Questi 60 verbi sono fondamentali per viaggiare. Sono strumenti utili per comunicare bene.
Ecco in questo video i primi 3o verbi della lista dei 60 verbi italiani per viaggiare in Italia. Ascolta e ripeti i verbi e le frasi molte volte ad alta voce.
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Puoi guadare la PRIMA PARTE qui (you can watch the first part here)
These 60 verbs are essential for travel. They are useful tools for communicating well.
Here in this video are the first 30 verbs of the list of 60 Italian verbs for traveling in Italy. Listen and repeat the verbs and sentences out loud several times.
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RIPETI DI NUOVO LA PRIMA PARTE: / repeat the first part again:
Questi 60 verbi sono fondamentali per viaggiare. Sono strumenti utili per comunicare bene.
Ecco in questo video i primi 3o verbi della lista dei 60 verbi italiani per viaggiare in Italia. Ascolta e ripeti i verbi e le frasi molte volte ad alta voce.
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Parole, parole, parole… come cantava Mina. Usare le parole italiane che già conosci e quelle che incontri leggendo, ascoltando musica o parlando con altri italiani, magari in Italia, è la cosa più importante per avanzare nella lingua parlata. Infatti, quando si impara una lingua l’obiettivo è riuscire a comunicare e conversare. Ecco a cosa servono le parole, i suoni, le espressioni… Vediamo come:
mantenere viva una conversazione senza interromperla
utilizzare parole di riempimento o intercalari
esprimere emozioni con interiezioni
mostrare apprezzamento per qualcosa
Parole, parole, parole… as Mina would sing. Using the Italian words you already know and those you come across while reading, listening to music or talking to other Italians, perhaps in Italy, is the most important thing to advance in the spoken language. In fact, when learning a language, the goal is to be able to communicate and converse. That’s what words, sounds, expressions are for… Let’s see how:
to keep a conversation going without interrupting
to use filler words
to express emotions with interjections
to show appreciation for something
Parole italiane per mantenere viva una conversazione
Esiste una categoria di parole ed espressioni che vengono usate per mantenere viva una conversazione. Queste parole ed espressioni aiutano anche a comunicare il nostro accordo, disaccordo e incertezza senza interrompere l’interlocutore. Ecco una lista di alcune delle più comuni.
There is a category of words and expressions that are used to keep a conversation going. These words and expressions also help communicate our agreement, disagreement, and uncertainty without interrupting the other party. Here is a list of some of the more common ones.
parole riempitive o intercalari
In italiano le ‘parole riempitive’ o ‘intercalari’ si usano in abbondanza, come potrai notare dalla lunga lista che ho compilato. Si possono dividere in 3 catogorie: iniziatori, mediani e finalizzatori. Anche se, diciamo che, alcune di queste parole o espressioni si prestano bene in diverse situazioni. Sono particolarmente importanti per dare fluidità ad una conversazione.
In Italian the ‘filler words’, “parole riempitive” o”intercalari” are used in abundance, as you can see from the long list I have compiled. They can be divided into 3 categories: starter words, middle words and ending words. Although, “diciamo”, let’s say that, some of these words or expressions lend themselves well in different situations. They are particularly important for giving fluidity to a conversation.
Le interiezioni in italiano
L’interiezione si usa per esprimere emozioni, stati d’animo e reazioni istintive condensate in una sola espressione, senza legami sintattici con il resto della frase.
The interjection is used to express emotions, moods and instinctive reactions condensed into a single expression, without syntactic links with the rest of the sentence.
16 parole e frasi per dire buonissimo in italiano
Sai, che il proverbio “De gustibus non disputandum est” – Sui gusti non si discute, è uno dei più utilizzati dagli italiani? E comunque non viene utilizzato solo riguardo al cibo, bensi anche per ogni altro tipo di gusto: musica, moda, genere letterario ecc. Nell’articolo di questa settimana però restiamo nel campo del cibo e vediamo tutti i modi per dire “buonissimo” in italiano.
Do you know that the proverb “De gustibus non disputandum est”/ Sui gusti non si discute (there’s no accounting for taste) is one of the most used by Italians? And in any case it is not only used for food, but also for any other type of taste: music, fashion, literary genre, etc. In this week’s article, however, we remain in the field of food and look intl all the ways to say “very good” in Italian.
A volte basta una sola lettera pronunciata in modo errato per cambiare il significato di una parola. Prendiamo come esempio le due parole “rosa” e “rossa”. Con la prima indichiamo il fiore e, trovandosi tra due vocali, la “s” ha un suono sibilante come una “z” dolce. Mentre la seconda è un aggettivo di colore in cui la doppia “s” ha un suono forte. Quindi quando sentiamo “rosa rossa” notiamo la differenza nel suono della “s” il che ci permette di capire che parliamo di un fiore di colore rosso.
La lettera “s” ha 3 suoni particolari:
la doppia “ss“
la “s” che sembra “z”
la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante
Ecco una lista di parole per esercitari.
Sometimes all it takes is one mispronounced letter to change the meaning of a word. Let’s take as an example, the two words “rosa” and “rossa”. With the first we indicate the flower and, being between two vowels, the “s” has a sibilant sound like a soft “z”. While the second is an adjective of color and the double “s” has a strong sound. So when we hear “rosa rossa” we notice the difference in the sound of the “s” which allows us to understand that we are talking about a red flower.
The letter “s” has 3 particular sounds:
la doppia “ss“/ the double “ss”
la “s” che sembra “z” / the “s” that sounds like “z”
la “s” normale (parole che iniziano con la “s” o la “s” è accanto ad una consonante / words starting with “s” or “s” is next to a consonant
Primo di una serie di articoli dedicati alla storia dei Sanniti. – First of a series of articles dedicated to the history of the Samnites.
(English follows)
I Sanniti: Introduzione
La storia dei Sanniti continua ad affascinare dopo più di duemila anni. I Sanniti erano un popolo italico e acerrimi nemici di Roma. Di questo popolo fiero e indomito restano scarne testimonianze e poche vestigia, nonostante per decenni avessero lasciato un’impronta della propria civiltà sulle terre che si estendono dal Gran Sasso fino ad arrivare alle aree della Magna Grecia. Questo territorio è nei giorni nostri denominato “il Sannio”. Sappiamo che i Sanniti hanno influenzato la crescita di gran parte delle popolazioni italiche.
Gli storici non sono sicuri delle origini dei Sanniti, ma pare che fossero cugini dei Romani. Infatti si ritiene che diramassero dai Sabini, uno dei primi ceppi etnici che si sono poi fusi con il ceppo che sarebbe diventato noto come il popolo romano. I Sanniti non hanno mai creato un’unica comunità politica come avevamo fatto i Romani, ma piuttosto delle tribù. Le principali erano i Carricini, i Caudini, i Frentani, gli Irpini e i Pentri che si sono uniti per fini bellici in una confederazione. “Samnium” e “Samnites” erano parole latine, e i Sanniti si riferivano a proprio paese come “Safinim” e a se stessi come “Safineis”.
I romani, nella loro spinta verso l’espansione regionale, non hanno avuto un compito facile conquistare la penisola italiana e l’isola di Sicilia. In effetti più di una volta nella loro storia antica, se le cose fossero andate in modo leggermente diverso, i romani si sarebbero trovati vinti invece che conquistatori.
Altri popoli hanno dato filo da torcere ai romani nella loro marcia verso la costruzione dell’impero tra cui gli Etruschi, i Greci e i Celti, ma i Sanniti erano i più caparbi e risoluti e consideravano sacra la libertà per cui hanno combattuto strenuamente.
Agli inizi del IV secolo a.C i Romani e i Sanniti si sono alleati e combattuti per avere l’egemonia sull’espansione naturale verso le fertili terre a sud del fiume Liri dal Volturno al Sarno. Il fattore che ha permesso all’uno di sovrastare all’altro non è facile da sapere. La storia che ci è stata tramandata si basa sul lavoro di storici asserviti al potere di Roma, tra cui Tito Livio. Si sa invece poco dei popoli soggiogati, delle loro vicende, idee politiche e religiose. Gli antichi testi parlano in modo superficiale, confuso e spesso non veritiero dei Sanniti. Infatti persino ricostruire l’assetto geografico del Sannio non è un compito semplice.
In seguito a nuovi scavi archeologici negli ultimi anni, il ritrovamento di reperti ha permesso di mettere un po’ di ordine nella storia e di dare una nuova interpretazione dell’antica società sannitica.
I Sanniti hanno vissuto in almeno quattro regioni: Abruzzo, Molise, Lazio e Campania. Ciascuna di queste regioni ha un museo dedicato ai Sanniti tra cui bisogna peregrinare non potendo per contrasti politici e geografici creare un unico museo dove conservare i reperti archeologici.
Per indicare quei territori che erano uniti per combattere l’egemonia di Roma, i Sanniti furono i primi ad utilizzare il nome “Italia”.
English version
The Samnites: Introduction
The history of the Samnites continues to fascinate after more than two thousand years. The Samnites were an Italian people and bitter enemies of Rome. Scarce evidence and few vestiges remain of this proud and indomitable people, despite the fact that for decades they had left the mark of their civilization on the lands that extend from the Gran Sasso up to the areas of Magna Graecia. This territory is nowadays called the Sannio. We know that the Samnites influenced the growth of most of the Italian populations.
Historians aren’t sure of the origins of the Samnites, but it appears that they were cousins of the Romans. Indeed it is believed that they branched off from the Sabines, an early ethnic lineage who later merged with the lineage that would come to be known as the Roman people. The Samnites never created a single polity as the Romans did, but rather tribes. The main ones were the Carricini, Caudini, Frentani, Irpini and Pentri who united for war purposes in a confederation. “Samnium” and “Samnites” were Latin words, and the Samnites referred to their country as “Safinim” and to themselves as “Safineis”.
The Romans, in their drive for regional expansion, had no easy task conquering the Italian peninsula and the island of Sicily. Indeed more than once in their early history, if things had gone slightly differently, the Romans would have found themselves vanquished rather than conquerors. Other peoples gave the Romans a hard time in their march towards empire building including the Etruscans, Greeks and Celts, but the Samnites were the most stubborn and resolute and held sacred the freedom they fought so hard for.
At the beginning of the 4th century BC the Romans and the Samnites allied and fought to have hegemony over the natural expansion towards the fertile lands south of the Liri river from the Volturno to the Sarno. The factor that allowed one to dominate the other is not easy to know. The story that has been handed down to us is based on the work of historians enslaved to the power of Rome, including Tito Livio. On the other hand, little is known about the subjugated peoples, their vicissitudes, political and religious ideas. The ancient texts speak in a superficial, confused and often untruthful way about the Samnites. In fact, even reconstructing the geographical structure of Sannio is not a simple task.
Following new archaeological excavations in recent years, the discovery of artifacts has allowed us to put some order in history and to give a new interpretation of the ancient Samnite society.
The Samnites lived in at least four regions: Abruzzo, Molise, Lazio and Campania. Each of these regions has a museum dedicated to the Samnites among which it is necessary to wander as it is not possible due to political and geographical contrasts to create a single museum in which to preserve the archaeological finds.
To indicate those territories that were united to fight the hegemony of Rome, the Samnites were the first to use the name “Italy”.
Come pronunciare la r in italiano – esercizi di pronuncia
Parliamo della famosa erre (R). È una delle lettere più difficili da pronunciare non solo per studenti stranieri, ma anche per i madrelingua. Infatti non tutti vibrano la “R” allo stesso modo.
I diversi modi di pronunciare la “R” dipendono da fattori interni, la “r moscia”, o anche esterni, per esempio i dialetti regionali e il sistema fonetico di altre lingue che richiedono l’uso di un’altra parte della bocca o della lingua. In inglese britannico per esempio è un suono approssimativo, mentre in italiano è un trillo come anche in americano. Infatti nelle parole butter, better (la R e’ un trillo).
La R moscia, nota anche come “erre francese”, è un modo di articolare la “R”, che invece di essere vibrata nella parte anteriore della bocca si fa vibrare nella parte posteriore.
Proviamo per esempio a dire “Rosa” prima vibrando la parte posteriore, R moscia, e poi la parte anteriore, trillo.
In italiano la lettera “R” è definita una vibrante alveolare, il che significa che per produrre il suono correttola punta della lingua deve vibrare. La lingua si muove con la erre trillata e non è nella gola come la “R” francese.
Inoltre, in base alla posizione della “R” nella parola otteniamo suoni diversi:
la “erre leggera” – come nella parola “TRE” dove il suono non è forte perché si trova tra una vocale e una consonante; oppure quando si trova tra due vocali per esempio nella parola “AMORE”.
il “trillo lungo” – come nella parola “CARRO” poiché abbiamo una doppia erre; oppure all’inizio della parola come in “riso”. In questi due casi si tende a enfatizzare la “R”, producendo così un suono vibrante.
Comunque alcune persone pronunciano la “R” trillata in entrambi i casi e quindi “tre” e “riso” sono pronunciati con la “R” trillata.
ESERCIZI
Se si vuole cambiare la pronuncia della “R” basta fare degli esercizi regolarmente. Vediamone alcuni.
Un primo esercizio utilizza la lettera “L” un suono lungo con la lingua dietro i denti. Ripetiamo velocemente “TLA” mettendo la lingua tra i denti anteriori:
TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA
Più velocemente si ripete più si sente una “R” vibrante.
Facciamo lo stesso con tutte le vocali.
TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE
TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI
TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO
TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU
2. Facciamo un altro esercizio con la lettera “D”. La punta della lingua è dietro ai denti e bisogna molto velocemente ripetere la D insieme alle vocali.…
DaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDaDa
Viene molto bene con la “e”
DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe
DiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDiDi
DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo
DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu
Adesso ripetiamo “DRE” molto velocemente…..e magicamente diventa “TRE” con un bel trillo della “R”.
DRE DRE DRE DRE DRE DRE DRE
3. E poi ci sono gli scioglilingua, un altro ottimo esercizio per migliorare il suono della “R”
Ripetiamo i seguenti 3 scioglilingua molto conosciuti per pronunciare la R.
“Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
“Tre tigri contro tre tigri”.
“Un ramarro sul muro marrone”.
Prova a ripetere ciascuno molte volte aumentando la velocità, ma mantenendo una buona forma di pronuncia.
Quando si pronunciano con regolarità gli scioglilingua e gli altri esercizi la coordinazione della lingua diventa un gesto naturale.
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(English version)
Let’s talk about the famous Italian R sound. It is one of the most difficult letters to pronounce not only for foreign students, but also for native speakers. In fact, not everyone vibrates the “R” in the same way.
The different ways of pronouncing the “R” depend on internal factors, the “r moscia” (dull R) or even external, regional dialects, but also the phonetic system of other languages that requires the use of another part of the mouth or tongue. In British English, for example, it is an approximate sound, while in Italian it is a trill as well as in American. In fact, in the words butter, better (the R is a trill)
The R moscia, also known as “French R”, is a way of articulating the “R”, which instead of being vibrated in the front part of the mouth is vibrated in the back.
For example, let’s try to say “Rosa” by vibrating the back first, R moscia, and then the front part, trill.
In Italian the letter “R” is defined as a vibrating alveolar, which means that to produce the correct sound the tip of the tongue must vibrate. The tongue moves with the trilled r, it is not in the throat like the French “R”.
Also based on the position of the “R” in the word you get different sounds:
Light R – as in the word “TRE” where the sound is not strong because the “R” is located between a vowel and a consonant; or when it is found between two vowels, for example in the word “AMORE”.
Long trill – as in the word “CARRO” because there’s a double “R”; or at the beginning of the word as in “RISO”. In these two cases we tend to emphasize the “R”, thus producing a vibrant sound.
However, some people pronounce the trilled “R” in both cases and therefore “TRE” and “RISO” are pronounced with the trilled “R”.
If you want to change the pronunciation of the “R” just do some exercises regularly. Let’s see some of them.
A first exercise uses the letter “L” a long sound with the tongue behind the teeth. We’ll quickly repeat “TLA” putting the tongue between the front teeth:
TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA TLA
The faster you repeat the more a vibrant “R” is.
We do the same with all vowels.
TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE TLE
TLI TLI TLI TLI TLI TLI TLI
TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO TLO
TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU TLU
Let’s do another exercise with the letter “D”. The tip of the tongue is behind the teeth and you have to repeat it very quickly together with the vowels. …
DaDaDaDaDaDaDaDaDaDa
It works very well with the “e”
DeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDeDe
DoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDoDo
DuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDuDu
Now let’s repeat “DRE” very quickly… ..and magically it becomes “TRE” with a nice roll of the “R”.
And also the tongue twisters are another great exercise to improve the sound of the “R”
Let’s repeat the following 3 well-known tongue twisters for pronouncing the “R”.
“Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.”.
“Tre tigri contro tre tigri”.
“Un ramarro sul muro marrone”.
Try repeating each several times while increasing the speed, but maintaining a good form of pronunciation.
When tongue twisters and the other exercises are pronounced regularly, tongue coordination becomes a natural gesture.
4 canzoni per raccontare facili storie in italiano, seconda parte
Hai cantato le canzoni della Prima Parte ? Erano corte e con semplici ripetizioni. La melodia e la ripetizione aiutano a migliorare la pronuncia.
In questa seconda parte ascoltiamo e cantiamo quattro canzoni che raccontano storie. Essere in grado di raccontare storie semplici è un bel traguardo che tutti vogliono raggiungere. La musica è il mezzo migliore per allenarsi.
Le quattro canzoni di popolari cantanti italiane fanno parte di un’epoca passata in cui la musica aveva una poesia diversa.
Did you sing the songs of the first part? They were short and with simple repetitions. Melody and repetition help improve pronunciation. In this second part we listen to and sing four songs that tell stories. Being able to tell simple stories is a great achievement that everyone wants to reach. Music is the best way to practice. The four songs by popular Italian singers are part of a bygone era where music had a different poetry.
vola colomba- Nilla pizzi (1952)
Brano originale del 1952 Brano cantato da Nilla Pizzi con l’orchestra di Ennio Morricone. La colomba era il messaggio che l’Italia uscita sconfitta e umiliata dalla guerra, inviava a Trieste, contesa fra i comunisti jugoslavi di Tito, gli inglesi e gli americani che la stavano occupando con le armi. La guerra a Trieste non finì infatti nel 1945 come nel resto del Paese, ma nel 1954 quando le truppe italiane ritornarono a liberarla.
Original piece from 1952 sung by Nilla Pizzi with the orchestra of Ennio Morricone. The dove “la colomba” was the message that Italy, defeated and humiliated by the war, sent to Trieste, disputed between Tito’s Yugoslav Communists, the British, and the Americans who were occupying it with arms. In fact, the war in Trieste did not end in 1945 as in the rest of the country, but in 1954 when the Italian troops returned to free it.
Pinguino Innamorato – Silvana Fioresi e Trio Lescano (1941)
Mentre la dittatura si avviava verso una terribile guerra e ancor più terribile guerra civile, il pubblico si deliziava con delle canzonette accattivanti per la melodia e lo swing. In contrasto le parole potrebbero essere definite come surreali, bizzarre, e grottesche.
As the dictatorship moved towards a terrible war and even more terrible civil war, the audience delighted with captivating songs for melody and swing. In contrast, the words could be defined as surreal, bizarre, and grotesque.
Canzone Da Due Soldi – Katyna Ranieri (1957)
Una canzone da due soldi, ci invita a vedere la vera felicità nel poco. Questi versi danno una voce “poetica” al dopoguerra, scuotono le masse ed entrano nelle case di un popolo assetato di normalità.
A simple song “una canzone da due soldi”, invites us to see true happiness in little. These verses give a “poetic” voice to the postwar period, it shakes the masses and enters the homes of a people thirsty for normality.
Casetta in Canadà – Carla Boni (1957)
Una canzone con un ritmo allegro ed accattivante con un testo – genere nonsense – di facile memorizzazione che si può ripetere all’infinito. Un grande successo fra gli Italiani emigrati in Canada.
A song with a cheerful and captivating rhythm with a text – nonsense genre – easy to memorize that can be repeated indefinitely. A great success among Italians who emigrated to Canada.
Mi raccomando canta ogni giorno, fa bene non solo allo studio dell’italiano ma anche alla salute!
I recommend singing every day, it’s good not only for your Italian, but also for your health!