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Italian vs. Anglicisms and Gadda -Do we need a law to protect Italian?

Abbiamo bisogno di una legge per proteggere l’Italiano?

(English version below)

Non vogliamo fare la guerra all’inglese, ma vogliamo rammentare ai parlanti italiani che in molti casi esistono parole italiane utilizzabili, comode e trasparenti. Vogliamo provare a proporle a tutti come possibile alternativa, per promuovere la grande ricchezza lessicale ed espressiva della nostra lingua.

Claudio Marazzini
(Presidente dell’Accademia della Crusca)

La domanda che ci poniamo in tanti dopo la proposta di legge sulla lingua italiana del Governo Meloni è questa: Dobbiamo proteggere la lingua italiana dai forestierismi, le parole straniere, e in particolare dall’inglese?

La legge vieterebbe l’uso di termini inglesi in certi ambiti, come la Pubblica Amministrazione, la comunicazione pubblica, nei contratti di lavoro o per specificare i ruoli in azienda e prevederebbe multe da 5000 a 100.000.

E’ un’illusione pensare di poter fare leggi contro l’invasione delle parole? Oppure come suggeriscono gli esperti linguisti, “l’unico vero intervento efficace per la salute della lingua italiana è garantire che tutti abbiano la migliore istruzione possibile e che l’ insegnamento dell’italiano faccia acquisire una migliore consapevolezza linguistica – per tutti e quindi anche per i futuri legislatori, politici e comunicatori pubblici.”

Il desiderio di emulare gli anglofoni ha origini lontane. La parola anglicismo veniva infatti già utilizzata nel 18esimo secolo. Era un periodo in cui l’Europa guardava con ammirazione alle conquiste coloniali, politiche e tecnologiche dell’Inghilterra, il che ha dato il via all’adozione di parole d’origine inglese, gli anglicismi per l’appunto, un’onda che ha seguito un’altra, quella dei francesisimi.

Dei nostri giorni la globalizzazione assieme alla diffusione di termini inglesi nella tecnologia digitale ha reso l’afflusso di anglismi patologico.

Difatti nel 2015 l’Accademia della Crusca, uno dei principali punti di riferimento in Italia e nel mondo per le ricerche sulla lingua italiana, aveva lanciato una petizione per incoraggiare l’uso di parole italiane invece di quelle inglesi.

Gli anglicismi hanno sostituito se non addirittura cancellato quelle italiane.

Guardando il notiziario sentiamo “hub” energetico, quando invece la parola “centro” o “fulcro” sarebbe meglio capita dalla maggioranza degli italiani. Oppure le famose “expenditures” del governo…forse per evitare la parola più limpida:“spese”?

Per non parlare di molte leggi italiane con nomenclature inglesi, tipo: “Il Jobs Act”, “Il Green Pass”,….ecc.

Nelle strade sentiamo parlare di “news”, invece che di “notizie”, di “weekend” invece che di “fine settimana”. Per quanto mi riguarda, quando parlo l’inglese, parlo l’inglese; quando parlo l’italiano, parlo l’italiano e lo stesso vale per il francese e altre lingue che mi diletto ad imparare.

Allora, riinnamoriamoci dell’italiano ascoltando Alessandro Baricco che legge e spiega”La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda (noto come il Joyce italiano)

– attivare i sottotitoli per una migliore comprensione –

Lo scrittore Alessandro Baricco inizia dicendo che i grandi scrittori riescono a nominare la vita, le cose. E’ una cosa preziosa perché si danno i nomi alle cose per difendersi da esse.

“I grandi scrittori sono straordinari perché sanno nominare le zone più semplici e complicate della nostra esperienza. Non raccontano solo storie, nominano la vita…

Gadda lavorava con la nostra lingua e siamo gli unici al mondo che possiamo veramente capire e goderci fino in fondo cosa lui ha fatto. Tutte le traduzioni perdono per strada molto di quello che lui era riuscito a combinare. Sapeva nominare le cose più strane con una esattezza e bellezza quasi irripetibili.

Leggiamo due capoversi di circa dieci righe dell’ultima pagina del libro “La cognizione del dolore”, un libro che non ha mai finito (lui non amava molto finire le cose).

Una vecchia signora che è stata aggredita di notte e sta per morire, ma non si sa se morirà. Hanno passato la notte a cercare di curarla e adesso lei è stesa nel suo letto in una stanza in un’agonia silenziosa nell’ultimo brandello di notte prima dell’alba.”

“Lasciamola tranquilla”, disse il dottoe. Andate, uscite.
Nella stanchezza senza soccorso in cui il povero volto si dovette raccogliere tumefatto, come in un estremo recupero della sua dignità, parve a tutti di leggere la parola terribile della morte e la sovrana coscienza dell’impossibiltà di dire: Io.”

“Si fa fatica a tenere insieme questo corpo che sta per morire. E pensiamo se tutto finisce così allora cosa si salva di tutto quello che ho fatto. Perché facciamo tutto questo? Tutto questo lo sappiamo, ma a saperla a dire in una riga con esattezza…..”

“L’ausilio dell’arte medica, lenimento, pezzuole, dissimulò in parte l’orrore. Si udiva il residuo d’acqua e alcool delle pezzuole strizzate ricadere gocciolando in una bacinella.”

“Una inquadratura cinematografica molto stretta. Lui te la vende come un suono ‘si udiva‘, ma in realtà te la sta facendo vedere.”

“E alle stecche delle persane, già l’alba.”

“C’era da dire che stava per cominciare il giorno. Gadda era preciso. Non dice persiane, ma alle stecche e non c’è verbo. L’alba infatti si vede nelle stecche delle persiane. Più sei esatto e non vago, più quel nome resisterà.”

“Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio e ignaro, come ogni volta. La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita.”

“Elencare i gelsi….arriva la luce, il primo gelso, il secondo….E’ quello che fa la luce: elenca. In tre parole c’è un movimento e un senso della bellezza… La danza dell’alba che nessuna traduzione nel mondo potrebbe salvare. Noi possiamo sentire la danza dell’alba. Gadda aveva il senso della bellezza.

Quest’ultima frase molto italiana, è melodia, è un canto, oltre ad essere precisa, esatta, è musica.

Chiunque di noi sente che quella è la musica giusta, ritmo e melodia.

L’ultima frase del tema “nome” tac…..per sempre….

Noi abbiamo una bellissima lingua, l’italiano, che lui usava da Dio.”

Letture consigliate:
Nuove leggi sull’italiano. Ma sono davvero “politica linguistica”?

Proposta di legge

Petizione per la lingua italiana

https://www.treccani.it/enciclopedia/anglicismi_(Enciclopedia-dell’Italiano)/


English version:

“We don’t want to wage war on English, but we want to remind Italian speakers that in many cases there are usable, comfortable and transparent Italian words. We want to try to offer them to everyone as a possible alternative, to promote the great lexical and expressive richness of our language.”
Claudio Marazzini
(President of the Accademia della Crusca)

The question that many of us are asking after the Meloni government’s bill on Italian language is this: Should we protect the Italian language from foreign words, and in particular from English?

The law would prohibit the use of English terms in certain areas, such as the Public Administration, public communication, in employment contracts or to specify roles in a company and would provide for fines from 5,000 to 100,000.

Is it an illusion to think you can make laws against the invasion of words? Or as linguist experts suggest, “the only truly effective intervention for the health of the Italian language is to ensure that everyone has the best possible education and that teaching Italian leads to better linguistic awareness – for everyone and therefore also for future lawmakers, politicians and public communicators.”

The desire to emulate English speakers has distant origins. The word Anglicism was in fact already used in the 18th century. It was a time when Europe looked up to England’s colonial, political and technological achievements, which gave rise to the adoption of words of English origin, anglicisms to be precise, a wave that followed another one, that of the frenchisms.

Today’s globalization coupled with the spread of English terms into digital technology has made the influx of Anglicisms pathological.

In fact, in 2015 the Accademia della Crusca, one of the main points of reference in Italy and in the world for research on the Italian language, had launched a petition to encourage the use of Italian words instead of English ones.

Anglicisms have replaced or even canceled Italian words.

Watching the news we hear about “hub” energetico, when instead the words “centro” or “fulcro” energetico would be better understood by the majority of Italians. Or the famous government “expenditures”… perhaps to avoid the clearer word: “spese” in Italian?

Not to mention many Italian laws with English nomenclature, such as: “The Jobs Act”, “The Green Pass”,….etc.

In the streets we hear “news” instead of “notizia”, “weekend” instead of “fine settimana”. For me, when I speak English, I speak English; when I speak Italian, I speak Italian, and the same goes for French and other languages that I enjoy learning.

So, let’s fall in love with Italian again by listening to Alessandro Baricco read and explain “La cognizione del dolore” / “The Cognition of Pain” by Carlo Emilio Gadda (known as the Italian Joyce)

– activate the subtitles of the video above for a better understanding –

The writer Alessandro Baricco begins by saying that great writers manage to name life, things. It is a precious thing because things are given names to defend ourselves against them.

“Great writers are extraordinary because they know how to name the simplest and most complicated areas of our experience. They don’t just tell stories, they name life…

Gadda worked with our language and we are the only ones in the world who can truly understand and fully enjoy what he did. All translations lose much of what he had managed to accomplish by the wayside. He knew how to name the strangest things with almost unrepeatable accuracy and beauty.

We’ll read two paragraphs about ten lines long from the last page of the book “The Cognition of Pain”, a book he never finished (he didn’t really like finishing things).

An old lady who was attacked at night and is about to die, but it is not known whether she will die. They spent the night trying to treat her and now she lies in her bed in a room in silent agony in the last shred of night before dawn.”

“Let’s leave her alone,” said the doctor. Go, exit.
In the unaided tiredness in which the poor face had to compose itself swollen, as in an extreme recovery of its dignity, everyone seemed to read the terrible word of death and the sovereign awareness of the impossibility of saying: I. “

“It’s hard to keep this body together that is about to die. And if we think that everything ends like this then what is saved from everything I’ve done. Why do we do all this? We know all this, but knowing how to say it in one line with accuracy…..”

“The aid of medical art, soothing, cloths, partly concealed the horror. You could hear the residue of water and alcohol from the squeezed cloths dripping into a basin.”

“A very tight cinematic shot. He’s selling it to you as a sound, but he’s actually showing it to you.”

“And at the slats, it’s already dawn.”

“It had to be said that the day was about to begin. Gadda was precise. He doesn’t say shutters, but on the slats and there is no verb. In fact, dawn can be seen in the slats of the shutters. The more exact you are and not vague, the more that name will last.”

“The rooster suddenly aroused her from the distant mountains, peremptory and unaware, as every time. He invited her to enter and list the mulberry trees, in the solitude of the countryside that appeared.”

“List the mulberries….the light comes, the first mulberry, the second….It’s what the light does: it lists. In three words there is a movement and a sense of beauty… The dance of the dawn that no translation in the world could save. We can feel the dance of the dawn. Gadda had a sense of beauty.

This last phrase is very Italian, it is melody, it is a song, as well as being precise, exact, it is music.

All of us feel that this is the right music, rhythm and melody.

The last sentence of the theme “name” tac….. forever….

We have a beautiful language, Italian, which he used like God.”

Recommended reading:
Nuove leggi sull’italiano. Ma sono davvero “politica linguistica”?

Proposta di legge

Petizione per la lingua italiana

https://www.treccani.it/enciclopedia/anglicismi_(Enciclopedia-dell’Italiano)/



The Vain Razor, a fable by Leonardo da Vinci

Il Rasoio Vanitoso, una favola di Leonardo da Vinci

Sai, che Leonardo da Vinci tra un’invenzione e l’altra scriveva anche favole? Non c’è da stupirsi ovviamente! Anche perché la favola ha un’ origine popolare antichissima e ha preceduto qualsiasi forma letteraria. La parola “favola”, viene dal latino “fabula”, e significa parlare. Infatti, le favole avevano il ruolo di trasmettere in forma orale, la tradizione, i principi e i valori della società. Pertanto, non era destinata all’educazione dei bambini, ma a dare un significato e fornire riposte agli episodi della vita quotidiana.

Leonardo trasmette con questa favola l’importanza di allenare sempre la propria mente come faceva lui!

IL RASOIO VANITOSO
Un giorno il rasoio uscì dal suo manico e si mise a prendere il Sole. Vedendo il Sole che si specchiava sul metallo lucido, il rasoio si riempì d’orgoglio e disse: “Come sono bello: perfino il Sole si specchia su di me. Eppure devo faticare ogni giorno; sono proprio stufo di tagliare barbe. Anzi, sapete cosa faccio? Me ne vado. E non tornerò più alla bottega del barbiere. Mi nasconderò e mi godrò in pace la mia bella vita”.
Il rasoio fuggì lontano dalla bottega e si nascose in una grotta, per non essere trovato dal barbiere. Rimase lì per qualche mese, poi uscì dalla grotta e si mise al Sole ma questo non si specchiava più sulla sua lama: il rasoio aveva perso la sua lama ed era coperto di ruggine da cima a fondo.
Disperato, si lamentò: “Ah, se solo fossi rimasto alla bottega del barbiere. Avrei dovuto continuare a tagliar barbe, così sarei rimasto ben affilato e lucente; adesso sono solo un ferro vecchio da buttare”.
Questo è quel che accade a chi smette di studiare e di esercitarsi e si dà al divertimento: la sua mente, come il ferro, perde filo e lucentezza e si copre della ruggine dell’ignoranza.


(English translation)

Did you know that Leonardo da Vinci also wrote fables between one invention and another? Nothing to be surprised about of course! Also because the fable has a very ancient popular origin and preceded any literary form. The word “favola” (fable) comes from the Latin word “fabula”, and means to speak. In fact, fable had the role of transmitting the tradition, principles and values of society in oral form. Therefore, it was not intended for the education of children, but to give meaning and providing answers to events of everyday life.

Leonardo transmits with this fable the importance of always training one’s mind as he did!

THE VAIN RAZOR
One day the razor came out of its handle and began to bask in the sun. Seeing the sun reflected in the shiny metal, the razor was filled with pride and said: “How beautiful I am: even the sun is reflected on me. Yet I have to toil every day; I’m just sick of trimming beards. Actually, you know what I’m going to do? I’m leaving. And I’ll never go back to the barbershop. I’ll hide away and enjoy my beautiful life in peace.”
The razor fled away from the shop and hid in a cave, not to be found by the barber. He stayed there for a few months, then he came out of the cave and put himself in the sun, but it no longer reflected on his blade: the razor had lost its blade and was covered in rust from top to bottom.
Desperate, he moaned, “Ah, if only I’d stayed at the barbershop. I should have kept trimming beards, so I would have remained sharp and shiny; now I’m just an old piece of iron to throw away”.
This is what happens to those who stop studying and practicing and just want to have fun: their mind, like iron, loses its edge and shine, and is covered with the rust of ignorance.

I0 Italian Verb lessons

10 lezioni per ripassare i verbi italiani

Alcuni italiani non amano molto il congiuntivo, mentre il passato remoto è molto diffuso nella lingua parlata. Per alcuni il condizionale resta una sfida e l’imperativo non manca mai soprattutto a tavola: “Mangia!” Comunque secondo me i verbi italiani sono tutti belli a modo loro.

Quali sono i tuoi tempi verbali più o meno preferiti?

Some Italians don’t like the subjunctive (il congiuntivo) very much, while the remote past (passato remoto) is very common in the spoken language. For some, the conditional remains a challenge and the imperative never fails, especially at the table: “Mangia!” (“Eat!”) However, in my opinion the Italian verbs are all beautiful in their own way.

What are your most or least favorite verb tenses?

How to roll the r in Italian | pronunciation practice

Come pronunciare la r in italiano – esercizi di pronuncia

Parliamo della famosa erre (R). È una delle lettere più difficili da pronunciare non solo per studenti stranieri, ma anche per i madrelingua. Infatti non tutti vibrano la “R” allo stesso modo. 

I diversi modi di pronunciare la “R” dipendono da fattori interni, la “r moscia”, o anche esterni, per esempio i dialetti regionali e il sistema fonetico di altre lingue che richiedono l’uso di un’altra parte della bocca o della lingua. In inglese britannico per esempio è un suono approssimativo, mentre in italiano è un trillo come anche in americano. Infatti nelle parole butter, better (la R e’ un trillo).

La R moscia, nota anche come “erre francese”, è un modo di articolare la “R”, che invece di essere vibrata nella parte anteriore della bocca si fa vibrare nella parte posteriore.

Proviamo per esempio a dire “Rosa” prima vibrando la parte posteriore, R moscia, e poi la parte anteriore, trillo.

In italiano la lettera “R” è definita una vibrante alveolare, il che significa che per produrre il suono corretto la punta della lingua deve vibrare. La lingua si muove con la erre trillata e non è nella gola come la “R” francese. 

Inoltre, in base alla posizione della “R” nella parola otteniamo suoni diversi:

  • la “erre leggera” – come nella parola “TRE” dove il suono non è forte perché si trova tra una vocale e una consonante; oppure quando si trova tra due vocali per esempio nella parola “AMORE”.
  • il “trillo lungo” – come nella parola “CARRO” poiché abbiamo una doppia erre; oppure all’inizio della parola come in “riso”. In questi due casi si tende a enfatizzare la “R”, producendo così un suono vibrante.

Comunque alcune persone pronunciano la “R” trillata in entrambi i casi e quindi “tre” e “riso” sono pronunciati con la “R” trillata.

ESERCIZI

Se si vuole cambiare la pronuncia della “R” basta fare degli esercizi regolarmente. Vediamone alcuni.

  1. Un primo esercizio utilizza la lettera “L” un suono lungo con la lingua dietro i denti. Ripetiamo velocemente “TLA” mettendo la lingua tra i denti anteriori:

TLA TLA  TLA  TLA  TLA  TLA  TLA TLA 

Più velocemente si ripete più si sente una “R” vibrante.

Facciamo lo stesso con tutte le vocali.

TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE

TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI 

TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO

TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU

2. Facciamo un altro esercizio con la lettera “D”. La punta della lingua è dietro ai denti e bisogna molto velocemente ripetere la D insieme alle vocali.…

DaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDa

Viene molto bene con la “e”

DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe

DiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDi

DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo

DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu

Adesso ripetiamo “DRE” molto velocemente…..e magicamente diventa “TRE” con un bel trillo della “R”.

DRE DRE DRE DRE DRE DRE DRE

3. E poi ci sono gli scioglilingua, un altro ottimo esercizio per migliorare il suono della “R”

Ripetiamo i seguenti 3 scioglilingua molto conosciuti per pronunciare la R.

  1. “Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
  2. “Tre tigri contro tre tigri”.
  3. “Un ramarro sul muro marrone”.

Prova a ripetere ciascuno molte volte aumentando la velocità, ma mantenendo una buona forma di pronuncia.  

Quando si pronunciano con regolarità gli scioglilingua e gli altri esercizi la coordinazione della lingua diventa un gesto naturale.

—————————————————-

(English version)

Let’s talk about the famous  Italian R sound. It is one of the most difficult letters to pronounce not only for foreign students, but also for native speakers. In fact, not everyone vibrates the “R” in the same way.

The different ways of pronouncing the “R” depend on internal factors, the “r moscia” (dull R) or even external, regional dialects, but also the phonetic system of other languages ​​that requires the use of another part of the mouth or tongue. In British English, for example, it is an approximate sound, while in Italian it is a trill as well as in American. In fact, in the words butter, better (the R is a trill)

The R moscia, also known as “French R”, is a way of articulating the “R”, which instead of being vibrated in the front part of the mouth is vibrated in the back.

For example, let’s try to say “Rosa” by vibrating the back first, R moscia, and then the front part, trill.

In Italian the letter “R” is defined as a vibrating alveolar, which means that to produce the correct sound the tip of the tongue must vibrate. The tongue moves with the trilled r, it is not in the throat like the French “R”.

Also based on the position of the “R” in the word you get different sounds:

Light R – as in the word “TRE” where the sound is not strong because the “R” is located between a vowel and a consonant; or when it is found between two vowels, for example in the word “AMORE”.

Long trill – as in the word “CARRO” because there’s a double “R”; or at the beginning of the word as in “RISO”. In these two cases we tend to emphasize the “R”, thus producing a vibrant sound.

However, some people pronounce the trilled “R” in both cases and therefore “TRE” and “RISO” are pronounced with the trilled “R”.

If you want to change the pronunciation of the “R” just do some exercises regularly. Let’s see some of them.

A first exercise uses the letter “L” a long sound with the tongue behind the teeth. We’ll quickly repeat “TLA” putting the tongue between the front teeth:

TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA

The faster you repeat the more a vibrant “R” is.

We do the same with all vowels.

TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE

TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI

TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO

TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU

Let’s do another exercise with the letter “D”. The tip of the tongue is behind the teeth and you have to repeat it very quickly together with the vowels. …

DaDaDaDaDaDaDaDaDaDa

It works very well with the “e”

DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe

DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo

DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu

Now let’s repeat “DRE” very quickly… ..and magically it becomes “TRE” with a nice roll of the “R”.

And also the tongue twisters are another great exercise to improve the sound of the “R”

Let’s repeat the following 3 well-known tongue twisters for pronouncing the “R”.

  1. “Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
  2. “Tre tigri contro tre tigri”.
  3. “Un ramarro sul muro marrone”.

Try repeating each several times while increasing the speed, but maintaining a good form of pronunciation.

When tongue twisters and the other exercises are pronounced regularly, tongue coordination becomes a natural gesture.

Imperfetto or Passato prossimo | Italian verbs

A simple rule to use them correctly.
Una regola semplice per usarli correttamente.

English follows

Diciamocelo…i verbi italiani non sono proprio una passeggiata.
Può infatti capitare di avere dei dubbi nel scegliere il tempo giusto al momento giusto. I due tempi verbali che capita a moltissimi di confondere sono l’imperfetto e il passato prossimo.
Comunque ho un trucco facile facile per capire quando usare l’uno o l’altro.
Sono sicura che applicarlo ti faciliterà la vita.

Ecco come funziona:

  • se parli di un’azione abituale nel passato, usi l’imperfetto. In inglese equivale a “used to”.
  • se parli di un’azione passata conclusa, avvenuta una o più volte, usi il passato prossimo.

Facciamo degli esempi:

imperfetto
1. L’anno scorso andavo in montagna.
Last year I used to go to the mountains.

passato prossimo
2. L’anno scorso sono andato in montagna.
Last year I went to the mountains.

ESERCIZIO – Scegli il tempo giusto:

Anni fa i maschi avevano/hanno avuto un unico problema esistenziale al mare: scegliere a quale categoria di uomo in costume da bagno appartenere. Slip o boxer? Il peso dell’apparenza estiva cadeva/è caduto sulle donne. L’uomo invece era/è stato funzionale alla vacanza: caricava/ha caricato l’auto di valigie, biciclette e gommoni, guidava/ha guidato fino a destinazione, montava/ha montato e smontava/ha smontato tavolini e ombrelloni, apriva/ha aperto e chiudeva/ha chiuso sdraio, gonfiava/ha gonfiato e sgonfiava/ha sgonfiato canotti. Provava/ha provato a cimentarsi in qualche attività sportiva che non praticava/ha praticato mai durante l’anno, combatteva/ha combattuto con il vento contrario alla direzione del suo riporto, fingeva/ha finto di approfondire le pagine di politica e sport. (adattato da Donna Moderna)

TRADUZIONE:
Years ago, males used to have a single existential problem at the sea: choosing which category of man in a bathing suit to belong to. Slip or boxer? The weight of summer appearance used to fall on the women. The man, on the other hand, used to be functional to the holiday: he used to load the car with suitcases, bicycles and rafts, he sued to drive to their destination, he used to assemble and disassemble tables and umbrellas, he used to open and close deck chairs, he used to inflate and deflate dinghies. He used to try his hand at some sporting activity that he never used to practice during the year, he used to fight the wind against the direction of his come over, he used to pretend to deepen the pages of politics and sport. (adapted from Donna Moderna)

Soluzione in basso!

ENGLISH VERSION

Let’s face it … Italian verbs are not exactly a walk in the park.
In fact, it may happen to have doubts in choosing the right tense at the right time. The two tenses that many people get confused are the imperfetto and the passato prossimo.
However, I have a very easy trick for figuring out when to use one or the other.
I’m sure applying it will make your life easier.

Here’s how it works:

  • if you talk about a habitual action in the past, you use the imperfetto. In English it is equivalent to “used to”.
  • if you are talking about a completed past action, that occurred once or more times, you use the passato prossimo.

Let’s make some examples:

imperfetto
1. L’anno scorso andavo in montagna.
Last year I used to go to the mountains.

passato prossimo
2. L’anno scorso sono andato in montagna.
Last year I went to the mountains.

EXERCISE – Choose the correct tense:

Anni fa i maschi avevano/hanno avuto un unico problema esistenziale al mare: scegliere a quale categoria di uomo in costume da bagno appartenere. Slip o boxer? Il peso dell’apparenza estiva cadeva/è caduto sulle donne. L’uomo invece era/è stato funzionale alla vacanza: caricava/ha caricato l’auto di valigie, biciclette e gommoni, guidava/ha guidato fino a destinazione, montava/ha montato e smontava/ha smontato tavolini e ombrelloni, apriva/ha aperto e chiudeva/ha chiuso sdraio, gonfiava/ha gonfiato e sgonfiava/ha sgonfiato canotti. Provava/ha provato a cimentarsi in qualche attività sportiva che non praticava/ha praticato mai durante l’anno, combatteva/ha combattuto con il vento contrario alla direzione del suo riporto, fingeva/ha finto di approfondire le pagine di politica e sport.(adattato da Donna Moderna)

TRANSLATION:
Years ago, males used to have a single existential problem at the seaside: choosing which category of man in a bathing suit to belong to. Slip or boxer? The weight of summer appearance used to fall on the women. The man, on the other hand, used to be functional to the holiday: he used to load the car with suitcases, bicycles and rafts, he sued to drive to their destination, he used to assemble and disassemble tables and umbrellas, he used to open and close deck chairs, he used to inflate and deflate dinghies. He used to try his hand at some sporting activity that he never used to practice during the year, he used to fight the wind against the direction of his comb-over, he used to pretend to deepen the pages of politics and sport. (adapted from Donna Moderna)

SOLUZIONE:
Anni fa i maschi avevano un unico problema esistenziale al mare: scegliere a quale categoria di uomo in costume da bagno appartenere. Slip o boxer? Il peso dell’apparenza estiva cadeva sulle donne. L’uomo invece era funzionale alla vacanza: caricava l’auto di valigie, biciclette e gommoni, guidava fino a destinazione, montava e smontava tavolini e ombrelloni, apriva e chiudeva sdraio, gonfiava e sgonfiava canotti. Provava a cimentarsi in qualche attività sportiva che non praticava mai durante l’anno, combatteva con il vento contrario alla direzione del suo riporto, fingeva di approfondire le pagine di politica e sport.(adattato da Donna Moderna)



Italian words to keep a conversation going

Parole italiane per mantenere viva una conversazione

Abbiamo precedentemente visto come in italiano le ‘parole riempitive’ o ‘intercalari’ siano usate in abbondanza. Infatti la lista era interminabile!
Ma esiste anche un’altra categoria di parole ed espressioni che vengono usate per mantenere viva una conversazione. Queste parole ed espressioni aiutano anche a comunicare il nostro accordo, disaccordo e incertezza senza interrompere l’interlocutore.

Ecco una lista di alcune delle più comuni.

We have already seen how in Italian the “filler words”, ‘parole riempitive’ o ‘intercalari’ are used in abundance. In fact, the list was endless! But there is also another category of words and expressions that are used to keep a conversation going. These words and expressions also help communicate our agreement, disagreement, and uncertainty without interrupting the other party.

Here is a list of some of the more common ones.

Esprimere accordo – expressing agreement

La più popolare in assoluto per esprimere accordo è “infatti”. Si puo’ alternare con le altre espressioni, o ripetere molte volte sopratutto se l’interlocutore non dà segno di voler smettere di parlare!

The most popular by far is “infatti”. You can alternate it with the other expressions, or repeat it many times especially if the speaker shows no sign of wanting to stop talking!

Infatti (indeed)
Direi (I’d say so)
Sono d’accordo (I agree)
Certo (of course)
Senz’altro (certainly)
Come no… (of course)
Vero (True)
Verissimo (very True)
Bene (Good)

Esprimere disaccordo – expressing disagreement

Quando vuoi restare cortesemente in disaccordo con poche parole e senza interrompere chi parla:

When you want to politely disagree with a few words and without interrupting the speaker:

Non direi (I wouldn’t say so)
Ma no (Can’t be)
Al contrario (on the contrary)
Ma dai… (Come on)
Non credo (I don’t think so)

Esprimere incertezza – Expressing uncertainty

Queste parole possono incoraggiare l’interlocutore a fornire ulteriori informazioni:

These words can encourage the speaker to provide more information:

Dici? (Do you think so?)
Non so (I don’t know)
Mah… (Perhaps…)
Davvero? (Really?)
Credi davvero? (Do you really think so?)
Potrebbe essere (Could be)


Esempio misto:

– Domani ci sarà lo sciopero dei trasporti….
Davvero?
-…e io devo prendere il treno, è pazzesco! Il sistema dei trasporti è un disastro…
…infatti…
– Vedrai che lo sciopero durerà tutta la settimana!
Ma no…
– Non ci credi? Scommettiamo che ho ragione!

Mixed example:

– Tomorrow there will be a transport strike ….
Really?
– … and I have to take the train, it’s crazy! The transport system is a mess …
…indeed…
– You’ll see the strike will last all week!
Come on…
– You don’t believe it? We can bet I’m right!



How to say delicious in Italian – 16 words and phrases

16 parole e frasi per dire buonissimo in italiano

Sai, che il proverbio “De gustibus non disputandum est” – Sui gusti non si discute, è uno dei più utilizzati dagli italiani? E comunque non viene utilizzato solo riguardo al cibo, bensi anche per ogni altro tipo di gusto: musica, moda, genere letterario ecc.
Nell’articolo di questa settimana però restiamo nel campo del cibo e vediamo tutti i modi per dire “buonissimo” in italiano.

Le parole e le espressioni non mancano, come puoi immaginare! Parlare di buon cibo a livello gustativo e olfattivo fa parte dell’italianità!

RICORDA: gli aggettivi si concordano con il genere e numero del sostantivo. Per esempio:
Buono – maschile singolare
Buona – femminile singolare
Buoni – maschile plurale
Buone – femminile plurale

Do you know that the proverb “De gustibus non disputandum est”/ Sui gusti non si discute (there’s no accounting for taste) is one of the most used by Italians? And in any case it is not only used for food, but also for any other type of taste: music, fashion, literary genre, etc.
In this week’s article, however, we remain in the field of food and look intl all the ways to say “very good” in Italian.
There is no shortage of words and expressions, as you can imagine! Speaking of good food on a gustatory and olfactory level is part of being Italian!

REMEMBER: adjectives agree with the gender and number of the noun. For instance:
Buono – masculine singular
Buona – feminine singular
Buoni – masculine plural
Buone – feminine plural

Buonissimo / very good

Buono diventa un superlativo assoluto “buonissimo” quando dire buono proprio non basta!

Good becomes an absolute superlative “Buonissimo”/ “very good” when saying “buono” is just not enough!

  • E’ buonissima questa pasta al pesto!This pasta al pesto is very good!

Delizioso / delicious

Ecco una espressione che ha non solo il significato di “buonissimo”, ma pochi stranieri sanno che si può usare in altri contesti con il significato di carino, simpatico. Riferendosi per esempio a “una persona deliziosa” o a “un regalo delizioso”.

Here is an expression that not only has the meaning of “very good”, but few foreigners know that it can be used in other contexts with the meaning of delightful, charming. Referring for example to “a charming person” or “a delightful gift”.

  • Tutte le pizze del ristorante erano deliziose.All the pizzas at the restaurant were delicious!
  • Abbiamo conosciuto una deliziosa famiglia siciliana.We met a charming Sicilian family.

Che delizia / what a delight

In questo caso però la parola “delizia”, il sostantivo de cui deriva l’aggettivo delizioso, si riferisce solo al cibo.

In this case, however, the word “delizia”, the noun from which the adjective “delizioso” derives from, refers only to food.

  • Che delizia questo rustico agli spinaci!What a delight this spinach savory cake is!

Che buono / so good

Questa è sicuramente l’esclamazione più popolare: “Che buono” o semplicemente, “buono! A volte si tende ad allungare il suono della “o” alla fine in conseguenza al gusto della pietanza particolarmente apprezzata!

This is surely the most popular exclamation: “Che buono”/”So good” or simply, “Buono”/ “good! Sometimes there is a tendency to lengthen the sound of the “o” at the end as a result of the taste of the dish which is particularly appreciated!

  • Che buoni questi biscotti appena sfornati! These freshly baked cookies are so good!

Squisito / Exquisite

Come alternativa a “buonissimo” puoi anche dire “Squisito”.

As an alternative to “buonissimo” you can also say “Squisito” / Exquisite”.

  • La cena che hai preparato era squisita. – The dinner you cooked was exquisite.

Che bontà / So good

Se non vuoi ripeterti tropp dicendo “che buono” , prova invece a dire “Che bontà”/so good.

If you don’t want to repeat yourself too many times saying “che buono”, try saying instead “Che bontà” / “so good”.

  • Ma che bontà queste albicocche del tuo giardino. / These apricots from your garden are so good.

Che prelibatezza / What a delicacy

Dalla parola prelibato, nasce l’espressione “Che prelibatezza” / “What a delicacy”.

From the word “prelibato”/”delicious”, comes the expression”Che prelibatezza” / “What a delicacy”.

  • Che prelibatezza questa zuppa di legumi! / What a delicacy this legume soup!

Ottimo / Really good

Tra “buono” e “squisito” troviamo “Ottimo” / “Really good”

Between “buono” and “squisito” we find “Ottimo” / “Really good”.

  • Ottima la conserva di pomodoro di quest’anno! – This year’s tomato preserve is really good!

Eccellente / Excellent

Forse meno usata rispetto alle altre parole, ma “Eccellente” / “Excellent” ha il di sicuro il suo posto a tavola!

Perhaps less used than the other words, but “Eccellente” / “Excellent” certainly has its place at the table!

  • Abbiamo gustato un eccellente vino d’annata. / We tasted an excellent vintage wine.

Spettacolare / Spectacular

Se vuoi fare un complimento esagerato…

If you want to give an exaggerated compliment …

  • Questo risotto è più che buono. È spettacolare! – This pizza is more than good. It’s spectacular!

Gustoso – Saporito / Full of flavor-Tasty

Per dire che una cosa è ricca di sapore, si usano gli aggettivi “gustoso”/”saporito”, “tasty.

To say that something is rich in flavor, the adjectives “gustoso”/”saporito”, “tasty” are used.

  • I crostini dell’antipasto erano gustosi. / The crostini on the appetizer were tasty.

Invitante – allettante / tempting – inviting

Queste due parole si possono applicare al cibo, ma anche ad altre cose che ci tentano.

These two words can be applied to food, but also to other things that tempt us.

  • Il profumo del forno è molto invitante. / The smell of the bakery is very inviting.

Uno tira l’altro / moreish

A chi non capita di non riuscire a smettere di mangiare una cosa troppo buona!

Who doesn’t find themselves be unable to stop eating something that is too good!

  • Questi cioccolatini sono talmente buoni che uno tira l’altro! / These chocolates are so good that they are moreish!

Fa venire l’acquolina in bocca / It is mouth-watering

Un odore invitante o la vista di una cosa buonissima da mangiare “Fa venire l’acquolina in bocca” / “Is mouth-watering”.

  • Il profumo delle lasagne fa venire l’acquolina in bocca. / The smell of the lasagna is mouth-watering.

  • Non formali / non-formal:

Da leccarsi i baffi / It is mouth-watering

  • Gli spaghetti alle melanzane sono da leccarsi i baffi! / The spaghetti with eggplant are mouth-watering!

È buono: da morire – da urlo – impazzire /
It’s to die for – It’s crazy good

  • Ti assicuro che gli arancini sono da urlo! / I assure you that the arancini are to die for!

È da sbavo / It’s To drool for

Un’espressione non proprio adatta ad eventi formali ed eleganti! È sicuramente molto più usato tra i più giovani.

An expression not really suitable for formal and elegant events! It is certainly much more commonly used among the younger ones.

  • Ho mangiato un pasticcino alla crema da sbavo! I ate a cream pastry to drool for!

Fammi sapere nei commenti quale parole o espressione usi o userai!

Let me know in the comments which words or expressions you use or will use!

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