazione pubblica, nei contratti di lavoro o per specificare i ruoli in azienda e prevederebbe multe da 5000 a 100.000.

E’ un’illusione pensare di poter fare leggi contro l’invasione delle parole? Oppure come suggeriscono gli esperti linguisti, “l’unico vero intervento efficace per la salute della lingua italiana è garantire che tutti abbiano la migliore istruzione possibile e che l’ insegnamento dell’italiano faccia acquisire una migliore consapevolezza linguistica – per tutti e quindi anche per i futuri legislatori, politici e comunicatori pubblici.”

Il desiderio di emulare gli anglofoni ha origini lontane. La parola anglicismo veniva infatti già utilizzata nel 18esimo secolo. Era un periodo in cui l’Europa guardava con ammirazione alle conquiste coloniali, politiche e tecnologiche dell’Inghilterra, il che ha dato il via all’adozione di parole d’origine inglese, gli anglicismi per l’appunto, un’onda che ha seguito un’altra, quella dei francesisimi.

Dei nostri giorni la globalizzazione assieme alla diffusione di termini inglesi nella tecnologia digitale ha reso l’afflusso di anglismi patologico.

Difatti nel 2015 l’Accademia della Crusca, uno dei principali punti di riferimento in Italia e nel mondo per le ricerche sulla lingua italiana, aveva lanciato una petizione per incoraggiare l’uso di parole italiane invece di quelle inglesi.

Gli anglicismi hanno sostituito se non addirittura cancellato quelle italiane.

Guardando il notiziario sentiamo “hub” energetico, quando invece la parola “centro” o “fulcro” sarebbe meglio capita dalla maggioranza degli italiani. Oppure le famose “expenditures” del governo…forse per evitare la parola più limpida:“spese”?

Per non parlare di molte leggi italiane con nomenclature inglesi, tipo: “Il Jobs Act”, “Il Green Pass”,….ecc.

Nelle strade sentiamo parlare di “news”, invece che di “notizie”, di “weekend” invece che di “fine settimana”. Per quanto mi riguarda, quando parlo l’inglese, parlo l’inglese; quando parlo l’italiano, parlo l’italiano e lo stesso vale per il francese e altre lingue che mi diletto ad imparare.

Allora, riinnamoriamoci dell’italiano ascoltando Alessandro Baricco che legge e spiega”La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda (noto come il Joyce italiano)

– attivare i sottotitoli per una migliore comprensione –

Lo scrittore Alessandro Baricco inizia dicendo che i grandi scrittori riescono a nominare la vita, le cose. E’ una cosa preziosa perché si danno i nomi alle cose per difendersi da esse.

“I grandi scrittori sono straordinari perché sanno nominare le zone più semplici e complicate della nostra esperienza. Non raccontano solo storie, nominano la vita…

Gadda lavorava con la nostra lingua e siamo gli unici al mondo che possiamo veramente capire e goderci fino in fondo cosa lui ha fatto. Tutte le traduzioni perdono per strada molto di quello che lui era riuscito a combinare. Sapeva nominare le cose più strane con una esattezza e bellezza quasi irripetibili.

Leggiamo due capoversi di circa dieci righe dell’ultima pagina del libro “La cognizione del dolore”, un libro che non ha mai finito (lui non amava molto finire le cose).

Una vecchia signora che è stata aggredita di notte e sta per morire, ma non si sa se morirà. Hanno passato la notte a cercare di curarla e adesso lei è stesa nel suo letto in una stanza in un’agonia silenziosa nell’ultimo brandello di notte prima dell’alba.”

“Lasciamola tranquilla”, disse il dottoe. Andate, uscite.
Nella stanchezza senza soccorso in cui il povero volto si dovette raccogliere tumefatto, come in un estremo recupero della sua dignità, parve a tutti di leggere la parola terribile della morte e la sovrana coscienza dell’impossibiltà di dire: Io.”

“Si fa fatica a tenere insieme questo corpo che sta per morire. E pensiamo se tutto finisce così allora cosa si salva di tutto quello che ho fatto. Perché facciamo tutto questo? Tutto questo lo sappiamo, ma a saperla a dire in una riga con esattezza…..”

“L’ausilio dell’arte medica, lenimento, pezzuole, dissimulò in parte l’orrore. Si udiva il residuo d’acqua e alcool delle pezzuole strizzate ricadere gocciolando in una bacinella.”

“Una inquadratura cinematografica molto stretta. Lui te la vende come un suono ‘si udiva‘, ma in realtà te la sta facendo vedere.”

“E alle stecche delle persane, già l’alba.”

“C’era da dire che stava per cominciare il giorno. Gadda era preciso. Non dice persiane, ma alle stecche e non c’è verbo. L’alba infatti si vede nelle stecche delle persiane. Più sei esatto e non vago, più quel nome resisterà.”

“Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio e ignaro, come ogni volta. La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita.”

“Elencare i gelsi….arriva la luce, il primo gelso, il secondo….E’ quello che fa la luce: elenca. In tre parole c’è un movimento e un senso della bellezza… La danza dell’alba che nessuna traduzione nel mondo potrebbe salvare. Noi possiamo sentire la danza dell’alba. Gadda aveva il senso della bellezza.

Quest’ultima frase molto italiana, è melodia, è un canto, oltre ad essere precisa, esatta, è musica.

Chiunque di noi sente che quella è la musica giusta, ritmo e melodia.

L’ultima frase del tema “nome” tac…..per sempre….

Noi abbiamo una bellissima lingua, l’italiano, che lui usava da Dio.”

Letture consigliate:
Nuove leggi sull’italiano. Ma sono davvero “politica linguistica”?

Proposta di legge

Petizione per la lingua italiana

https://www.treccani.it/enciclopedia/anglicismi_(Enciclopedia-dell’Italiano)/


English version:

“We don’t want to wage war on English, but we want to remind Italian speakers that in many cases there are usable, comfortable and transparent Italian words. We want to try to offer them to everyone as a possible alternative, to promote the great lexical and expressive richness of our language.”
Claudio Marazzini
(President of the Accademia della Crusca)

The question that many of us are asking after the Meloni government’s bill on Italian language is this: Should we protect the Italian language from foreign words, and in particular from English?

The law would prohibit the use of English terms in certain areas, such as the Public Administration, public communication, in employment contracts or to specify roles in a company and would provide for fines from 5,000 to 100,000.

Is it an illusion to think you can make laws against the invasion of words? Or as linguist experts suggest, “the only truly effective intervention for the health of the Italian language is to ensure that everyone has the best possible education and that teaching Italian leads to better linguistic awareness – for everyone and therefore also for future lawmakers, politicians and public communicators.”

The desire to emulate English speakers has distant origins. The word Anglicism was in fact already used in the 18th century. It was a time when Europe looked up to England’s colonial, political and technological achievements, which gave rise to the adoption of words of English origin, anglicisms to be precise, a wave that followed another one, that of the frenchisms.

Today’s globalization coupled with the spread of English terms into digital technology has made the influx of Anglicisms pathological.

In fact, in 2015 the Accademia della Crusca, one of the main points of reference in Italy and in the world for research on the Italian language, had launched a petition to encourage the use of Italian words instead of English ones.

Anglicisms have replaced or even canceled Italian words.

Watching the news we hear about “hub” energetico, when instead the words “centro” or “fulcro” energetico would be better understood by the majority of Italians. Or the famous government “expenditures”… perhaps to avoid the clearer word: “spese” in Italian?

Not to mention many Italian laws with English nomenclature, such as: “The Jobs Act”, “The Green Pass”,….etc.

In the streets we hear “news” instead of “notizia”, “weekend” instead of “fine settimana”. For me, when I speak English, I speak English; when I speak Italian, I speak Italian, and the same goes for French and other languages that I enjoy learning.

So, let’s fall in love with Italian again by listening to Alessandro Baricco read and explain “La cognizione del dolore” / “The Cognition of Pain” by Carlo Emilio Gadda (known as the Italian Joyce)

– activate the subtitles of the video above for a better understanding –

The writer Alessandro Baricco begins by saying that great writers manage to name life, things. It is a precious thing because things are given names to defend ourselves against them.

“Great writers are extraordinary because they know how to name the simplest and most complicated areas of our experience. They don’t just tell stories, they name life…

Gadda worked with our language and we are the only ones in the world who can truly understand and fully enjoy what he did. All translations lose much of what he had managed to accomplish by the wayside. He knew how to name the strangest things with almost unrepeatable accuracy and beauty.

We’ll read two paragraphs about ten lines long from the last page of the book “The Cognition of Pain”, a book he never finished (he didn’t really like finishing things).

An old lady who was attacked at night and is about to die, but it is not known whether she will die. They spent the night trying to treat her and now she lies in her bed in a room in silent agony in the last shred of night before dawn.”

“Let’s leave her alone,” said the doctor. Go, exit.
In the unaided tiredness in which the poor face had to compose itself swollen, as in an extreme recovery of its dignity, everyone seemed to read the terrible word of death and the sovereign awareness of the impossibility of saying: I. “

“It’s hard to keep this body together that is about to die. And if we think that everything ends like this then what is saved from everything I’ve done. Why do we do all this? We know all this, but knowing how to say it in one line with accuracy…..”

“The aid of medical art, soothing, cloths, partly concealed the horror. You could hear the residue of water and alcohol from the squeezed cloths dripping into a basin.”

“A very tight cinematic shot. He’s selling it to you as a sound, but he’s actually showing it to you.”

“And at the slats, it’s already dawn.”

“It had to be said that the day was about to begin. Gadda was precise. He doesn’t say shutters, but on the slats and there is no verb. In fact, dawn can be seen in the slats of the shutters. The more exact you are and not vague, the more that name will last.”

“The rooster suddenly aroused her from the distant mountains, peremptory and unaware, as every time. He invited her to enter and list the mulberry trees, in the solitude of the countryside that appeared.”

“List the mulberries….the light comes, the first mulberry, the second….It’s what the light does: it lists. In three words there is a movement and a sense of beauty… The dance of the dawn that no translation in the world could save. We can feel the dance of the dawn. Gadda had a sense of beauty.

This last phrase is very Italian, it is melody, it is a song, as well as being precise, exact, it is music.

All of us feel that this is the right music, rhythm and melody.

The last sentence of the theme “name” tac….. forever….

We have a beautiful language, Italian, which he used like God.”

Recommended reading:
Nuove leggi sull’italiano. Ma sono davvero “politica linguistica”?

Proposta di legge

Petizione per la lingua italiana

https://www.treccani.it/enciclopedia/anglicismi_(Enciclopedia-dell’Italiano)/



26 Italian women who made history

26 Donne Italiane che hanno fatto la storia

(English follows)

Sono tante le grandi donne italiane che hanno lasciato il segno nella storia italiana e mondiale. Donne che hanno visto oltre i confini e i limiti imposti loro dalla società del tempo. Spinte da ambizione, pazienza, coraggio, lacrime e la forza di essere donna. Restano ancora oggi delle icone di intraprendenza a cui guardare per trovare ispirazione. Hanno sfidato le convenzioni, stabilito primati e modificato per sempre l’immagine della donna nel nostro paese diventando punti di riferimento per tutte noi nella storia, nell’arte, nella politica, nella scienza, nella letteratura e in molti altri ambiti. Un paragrafetto non basta per narrare la grandezza di queste 26 donne e di tantissime altre che,  per mancanza di spazio, non sono incluse qui. Spero che questo sia uno spunto per approfondirne la conoscenza,  e per ispirarti a continuare il lavoro iniziato da loro.

Sibilla Aleramo
Tina Anselmi
Augusta Bassi
Cristina Trivulzio di Belgiojoso
Milla Baldo Ceolin
Samantha Cristoforetti
Grazia Deledda
Christine de Pizan
Matilde di Canossa
Oriana Fallaci
Artemisia Gentileschi 
Margherita Hack
Nilde Iotti
Anna Magnani
Alda Merini
Mina
Tina Modotti
Rita Levi Montalcini
Maria Montessori
Fernanda Pivano
Miuccia Prada
Teresa Sarti – Strada
Matilde Serao
Franca Viola
Monica Vitti
Lina Wertmüller

Sibilla Aleramo
Sibilla Aleramo, nata ad Alessandria nel 1876, è lo pseudonimo di Marta Felicina Faccio. E’ stata una scrittrice e poetessa femminista italiana meglio conosciuta per le sue rappresentazioni autobiografiche della vita di una donna nell’Italia della fine del XIX secolo. Si è distinta non solo per il suo talento in campo giornalistico e di scrittura, ma per una scelta di vita: prendere la decisione di abbandonare un marito violento e coltivare i propri talenti dedicandosi al lavoro. Il suo romanzo capolavoro intitolato “Una Donna”, racconta il proprio percorso di rinascita.

Tina Anselmi
Tina Anselmi, nata a Castelfranco Veneto nel 1927, è stata una importante politica e partigiana italiana e la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana.
E’ nota soprattutto per essere stata la principale proponente delle leggi italiane sulle pari opportunità, per cui si è sempre battuta nella sua vita politica. Infatti, nel 1977, ha approvato un disegno di legge che riconosceva i padri come tutori primari dei propri figli e consentiva sia ai padri che alle madri di avere del tempo libero per i propri figli. Nello stesso anno è stata varata un’importante legge sulla parità di genere nelle condizioni di lavoro, di cui Anselmi fu una sostenitrice fondamentale. Ha presieduto la Commissione Nazionale Pari Opportunità fino al 1994. Il suo ruolo è stato significativo nell’introduzione del Servizio Sanitario Nazionale in Italia.

Augusta Bassi
Augusta Bassi, nata a Milano nel 1926, è stata uno dei principali e più agguerriti avvocati per la difesa dei diritti delle donne. Celebre per aver difeso i diritti di Donatella Colasanti contro Angelo Izzo nel processo sul Massacro del Circeo. Si è distinta per la sua posizione fin dai primi anni Settanta in modo particolare per la tutela di Fiorella, una 18enne vittima di stupro. Questo è stato il primo Processo per stupro ad essere filmato e mandato in onda dalla RAI. In linea con il suo impegno per le cause femminili è stata una delle socie fondatrici del Telefono Rosa.

Cristina Trivulzio di Belgiojoso
Cristina Trivulzio di Belgiojoso, nata a Milano nel 1808,  è stata una nobildonna e scrittrice italiana che ha partecipato attivamente al Risorgimento italiano, entrando in contatti con tutti i maggiori protagonisti dell’epoca, tra cui Carlo Alberto e con Napoleone III.  Si e’ separata molto presto dal marito Belgiojoso con il quale ha avuto una figlia. Ha sovvenzionato insurrezioni, organizzato un battaglione a Napoli per contribuire alle Cinque Giornate di Milano, ha diretto gli ospedali a Roma durante gli scontri del 1849. A Parigi ha tenuto salotti con ospiti illustri e si è avventurata da sola in Oriente organizzando una comunità agricola partendo dal nulla. Tornata a Locate nel 1855 ha  costruito asili, scuole e modernizzato il paese, portandolo ad un livello sociale molto al di sopra della situazione tipica di quel periodo.

Milla Baldo Ceolin
Milla Baldo Ceolin, nata a Legnano nel 1924, chiamata la signora del neutrino, è stata una fisica italiana e tra le protagoniste che hanno dato il maggior contributo allo sviluppo della fisica del XX secolo. E’ stata la prima professoressa a salire in cattedra all’Università di Padova. La sua ricerca si è concentrata su particelle elementari e interazioni deboli. In particolare tra le sue scoperte è  quella sui mesoni K. E’ stata direttrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Padova e ha diretto per cinque anni l’Istituto di Fisica “Galileo Galilei”. Ha lavorato alle macchine acceleratrici del CERN e anche negli Stati Uniti, in Russia e in Francia. Il 21 maggio 2008 è diventata socio dell’Accademia delle scienze di Torino.

Samantha Cristoforetti
Samantha Cristoforetti, nata a Milano nel 1977, è un’aviatrice, ingegnere, astronauta militare italiana, e la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. Ha conseguito il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo, 199 giorni,  con la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 Futura del 2014-2015.
Cristoforetti ha comandato la missione NEEMO 23 nel 2019 per testare tecnologie e obiettivi per missioni nello spazio profondo ed esplorazioni lunari sul fondo del mare. Il 21 luglio 2022 la Cristoforetti ha completato la sua prima passeggiata spaziale, durata 7 ore e 5 minuti.

Grazia Deledda
Grazia Deledda, nata a Nuoro nel 1871, è stata la prima donna italiana a vincere nel 1926 il Premio Nobel per la letteratura. Scrittrice di romanzi e opere teatrali, è ricordata per la sua non convenzionalità e potenza espressiva. Le sue opere traggono ispirazione dalle sue storie personali che trattano con profondità e con calore di problemi di generale interesse umano, quali il dolore e la morte, ed anche delle tradizioni patriarcali della società sarda.

Christine de Pizan
Christine de Pizan, o anche Cristina da Pizzano, nata a Venezia nel 1364, è riconosciuta come la prima scrittrice e poetessa di professione nel Medioevo apprezzata in tutta Europa. Ha vissuto in Francia alla corte di Carlo V. Con le sue opere è riuscita a soli 25 anni, rimasta vedova e senza padre, a provvedere al benessere economico della propria famiglia. «Dovetti diventare un uomo», scriveva riferendosi al suo compito di sostenere i tre figli e la madre. E’ diventata  famosa per la rivendicazione del sapere e della dignità femminile. Le sue opere liriche e narrative traevano spunto dalla propria esperienza di vita, e non dalla tradizione religiosa o mitologica, come era frequente al tempo. Ha dato inizio alla cosiddetta Querelle des femmes (“Querela delle donne”) dopo avere letto due opere rispettivamente di Boccaccio e di Jean de Meun, i quali consideravano la donna un essere vizioso per natura. Nell’opera intitolata Livre de la Cité des Dames (“Libro della Città delle Dame”), elencava esempi di donne virtuose e importanti nella storia dell’umanità.

Matilde di Canossa
Matilde di Canossa, nata forse a Mantova nel 1046, è stata una delle poche donne che hanno avuto nella storia italiana un ruolo tanto importante. Ha retto per quarant’anni uno Stato che si estendeva su buona parte dell’Italia settentrionale e centrale, e ha partecipato da protagonista alla lotta tra l’Impero e la Chiesa.  E’ diventata un’assidua sostenitrice del Papato dopo essere stata fatta prigioniera dall’imperatore Enrico III, insieme alla madre, un’esperienza che l’ha molto impressionata. Si è separata da Goffredo il Gobbo, al quale era stata data in sposa, dopo soli tre anni. Quando nel 1076 ha preso pieno possesso dei domini del padre, è diventata la più importante alleata di Papa Gregorio VII, che era fermamente intenzionato a dichiarare la superiorità del potere divino su tutti i poteri terreni, compreso l’Impero. E’ entrata nella storia e nella leggenda come nessuna donna prima di lei. Oggi riposa nella tomba scolpita dal Bernini ed è detta “onore e gloria d’Italia”.

Artemisa Gentileschi
Artemisia Gentileschi, nata nel 1593 a Roma, è stata una delle prime pittrici italiane riuscite a imporre il proprio talento in una società chiusa in cui le donne non avevano possibilità di emergere. Suo padre, un artista di origini toscane amico del pittore Caravaggio, ha incoraggiato il suo talento artistico. L’arte di Artemisia era originale, nonostante l’influenza caravaggesca, con capolavori di grande realismo nel complesso e fervente panorama artistico della Roma di inizio ‘600. La sua storia è anche legata al processo di stupro di cui era vittima, e che ha avuto il coraggio di denunciare. Artemisia ha sfidato le convenzioni del suo tempo ed è oggi ricordata come un’artista di primo piano nella storia dell’arte italiana.

Oriana Fallaci
Oriana Fallaci, nata a Firenze nel 1929 era una giornalista e scrittrice tra le più controverse del XX secolo. Sin da giovanissima, il clima di oppressione in cui è cresciuta l’ha spinta a prendere parte alla Resistenza come staffetta partigiana antifascista. La sua vocazione per il giornalismo è stata precoce e si coniugava all’attivismo politico. E’ diventata famosa per le sue indagini e i suoi reportage nel suo stile frontale e diretto, come quello relativo alla guerra del Vietnam nel 1967. Riusciva come poche figure della nostra cultura intellettuale a mettere in disaccordo le parti. Il suo è stato un ruolo da protagonista in una società dominata principalmente da figure maschili.

Margherita Hack
Margherita Hack, nata a Firenze nel 1922, conosciuta con il soprannome di “signora delle stelle”, è stata un’astrofisica e divulgatrice scientifica italiana. E’ stata professore ordinario di astronomia all’Università di Trieste, e membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche tra cui l’ESA e la NASA. Ha scoperto Epsilon Aurigae, una supergigante lontana 6500 anni luce e duecentomila volte più luminosa del sole. Nel 1994 ha ricevuto la Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica e nel 1995 ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica.
Si è distinta anche nella lotta per i diritti civili anche nella protezione degli animali.

Nilde Iotti
Leonilde Iotti, detta Nilde, nata a Reggio nell’Emilia nel 1920, è stata una politica italiana, prima donna eletta Presidente della Camera dei deputati per tre legislature, tra il 1979 e il 1992, per ben 12 anni e 307 giorni diventando la presidente della Camera rimasta in carica più a lungo in assoluto nella storia della Repubblica Italiana.
E’ stata una figura politica fondamentale nell’Italia del dopoguerra e nella neonata Repubblica. Come partigiana e comunista si è impegnata attivamente in numerose battaglie etiche e sociali. 
Era una riformista con il Vangelo della Costituzione sempre in mano e sosteneva che la democrazia deve rinnovarsi se vuole essere democrazia. Il suo pensiero si traduceva in azioni, lotte, proposte di riforme istituzionali. 

Anna Magnani
Anna Magnani, nata a Roma nel 1908, è considerata una delle maggiori attrici femminili della storia e simbolo del cinema del neorealismo italiano dell’epoca. Era profondamente legata alla città di Roma ed è la donna a cui probabilmente più si lega la storia dello spettacolo in Italia. Sono celebri soprattutto le sue interpretazioni in film come “Roma città aperta”, “Bellissima”, “Mamma Roma” e “La rosa tatuata”, per cui ha vinto un Oscar nel 1956 come miglior attrice protagonista.
Grazie alla sua bravura e la sua fama è una delle poche attrici italiane che è riuscita a conquistare anche una stella sulla Walk of Fame di Hollywood. 

Alda Merini
Alda Merini, nata a Milano nel 1931, è sicuramente la più grande poetessa italiana del 20esimo secolo. Già dall’età di 15 anni scriveva le sue poesie. Anche se viveva in una condizione di povertà a causa della guerra, lei perseguiva i suoi sogni. E’ nota per la profondità dei suoi componimenti che sono stati ispirati dalla sua vita travagliata. Infatti a causa di sofferenze mentali, dovuti anche a violenze coniugali, è stata internata in un ospedale psichiatrico. E’ qui che ha constatato la crudeltà di dottori e religiosi e ne è uscita con una grande consapevolezza sul dolore e sulla condizione umana. 
Lei stessa scriveva “Dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita”. Le sue frasi sull’amore e sulla vita sono di ispirazione a tutte le donne.

Mina
Mina, pseudonimo di Mina Anna Maria Mazzini, nata a Busto Arsizio nel 1940, è senza dubbio la cantante italiana pop più famosa di sempre. È ricordata per la sua tecnica impeccabile e per la sua grande varietà interpretativa. Ha collaborato con vari autori e musicisti, tra cui Ennio Morricone, il quale ha creato per lei l’arrangiamento della canzone “Se telefonando”. Mina era un vero personaggio pubblico che è entrato nelle televisioni di tutti gli italiani, ma anche una donna anticonformista che ha fatto scandalo per le sue scelte di vita. Infatti è stata anche la prima donna italiana a indossare una minigonna in televisione.

Tina Modotti
Tina Modotti, nata a Udine nel 1896, è considerata una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo. I più importanti istituti e musei di tutto il mondo conservano le sue opere fotografiche.
Ha emigrato appena sedicenne dall’Italia agli Stati Uniti, dove ha vissuto una vita bohemienne grazie anche all’incontro di personaggi che vivevano l’arte a tutto tondo, come il fotografo Edward Weston, che è diventato il suo mentore. Si è innamorata della cultura messicana alla quale ha dedicato i propri scatti che includono persone e paesaggi fino al 1928 quando ha incontrato il fondatore del partito comunista cubano Julio Antonio Mella assassinato l’anno successivo. A causa delle sue idee politiche e per i suoi legami con il partito comunista la fotografa è stata esiliata e dal ’31 si è concentra totalmente sull’attivismo politico.

Rita Levi Montalcini
Rita Levi Montalcini, nata nel 1909 a Torino, è stata neurologa e senatrice a vita italiana. Suo padre era autoritario e disapprovava fortemente l’istruzione post-secondaria delle donne. A 20 anni Rita Levi aveva capito che non poteva assolutamente adattarsi a un ruolo femminile come concepito da suo padre e gli ha chiesto il permesso di studiare medicina. Essendo poco istruita, in soli otto mesi ha studiato i programmi completi di greco, latino e matematica ed è stata ammessa alla facoltà di medicina all’Università di Torino.
Ha iniziato la sua carriera scientifica in pericolo, come ebrea nell’Italia fascista per poi trionfare con le sue ricerche negli anni cinquanta sul sistema nervoso che l’hanno portata alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF, per la quale ha vinto il Nobel per la medicina 1986. Ha continuato il suo lavoro da ricercatrice fino all’età di 103 anni.

Maria Montessori
Maria Montessori, nata a Chiaravalle nel 1870, è stata una delle prime donne a ottenere una laurea in medicina in Italia. E’ conosciuta per il metodo educativo che porta il suo nome “Il Metodo Montessori”, adottato in tutto il mondo in migliaia di scuole materne, elementari e superiori. Il suo metodo pedagogico montessoriano si fonda sull’idea centrale secondo cui ciascun bambino possiede un potenziale psichico ed intellettivo unico ed irripetibile e che per questo, nel rispetto del proprio sviluppo, deve essere accompagnato nella crescita in modo da potersi esprimere liberamente. Ha viaggiato in vari paesi per diffondere la propria teoria educativa. In India ha vissuto anche un’esperienza di prigionia con il figlio durante la seconda guerra mondiale, in quanto cittadina di un paese nemico. Le scuole montessoriane vengono ancora oggi preferite ad altre.

Fernanda Pivano
Fernanda Pivano, detta Nanda, nata a Genova nel 1917, è stata una traduttrice e saggista italiana. Una figura di rilievo nel panorama culturale italiano per il suo impegno nella traduzione e divulgazione di opere della letteratura americana contemporanea, in particolare le opere della beat generation. Come saggista, ha confermato in Italia un metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull’indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari.  Era una vivacissima animatrice della cultura, scopritrice di talenti. Una intellettuale indipendente in un periodo in cui i giovani intellettuali erano oppressi dal regime, dalla guerra, dalla povertà e da un isolamento che non era soltanto personale. Attraverso lo studio ha manifestato il modo in cui la donna italiana è potuta uscire dai ruoli mediocri imposti dall’epoca e dal fascismo.

Miuccia Prada
Miuccia Prada, nata a Milano nel 1949,  è una stilista e imprenditrice italiana. Ha trasformato il marchio Prada, che ha ereditato nel 1978 dal nonno fondatore in un simbolo di eleganza e avanguardia conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Ha iniziato a progettare accessori e ha firmato la prima linea di prêt-à-porter, imponendo a livello internazionale il marchio Prada come la griffe tra le più rappresentative del gusto minimalista. Il successo del marchio sono dovute alle sue intuizioni e alle sue collaborazioni. Ha ricevuto il dottorato onorario dal Royal college of art di Londra nel 2000 per la continua sperimentazione di materiali e l’originale innovazione estetica. Nel 2015 è stata insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Teresa Sarti – Strada
Teresa Sarti, coniugata Strada, nata a Sesto San Giovanni nel 1946, è stata una filantropa e docente italiana, cofondatrice con il marito Gino Strada della ONG Emergency nel 1994, della quale è stata anche prima presidente. L’idea di creare un presidio medico in zone di guerra è proprio di Teresa.  Inoltre era convinta che bisognava partire dalle scuole per creare una nuova coscienza e mettere le basi per un mondo migliore. Infatti ha prodotto per gli studenti un fumetto ad hoc, con protagonista il Lupo Alberto, molto amato da bambini e adolescenti. Il motto è: sopra la guerra c’è chi campa, sotto la guerra c’è chi crepa. E’ classificata tra le tredici donne che hanno fatto l’Italia.

Matilde Serao
Matilde Serao, nata a Patrasso nel 1856, è stata una scrittrice e giornalista. Una vera e propria icona nel campo del giornalismo, è stata la prima donna ad aver fondato e diretto un quotidiano, Il Mattino. Il mondo napoletano, così ricco di ispirazione e contraddizioni, nutriva la sua voglia di scrivere, raccontare, e parlare. Per lei il giornalismo era terreno di osservazioni, di costumi, che poi raccontava nei suoi romanzi.. Alle sue note sulla moda, sui cibi, lo sport, gli eventi mondani, le novità del progresso, gli usi e costumi faceva da contraltare un’attenzione particolare a fatti e avvenimenti sociali. Pubblicava articoli anche sul Giornale delle Donne, una delle principali riviste emancipazioniste del tempo.

Franca viola
Franca Viola, nata a Trapani nel 1947, è passata alla storia per essere stata la prima donna italiana ad aver rifiutato un matrimonio riparatore.  A soli diciassette anni, ha avuto il coraggio di alzare la voce e rifiutare il matrimonio riparatore con l’uomo che l’aveva stuprata per otto giorni, riuscendo a denunciarlo e facendogli ottenere una condanna di 11 anni. All’epoca l’articolo 544 del codice penale prevedeva il “matrimonio riparatore”. Infatti la legge la imputava come “donna svergognata”. Secondo la condanna morale del tempo, la ragazza non essendo più vergine doveva sposare il suo stupratore per mantenere l’onore della famiglia, oppure sarebbe rimasta zitella per sempre. Franca e la sua famiglia pronunciarono un rivoluzionario “no”. Per la prima volta nella storia italiana una donna si è opposta alla legge degli uomini e ha cambiato per sempre il corso della giustizia nei casi di abuso. Se oggi la violenza sessuale è un reato punito dalla legge in Italia, il merito va a questa giovane donna fiera e coraggiosa.

Monica Vitti
Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, nata a Roma nel 1931, è stata un’attrice italiana molto famosa nel mondo del cinema. Ha iniziato la sua carriera cinematografica negli anni ’50 in film diretti da registi come Michelangelo Antonioni, Federico Fellini e Mario Monicelli. E’ stata spesso associata alla “trilogia dell’incomunicabilità” di Antonioni, in cui ha interpretato il ruolo di donne inquiete e insoddisfatte, in cerca di un significato nella vita. Un’icona di stile per la sua bellezza e il suo senso di moda. La sua caratteristica voce roca e l’innato brio di attrice comica l’hanno accompagnata per quasi quarant’anni di carriera. Ha vinto numerosi premi per la sua carriera cinematografica. E’ stata anche attivista per i diritti degli animali.

Lina Wertmüller
Lina Wertmüller, nata a Roma nel 1928, è stata una regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana. Ha iniziato la sua carriera collaborando con Federico Fellini come aiuto regista. È stata la prima donna in assoluto ad aver ricevuto una candidatura agli Oscar come migliore regista per il film “Pasqualino Settebellezze” nella cerimonia del 1977. Temi dei suoi film sono vizi e virtù degli uomini e delle donne, di ogni tempo. Mescolava la guerra sessuale e la politica di sinistra in film provocatori che lei definiva grotteschi e che sfidano il genere come “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” e “Pasqualino Settebellezze”, che l’hanno affermata come una delle registe più originali degli anni ’70. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar onorario alla carriera.


English version

There are many great Italian women who have left their mark on Italian and world history. Women who have seen beyond the boundaries and limits imposed on them by the society of the time. Driven by ambition, patience, courage, tears and the strength of being a woman. Still today they are icons of resourcefulness to look up to for inspiration. They have challenged conventions, established records and forever changed the image of women in our country, becoming points of reference for all of us in history, art, politics, science, literature and many other fields. A paragraph is not enough to narrate the greatness of these 26 women and many others who, due to lack of space, are not included here. I hope this is a starting point to deepen their knowledge, and to inspire you to continue the work started by them.

Sibilla Aleramo
Sibilla Aleramo, born in Alessandria in 1876, is the pseudonym of Marta Felicina Faccio. She was an Italian feminist writer and poet best known for her autobiographical depictions of a woman’s life in late 19th-century Italy. She stood out not only for her talent in journalism and writing, but for a life choice: making the decision to abandon an abusive husband and cultivate her talents by dedicating herself to work. Her masterpiece novel entitled “A Woman”, tells of her own path of rebirth.

Tina Anselmi
Tina Anselmi, born in Castelfranco Veneto in 1927, was an important Italian politician and partisan and the first woman to have held the position of minister of the Italian Republic. She is known above all for having been the main proponent of Italian laws on equal opportunities, for which she has always fought in her political life. Indeed, in 1977, she passed a bill that recognized fathers as the primary guardians of their children and allowed both fathers and mothers to have time off for their children. In the same year, an important law on gender equality in working conditions was passed, of which Anselmi was a fundamental supporter. She chaired the National Commission for Equal Opportunities until 1994. Her role was significant in the introduction of the National Health Service in Italy.

Augusta Bassi
Augusta Bassi, born in Milan in 1926, was one of the main and most aggressive lawyers for the defense of women’s rights. She is famous for having defended the rights of Donatella Colasanti against Angelo Izzo in the trial on the Circeo massacre. She has stood out for her position since the early 1970s, especially for the protection of Fiorella, an 18-year-old rape victim. This was the first Rape Trial to be filmed and broadcast by RAI. In line with her commitment to women’s causes she was a founding member of Telefono Rosa.

Cristina Trivulzio of Belgiojoso
Cristina Trivulzio di Belgiojoso, born in Milan in 1808, was an Italian noblewoman and writer who actively participated in the Italian Risorgimento, coming into contact with all the major protagonists of the time, including Carlo Alberto and Napoleon III. She separated very early from her husband Belgiojoso with whom she had a daughter. She subsidized insurrections, organized a battalion in Naples to contribute to the Five Days of Milan, directed hospitals in Rome during the clashes of 1849. In Paris she held salons with illustrious guests and ventured alone in the East by organizing an agricultural community starting from nothing. She returned to Locate in 1855 and built kindergartens, schools and modernized the country, bringing it to a social level far above the typical situation of that period.

Milla Baldo Ceolin
Milla Baldo Ceolin, born in Legnano in 1924, called the lady of the neutrino, was an Italian physicist and one of the protagonists who made the greatest contribution to the development of 20th century physics. She was the first female professor to take the chair at the University of Padua. Her research has focused on elementary particles and weak interactions. In particular, among her discoveries is the one on mesons K. She was director of the National Institute of Nuclear Physics (INFN) in Padua and directed the “Galileo Galilei” Institute of Physics for five years. She worked on accelerator machines at CERN and also in the United States, Russia and France. On 21 May 2008 she became a member of the Turin Academy of Sciences.

Samantha Cristoforetti
Samantha Cristoforetti, born in Milan in 1977, is an Italian aviator, engineer, military astronaut, and the first Italian woman in the crews of the European Space Agency. She achieved the European record and the female record for staying in space in a single flight, 199 days, with the ISS Expedition 42 / Expedition 43 Futura mission of 2014-2015. Cristoforetti commanded the NEEMO 23 mission in 2019 to test technologies and targets for deep space missions and lunar seabed explorations. On July 21, 2022, Cristoforetti completed his first spacewalk, which lasted 7 hours and 5 minutes.

Grace Deledda
Grazia Deledda, born in Nuoro in 1871, was the first Italian woman to win the Nobel Prize for literature in 1926. She wrote novels and plays, and is remembered for her unconventionality and her expressive power. Her works draw inspiration from her personal stories which deal with issues of general human interest, such as pain and death, in a deep and warm manner, as well as with the patriarchal traditions of Sardinian society.

Christine de Pizan
Christine de Pizan, or even Cristina da Pizzano, born in Venice in 1364, is recognized as the first professional female writer and poet in the Middle Ages appreciated throughout Europe. She lived in France at the court of Charles V. With her works she managed at only 25 years old, left a widow and without a father, to provide for the economic well-being of her family. “I had to become a man,” she wrote, referring to her task of supporting her three children and her mother. She became famous for claiming female knowledge and female. Her lyrical and narrative works drew inspiration from her own life experience, and not from religious or mythological tradition, as was frequent in her time. She started the so-called Querelle des femmes (“Women’s lawsuit”) after reading two works respectively by Boccaccio and Jean de Meun, who considered women to be vicious by nature. In the work entitled Livre de la Cité des Dames (“Book of the City of Ladies”), she listed examples of virtuous and important women in the history of humanity.

Matilda di Canossa
Matilde di Canossa, perhaps born in Mantua in 1046, was one of the few women who played such an important role in Italian history. She ruled for forty years a State that extended over a large part of northern and central Italy, and participated as a protagonist in the struggle between the Empire and the Church. She became a staunch supporter of the Papacy after being taken prisoner by Emperor Henry III, along with her mother, an experience which greatly impressed her. She separated from Goffredo il Gobbo, to whom she was given in marriage, after only three years. When in 1076 she took full possession of her father’s domains, she became the most important ally of Pope Gregory VII, who was determined to declare the superiority of divine power over all earthly powers, including the Empire. She entered history and legend like no woman before her. Today she rests in the tomb sculpted by Bernini and is called the “honor and glory of Italy”.

Artemisa Gentileschi
Artemisia Gentileschi, born in 1593 in Rome, was one of the first Italian painters who managed to impose her talent in a closed society in which women had no chance to emerge. Her father, a Tuscan-born artist friend of the painter Caravaggio, encouraged her artistic talent. Artemisia’s art was original, despite the Caravaggio influence, with masterpieces of great realism in the complex and fervent artistic panorama of early 1600s Rome. Her story is also linked to the rape process of which she was a victim, and which she had the courage to denounce. Artemisia defied the conventions of her time and is remembered today as a leading artist in the history of Italian art.

Oriana Fallaci
Oriana Fallaci, born in Florence in 1929, was one of the most controversial journalists and writers of the 20th century. From a very young age, the climate of oppression in which she grew up prompted her to take part in the Resistance as an anti-fascist partisan relay. Her vocation for journalism was precocious and was combined with political activism. She became famous for her investigations and reports in her frontal and direct style, such as the one relating to the Vietnam War in 1967. She was able, like few figures in our intellectual culture, to put the parties at odds. Hers was a leading role in a society dominated mainly by male figures.

Margherita Hack
Margherita Hack, born in Florence in 1922, known by the nickname of “lady of the stars”, was an Italian astrophysicist and science popularizer. She was a fulltime professor of astronomy at the University of Trieste, and a member of the most prestigious physics and astronomy societies including ESA and NASA. She discovered Epsilon Aurigae, a supergiant 6,500 light years away and two hundred thousand times brighter than the sun. In 1994 she received the Targa Giuseppe Piazzi for scientific research and in 1995 she was granted the Cortina Ulisse International Prize for scientific dissemination. She has also distinguished herself in the fight for civil rights and in the protection of animals.

Nilde Iotti
Leonilde Iotti, known as Nilde, born in Reggio Emilia in 1920, was an Italian politician, the first woman elected President of the Chamber of Deputies for three legislatures, between 1979 and 1992, for 12 years and 307 days, becoming the president of the Chamber who remained in office for the longest time ever in the history of the Italian Republic.
She was a key political figure in post-war Italy and in the newly formed Republic. As a partisan and communist she actively engaged in numerous ethical and social battles. She was a reformist with the Gospel of the Constitution always in hand and maintained that democracy must renew itself if it wants to be democracy. Her thoughts translated into actions, struggles, proposals for institutional reforms.

Anna Magnani
Anna Magnani, born in Rome in 1908, is considered one of the greatest female actresses in history and a symbol of the Italian neorealist cinema of the time. She was deeply attached to the city of Rome and is probably the woman to whom the history of entertainment in Italy is most closely linked. Her most famous interpretations are in films such as “Rome, open city”, “Bellissima”, “Mamma Roma” and “The tattooed rose”, for which she won an Oscar in 1956 as best actress. Thanks to her acting skill and her fame, she is one of the few Italian actresses who has managed to also have a star on the Hollywood Walk of Fame.

Alda Merini
Alda Merini, born in Milan in 1931, is certainly the greatest Italian poet of the 20th century. She wrote her poems from the age of 15. Even though she lived in poverty due to the war, she pursued her dreams. She’s known for the depth of her poems that were inspired by her troubled life. In fact, because of mental suffering, also due to conjugal violence, she was interned in a psychiatric hospital. It was here that she witnessed the cruelty of doctors and religious persons and she came away from it with a great awareness of pain and the human condition. She herself wrote “I often tell everyone that that cross without justice that was my asylum has only revealed to me the great power of life”. Her phrases about love and life are an inspiration to all women.

Mina
Mina, pseudonym of Mina Anna Maria Mazzini, born in Busto Arsizio in 1940, is undoubtedly the most famous Italian pop singer of all time. She is remembered for her impeccable technique and for her great variety of interpretations. She collaborated with various authors and musicians, including Ennio Morricone, who created for her the arrangement of the song “Se telefonando”. Mina was a real public figure who entered the televisions of all Italians, but also a nonconformist woman who caused a scandal for her life choices, in fact she was also the first Italian woman to wear a miniskirt on television.

Tina Modotti
Tina Modotti, born in Udine in 1896, is considered one of the greatest photographers of the early 20th century. The most important institutes and museums around the world preserve her photographic works. She emigrated from Italy to the United States at the age of sixteen, where she lived a bohemian life thanks also to meeting personalities who lived art all round, such as the photographer Edward Weston, who became her mentor. She fell in love with Mexican culture to which she dedicated her shots that include people and landscapes until 1928 when she met the founder of the Cuban communist party Julio Antonio Mella, assassinated the following year. Because of her political ideas and her ties to the communist party, the photographer was exiled and since 1931 she has totally concentrated on political activism.

Rita Levi Montalcini
Rita Levi Montalcini, born in 1909 in Turin, was a neurologist and Italian senator for life. Her father was authoritarian and strongly disapproved of women’s post-secondary education. At the age of 20, Rita Levi had understood that she absolutely could not adapt to a female role as conceived by her father and asked him for permission to study medicine. Being poorly educated, in just eight months she studied the full programs of Greek, Latin and mathematics and was admitted to the medical school at the University of Turin. She began her scientific career in danger, as a Jew in fascist Italy and then triumphed with her research on the nervous system in the 1950s which led her to the discovery and identification of the nerve fiber growth factor or NGF, for which she won the Nobel Prize for medicine in 1986. She continued her work as a researcher until the age of 103.

Mary Montessori
Maria Montessori, born in Chiaravalle in 1870, was one of the first women to obtain a medical degree in Italy. She is known for the educational method that bears her name “The Montessori Method”, adopted worldwide in thousands of kindergartens, elementary and high schools. Her Montessori pedagogical method is based on the central idea according to which each child possesses a unique and unrepeatable psychic and intellectual potential and that for this reason, in respect of their own development, they must be accompanied in their growth in order to be able to express themselves freely. She traveled to various countries to spread her educational theory. In India she also lived an experience of imprisonment with her son during the Second World War, as a citizen of an enemy country. Montessori schools are still preferred to others today.

Fernanda Pivano
Fernanda Pivano, known as Nanda, born in Genoa in 1917, was an Italian translator and essayist. She was an important figure in the Italian cultural panorama for her commitment in the translation and dissemination of works of contemporary American literature, in particular the works of the beat generation. As an essayist, she confirmed in Italy a critical method based on direct testimony, on the history of customs and on the historical-social investigation of writers and literary phenomena. She was a very lively promoter of culture, discoverer of talents. She was an independent intellectual at a time when young intellectuals were oppressed by the regime, by war, by poverty and by an isolation that was not only personal. Through her studies she demonstrated the way in which the Italian woman was able to emerge from the mediocre roles imposed by the time and by fascism.

Miuccia Prada
Miuccia Prada, born in Milan in 1949, is an Italian fashion designer and entrepreneur. She transformed the Prada brand, which she inherited in 1978 from her founding grandfather, into a symbol of elegance and avant-garde, renowned and admired all over the world. She started designing accessories and signed the first prêt-à-porter line, establishing the Prada brand internationally as one of the most representative of minimalist taste. The success of the brand is due to her insights and her collaborations. She was awarded an honorary doctorate from the Royal college of art in London in 2000 for continued experimentation with materials and original aesthetic innovation. In 2015 she was awarded the title of Knight Grand Cross of the Order of Merit of the Italian Republic.

Teresa Sarti – Strada
Teresa Sarti, married Strada, born in Sesto San Giovanni in 1946, was an Italian philanthropist and Italian teacher, co-founder with her husband Gino Strada of the NGO Emergency in 1994, of which she was also the first president. The idea of creating a medical facility in war zones belongs to Teresa. Furthermore, she was convinced that it was necessary to start from the schools to create a new awareness and lay the foundations for a better world. In fact, she produced an ad hoc comic strip for the students, starring Lupo Alberto, much loved by children and adolescents. The motto is: above the war there are those who live, under the war there are those who die. She is classified among the thirteen women who made Italy.

Matilde Serao
Matilde Serao, born in Patras in 1856, was a writer and journalist. A true icon in the field of journalism, she was the first woman to have founded and directed a newspaper, Il Mattino. The Neapolitan world, so full of inspiration and contradictions, nourished his desire to write, tell and speak. For her, journalism was a field of observations, of customs, which she then recounted in her novels. Her notes on fashion, food, sport, worldly events, the novelties of progress, customs and traditions were counterbalanced by particular attention to social facts and events. She also published articles in the Giornale delle Donne “The Women’s Magazine”, one of the leading emancipationist magazines of the time.

Franca Viola
Franca Viola, born in Trapani in 1947, went down in history for being the first Italian woman to have refused a shotgun wedding. At just seventeen, she had the courage to raise her voice and refuse the shotgun wedding with the man who had raped her for eight days, managing to report him and getting him an 11-year sentence. At the time, article 544 of the penal code provided for the “shotgun wedding”. In fact, the law imputed her as a “shameless woman”. According to the moral condemnation of the time, the girl, no longer a virgin, had to marry her rapist to maintain the family honor, or else she would remain a spinster forever. Franca and her family pronounced a revolutionary “no”. For the first time in Italian history, a woman opposed the law of men and changed the course of justice in cases of abuse forever. If today sexual violence is a crime punishable by law in Italy, the credit goes to this proud and courageous young woman.

Monica Vitti
Monica Vitti, pseudonym of Maria Luisa Ceciarelli, born in Rome in 1931, was a very famous Italian actress in the world of Italian cinema. She began her film career in the 1950s in films by directors such as Michelangelo Antonioni, Federico Fellini and Mario Monicelli. She was often associated with Antonioni’s “Trilogy of Incommunicability”, in which she played the role of restless and dissatisfied women, in search of meaning in life. She is a style icon for her beauty and her fashion sense. Her characteristic husky voice and her innate comedic panache accompanied her for almost forty years of career. She has won numerous awards for her film career. She was also an animal rights activist.

Lina Wertmüller
Lina Wertmüller, born in Rome in 1928, was an Italian director, screenwriter and writer. She began her career collaborating with Federico Fellini as assistant director. She was the first woman ever to have received an Oscar nomination for best director for the film “Pasqualino Settebellezze” in the 1977 ceremony. Themes of her films are the vices and virtues of men and women, of all times. She mixed sex warfare and left-wing politics in provocative films she described as grotesque and genre-defying such as “Metalworker Mimì Wounded in Honor,” “Swept Away by an Unusual Fate in the Blue Sea of August,” and “Pasqualino Settebellezze.” , which established her as one of the most original directors of the 1970s. In 2020 she was awarded the Honorary Academy Award for Her Lifetime Achievement.

Introduction to the Samnites | I Sanniti – introduzione

Primo di una serie di articoli dedicati alla storia dei Sanniti. – First of a series of articles dedicated to the history of the Samnites.

(English follows)

I Sanniti: Introduzione

La storia dei Sanniti continua ad affascinare dopo più di duemila anni. I Sanniti erano un popolo italico e acerrimi nemici di Roma. Di questo popolo fiero e indomito restano scarne testimonianze e poche vestigia, nonostante per decenni avessero lasciato un’impronta della propria civiltà sulle terre che si estendono dal Gran Sasso fino ad arrivare alle aree della Magna Grecia. Questo territorio è nei giorni nostri denominato “il Sannio”. Sappiamo che i Sanniti hanno influenzato la crescita di gran parte delle popolazioni italiche. 

Gli storici non sono sicuri delle origini dei Sanniti, ma pare che fossero cugini dei Romani. Infatti si ritiene che diramassero dai Sabini, uno dei primi ceppi etnici che si sono poi fusi con il ceppo che sarebbe diventato noto come il popolo romano. I Sanniti non hanno mai creato un’unica comunità politica come avevamo fatto i Romani, ma piuttosto delle tribù. Le principali erano i Carricini, i Caudini, i Frentani, gli Irpini e i Pentri che si sono uniti per fini bellici in una confederazione. “Samnium” e “Samnites” erano parole latine, e i Sanniti si riferivano a proprio paese come “Safinim” e a se stessi come “Safineis”. 

I romani, nella loro spinta verso l’espansione regionale, non hanno avuto un compito facile conquistare la penisola italiana e l’isola di Sicilia. In effetti più di una volta nella loro storia antica, se le cose fossero andate in modo leggermente diverso, i romani si sarebbero trovati vinti invece che conquistatori. 

Altri popoli hanno dato filo da torcere ai romani nella loro marcia verso la costruzione dell’impero tra cui gli Etruschi, i Greci e i Celti, ma i Sanniti erano i più caparbi e risoluti e consideravano sacra la libertà per cui hanno combattuto strenuamente.

Agli inizi del IV secolo a.C i Romani e i Sanniti si sono alleati e combattuti per avere l’egemonia sull’espansione naturale verso le fertili terre a sud del fiume Liri dal Volturno al Sarno. Il fattore che ha permesso all’uno di sovrastare all’altro non è facile da sapere. La storia che ci è stata tramandata si basa sul lavoro di storici asserviti al potere di Roma, tra cui Tito Livio. Si sa invece poco dei popoli soggiogati, delle loro vicende, idee politiche e religiose. Gli antichi testi parlano in modo superficiale, confuso e spesso non veritiero dei Sanniti. Infatti persino ricostruire l’assetto geografico del Sannio non è un compito semplice.

In seguito a nuovi scavi archeologici negli ultimi anni, il ritrovamento di reperti ha permesso di mettere un po’ di ordine nella storia e di dare una nuova interpretazione dell’antica società sannitica.

I Sanniti hanno vissuto in almeno quattro regioni: Abruzzo, Molise, Lazio e Campania. Ciascuna di queste regioni ha un museo dedicato ai Sanniti tra cui bisogna peregrinare non potendo per contrasti politici e geografici creare un unico museo dove conservare i reperti archeologici. 

Per indicare quei territori che erano uniti per combattere l’egemonia di Roma, i Sanniti furono i primi ad utilizzare il nome “Italia”.

Antiche popolazioni dell’Italia centro-meridionale / fonte:sanniti.info

English version

The Samnites: Introduction

The history of the Samnites continues to fascinate after more than two thousand years. The Samnites were an Italian people and bitter enemies of Rome. Scarce evidence and few vestiges remain of this proud and indomitable people, despite the fact that for decades they had left the mark of their civilization on the lands that extend from the Gran Sasso up to the areas of Magna Graecia. This territory is nowadays called the Sannio. We know that the Samnites influenced the growth of most of the Italian populations.

Historians aren’t sure of the origins of the Samnites, but it appears that they were cousins of the Romans. Indeed it is believed that they branched off from the Sabines, an early ethnic lineage who later merged with the lineage that would come to be known as the Roman people. The Samnites never created a single polity as the Romans did, but rather tribes. The main ones were the Carricini, Caudini, Frentani, Irpini and Pentri who united for war purposes in a confederation. “Samnium” and “Samnites” were Latin words, and the Samnites referred to their country as “Safinim” and to themselves as “Safineis”. 

The Romans, in their drive for regional expansion, had no easy task conquering the Italian peninsula and the island of Sicily. Indeed more than once in their early history, if things had gone slightly differently, the Romans would have found themselves vanquished rather than conquerors. Other peoples gave the Romans a hard time in their march towards empire building including the Etruscans, Greeks and Celts, but the Samnites were the most stubborn and resolute and held sacred the freedom they fought so hard for. 

At the beginning of the 4th century BC the Romans and the Samnites allied and fought to have hegemony over the natural expansion towards the fertile lands south of the Liri river from the Volturno to the Sarno. The factor that allowed one to dominate the other is not easy to know. The story that has been handed down to us is based on the work of historians enslaved to the power of Rome, including Tito Livio. On the other hand, little is known about the subjugated peoples, their vicissitudes, political and religious ideas. The ancient texts speak in a superficial, confused and often untruthful way about the Samnites. In fact, even reconstructing the geographical structure of Sannio is not a simple task. 

Following new archaeological excavations in recent years, the discovery of artifacts has allowed us to put some order in history and to give a new interpretation of the ancient Samnite society. 

The Samnites lived in at least four regions: Abruzzo, Molise, Lazio and Campania. Each of these regions has a museum dedicated to the Samnites among which it is necessary to wander as it is not possible due to political and geographical contrasts to create a single museum in which to preserve the archaeological finds. 

To indicate those territories that were united to fight the hegemony of Rome, the Samnites were the first to use the name “Italy”.


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